Una donna inarrestabile, un talento versatile, un’attrice devota: Hannah Dodd ha i riflettori puntati su di lei in questa stagione cinematografica.
Di cosa parliamo? Hannah sta per entrare nell’illustre famiglia Bridgerton nella terza stagione in arrivo su Netflix, nel ruolo di Francesca, la sorella più tranquilla e introversa nel caos del casato più amato dei nostri tempi; recita al fianco di Henry Cavill e Millie Bobbie Brown nel secondo capitolo di “Enola Holmes” come Lady Cicily, una fiera rappresentate delle donne britanniche del 19esimo secolo sotto molti punti di vista; si immerge negli anni ’90 interpretando la giovane Sophie Whitehouse in “Anatomia di uno scandalo”, “resistendo” a tutti compiti difficili che il ruolo richiede.
Con Hannah, abbiamo parlato delle complessità e delle implicazioni emotive delle sue performance, con un occhio di riguardo per l’impatto psicologico e storico dei personaggi e degli eventi realmente accaduti, e di cosa i film le insegnano sulla società e su sé stessa: come reagirebbe a certe situazioni, come le affronterebbe e che tipo di persona è davvero. E tutto inizia sempre con una domanda chiave che si pone prima di interpretare un ruolo: “chi è lei?”. Ma anche: “Chi sono io?”
Chi è Hannah? Con la disciplina e la devozione che caratterizza i ballerini di professione che ammira profondamente, Hannah può essere chi vuole. E lo è. Lei vuole tutto quanto, e può averlo.
Qual è il tuo primo ricordo legato al cinema?
Oddio, penso sia la volta in cui i miei genitori mi portarono a vedere “Toy Story”. Ma il mio primissimo ricordo, in realtà, è una storia molto divertente. Hai presente “L’era glaciale”? Era il mio ottavo compleanno, mi pare, e andammo a vedere quel film al cinema seduti in prima fila, e spargemmo tutte le nostre caramelle sul pavimento e io e miei amici fummo cacciati dalla sala. Credo sia questo il mio primo ricordo. Avrei voluto raccontartene uno più romantico, ma no! [ride]
Ora sei ufficialmente entrata a far parte della famiglia Bridgerton: qual è stata la tua prima reazione quando hai ottenuto la parte e la prima domanda che hai fatto al regista e a te stessa?
Non avevo idea di ciò a cui stavo andando incontro con questo personaggio. Adoravo la serie, l’avevo vista, ovviamente, ma non avevo mai letto i libri, quindi la prima cosa che ho fatto è stata comprare il libro dedicato a lei, perché dovevo capire chi era questa persona che stavo per interpretare. Direi che tutte le altre domande che mi sono posta e che ho posto sono abbastanza specifiche e potrei spoilerare cose per cui finirei davvero nei guai [ride]. Credo di essermi semplicemente chiesta, “chi è lei?” e poi mi sono subito immersa nel libro per cercare la risposta.
“Non avevo idea di ciò a cui stavo andando incontro con questo personaggio”.
Tu interpreti Francesca Bridgerton. La vedremo di più insieme alle sue sorelle in questa stagione, dato che nelle precedenti non abbiamo avuto modo di scoprire molto su di lei?
Il bello di interpretare personaggi tratti da una saga letteraria è proprio avere il testo in cui immergersi prima e durante le riprese; poi c’è anche la sceneggiatura, quindi si ha il doppio delle informazioni che si avrebbe normalmente. Il libro è stata una fonte importante durante la mia preparazione, e poi, nella serie, Francesca suona il piano quindi io ho immediatamente preso lezioni, e abbiamo anche tutti seguito lezioni di etichetta e di dizione.
Per me la cosa migliore è stata prendere come punto di riferimento diverse persone da cui lasciarmi ispirare e caratterizzare Francesca a partire da lì.
Quando ti prepari per interpretare un personaggio, tendi ad essere più razionale o più emotiva? Se penso ad “Anatomia di uno scandalo” per esempio, il tuo personaggio è molto caratterizzato, è una donna fredda ma, allo stesso tempo, subisce cambiamenti visibili…
Dipende dal personaggio, secondo me è il personaggio che detta il corso della tua preparazione. Io adoro la fase prep, adoro fare ricerche, credo sia una parte super divertente del mio lavoro. Ogni personaggio che interpreti ti insegna qualcosa di nuovo, perché magari devi studiare un’epoca precisa, o imparare un nuovo accento o ad andare a cavallo o ballare, adoro quel lato del mio lavoro.
