L’industria del cinema è un universo magico, ma ancora più magico è il mondo al di fuori di esso, abitato dalla comunità dei cinefili. Queste sono le parole di Cynthia Erivo, quest’anno nominata ai Golden Globe, ai SAG Award e ai Critics’ Choice Television Award come miglior attrice protagonista in una miniserie per la sua performance strabiliante come Aretha Franklin nella serie “Genius: Aretha”. E le sue parole sono sempre, indiscutibilmente vere: cosa c’è di meglio del rendersi conto dell’esisstenza di persone che condividono le tue stesse passioni e i tuoi stessi valori?
Le piacerebbe conversare con i personaggi che potrebbe interpretare? Se dovesse averne voglia, sarebbe decisamente un punto in più e un passo in più verso l’accettazione del ruolo, ma perché fermarsi qui? Perché non farsi anche produttrice per dare lo spazio che meritano quelle menti creative là fuori che non avrebbero l’opportunità di farsi conoscere se non fosse per lei? O perché non fare la cantante, per creare attraverso l’amore, il dolore, la gioia e la sofferenza.
Cynthia è questo e tanto altro… e un piccolo promemoria: metà dell’esperienza del “vaffanculo” consiste “semplicemente nel viverla”.
Com’è stata la tua esperienza da giurata durante la Mostra del Cinema di Venezia?
È stata fantastica! Condividere la scena con persone brillanti che amano il cinema tanto quanto me in un posto meraviglioso come l’Italia è stato emozionante. Ognuno di noi era appassionato dell’arte in cui eravamo immersi, tra lacrime e risate, emozioni amplificate e amicizia.
Cosa ti ha sorpreso di più durante i giorni della Mostra?
La quantità di persone esterne all’industria cinematografica che sono venute a vedere i film. È così bello sapere che esiste davvero un mondo al di fuori del mio, di quello che io conosco bene, pieno di persone che amano i film quanto me.
“…tra lacrime e risate, emozioni amplificate e amicizia”.
Qual è il tuo primo ricordo legato al cinema?
La volta in cui andai al cinema con la mia madrina, mi portò a vedere un film di animazione Disney.
Cosa ti fa dire di sì ad un progetto?
Se ho conosciuto il personaggio o meno, o se vorrei averci una conversazione, questo mi fa dire di sì ad un progetto. Se sono interessata alla persona che potrei interpretare.
Quanto c’è di Cynthia nei personaggi che interpreti?
A volte c’è molto di me, altre volte c’è molto poco, dipende da cos’è giusto per il personaggio.
Hai parecchi progetti in vista, soprattutto come produttrice. Qual è il lato positivo dell’essere una produttrice, per te, e cosa ti ha spinta a intraprendere anche questo ruolo nell’industria?
Adoro avere la possibilità di far spazio ad altre menti creative che altrimenti non avrebbero l’opportunità di farsi conoscere.
Il tuo must-have sul set?
Tisana e una tazza termica per mantenerla calda.
Ti sei mai sentita – o ti senti mai – sola? Come hai metabolizzato la solitudine in passato e in che modo ci fai i conti nel presente?
Assolutamente! I cambiamenti spesso comportano solitudine, ma io ho la fortuna di avere degli amici e una famiglia incredibili e un fantastico psicoterapeuta.
“I cambiamenti spesso comportano solitudine”.
“Ch.1 Vs. 1”. Cosa ha ispirato tuo nuovo album?
Le mie esperienze, le persone che amo, la sofferenza, il dolore, la gioia. La vita.
Com’è nato, qual è stato il tuo processo creativo?
Ho avuto la fortuna di collaborare con persone straordinarie, più molte sessioni di scrittura e di registrazione, sessioni di terapia e conversazioni.
Qual è una canzone che descrive questo preciso momento della tua vita?
“Glowing Up”.
Il libro sul tuo comodino attualmente?
“Il danzatore dell’acqua” e l’autobiografia di Steve Jobs.
Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Andarmene dal Regno Unito per trasferirmi negli Stati Uniti.
Qual è la tua isola felice?
Casa mia, con le persone che amo, e cantare sul palcoscenico.
Il “vaffanculo” più bello e significativo della tua vita, ad oggi?
Ne ho detti alcuni, ma li terrò per me perché metà dell’esperienza del “vaffanculo” consiste semplicemente nel viverla.