Un viaggio attraverso i momenti più significativi di una carriera e di una vita personale: Cristiano Caccamo, la nostra Cover di agosto, ci accompagna nel resoconto di un percorso alla ricerca della ricetta perfetta.
Dall’ispirazione di un padre previdente, che lo spinse a intraprendere la strada della vita, quella della recitazione, fino alle sfide affrontate durante i provini al Centro Sperimentale, Cristiano ci racconta la sua passione per il cinema e per le storie e la soddisfazione impagabile che proviene dall’interpretare personaggi “diversi”, che gli permettono di esplorare nuove parti di sé.
Con Cristiano, abbiamo parlato dell’importanza dei legami umani, del valore dell’ironia e del suo amore per la convivialità e condivisione, alla continua ricerca di equilibrio tra vita professionale e personale.
Perché la libertà, così come il senso di appartenenza, sono fondamentali per continuare a crescere sicuri e a esplorare nuovi orizzonti.
Qual è il tuo primo ricordo legato al cinema e come ti sei avvicinato a questo mondo?
Il mio primo ricordo è mio padre, un viaggio in macchina in cui lui dal nulla mi disse: “Ma perché non fai un corso di recitazione?”. Io all’inizio gli dicevo che era infattibile, perché ero nel mezzo dell’università, ma lui insisteva, mi diceva che era una cosa che poteva servire. Infatti, è stato lui a trovarmi una scuola e a iscrivere sia me, sia la mia migliore amica dell’epoca, perché voleva frequentarla anche lei.
Insomma, tutto è iniziato così, “per obbligo di papà” [ride] ho frequentato per un anno una scuola di teatro che si chiamava Cassiopea e poi l’ho lasciata per entrare nel Centro Sperimentale.
Hai recitato in diverse serie tv e film. Cos’è che ti dà maggiore soddisfazione quando interpreti un personaggio e perché?
Mi dà soddisfazione quando mi fanno fare qualcosa che non mi appartiene, qualcosa di diverso. Non so bene perché mi piaccia, ma mi diverte il gioco di interpretare qualcun altro, di fare qualcos’altro. La possibilità di vivere vite che forse non vivrò mai: è questo che mi piace di più del mio lavoro.
Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato nel tuo percorso professionale finora?
Più che un film o un lavoro che ho fatto, la sfida più grande che ho affrontato finora è stato l’inizio della mia carriera, dove tutto è partito, ovvero i provini al Centro Sperimentale e il successivo mese propedeutico in cui facevamo lezione e ci mettevamo alla prova. Certo, ogni film ha le sue difficoltà, ma quel periodo iniziale, quel giro di boa è stata la parte più impegnativa, perché poi da lì sarebbe partito tutto.
“Dove tutto è partito”
Con il lavoro che fai, quando ti devi immedesimare nei personaggi, credo che tu possa venire a contatto con delle parti di te che sono nuove, credo ci si faccia molto domande. Qual è l’ultima cosa che hai scoperto di te grazie al tuo lavoro?
Sicuramente, quando inizi un lavoro e ti metti nei panni di un personaggio, smuovi delle cose dentro di te, ti metti in gioco, affrontando sentimenti e vivendo relazioni spesso nuovi. Io le mie cose tendo a proteggerle: nel mettere in discussione tutto quello che è il nostro trascorso, ho sempre pensato che ci debba essere una parte che va protetta, trattata con cura.
Quindi, ci vuole equilibrio in questo gioco che giochiamo quando lavoriamo e scopriamo quello che siamo.
Ti ritroveremo nella serie “Giacomo Leopardi – Vita e amori del poeta“, dove interpreti Ranieri. Nel dar vita al personaggio, ti sei lasciato ispirare anche dalla letteratura e, nello specifico, dalle numerose lettere che Ranieri e Leopardi si scambiarono per tutta la vita?
Un piccolo aneddoto a proposito, una cosa molto tenera: il mio agente mi ha regalato uno scambio di poesie e lettere tra Leopardi e Ranieri, un libricino che ho a casa e conservo ed è stata la prima cosa che ho iniziato a leggere dopo essere stato scelto per questo progetto.
La serie vuole enfatizzare il lato “umano” della vita di un personaggio così profondamente segnato dalla vita stessa e che è entrato nell’immaginario comune. Qual è il lascito per te più grande di questa esperienza che speri venga percepito anche dal pubblico?
Quello che vorrei lasciare con la mia interpretazione è l’amore incondizionato che questi due personaggi provavano, un amore più che fraterno, un sentimento che andava al di là di tutto. Quello che vorrei che il pubblico percepisca è soprattutto questa potenza del sentimento. La serie mostra anche come la vita li ha messi alla prova, davanti a ostacoli difficilissimi da superare, anche mettendo in discussione il loro rapporto.
Penso che entrambi i personaggi, anche se hanno sbagliato, fossero sempre intenti in grandi gesta d’amore e mi piacerebbe che questo messaggio arrivi forte e chiaro.
“Quello che vorrei che il pubblico percepisca è soprattutto questa potenza del sentimento”.
Avete girato anche a Recanati proprio: cosa ti piace pensare che ci sia oltre la siepe del Colle dell’Infinito?
Ciò che mi piacerebbe ritrovare in questo spazio indefinito e illimitato è me stesso, anche perdendomi. Mi piacerebbe pensare che oltre il Colle ci sia il limite umano, uno spazio infinito in cui perdersi per poi ritrovare la parte più intima di te, riconoscersi oltre la siepe.
Sei molto attivo sui social. Come utilizzi queste piattaforme per “connetterti” sia con te stesso che con gli altri e ti capita ogni tanto di sentire, invece, il bisogno di “disconnetterti”?
