Lo sappiamo, ci sono centinaia, migliaia di elementi che contribuiscono a rendere un film indimenticabile: dall’interpretazione degli attori ai plot twist della trama, dalla colonna sonora alla bellezza dei costumi. E tuttavia, c’è un ulteriore elemento che fa letteralmente da sfondo alle vicende ma che, in certi casi, cattura lo sguardo degli spettatori, completando il film quasi fosse un protagonista a sua volta: parliamo dell’interior design, ovvero, di tutti quegli elementi che rendono uno spazio chiuso suggestivo, specchio delle passioni e del mondo dei personaggi.
Nel corso degli anni, abbiamo assistito a dei veri e propri capolavori di interior design cinematografico, tuttavia, sono 5 i titoli a cui la nostra mente continua a far ritorno pensando agli interni più belli visti al cinema nell’ultima decade. Ecco la nostra selezione!
ANNA KARENINA (2012)
Per il suo adattamento cinematografico del classico della letteratura firmato da Lev Tolstoy, il regista Jeffrey Wright ha pensato di ambientare la storia in un teatro russo, sapientemente ricostruito all’interno degli Shepperton Studios in Inghilterra, e contenente più di 100 scenari diversi! La production designer Sarah Greenwood, dopo aver visitato diverse case e palazzi russi, ha dato vita a una vera e propria scenografia ispirata alla Russia Imperiale del XIX secolo, con opulenti ornamenti che rispecchiano quelli che si potevano trovare in un’abitazione ricca del tempo. I personaggi si muovono all’interno della storia e dentro e fuori dal palco, rendendo il film uno spettacolo teatrale e, egualmente, rendendo tale “spettacolo teatrale” un’esperienza cinematografica mozzafiato.
IL GRANDE GATSBY (2013)
Lo scintillante mondo di Jay Gatsby e della New York di inizio ‘900 rivive nel film diretto da Baz Luhrmann, dove l’interior design gioca un ruolo fondamentale nell’enfatizzare la vita di apparenze e di fasti del carismatico Gatsby. Il design del set è stato affidato alla moglie del regista, Catherine Martin, che ha ricostruito 42 ambienti sia nei dintorni di Sydney che in studio. Tra tutte, spicca il castello di Gatsby, ispirato alle abitazioni di inizio ‘900 di Long Island, dove lo sfarzo e l’eccesso si ritrovano in ogni ambiente (dalla camera da letto alla sala da ballo), quasi fosse un castello immaginario dove Gatsby concretizza le sue fantasie d’amore insieme a Daisy. Il tutto, ovviamente, seguendo il gusto Art Deco dell’epoca. Gli interni dell’abitazione sono in netto contrasto con quelli di Nick, che vive in un ambiente modesto, specchio della sua personalità, e della magione di Daisy e Tom, dove lo stile Hollywood Regency regna sovrano, a rimarcare la differenza tra la ricchezza acquisita di Gatsby e quella ereditiera, e consolidata, della coppia.
GRAND BUDAPEST HOTEL (2014)
C’è chi sogna di alloggiare al Grand Budapest Hotel dal momento in cui ha visto questo film, e chi mente! L’estetica colorata e “fantastica” dell’Hotel in cui sono ambientate le vicende di questo capolavoro firmato dal genio di Wes Anderson, hanno trovato una location all’ex centro commerciale Görlitz Warenhaus (situato a Görlitz, Germania), che con le sue scalinate, ascensori ed atrio (risalenti a inizio ‘900) si è rivelata perfetta agli occhi del production designer Adam Stockhausen. Insieme al suo team, e traendo spunto dagli hotel e dalle spa europee più famose degli anni ’30, ha trasformato gli interni del centro commerciale in quelli del lussuoso hotel dove sono ambientate quasi tutte le avventure di Monsieur Gustave e di Zero. Gli elementi d’arredo e di decoro fanno riferimento allo stile della Jugendstil (la controparte tedesca dell’Art Nouveau), e si ispirano anche a foto in bianco e nero dell’epoca. Gli esterni invece, sono in realtà ripresi da un modello in miniatura!
PARASITE (2019)
Un film che ha fatto, fa e farà parlare ancora i cinefili per la rappresentazione cruda del divario sociale che, purtroppo, si può ritrovare ovunque oggigiorno: il regista Bong Joon Ho si è servito di ogni elemento a sua disposizione, inclusi gli interni delle abitazioni delle rispettive famiglie protagoniste, i Kims e i Park, per sottolineare tale differenza, andando a ricreare dei set specificamente pensati per questo scopo. Da una parte troviamo i Kims, che vivono in un misero appartamento situato nel basamento di un palazzo che è tuttavia dotato di una finestra dalla quale filtra la luce (a rappresentare la speranza e la paura che portano i membri della famiglia ad agire in determinati modi nel corso della storia), ispirato agli edifici delle città abbandonate. Dall’altra invece, ci sono i Park, la cui casa è lo scenario che fa da sfondo a quasi tutto il film: un’abitazione ampia, moderna, sofisticata, con vetrate ovunque, arredata in modo minimal ma curato (pensato per non distrarre lo spettatore dalla narrazione), una casa che rappresenta lo status dei Park e il loro desiderio di mettersi in mostra, la loro apparente perfezione. Ma, si sa, la perfezione cela sempre qualche segreto sotto la superficie, o meglio, nei suoi sotterranei…
EMMA (2020)
Emma Woodhouse ama avere il controllo sulla vita degli altri, quasi fossero delle bambole tra le sue mani, specialmente quando si tratta di questioni d’amore e, non a caso, la regista Autumn de Wilde ha ambientato la storia di questa eroina nata dalla penna di Jane Austen in quella che sembra essere una casa per le bambole ma per persone! Il production designer Kave Quinn e la set decorator Stella Fox hanno fatto un lavoro impressionante nel dar vita a degli interni colorati e vivaci nella storica tenuta di Firle Place (costruita nel XVI secolo), dopo aver avuto il via libera dai proprietari per poter usare carte da parati fantasiose e per riempire l’abitazione di mobili antichi e di oggetti di scena che richiamano l’Età della Reggenza, ma con un twist dai toni pastello (basti pensare alle numerose ceramiche che si vedono nel corso del film)! Ogni stanza ha un colore diverso, quasi a sottolineare la natura fantasiosa del mondo che Emma ha creato intorno a sé.