Per quanto l’incontro con il mondo del beauty sia stato “magico” per Alessandra Baessato, non ci sono formule magiche segrete alla base della formulazione del rossetto matte in stick perfetto: come ingredienti piuttosto, troviamo creatività, ricerca, sicurezza, stabilità ed esperienza… Tutti elementi che si riscontrano anche nel percorso formativo di Alessandra, farmacista e founder di LH36, brand di rossetti versatili, punk e vegan che sono accessibili a chiunque.
Ho avuto modo di provare alcune nuove shade di LH36 e di utilizzarle anche come eyeliner e quel che colpisce di questi prodotti è indubbiamente la resa e il finish opaco, con colori che spaziano dai neutri ai più accesi per dare libero sfogo alla propria ispirazione, e per abbinarsi perfettamente alla nostra personalità. Abbiamo dunque colto l’occasione per chiedere ad Alessandra come nasce e si sviluppa un rossetto matte in stick e del beauty come alleato sentirsi bene nella propria pelle (e che abbiate la pelle secca, mista o grassa, sono tutti inclusi, sia chiaro) senza ricorrere ai filtri: perché al cuor non si comanda, ma neanche alla pelle…
Quando e come è nata l’idea di creare un tuo brand beauty?
L’idea di creare il mio brand beauty nasce nel 2018 dopo un corso di perfezionamento in formulazione cosmetica presso l’università di Milano. La lezione sui rossetti per me è stata determinante, è stato un momento per me “magico” perché mi ha permesso di unire e miscelare la chimica con la passione per i colori. Dopo questo corso a Milano ho riflettuto molto prima di intraprendere questo progetto. Dopo una serie di eventi personali, a febbraio 2020 ho iniziato a sviluppare l’idea del brand, e finalmente il 21 giugno 2021 ho lanciato i miei primi 6 rossetti.
Sei sempre stata appassionata del mondo dei cosmetici, oppure è un sentimento che è cresciuto nel tempo?
Fin da piccola amavo rovistare nei beautycase di mamma, giocando con i suoi trucchi e consumandole ogni provetta di profumo. Mi piaceva sfogliare le riviste di moda e provare ogni campioncino o tester che trovavo nelle pagine pubblicitarie. A 4 anni ho avuto il mio primo approccio con il rossetto, non solo per colorarmi le labbra ma anche per imbrattare di colore la parete del salotto di casa. Questa passione per il mondo beauty l’ho coltivata nel tempo e il mio percorso di studi mi ha permesso di approfondire da più punti di vista il cosmetico. Ad oggi il mio ruolo di farmacista mi consente di consigliare prodotti skincare e makeup, non solo per rendersi più attraenti, ma come strumenti d’aiuto per trattare inestetismi e problematiche cutanee.
“Questa passione per il mondo beauty l’ho coltivata nel tempo e il mio percorso di studi mi ha permesso di approfondire da più punti di vista il cosmetico. Ad oggi il mio ruolo di farmacista mi consente di consigliare prodotti skincare e makeup, non solo per rendersi più attraenti, ma come strumenti d’aiuto per trattare inestetismi e problematiche cutanee”.
LH36: qual è la storia dietro a questo nome?
Quando ho iniziato a sviluppare l’idea del brand mi ero creata una lista di nomi ipotetici ma nessuno di questi mi convinceva. Poi un giorno, mentre stavo sistemando tutte le mie sostanze, mi sono accorta che avevo acquistato molte confezioni di un pigmento rosso, il RED36. Si tratta di un pigmento rosso vivo, che vira quasi all’arancio e, in liguaggio chimico, rientra nella categoria dei pigmenti definiti “lacche”. Sono rimasta qualche minuto a fissare il barattolo di colore… colpo di fulmine… LACCA36! Forse troppo lungo? Allora è nato LH36!
Il prodotto di punta della linea sono i rossetti: come si compone il processo creativo e produttivo dietro alle varie tinte?
Creare un cosmetico non è come fare una torta. Per prima cosa occorre avere le idee chiare di ciò che si vuol realizzare. Io avevo già in testa quale tipologia di stick e quali colori avrei voluto progettare e non a caso, ogni nome che ho dato al rossetto ha un suo significato. Per realizzare un cosmetico ci devono essere alla base diversi requisiti, nel caso dei rossetti in stick se ne devono considerare diversi: la sicurezza, la stabilità, la durata, no “feathering”, per menzionarne solo alcuni. E’ quindi fondamentale anche la scelta degli ingredienti. I rossetti sono una miscela anidra di olii e cere compatibili tra loro, alla quale viene aggiunta una fase polvere (pigmenti, perle, texturizzanti) e altre sostanze per favorire la tenuta, antossidanti, oltre che aromi e conservanti in base alla preferenza. Da qui poi iniziano le varie prove di stabilità, validazione tecnica come il carico di rottura, la prova di scrittura (pay-off test), punto di goccia…
E a cosa è dovuta la scelta di concentrarsi su texture matte?