In “Anatomia di uno scandalo” in particolare, io interpretavo la versione più giovane di un altro personaggio, quindi avevo bisogno di capire chi fosse anche in relazione al lavoro di un’altra persona, quindi è stato un tipo di preparazione interessante in quel caso, anche dal punto di vista vocale e fisico, cercare di coordinarmi con qualcun altro e cose così. Mi sono principalmente focalizzata sulla cultura anni ’90, facendomi un’idea di come sarebbe stato frequentare l’Università di Oxford a quei tempi, cosa facevano per divertirsi, che musica ascoltavano, la moda dell’epoca, la politica dell’epoca.
“Secondo me è il personaggio che detta il corso della tua preparazione”.
Magari mi sbaglio, ma penso che voi attori, che interpretate personaggi diversi ogni volta, imparate molte cose nuove, come dicevi tu, e magari anche cose nuove su di voi. Qual è l’ultima cosa che hai imparato su te stessa?
Ottima domanda!
I film ti insegnano tanto, su te stesso e su come affronteresti certe situazioni, perché ti ritrovi ad interpretare come qualcun altro sta affrontando quella situazione, e a seconda del personaggio, se è vicino o lontano da te a livello di personalità, potresti immedesimartici oppure pensare, “che cosa bizzarra, ma perché lo sto facendo?” anche se ha senso per il personaggio. Quindi, secondo me a volte impari come reagiresti a certe situazioni, anche se si tratta dell’opposto di quello che faresti tu, sapresti perché ti sentiresti in un certo modo in una certa situazione.
Credo che tutti quanti abbiano un’esperienza di vita diversa, e quando inizi ad interpretare personaggi diversi e a creare storie diverse, capisci quanto siano diversi da te ma individui anche ciò che ci rende tutti simili.
Come descriveresti Francesca, anche in rapporto ai suoi fratelli e sorelle?
È una ragazza introversa a differenza dei suoi fratelli e sorelle, che sono a loro agio in ambienti grandi e hanno successo in questo tipo di ambienti e sanno chi sono e si nutrono gli uni degli altri.
Credo che Francesca abbia dentro di sé tutte queste caratteristiche, ma preferisce gli incontri a quattr’occhi, i gruppi ristretti, ed è una grande pensatrice, passa moltissimo tempo sola con i suoi pensieri. Ai fratelli non piace davvero competere tra di loro per ricevere attenzioni ma scherzare gli uni con gli altri. A lei piace starsene lì sulle sue, non vuole competere, si accontenta di poco, come leggere un libro dentro casa, suonare il piano, svolgere i piccoli ruoli quotidiani, che è una meravigliosa qualità da possedere.
“Si accontenta di poco, come […] svolgere i piccoli ruoli quotidiani, che è una meravigliosa qualità da possedere”.
Hai un Bridgerton preferito?
Secondo me una cosa bellissima dei libri e della serie è che i fratelli e le sorelle sono così diversi tra loro, sono tutti personaggi ben sviluppati quindi ognuno ha una propria caratteristica unica. Io in quanto fan della serie, ero ossessionata da Eloise, e sono tutt’ora ossessionata da Claudia Jessie, che interpreta Eloise; direi che è lei il mio Bridgerton preferito.
Sì, anche lei è la mia preferita!
Tutti la adorano! E anche Claudia è una persona straordinaria.
Sei anche nel cast del secondo capitolo di “Enola Holmes”. Com’è stata questa esperienza?
È stata uno spasso, io sono sempre stata una grande fan di Harry [Bradbeer], quindi anche solo incontrarlo durante il provino è stata una conquista per me, così come lavorare con lui. La storia è fantastica e mi ha fatto un sacco piacere imparare certe cose, sono molto grata per aver ottenuto questo ruolo.
Di solito non mi piace molto guardarmi, ma questo film voglio guardarlo per tutti gli altri: il cast è incredibile! Non mi capacito di come possa farne parte io!
Qual è stata la parte più impegnativa e quella più emozionante dell’interpretazione?
Mi piacerebbe tanto parlare esplicitamente del mio amore per questo personaggio, ma non posso fare spoiler, quindi devo contenermi. Ci sarebbero così tante cose che vorrei dire! La parte più emozionante è sicuramente stata scoprire questo gruppo di donne realmente esistite e il loro impatto storico. Ci sono tantissimi elementi di questo personaggio unici e super divertenti da interpretare. Al momento, direi che è il personaggio che più mi è piaciuto interpretare. Sfortunatamente, però, non posso dire altro!
