Con tanta professionalità e passione, Aurora Ruffino ci svela i suoi ricordi cinematografici e il processo di creazione dei suoi personaggi. Dal surreale esordio a 19 anni in “La solitudine dei numeri primi” al misterioso mondo di “Black Out – Vite Sospese”, Aurora è riuscita a trovare la formula perfetta per equilibrare emotività e razionalità nel processo creativo.
Insieme abbiamo scoperto il suo approccio unico a ogni progetto e la sorprendente trasformazione a cui può andare in contro sul set e nella vita. Nella nostra chiacchierata, Aurora ci ha anche parlato del potere liberatorio che per lei ha recitazione e la sua personale concezione del makeup: un rituale che ti dà sicurezza con un tocco di semplicità. Un incontro che ci ha svelato la profondità di un talento davvero fuori dal coro.
Qual è il tuo primo ricordo legato al cinema?
Il mio primo ricordo è legato al set de “La solitudine dei numeri primi”. È stato il mio primo film, avevo 19 anni, mi sembrava così irreale. Da quel momento ho iniziato a sognare di fare della recitazione il mio mestiere.
Quando costruisci un personaggio sei più emotiva o razionale?
Sono entrambe le cose. Per come funziona il set è molto importante riuscire a mantenere un certo controllo e non lasciarsi totalmente travolgere dall’emotività perché altrimenti si rischia di “consumarsi”. Bisogna essere in grado di ripetere la scena diverse volte, lasciando sempre lo spazio più importante all’emotività.
Cosa ti fa solitamente dire di sì a un progetto? E nello specifico cosa ti ha fatto dire di sì a “Black Out – Vite Sospese”? E quale è stata la prima domanda che hai posto al regista dopo aver letto la sceneggiatura?
Parto dal presupposto che per me ogni progetto ha la sua importanza perché si tratta sempre di sfide ed esperienze nuove, quindi io amo dire di sì. Di “Black Out” ho amato l’originalità della storia e il fatto di poter interpretare un personaggio delle forze dell’ordine. La prima cosa che ho detto al regista è stata: “Non vedo l’ora!”.
“Io amo dire di sì”
Qual è la cosa che ti ha sorpreso di più nel costruire il personaggio di Lidia?
Dall’essere una ragazza insicura e impaurita, Lidia si trasforma in una donna sicura di sé e di quello che vuole.
Quando reciti, il lavoro che fai su te stessa e il personaggio può essere molto grande, magari entri proprio in contatto con parti di te stessa che non pensavi di avere. Qual è l’ultima cosa che hai scoperto di te stessa grazie alla recitazione?
Ho scoperto che non ci sono limiti. Che si può costruire qualsiasi personaggio attraverso il lavoro e la concentrazione.
Come ti sei approcciata le prime volte al mondo del beauty?
Molto goffamente. Avevo 14 anni e ricordo che mettevo l’ombretto per coprire le occhiaie, perché non avevo un correttore.
Qual è per te il potere del makeup?
Il make-up giusto può aiutare a sentirsi più sicuri di sé. Io amo un trucco molto semplice e naturale: un po’ di eye-liner, mascara e un leggero rossetto color nude sulle labbra.
“Il make-up giusto può aiutare a sentirsi più sicuri di sé”.
Quali sono i tuoi prodotti makeup must have?
Correttore, mascara e un rossetto nude.
Il mondo del beauty è anche un modo per prendersi cura di sé nel profondo: vivere un po’ di più nel presente attraverso una routine quotidiana o speciale. Qual è la tua routine speciale?
Buona detersione e crema contorno occhi e viso.
Il prodotto beauty che troviamo sul tuo comodino?
Creme viso.
Ci sono dei riti/abitudini che fai ogni giorno per “connetterti” con te stessa o è un qualcosa che ti viene naturale?
Amo dedicarmi alla lettura di libri che mi aiutano a connettermi col mio mondo interiore come “Il potere di adesso” di Ekart Tolle.
Ti sei mai sentita sola? Come affronti la solitudine? Ti capita mai, a volte, di cercarla?
Mi è capitato di sentirmi sola anche in compagnia di altre persone, in quei momenti sento l’istinto di isolarmi per davvero. Però, nonostante io stia imparando a stare veramente bene con me stessa, credo sia fondamentale spingersi ad uscire con persone con cui ci si sente liberi e davvero sé stessi.
“…credo sia fondamentale spingersi ad uscire con persone con cui ci si sente liberi e davvero sé stessi”.
Invece qual è stato il miglior vaffanculo della tua vita?
L’aver trasformato la rabbia e la frustrazione di “un no” in energia creativa, che ha portato alla realizzazione di un lavoro per me molto importante, di cui inizierò a parlare l’anno prossimo.
Cosa ti fa arrabbiare?
La falsità.
Cosa significa per te sentirti a tuo agio con te stessa?
Essere sincera al 100% con me stessa e gli altri, anche se spesso può essere scomodo.
Cosa ti spaventa di più?
In questo momento sento di non avere paura di nulla. Sto affrontando un momento di grande trasformazione, è un periodo nuovo, anche scomodo perché sto facendo i conti con ferite emotive importanti ma mi sento forte e sono pronta ad accogliere qualsiasi cosa mi arrivi dalla vita.
Qual è stato il tuo più grande atto di ribellione finora?
Sono sempre stata molto libera quindi non ho mai dovuto ribellarmi a nessuno. Quando voglio fare una cosa la faccio senza pensarci troppo e, a volte, devo ammettere che dovrei fermarmi a riflettere un po’ di più.
L’ultima cosa che ti ha fatto sorridere?
Un viaggio in aereo con mio fratello Stefano, era la sua prima volta e vederlo così felice mi ha fatto esplodere di gioia.
Qual è la tua isola felice?
La natura e i libri.
Photos by Johnny Carrano.
Thanks to Armani Beauty.
Thanks to Lorella Di Carlo.
LOOK
Dress: Pronovias
Jewelry: Messika