L’abbiamo visto in “Doc – Nelle tue mani” e ora siamo in attesa di rivederlo nell’attesissima seconda stagione di “Summertime” nei panni di Antony Bennati, ma nel frattempo abbiamo fatto una chiacchierata con lui, Alberto Malanchino, tra il suo lavoro di “detective” per plasmare i suoi personaggi a un epic fail nella quale sicuramente molto di noi si possono identificare, all’isola felice da cui trarre ispirazione.
Un’energia esplosiva tra nuovi progetti recitativi e la voglia di riempire le pagine di una sceneggiatura.
Qual è il tuo primo ricordo legato al cinema?
Il VHS consumato del “Padrino parte II”. Era un film che guardavo spesso a casa. La prima volta che l’ho visto avevo cinque anni. Sono stato un po’ precoce per certi generi di film!
Sei tra i protagonisti di uno di prodotti seriali italiani di maggior successo di questi ultimi tempi, “DOC – Nelle tue mani”. Qual è stata la tua prima reazione quando hai letto la sceneggiatura? E qual è stata la prima domanda che hai rivolto al regista e a te stesso?
Avevo l’impressione che stessimo per girare qualcosa di unico. Il genere medical in Italia è sempre stato una grande scommessa perché poco apprezzato nel formato Italiano. Il pubblico invece ci ha dato fiducia e di questo siamo grati. A Jan e Ciro non ricordo! Ne ho fatte troppe di domande! C’era un costante pensiero fisso nella mia testa: “Come posso dire tutta questa terminologia medica senza sembrare un robot?”.
“Avevo l’impressione che stessimo per girare qualcosa di unico”.
In “DOC” interpreti Gabriel Kidane, un medico tirocinante. Come ti sei calato in un personaggio con una passione e un lavoro così lontani dai tuoi? C’è, nel profondo, qualcosa di te in lui?
La passione di Gabriel per la medicina è simile alla mia per la recitazione. Questo è stato il nostro punto di incontro. Ho studiato il comportamento dei veri medici all’interno di un ospedale e per questo ringrazio Jan che ci ha dato la possibilità di fare training al Policlinico Gemelli di Roma, sotto la guida della Dott.ssa Barbara Fossati. Da li sono partite tutte le domande che un attore può farsi mentre studia il personaggio.
Quali sono state le difficoltà e le sfide dell’interpretare il tuo personaggio e come le hai affrontate e superate?
Gabriel ha un passato molto complesso legato alle torture che ha subito in Libia. Creare in modo concreto il suo background è stato faticoso perché non sono cose che puoi “agire” in scena se non le hai provate direttamente, devi giocare in modo laterale con il personaggio. Come un detective devi trovare tutti i tasselli mancanti che ti portano a completare il puzzle. Il pezzo mancante verrà da te se viene sostenuto da tutto il resto.
“Come un detective devi trovare tutti i tasselli mancanti che ti portano a completare il puzzle”.
Come hai costruito la relazione con il resto del cast? Hai portato a casa qualche nuovo insegnamento o segreto una volta finite le riprese?
Siamo entrati in sintonia da subito. Il training fatto insieme in ospedale è stato molto utile per entrare in empatia tra noi. Ne ho portati a casa tanti di insegnamenti. Mi piace “rubare” dai miei colleghi ! Segreti? Tanti..ma sono segreti!
Una parola per descrivere “Doc – Nelle tue mani”?
Elettrico.
Uno degli ultimi progetti a cui hai partecipato è la serie Netflix “Summertime”, in cui interpreti Anthony, il papà di Summer e Blue. Com’è stata l’esperienza su questo nuovo set e la relazione con un personaggio che è padre? Anche se non ci puoi svelare molto, come si evolverà il tuo personaggio nella seconda stagione?
Lavorare per una piattaforma come Netflix è emozionante. Hai la possibilità di far conoscere il tuo lavoro fuori dai confini Italiani e questo è possibile solo da pochi anni. Anthony è stata una bella sfida. È stato importante trovare degli analoghi personali che potessero andare bene per lui che è un padre di due figlie adolescenti! I riscontri sul personaggio sono stati buoni e ne sono felice. Hai ragione, non posso svelare niente…purtroppo! Vi assicuro che che ci saranno delle belle sorprese!
Le produzioni destinate a grosse piattaforme come Netflix implicano sfide aggiuntive o diverse rispetto ad altri progetti in cui sei stato coinvolto?
Per me la sfida rimane uguale. Fare al meglio delle mie possibilità il mio lavoro. Non conta se sia farlo a teatro con davanti 10 persone o tramite una piattaforma che ha un bacino di utenze milionario.
Hai lavorato anche a teatro con importanti registi come Moni Ovadia e Silvio Peroni. Serie tv e teatro: cosa cambia nel tuo approccio a questi due diversi tipi di esperienze recitative?
Cambia la tecnica fondamentalmente.
Il cinema ti da la possibilità di raccontare molto facendo poco. A teatro la questione cambia. Non è una regola matematica, ovviamente. Il cuore però è sempre lo stesso.
Nel film “Easy Living” dei fratelli Miyakawa hai interpretato un personaggio “fuori dagli schemi”, un migrante con occhiali da sole e camicia hawaiana che si chiama Elvis Presley e decostruisce lo stereotipo del migrante impresso nell’immaginario comune. Che ruolo credi che il cinema abbia nel processo di demolizione di idee e taboo di vecchio retaggio sulla migrazione e sul pregiudizio?
Solo Elvis, non Presley! Il nome è comunque una citazione al vero Elvis. Il cinema, come tutte le arti, ha un ruolo fondamentale. Ha/Abbiamo il compito di creare dibattito su tutti gli argomenti. Questo mi sembra la base di una società civile. Gli stereotipi sono duri a morire ma sono fiducioso nel lavoro che stiamo facendo come generazione.
L’ultimo binge-watch?
Sai che mi sono sentito un boomer? Ho dovuto cercare su google per capire che diavolo fosse il binge-watch! Mmm..credo di averlo fatto con la serie “Mad Man“.
“Gli stereotipi sono duri a morire ma sono fiducioso nel lavoro che stiamo facendo come generazione”.
Quali storie sogni di raccontare?
Quelle che non ho ancora scritto o interpretato. Ho appena iniziato, quindi elencarle sarebbe impossibile!
Il tuo must-have sul set o dietro le quinte di un teatro?
Un bastoncino del caffè come antistress.
Un epic fail sul set o a teatro?
Essermi dimenticato i costumi di scena mezz’ora prima della replica.
Il primo dvd che hai comprato?
“District 9”.
Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Sventare una rapina a mani nude.
L’ultima bugia che hai raccontato?
Vedi la risposta prima.
Hai paura di…?
Dei rettili.
Il personaggio del cinema che vorresti come amico?
Thomas Shelby.
Qual è la tua isola felice?
La mia playlist Spotify.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Finire di scrivere una sceneggiatura che sto facendo con degli amici e vincere un Oscar per mamma!
L’ultima cosa che hai scoperto di te stesso?
Che devo aggiornarmi con i termini anglofoni tipo binge-watch…
Photos by Johnny Carrano.
Grooming by Claudia Raia.
Styling by Delia Terranova.
LOOK 1
Total look: Tod’s
Shoes: Levi’s
LOOK 2
Total Look: Levi’s
Shoes: Tod’s
LOOK 3
Total Look: Etro