“Ozark” è un capolavoro. Lo dico sempre e continuo a sostenerlo: è una delle serie tv meglio scritte, dirette e recitate degli ultimi 10 anni, e sicuramente tra le top tre di Netflix.
Uno degli aspetti che rendono questa serie tv così credibile (ed incredibile) è la costruzione dettagliata dei personaggi, e sappiamo benissimo che è proprio questa a volte a fare la differenza tra un prodotto buono e uno grandioso.
Tra i personaggi della serie troviamo uno dei miei preferiti, Wyatt Langmore, un giovane nato in una situazione difficile, che prova a uscirne ma che rimane spesso intrappolato in quello che sembra essere “il suo destino”. Ad interpretare Wyatt è Charlie Tahan, che abbiamo incontrato a New York per la nostra intervista e che, non vedevamo l’ora di conoscere.
Abbiamo parlato con lui di qualche curiosità sulla terza stagione di “Ozark” su Netflix dal 27 marzo, il suo video musicale girato con i The Lumineers, la voglia di scrivere qualcosa di comico e il suo ristorante preferito (uno a 5 stelle, vedrete): per questo, e molto di più, Charlie non poteva che essere la nostra Cover di marzo.
“Ozark” è una serie fantastica ed è scritta così bene, i personaggi sono molto intensi e ciascuno di loro è ben descritto, pur essendo in continuo cambiamento. Qual è stata la prima cosa che ti ha attratto al progetto?
Avevo solo la sceneggiatura del primo episodio, in cui il mio personaggio non c’era; mi erano stati dati dei ‘mock side’, delle scene per alcuni dei personaggi minori, per fare l’audizione. Già dal primo episodio la scrittura era talmente convincente e naturale che è stato facile poi prepararmi per l’audizione e poi, quando ho letto il copione del pilot, sono stato risucchiato.
Il tuo personaggio, Wyatt, è nato e si trova costantemente coinvolto in situazioni complicate. Ha l’abilità di venirne a capo, ma sembra che preferisca non reagire. Come ti sei preparato per interpretarlo e cosa gli diresti se avessi l’occasione di parlargli in questo momento?
Non ho idea di cosa gli direi o di come lo gestirei. Credo che sia un personaggio incastrato tra due mondi, la sua famiglia e il suo passato; la zona in cui è cresciuto e in cui vive continua a trascinarlo indietro e non è mai sicuro di quello che vuole, ma penso sia una reazione naturale quella di rimanere immobile quando c’è un grosso cambiamento in arrivo.
“…quando ho letto il copione del pilot, sono stato risucchiato“.
La terza stagione è ambientata sei mesi dopo la fine della seconda, cos’è cambiato?
Sono cambiate molte cose, specialmente per la famiglia Byrd e nella relazione tra Marty e Wendy. Ci sono stati diversi cambiamenti anche per Wyatt, che non sa con esattezza quale sarà il suo prossimo passo.
Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo personaggio nella terza stagione?
Penso che Wyatt cominci a vedere il suo ambiente che cambia. Penso che guardi la sua famiglia e agli Ozark in modo diverso, dal momento che la sua famiglia è sostanzialmente dilaniata.
Come si evolve la relazione tra Wyatt, Ruth e Charlotte nella terza stagione?
Penso che all’inizio della stagione si capisca che c’è ancora un’affinità tra Charlotte e me, ma allo stesso tempo c’è una certa distanza tra noi dato quello che ho scoperto che è successo a mio padre e a mio zio, grazie al lavoro di Ruth e Marty. Mentre il mio rapporto con Ruth è praticamente inesistente all’inizio della stagione.
“Ci sono stati diversi cambiamenti anche per Wyatt, che non sa con esattezza quale sarà il suo prossimo passo”.
Marty Byrde [Jason Bateman] ha detto: “I soldi non sono la pace dei sensi. I soldi non sono la felicità. I soldi sono, nella loro essenza più profonda, la misura delle scelte di un uomo”. La serie è anche un po’ basata su questa citazione. Che cosa pensi a proposito? Avete parlato con Jason di questo argomento?
