Sentirete molto parlare di lui.
Non solo perché interpreterà Charles Manson in uno dei film più attesi degli ultimi anni, “Once Upon a Time in Hollywood”, non solo perché interpreterà lo stesso ruolo di Manson nella serie di Netflix “Mindhunter”, ma perché Damon Herriman è un attore dal talento unico.
Abituato ormai al ruolo del “cattivo”, soprattutto l’anno prossimo nel volto di uno dei più cattivi della storia (per ben due volte), lo abbiamo incontrato a Venezia per parlare del suo ultimo film in uscita: il dramma della regista e sceneggiatrice Jennifer Kent, “The Nightingale”, in cui interpreta Ruse.
Avevamo visto il film la sera prima di incontrarlo, e dopo un primo momento di straniamento in cui abbiamo collegato il suo volto gentile a quello del personaggio (non altrettanto gentile), ci siamo tuffati nel chiedergli tutto quello che potevamo sul film, sul suo ruolo, ma anche piccole curiosità come il suo film preferito o l’ultima serie tv vista.
Sin dal primo istante Damon ci ha trasmesso una passione e una dolcezza che sono rari e ci ha fatto capire quanto importante sia, nel mondo del cinema, raccontare storie con verità, crudezza e senza mezzi termini. Non è mostrando l’orrore che si percepisce la verità ma è nella maestranza del racconto e dell’interpretazione che la si può sentire. E con “The Nightingale” Damon riesce a trasmetterci tutto questo.
Un film da vedere. Un attore da tenere d’occhio. E che siamo stati fortunati di aver conosciuto in quella mattinata soleggiata, nel cuore di Venezia.
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Com’è essere a Venezia, alla Mostra d’Arte Cinematografica?
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È incredibile, non ero mai stato in Italia, quindi Venezia è il mio primo “assaggio”, e mi sta facendo perdere la testa. È così bella e magica, sembra di essere in una Disneyland per adulti.
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Abbiamo visto il film, è straordinario, per noi dovrebbe essere il vincitore.
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Grazie, è bello sentirlo dire.
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È un film molto violento e dark. Come ti sei preparato per interpretare un ruolo così intenso?
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Abbiamo lavorato molto in fase di preparazione, la regista e sceneggiatrice Jennifer Kent era intenzionata fin dal primo momento ad assicurarsi che tutto venisse fatto nella maniera corretta, e con integrità. Quindi ogni attore coinvolto in scene di violenza fisica o sessuale ha parlato con uno psicologo che stava anche lavorando sulla sceneggiatura con lei; abbiamo poi letto del materiale fornitoci sempre da Jennifer. A parte questo, per quanto mi riguarda, si tratta di prendere quanto scritto nella sceneggiatura e cercare di dargli vita.
Il personaggio che interpreto è una persona orribile, non ci sono altri modi per definirlo, si dice che bisogna sempre cercare il lato positivo anche nei personaggi più meschini, ma è impossibile con Ruse, non ha nessun aspetto positivo. Comunque si è trattato davvero di essere fedeli alla sceneggiatura e cercare di dar vita a quel personaggio scritto da Jennifer.
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La scena in cui siete a casa di Clare e distruggete completamente la sua vita è stata davvero difficile da guardare. Quanto è stato difficile invece girarla?
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È stato assolutamente orribile. Abbiamo girato quella scena per due giorni interi, quando abbiamo scoperto che ci avremmo messo due giorni, abbiamo tutti detto: “No Jennifer, per favore, non farci tornare per un secondo giorno”.
Solitamente, nel mondo del cinema, le scene che sono molto difficili da guardare, non sono necessariamente difficili da girare, ma questa è stata davvero orribile, anche da girare. Abbiamo tutti pianto in momenti diversi, perché sembrava così reale, e perché avendola girata in due giorni, dovevamo recitare o assistere allo stesso scenario più e più volte. Si è consci del fatto che si sta recitando, ma si sta anche guardando una donna che urla e che piange, e poi vedi o interpreti qualcosa di orribile e poi c’è il bambino…e quindi si, è decisamente la scena più brutale che io abbia mai interpretato, e credo che anche tutti gli altri attori sarebbero d’accordo su questo.
E sono sicuro che si tratti di una delle scene più brutali a cui il pubblico in sala dovrà mai assistere.
“Solitamente, nel mondo del cinema, le scene che sono molto difficili da guardare, non sono necessariamente difficili da girare, ma questa è stata davvero orribile, anche da girare”.
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È davvero cruda, sembra reale…La regia è incredibile in senso positivo, anche se la scena è molto violenta, è davvero incredibile.