“La parte più emozionante è sicuramente stata scoprire questo gruppo di donne realmente esistite e il loro impatto storico”.
Conoscevi il periodo storico in cui è ambientato il film? Cosa hai imparato e cosa hai realizzato immergendoti in un’era così lontana dalla nostra sotto molti punti di vista? (Anche se non penso sia poi così lontana dalla nostra…)
Non ne sapevo molto! Ma ho adorato informarmi su un pezzo di storia così importante e dare un piccolo contributo alla messa in luce del coraggio e della forza di queste donne realmente esistite. Le cose ora sono cambiate, di sicuro, ma la verità è che le donne anche oggi combattono per la parità dei diritti e il rispetto sul posto di lavoro. Quindi, non siamo poi così lontani da come stanno le cose oggi. Trovo assurdo che un evento storico talmente importante, con donne come protagoniste, non sia conosciuto da tutti. Mi spinge a chiedermi quali altri eventi storici abbiamo lasciato nel dimenticatoio solo perché avevano delle donne per protagoniste.
A questo proposito, ci terrei a segnalare un’organizzazione benefica che lavora incessantemente da anni per ottenere il riconoscimento delle donne lavoratrici: https://www.matchgirls1888.org/sarah-chapman
La credibilità di una donna come detective professionista è un argomento che il film affronta, seppur in maniera ironica, che forse è l’approccio più efficace: cosa pensi a proposito dell’uso dell’ironia per parlare di certe questioni? Quali dinamiche dei nostri tempi riflette quest’approccio? E come credi che il cinema possa aiutare a combattere le discrepanze sociali in generale?
Secondo me, aggiungere un elemento di modernismo aiuta ad evidenziare quanto lontano siamo arrivati e quanta strada abbiamo ancora da fare. Questo tipo di approccio forse rende le cose più riconoscibili e umane alla percezione di un pubblico moderno. Le rende accessibili e godibili al pubblico di tutte le età e attraverso una piattaforma come Netflix, l’argomento entra in così tante case e quindi educa molte più persone. Secondo me, l’ironia e la commedia sono spesso meccanismi di difesa. Permetterci di ridere di certe cose a volte può scaturire vulnerabilità e verità che ti colgono alla sprovvista. Credo che Henry [Cavill] e Millie [Bobbie Brown] ci giocano in maniera stupenda.
Per quanto riguarda la questione della credibilità delle donne, potrei parlare di questo argomento per giorni. Il film esplora il tema in così tanti modi, attraverso la trama e i personaggi femminili complessi, ma anche dietro la telecamera. Avevamo tantissime donne sul set in tutti i dipartimenti, e come capo dipartimento. È stata una celebrazione del talento femminile dall’inizio alla fine.
Come descriveresti “Enola Holmes 2” con una parola sola?
Misterioso!
“È stata una celebrazione del talento femminile dall’inizio alla fine”.
Sia “Bridgerton” che “Enola Holmes” sono film in costume dal sapore moderno; secondo te questo potrebbe essere un nuovo canone, per permettere al genere “dramma in costume” di raggiungere una fetta di pubblico ancora più ampia?
Sì, di sicuro! Alcune persone adorano i drammi in costume, ma ce ne sono altre, invece, che faticano a immedesimarsi, ma in questo modo il genere diventa accessibile per tutti, che sia con attraverso la moda, la scenografia, il linguaggio, o la musica, è una boccata d’aria fresca. Mi sono divertita con questi progetti, è stato molto affascinante.
Se potessi scegliere una persona realmente esistita da interpretare, chi sarebbe?
Io ho un’ossessione per i film di Hollywood vecchia scuola, come i musical stile Busby Berkeley, e poi Ginger Rogers, Rita Hayworth, Debbie Reynold in “Cantando sotto la pioggia”; vorrei che nessuno facesse mai remake di questi film perché sono perfetti così come sono, ma qualcuno dovesse farli, voglio essere io quella persona [ride].
La mia è stata una formazione da ballerina, e la via che stavo prendendo era quella del teatro musicale; amo i film, però, e poter fare un musical un giorno sarebbe un sogno.
Comunque, hai esordito come modella. Qual è il tuo rapporto con la moda? Che ruolo gioca nella tua vita?
Adoro la moda e sono molto felice che abbia fatto parte della mia crescita.