No, non ricordo di aver parlato granché con Jason a proposito. Ho semplicemente pensato che la frase significasse che puoi misurare quanti soldi qualcuno ha in base alle scelte che ha preso o a quante cose ha fatto, ma significa anche che i tuoi problemi ti perseguiteranno a prescindere da quanti soldi hai, e nel caso della serie, più soldi equivale a più problemi.
“Ozark” ha tante scene parecchio intense, come quella in cui Ruth ti dice la verità su tuo padre. Qual è stata per te la scena più difficile da girare?
Probabilmente uno dei giorni in cui abbiamo girato vicino all’acqua e faceva freddissimo, poi le scene con Julia Garner, che interpreta Ruth, adoro il modo in cui abbiamo lavorato insieme, quando la guardo potrei mettermi a piangere. Ho adorato anche girare le scene, alla fine della seconda stagione, in cui sono con mio padre, interpretato da Marc Menchaca, come quella in cui cantiamo “The Man Who Sold The World”.
“…le scene con Julia Garner… adoro il modo in cui abbiamo lavorato insieme, quando la guardo potrei mettermi a piangere”.
Wyatt dice, “La scuola è uno spreco di tempo, si legge tutta la merda sbagliata”. Che libri consiglieresti ai giovani?
Io di sicuro non leggo abbastanza, ma suggerirei di leggere i libri che ci dicono di leggere al liceo. Io non l’ho fatto, ma di certo ti suggeriscono dei bei libri, scelgono quelli giusti; mentirei se dicessi che me ne intendo di letteratura.
Come descriveresti la terza stagione di “Ozark” in una parola e qual è secondo te la canzone che meglio la rappresenta?
È difficile per me scegliere una parola in grado di descrivere un’intera stagione, e che riesca a racchiudere la portata di tutta la serie e non solo la situazione del mio personaggio. Penso che un tema fondamentale sia la famiglia, e la ricostruzione della famiglia. Non saprei cosa rispondere riguardo la canzone che meglio rappresenta la serie. Ma c’è una scena, alla fine di uno degli episodi, e quando al tempo l’ho letta c’era un appunto su una canzone da utilizzare per i titoli di coda; mi è piaciuta e l’ho ascoltata diverse volte durante quella settimana. Non ho idea se quella canzone sia stata poi inserita nella serie o meno, in ogni caso si tratta di “Only you know” di Dion.
Quali elementi del copione della terza stagione ti hanno reso ancora più emozionato del far parte di questo viaggio chiamato “Ozark”?
Chris Mundy, lo showrunner che probabilmente è la persona più amichevole di sempre, mi ha chiamato qualche mese prima dell’inizio delle riprese per parlare di quello che sarebbe successo a Wyatt. Ricordo di essere esploso di gioia, ero così felice che Chris e il resto del team di sceneggiatori non avessero paura di fare qualcosa di inaspettato. Non avrei potuto essere più entusiasta.
“Penso che un tema fondamentale sia la famiglia, e la ricostruzione della famiglia“.
Sei stato al Toronto Film Festival per il video musicale dei The Lumineers: com’è stata come esperienza?
Un paio di anni fa ho recitato in un film intitolato “Super Dark Times” diretto da Kevin Phillips che stava lavorando a dei video per i The Lumineers, di cui sono fan, e Kevin è uno dei registi con cui preferisco lavorare. Mi ha coinvolto senza darmi molte informazioni, è strano, è stato quasi come girare un film, abbiamo fatto 10 video musicali ma senza copione: Kevin aveva realizzato una mappa di ogni canzone, di cosa sarebbe successo sullo schermo per ogni canzone. Abbiamo esplorato diverse situazioni e ascoltare quest’album non-stop, per 10 ore al giorno, è stato molto divertente. Mi fido di Kevin, è un direttore della fotografia eccezionale, ha scelto una macchina e un campo e ci ha girato il video, è stato divertente e speciale, era bello non doversi presentare a lavoro ogni giorno sapendo che non dovevi ricordarti nessuna battuta, il che non è male, ma avevo anche la sensazione di non fare abbastanza, che avrei dovuto fare di più, perché sono abituato così, ma è stata un’esperienza fantastica.
