Essere liberi, essere se stessi, essere la somma di tutto quello che si vede e che ci succede.
In altre parole, essere una storia da raccontare.
E, grazie alla recitazione, l’attrice Fotinì Peluso riesce non solo a esprimere al meglio la propria di storia, ma anche quella dei personaggi che interpreta, concentrandosi sulle proprie emozioni e desideri. Scivolando lungo le acque della laguna di Venezia, illuminate da un tramonto di fine estate, Fotinì ci ha parlato del suo approccio rispetto ai ruoli che accetta di interpretare, dell’essere fedele a sé stessa e dei sogni futuri che vuole ricordare e raccontare, come fossero istantanee di un momento.
La prima cosa che ti viene in mente pensando alla recitazione?
Libertà. Libertà di esprimersi, di abbattere ogni barriera. L’arte è in grado di annientare qualsiasi tipo di muro, ci mette in contatto con la nostra sfera emotiva e ci fa sentire liberi. Recitando si può essere qualsiasi cosa e questa è la vera libertà.
Come ti prepari per interpretare i tuoi personaggi?
Penso di aver trovato un mio metodo. Tento prima di consolidare la base più tecnica e logica che ha a che fare con la memoria e la razionalità: il perché la sceneggiatura ha scritte determinate cose piuttosto che altre, il senso delle frasi, delle parole, il significato. Dopodiché mi concentro sulle emozioni, tento di interpretare le battute in modi molto diversi all’inizio per vedere come vengono e capire quale possa essere quello più giusto perché non esiste un unico modo per dire la stessa cosa ma ce ne sono infiniti. Mi piace molto variare e tentare di interpretarli come se fossi la somma di tante personalità messe insieme.
“Recitando si può essere qualsiasi cosa e questa è la vera libertà”.
Cosa vuol dire sentirti a tuo agio nella tua pelle?
Per me è sentirmi me stessa, forse la cosa più banale ma meno scontata che ci sia. Devo sentire che sto dicendo quello che penso, quello che voglio effettivamente, che non sto cambiando il mio modo di essere a seconda della persona con cui mi trovo o dell’ambiente e della situazione in cui mi trovo. Cercherò sempre di essere il più fedele possibile a quello che sento veramente. Questo vale anche per il personaggio che interpreto, che è come se diventasse la mia pelle quindi a questo punto si modifica il modo di agire e di pensare, di esprimersi, a seconda della personalità del personaggio.
“Cercherò sempre di essere il più fedele possibile a quello che sento veramente”.
“Questo vale anche per il personaggio che interpreto, che è come se diventasse la mia pelle”.
Un film per ridere, un film per piangere e un film per stare sulle spine.
“Non ci resta che piangere” di Roberto Benigni e Massimo Troisi, un film estremamente drammatico ma che viene reso in modo molto leggero e questa leggerezza porta a una comicità molto delicata. Anche “Il calamaro e la balena” di Noah Baumbach è bellissimo.
Se penso a un film per piangere in questo momento mi viene in mente “Laurence Anyways” di Xavier Dolan. Un film per stare sulle spine “Fight Club” di David Fincher oppure “I soliti sospetti” di Bryan Singer, che è bellissimo per stare sulle spine.
L’ultima cosa che hai scoperto di te stessa?
Ho scoperto di non essere perfetta, di non essere una macchina. Ho scoperto che nonostante io l’abbia fatto per molto tempo, è sbagliato andare avanti con i paraocchi, senza concentrarmi su ciò che veramente provavo, tentando di mettere delle barriere rispetto a quello che non credevo fosse giusto ma forse era quello che effettivamente desideravo. Adesso mi sono resa conto che a molte certezze, ho altrettante insicurezze e che l’unico modo che ho per risolverle è affrontarle di petto e non mettendole da parte.
“Adesso mi sono resa conto che a molte certezze, ho altrettante insicurezze e che l’unico modo che ho per risolverle è affrontarle di petto e non mettendole da parte”.
Quale è il tuo guilty pleasure film?
Non credo di averne uno, però ci sono dei film che mi vedo in continuazione, quando parte quella fase di depressione romantica tristemente sola mi riguardo in loop “Amore & altri rimedi” oppure “Amami se hai coraggio“, un film francese di Yann Samuell davvero bellissimo. I film romantici come “Notting Hill” o “Colazione da Tiffany” sono guilty pleasure perché mi chiudo per ore e li rivedo nonostante li conosca a memoria, per superare questa frase di depressione questo è l’unico modo che si più avere per affrontarla.
Il tuo must have sul set.
I miei anelli, mi piacciono tantissimo gli anelli e in questo momento ne ho quattro a cui sono affezionata tantissimo e li ho da moltissimo tempo ed è un po’ come se fossero il mio talismano, poi li levo ovviamente per girare quando il personaggio non lo richiede. Io però devo arrivare sul set con gli anelli. Ah, dimenticavo, gli orecchini. Non esco di casa senza, non potrà mai essere una buona giornata senza orecchini.
Epic fail sul set.
In realtà ce ne sono talmente tante che credo di aver perso il conto. Però mi ricordo che la prima volta sul set di “Romanzo Famigliare” mi sono caduti i copioni e attorno a me si aspettavano che li sbattessi tre volte. Improvvisamente avevo gli occhi addosso di dieci persone che si sono girate a guardarmi come per dire “beh, che aspetti, che stai facendo”. Io non capivo e poi mi è stato spiegato. È stato davvero divertente capire le usanze sui set facendo delle gaffe.
Il libro sul tuo comodino?
“L’isola di Arturo” di Elsa Morante oppure “Menzogna e Sortilegio”.
La tua isola felice?
Non è un’isola in senso stretto, e forse sarò un po’ di parte, però dico la Grecia. I miei ricordi legati all’infanzia in Grecia a casa di mia nonna, le ore passate in spiagge abbandonate con mia sorella e le carpette sono di sicuro l’isola più felice, disinibita e lontana da tutto che io ricordi e conosca.
Le storie che sogni di raccontare?
Sogno di raccontare tutto quello che vedo, tutto quello che mi succede diventa una storia da raccontare. Alcune immagini che vedo e che mi piacciono vorrei subito raccontarle, inserirle in un contesto. Non sono capace forse di creare una storia, ma tantissime istantanee che mi piacerebbe ricordare e raccontare.
Cosa ci puoi dire sui tuoi progetti futuri?
Non possono assolutamente dire nulla, è una fase di transizione diciamo. A novembre mi voglio trasferire in Francia e iniziare in un’accademia di teatro avendo anche un’agente lì mi piacerebbe sognare di esplorare l’ambiente francese anche dal punto di vista cinematografico ma di progetti concreti ancora non ci sono. Ora come ora sto vivendo alla giornata, sto imparando a scoprire cosa fare mano a mano.
“Sto imparando a scoprire cosa fare mano a mano”.
Photos by Johnny Carrano.
Follow Fotinì Peluso.
Dress: RED Valentino.
Gioielli: Crivelli.
Makeup Artist: Sandy Giuffrida per Armani Beauty.
Hairstylist: Faick Zekai per Cotril.
Thanks to ID Communication.