La scelta della texture matt nasce per due motivi: il primo è che non amo particolarmente tutto ciò che luccica e “glittera” dai vestiti, all’arredamento, etc… Il secondo da un problema alla pelle che si è scatenato qualche anno fa. A 28 anni mi è esplosa un’acne tardiva, fortunatamente risolta in breve tempo, ma da quel momento la mia pelle va a periodi, diventa seborroica e dall’aspetto lucido. Da qui, l’esigenza di ricorrere a prodotti skincare seboregolatori e make up opacizzanti come cipria e fondotinta, nulla che renda lucido il mio viso, dunque anche la scelta del trucco labbra si è focalizzata su una texture opaca.
“Per realizzare un cosmetico ci devono essere alla base diversi requisiti, nel caso dei rossetti in stick se ne devono considerare diversi: la sicurezza, la stabilità, la durata, no ‘feathering‘, per menzionarne solo alcuni”.
Cosa puoi dirci degli ingredienti invece?
Nel caso dei rossetti LH36 ho voluto creare uno stick che fosse a lunga tenuta, matt ma allo stesso tempo che non seccasse le labbra. Essendo prodotti privi d’acqua si può essere un po’ limitati nell’introdurre principi attivi idratanti, perché non compatibili con la base dello stick. Gli ingredienti utilizzati sono sia di origine naturale come l’olio di argan, aloe vera e il preziosissimo squalane oppure di origine diversa come il peptide utilizzato nella prima collezione e vari altri componenti dello stick del rossetto, come cere e polimeri fondamentali per avere una resa ottimale del rossetto. Ovviamente nulla di origine animale!
Tinte genderless, vegan e con un tocco pop: in che modo riesci a combinare la tua esperienza come farmacista con la creatività?
Quando possiedi la creatività, che credo sia un qualcosa di innato, e una conoscenza della chimica l’unica cosa che puoi fare è sperimentare senza darti limiti. Questo è quello che faccio! Sia quando formulo il cosmetico sia quando mi interfaccio con i clienti e i pazienti. Quando hai la consapevolezza e la conoscenza di ciò che hai realizzato puoi spingerti ben oltre, ed è quello che vorrei portare in farmacia, un nuovo concetto di makeup che non ha barriere, dove il rossetto non devi metterlo esclusivamente sulle labbra ma può diventare un vero e proprio prodotto ibrido da applicare su guance e occhi. Soprattutto vorrei non avere limiti di colori ma proporre qualcosa di nuovo accessibile a tutti.
Delle nuove shade lanciate, qual è la tua preferita e perché?
La mia shade preferita è sicuramente PUNK. Il rosso borgogna, tendente al bordeaux con sfumature di porpora. Un colore che potrebbe sembrare prettamente invernale, ma per me, che mi curo delle “regole” è perfetto per una serata estiva! Un velo di fondotinta, una passata di mascara e un tocco rock con il mio rossetto PUNK.
Qual è il tuo signature beauty look?
“Essenziale ma non troppo!” Preparo sempre una base uniformante tono su tono, un velo di fard, mascara e ora la mia tela è pronta per essere dipinta. Focus sulle labbra con una passata di rossetto EXPERIENCE, o FUN o PUNK LH36 oppure focus occhi con un tocco di rossetto NocLHub Issues o I Don’t Give a cLHub come ombretto e mantengo le labbra nude con TO-BE o CASHEW. E immancabile, ovviamente, il rossetto anche come blush!
Che cosa significa per “sentirsi a proprio agio nella propria pelle”?
“Non avere filtri”. Alla pelle non si comanda, la pelle riflette il nostro stato di salute e il nostro cronocambiamento, a volte possono comparire inestetismi che non riusciamo ad accettare. E mai come in questo periodo storico, che siamo bombardati da figure di modelli perfetti, per qualcuno, anche un minimo “segno” sulla pelle può diventare un grosso problema perchè difficile da accettare. Ogni giorno mi interfaccio con clienti e pazienti che presentano problematiche cutanee di ogni tipo: couperose, acne, macchie e invito loro in primis a prendersi cura della pelle e in certi casi, se necessario, approfondire il problema anche con il medico. In queste circostanze il make-up può diventare davvero un valido alleato! Che non significa “nascondersi” dietro ad uno strato di fondotinta o correttore ma semplicemente può essere uno strumento per sentirsi più sicuri con la propria pelle. Senza ricorre all’uso continuo dei “filtri”.
Qual è l’ultima cosa che hai scoperto su te stessa attraverso il makeup o il tuo lavoro?
Sicuramente ho RI-scoperto la mia creatività! L’avevo persa, ma nessuno può insegnare come essere creativi.