Qual è la musica che ascolti di più?
Vado a periodi, ora sto ascoltando un sacco i Radiohead e i Weezer.
“Mi ha coinvolto senza darmi molte informazioni, è strano, è stato quasi come girare un film, abbiamo fatto 10 video musicali ma senza copione”.
Hai anche altri progetti in cantiere, come i film “Kingfish” e “Drunk Bus”. Cosa puoi rivelarci a proposito?
Non so quanto posso rivelare su questi film, ma “Kingfish” è diretto da Sean Nalaboff ed è in post-produzione; “Drunk Bus” invece è una commedia dark, diretta da due ragazzi, Brandon LaGanke e John Carlucci, che hanno una casa di produzione che si chiama Ghost+Cow Films, e poi c’è un film di cui si sta occupando il mio amico Mark Talisman, abbiamo recitato insieme in “Super Dark Times”.
Qual è il tuo personaggio cinematografico preferito in assoluto?
Adoro David Spade in “Le Follie dell’Imperatore”.
Qual è il tuo accento preferito?
Faccio schifo a fare gli accenti, preferisco l’inglese o del sud degli Stati Uniti, ma sono terribile.
“Adoro David Spade in ‘Le Follie dell’Imperatore’“.
L’ultima serie che hai visto?
“Euphoria”, penso davvero sia una serie magnificamente girata.
Qual è la tua isola felice?
Il bagno [ride].
Qual è il superpotere che hai e qual è quello che vorresti avere?
Ci sono diversi superpoteri che mi piacerebbe avere, ma avrei paura di accettare un superpotere se me ne venisse donato uno, perché non saprei quali potrebbero essere gli effetti collaterali, o se possano avere delle conseguenze, come cambiamenti cosmici o spostamenti delle placche tettoniche.
Quali sono le storie che vuoi raccontare, quali progetti vuoi fare?
Non lo so, con la recitazione non ho nessuna aspettativa, mi affido solo alle sceneggiature. La scrittura mi interessa quindi magari potrei cimentarmici nel futuro, ma non ne sono sicuro.
Di che genere ti piace scrivere?
Direi che non scrivo! [ride] Sono un grande fan della commedia e mi piacerebbe recitare in un film comico.
Un epic fail sul set?
Quando avevo dodici anni, ho fatto cadere una confezione di batterie da microfono nel gabinetto, costava qualcosa tipo 1500 dollari.
“La scrittura mi interessa quindi magari potrei cimentarmici nel futuro“.
Se potessi andare a cena fuori con tre persone dal passato, dal presente e dal futuro, chi sceglieresti?
Martin Scorsese, Mike Tyson, Chris Farley.
Sappiamo che adori il McDonald’s. Qual è il tuo menu di riferimento?
Questa è una bella domanda. Hanno questi Chicken Snack Wraps che penso si trovino solo nella East Coast, perché in qualunque altro posto in cui sono stato non li avevano. È pollo con formaggio, maionese e lattuga e li adoro, potrei mangiarne dieci, ma penso li vendano solo a Manhattan, anche perché so che il menu da un dollaro cambia a seconda della regione. Dei cheeseburger mi piacciono solo quelli piccoli, con tutti gli ingredienti, sono perfetti, mentre con il Quarter Pounder o il Big Mac tutto l’equilibrio viene sconvolto e si distrugge l’intero pasto; è il mio ristorante preferito, è spettacolare!
The Film Wall
Fuji Instax & 35mm
Photos and Video by Johnny Carrano.
Grooming by Johnny Caruso.
Styling by Stephanie Tricola.
Styling assistant: Cameron Smith.
Look 1
Suit: Boglioli
Shirt: Schaeffers
Shoes: Nike Air Force 1
Look 2
Jumpsuit: Waxman brothers
Shoes: Nike Air Force 1
Look 3
Coat: Todd Snyder
Shoes: Nike Air Force 1
Pants: R13
Hoodie: R13