È butto che quando la gente mi parla della mia carriera da modella, a me sembra una parte della vita completamente diversa, perché non avevo mai programmato di fare quel tipo di lavoro, è stato letteralmente un modo per fare soldi così da potermi permettere la scuola di danza. Quindi, è butto che gli altri chiamino carriera quello che per me è stato un lavoro part-time, che facevo solo perché ne avevo bisogno per poter studiare.
Adoro fare servizi fotografici come questo che abbiamo fatto insieme, però, adoro provare vestiti diversi, e anche aiutare a dare spunti per la storia che vogliamo raccontare attraverso tutti questi elementi. Ma la danza, il movimento, e la caratterizzazione sono stati molto utili, e penso dipenda tutto dalla disciplina: i ballerini sono fatti in modo diverso rispetto agli altri, nutro una grande ammirazione per i ballerini professionisti; ovviamente, è una cosa che io non ho mai fatto, ma l’impegno e il tempo che i ballerini ci mettono nel loro lavoro è qualcosa che ammiro. Credo di avere anche io quel tipo di tendenza, ma l’unica cosa negativa è che non sei mai soddisfatto, sei abituato a guardarti allo specchio e criticarti e lavorare, a cercare dove puoi migliorare, quindi, in quanto attrice, mi piacerebbe imparare a guardarmi e non criticare semplicemente cose che voglio migliorare, ma pensare: “La performance è questa!”.
“La danza, il movimento, e la caratterizzazione sono stati molto utili, e penso dipenda tutto dalla disciplina: i ballerini sono fatti in modo diverso rispetto agli altri…”
Il tuo ultimo binge-watch?
So di essere molto indietro, ma ho appena iniziato “Stranger Things”, al momento sono alla terza stagione, ma ovviamente ho visto tantissimi spoiler… E anche “Dopesick”, bellissimo!
Qual è il tuo must-have sul set?
Il profumo, che sta iniziando a diventare una cosa non molto originale perché mi rendo conto che moti attori lo usano; ma io ho un profumo per ognuno dei miei personaggi, quindi durante le prove, prendo quella fragranza che penso possa andar meglio in base ad un milione di cose diverse; durante le prove, spruzzo quel profumo in modo che stimoli i miei ricordi, mentre suono il piano o imparo qualcosa; quindi, sono una di quelle persone che se sentono un profumo, vengono catapultate immediatamente nei loro ricordi.
Il tuo più grande atto di ribellione?
Oddio, adesso mi viene da pensare: “non ho fatto niente di divertente nella mia vita!” [ride]
Ma direi, tenere duro: non avevo abbastanza soldi per andare a scuola di danza, quindi mi sono messa a guadagnarli da sola; non sono entrata in accademia, quindi sono tornata l’anno dopo e ci ho provato di nuovo; non penso che sarei mai stata davvero brava abbastanza da essere una ballerina, quindi ho trovato un’altra strada per guadagnarmi da vivere. Non so, sento di essermi ribellata costantemente, ma in modo tranquillo, in modo sicuro, cercando di essere sempre una brava persona [ride].
Qual è la musica su cui ti piace di più ballare?
Mi piacciono canzoni a caso; al momento, per via di “Stranger Things”, non faccio altro che ascoltare musica anni ’80. Ma qualsiasi cosa sia “allegra” e ti faccia venir voglia di ballare con i tuoi amici… è perfetta per me.
Cosa ti fa ridere più di tutto?
Io rido con molta facilità, tutto e tutti mi fanno ridere e trovo tutto quanto divertente; le persone che sono in grado di far ridere gli altri sono le mie preferite.
Cosa significa per te sentirsi a proprio agio nella propria pelle?
Soprattutto ora, lavorando su set diversi e cose così, è con le persone che sanno davvero chi sono – il mio bellissimo gruppo di amiche e la mia famiglia – che mi sento a mio agio abbastanza da essere chi sono davvero, senza dover pensare troppo a quello che faccio o interpretare personaggi di alcun tipo.
Qual è la tua isola felice?
Mia madre vive vicino Southwold, in Suffolk. Quando ci vado, mi sento in pace… E c’è anche il mio cane lì!
Photos&Video by Johnny Carrano.
Styling by Sofia Lazzari.
Stylist assistant: Daisy Holland.
Makeup by Kim Kiefer.
Hair by Christopher Gatt.
LOOK 1
Dress: Laurencia Irena
Rings: Misho
Earrings: Givenchy x 4element
LOOK 2
Dress: Renli Su
Shoes: Ajoy Sahu
Earrings: Dior x 4element
Rings: Azulmalin jewellery
LOOK 3
Dress: Bernadette
Ring: Misho
Earrings: Hanying Jewellery