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So che Jennifer non voleva tirarsi indietro in alcun modo, certamente non voleva eroticizzare la scena e la maggior parte dell’orrore lo si vede sul volto di Clare. Non si vede nudità o cose del genere, ma l’orrore che si vive lo si vive attraverso le reazioni di Clare. Jennifer non voleva trattenersi su questa scena perché quello che succede è davvero brutale; lei sente l’importanza di rappresentare questa brutalità esattamente come sarebbe potuta accadere.
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Cosa ha catturato di più la tua attenzione quando hai letto la sceneggiatura di “The Nighingale”?
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È semplicemente una sceneggiatura incredibile, ogni persona che la leggeva rimaneva senza parole, c’erano attori di Hollywood cosiddetti A-List che volevano aver una parte nel film perché la sceneggiatura stava facendo un po’ il giro nell’ambiente, è un’incredibile lettura, è così forte, ogni personaggio è definito nei minimi dettagli. Sono così diversi gli uni dagli altri, la storia è senza eguali, e c’è un intensissimo atto emotivo. Quindi tutto questo, più la possibilità di lavorare con Jennifer Kent, che è tra le migliori registe in attività.
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Tu e Jennifer siete entrambi australiani. Qual è per te un aspetto unico del cinema australiano?
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È difficile definire cosa renda unico un qualcosa quando ci si lavora dentro. Credo ci sia qualcosa di veramente australiano nel nostro cinema, ma delinearlo chiaramente non è così facile. Credo che forse, generalmente parlando e non sempre, ci sia un tentativo da parte del cinema Australiano di fare film con una certa integrità e che siano accolti positivamente dalla critica. Siamo meno propensi a fare Popcorn film in Australia, e non sto dicendo che non facciamo film commerciali, ne facciamo assolutamente, ma non tanti quanti in America.
Sembra esserci del coraggio intorno ad un film come “The Nightingale”, è difficile che un film come questo venga fuori dall’Hollywood system.
“Credo che forse, generalmente parlando e non sempre, ci sia un tentativo da parte del cinema Australiano di fare film con una certa integrità …”
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Su “Once Upon a Time in Hollywood”, per prima cosa congratulazioni.
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Grazie mille.
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Credi ci siano aspetti del tuo personaggio in “The Nightingale” che sono utili per la tua preparazione al ruolo di Charles Manson? Lo so che si tratta di due personaggi completamente diversi, ma sono entrambi molto, molto cattivi.
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Credo che ogni ruolo possa contribuire in qualche maniera a dei ruoli futuri. Non posso dire molto riguardo alla maniera in cui Manson compare nel film ma è una versione di Manson molto differente da quelle fatte finora…sto cercando una maniera per dirlo senza mettermi nei guai. [ride]
Quindi sì, diciamo che probabilmente tutti i ruoli influiscono in qualche modo sul ruolo successivo, e certamente c’è un crossover nelle caratteristiche tra Ruse e Charles Manson, anche se le scene in entrambi film sono molto diverse per natura.
“Credo che ogni ruolo possa contribuire in qualche maniera a dei ruoli futuri”.
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Qual è il tuo personaggio cattivo preferito?
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John Malkovich in “Nel centro del mirino”.
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Qual è il tuo accento preferito?
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Credo che quello con cui mi sento più a mio agio sia l’accento del sud degli Stati Uniti perché l’ho già dovuto fare in diverse occasioni. Ho fatto una serie tv in America intitolata “Justified” in cui ho interpretato un uomo di campagna del sud per 6 anni. Quindi mi piace molto l’accento perché mi viene quasi naturale ed è anche abbastanza divertente, fare questo accento rende vivo il dialogo.
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Qual è il tuo film preferito?
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“Quei bravi ragazzi”, lo adoro. Continuo a sentire il bisogno di “aggiornarlo”, perché sono 25 anni che lo adoro.
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Hai recitato in molte serie tv, ma qual è l’ultima che hai guardato che ti è piaciuta molto?
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Oddio! Sto cercando di ricordami…non mi viene in mente una serie che ho visto recentemente. Cioè lo so che ho visto “Stranger Things” ma è “vecchia” ormai. [ride]
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La cosa più bella mentre giravi “The Nighingale”?
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Credo la sensazione che avevamo come gruppo, Jennifer, il cast e la crew, ci sentivamo come se stessimo facendo qualcosa di molto speciale. E il cast, non lo diresti da film, ma ci vogliamo tutti molto bene, e abbiamo creato questa specie di famiglia un po’ per caso, e ne siamo molto orgogliosi.
Photos by Johnny Carrano.