Ho messo molto in discussione il mio approccio sui social, quindi ultimamente sto cercando di farne meno uso. È una fase che sto attraversando, non mi piacciono più alcune cose che vedo, non mi ci riconosco più e non mi diverto più come un tempo. Per adesso la vivo così, ma magari più tardi queste mie sensazioni cambieranno.
Nel 2021 hai pubblicato un romanzo, “Chiedimi la luna”. Cosa rappresenta per te, nella tua vita di tutti i giorni, la scrittura?
La scrittura non è particolarmente presente nella mia vita, ma questo romanzo è stata un’esperienza. Mi sono messo in gioco, è stata un’avventura che volevo vivere, non credo che lo rifarei, perché nonostante mi sia divertito è stato molto faticoso. È stata una fase, e ce ne saranno altre mille in cui chissà, magari ballerò, canterò… [ride].
Hai mai pensato invece di scrivere un film? Quale storia racconteresti?
Sì, ci ho pensato, ma quale storia racconterei non te lo dico perché sennò rovino la sorpresa! Poi, non so se questo sogno lo realizzerò mai, ma se e quando sarà, te lo dirò.
Quest’anno hai anche aperto un ristorante, Nena mercato&cucina. Questa passione invece da dove arriva?
La passione per la cucina arriva da mia nonna. Il pranzo da mia nonna era un momento conviviale in cui tutti ci ritrovavamo quando vivevo in Calabria: cugini, zii, di ritorno da scuola o da lavoro, ci ritrovavamo tutti lì. L’esperienza di condivisione del momento del pasto è un qualcosa che mi è sempre piaciuto, è un’occasione in cui condividi un piacere. Ecco perché amo cucinare e da poco ho deciso di aprire questa attività di cui per ora sono molto felice e soddisfatto.
“L’esperienza di condivisione del momento del pasto è un qualcosa che mi è sempre piaciuto, è un’occasione in cui condividi un piacere”.
Quale è la cosa che ti fa più incazzare?
La cosa che mi fa più incazzare è quando qualcuno prende decisioni per me senza tener conto di quello che penso. Quando sono costretto a fare qualcosa che non ho deciso di fare, perché qualcuno ha scelto per me.
Quanto è importante per te l’ironia invece?
Per me l’ironia è importantissima, io la utilizzo sempre e penso mi appartenga. È anche vero, però, che non si può fare ironia su tutto, quindi bisogna stare attenti a come la si utilizza.
Ti sei mai sentito solo? Se sì, come affronti la solitudine? Oppure a volte la cerchi?
Mi sono sentito solo tantissime volte. La solitudine è una cosa da cui cerco di scappare e stare lontano, perché non mi piace. Cerco sempre di comunicare il mio senso di solitudine quando lo sento dentro, per quanto ci siano momenti in cui ho voglia di isolarmi. Resta il fatto che ci tengo sempre a comunicare il perché del mio desiderio, di condividere quello che provo con famiglia e amici per capirne l’origine.
“…ci tengo sempre a comunicare il perché del mio desiderio, di condividere quello che provo…”
Qual è una cosa che vorresti urlare al mondo, anche in maniera positiva?
La tolleranza. Vorrei urlare al mondo che è importante ascoltare gli altri ed essere molto più tolleranti. Non lo siamo più, penso, forse perché siamo insoddisfatti, e non ci ascoltiamo più.
Il più grande vaffanculo della tua vita finora?
Più che un vaffanculo, il mio più grande distacco, che è stato anche doloroso, è stata la mia partenza a 15 anni dalla Calabria per trasferirmi ad Assisi. Ho lasciato famiglia e amici per trovare una strada diversa, ho lasciato la mia terra perché volevo cambiare vita.
Cosa ti fa più paura?
Mi fanno paura un sacco di cose, però quella che mi fa più terrore è non avere la possibilità di vivere tutto quello che vorrei vivere. Il limite della vita mi ammazza, la paura di non avere il tempo.
Cosa ti fa sentire più al sicuro, e cosa ti fa sentire più sicuro di te?
Ciò che mi fa sentire più al sicuro sono i legami, che sono qualcosa che cerco di coltivare e di proteggere e di mantenere il più possibile. Ciò che mi fa sentire più sicuro di me è la stessa identica cosa.
“Il limite della vita mi ammazza, la paura di non avere il tempo”.
Cosa significa per te sentirti libero?
Sentirmi libero per me è avere la possibilità di scegliere. Sentirmi costretto mi fa incazzare, è una cosa che odio, mentre la possibilità di scelta, nel bene e nel male, mi fa sentire davvero libero.
Cosa significa per te essere a proprio agio nella propria pelle?
È quando riesci a trovare un equilibrio tra quello che sei, quello che fai e quello che ti piace. Quando tutti gli elementi della vita sono in equilibrio, quando tutto quello che mi appartiene è in equilibrio, io posso dire di sentirmi a mio agio nella mia pelle.
Qual è la tua “isola felice”?
La mia isola felice sono i rapporti. Il posto in cui posso ritrovare i miei cari, in cui le persone mi riconoscono e io riconosco me stesso, e non mi devo spiegare, e vengo sempre capito.
Photos & Video by Johnny Carrano.
Grooming by Micaela Ingrassia.
Styling by Sara Castelli Gattinara.
Assistant stylist Ginevra Cipolloni.
Thanks to Other srl.
Total Look: Armani
LOOK 1
Total Look: Armani
LOOK 2
Total Look: Armani
LOOK 3
Total Look: Octobre Edition