Tornare.
Una parola ricca di significato, soprattutto a livello personale, ma anche il titolo (e il tema) dell’ultimo film dell’attrice Barbara Ronchi. Diretto da Cristina Comencini e disponibile dal 4 maggio on demand su Sky Primafila Premiere, Timvision, Chili, Google Play, Infinity, CG Digital, Rakuten TV, “Tornare” ruota intorno al rapporto tra Alice (Giovanna Mezzogiorno) e Virginia (interpretata da Barbara) che si ritrovano a fare i conti con il proprio passato, con i ricordi di famiglia e con le persone che sono diventate.
Abbiamo chiacchierato con Barbara di questo nuovo progetto cinematografico, dell’importanza del tempo e dei ricordi, di “Luna Nera”, la prima serie fantasy italiana prodotta da Netflix, e di passioni, esperienze e curiosità sia personali che professionali che popolano il suo mondo rendendolo un luogo in cui… Tornare, sempre.
Cosa significa per te “Tornare”? Sia per quanto riguarda il film che la parola stessa?
Tornare vuol dire andare nel posto da cui si è venuti, ed è quello che succede ad Alice nel film, tornerà nella casa in cui è nata e cresciuta e da cui è scappata, ma è anche tornare con la memoria ai ricordi di lei bambina e adolescente, ai ricordi belli e a quelli brutti, dimenticati. Per me tornare è guardarsi indietro e decidere di andare a vedere cosa si è lasciato lungo la propria strada.
Come hai lavorato sul tuo personaggio e sulla relazione con la sorella? Che tipo di confronto c’è stato con Giovanna Mezzogiorno e Cristina Comencini sia prima che durante le riprese?
Io sono Virginia la sorella minore di Alice. Non si vedono da molto tempo e non hanno familiarità l’una con l’altra, come fossero due estranee, salvo avere gli stessi ricordi, ed è questo ad unirle come sorelle. Con Cristina Comencini e Giovanna Mezzogiorno abbiamo cercato di ricreare un legame di sorellanza dato dalla praticità di gesti e di parole, senza slanci emotivi, dove l’unico momento di apertura è il ricordo della loro mamma.
“Per me tornare è guardarsi indietro e decidere di andare a vedere cosa si è lasciato lungo la propria strada”.
Un film carico di emozioni, riscoperte, e relazioni, hai scoperto o riscoperto qualcosa di te stessa nel girarlo?
La cosa che mi ha impressionato di più mentre giravo è stata proprio la casa. Girare in una casa dove si avvertiva che c’era stata la presenza di tante vite, mi dava una strana responsabilità sulla mia di vita, un giramento di testa, sentivo la vicinanza tra la vita e la morte.
Che cos’ha di universale per te questo film?
Tutti abbiamo dei ricordi, e tutti proviamo dolore a ricordare, sia le cose belle che le cose brutte, perché sappiamo che quei momenti non torneranno più.
Il “tempo” è uno dei personaggi principali del film, che come ha detto la regista, non è il tempo che siamo abituati a “vivere”, tu invece come lo vivi il “tempo”?
Io il tempo lo vivo in maniera piuttosto nostalgica. Combatto fortemente con me stessa per essere più ancorata al presente che al passato.
Hai fatto parte anche della serie Netflix “Luna Nera”. Come è stato far parte di un progetto così grande?
“Luna Nera” è stata la prima serie fantasy in Italia e per me è stato molto bello farne parte, è stata una esperienza formativa, sapevamo che stavamo facendo qualcosa di sperimentale e tutti i reparti hanno sperimentato, dalla scrittura ai costumi, dalla regia e alla recitazione.
” ‘Luna Nera’ è stata la prima serie fantasy in Italia e per me è stato molto bello farne parte”.
Qual è l’ultima serie di cui hai fatto binge watching?
“Unorthodox”.
Qual è il tuo primo ricordo del mondo del cinema?
Il pick up: mi ricordo che mi sembrava incredibile che qualcuno mi dovesse venire a prendere a casa per portarmi sul set.
Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Il provino per l’Accademia d’arte Drammatica.
Un tuo “epic fail” sul set.
Aver girato tutto un lungo piano sequenza, entrare in macchina e non riuscire a metterla in moto perché era automatica e non trovavo i pedali.
Il tuo must-have sul set.
Il copione.
Chi è per te un’icona di stile nel mondo del cinema?
Valeria Golino.
Cosa ti fa ridere di più?
Le battute di Nino Frassica.
Come fai ad affrontare lo stress o ansia che possono derivare dal tuo lavoro?
Lo stress a volte è altissimo: aspetti una telefonata che non arriva, rimani in due per un ruolo, non sei soddisfatto di un provino che hai fatto e continui a pensarci per i giorni seguenti, a come rifaresti quella scena che hai appena girato. Provo a non pensarci e a fare altro tipo yoga, ma non sempre funziona. Cerco di conviverci.
Qual è l’ultimo libro che hai letto?
“Il colibrì” di Sandro Veronesi.
“Provo a non pensarci e a fare altro tipo yoga, ma non sempre funziona. Cerco di conviverci”.
Che musica stai ascoltando?
In questo momento tutta la colonna sonora de “Il Re Leone”, da Hans Zimmer ad Elton John, perché Giovanni, mio figlio, la vuole ascoltare almeno una volta al giorno tutti i giorni. Mi ero dimenticata di quanto fosse bella.
Cosa c’è sempre nella tua borsa?
Il burrocacao.
Qual film ha avuto il più grande impatto su di te?
“Bellissima” di Luchino Visconti.
Qual è il peggior consiglio che tu abbia mai ricevuto?
Non fidarti mai di nessuno.
Se potessi andare fuori a cena con tre persone (del futuro, passato o presente) chi sarebbero?
Anna Magnani, Totò e Pier Paolo Pasolini.
Qual è l’ultima cosa a cui hai detto di si?
Appoggiare i diritti dei lavoratori dello spettacolo.
E l’ultima a cui hai detto di no?
Agli zuccheri.
Photos by Johnny Carrano.
Follow Barbara here.
Makeup by Giuseppe Paladino.
Styling by Sara Castelli Gattinara.
LOOK 1
Alberta Ferretti
Scarpe: Jimmy Choo
LOOK 2
Tory Burch
LOOK 3
Total look Mantú
Thanks to Matilde Boutique Hotel.
Thanks to Other Srl.