And the Oscar goes to…”The Shape of Water“! Guillermo Del Toro e J. Miles Dale, produttore.
Così Warren Beatty ha annunciato l’Oscar al Miglior Film dei 90° Academy Awards, coronando il grande lavoro dietro “La forma dell’acqua” – “The Shape of Water”. Lavoro che ci hanno raccontato con entusiasmo Luis Sequeira, candidato come Miglior Costume Designer, e J. Miles Dale, colui che ha sostenuto il sogno di Del Toro portandolo là dove non era mai riuscito ad arrivare.
Produttore coraggioso, ha creduto in molti progetti fuori dai soliti schemi riuscendo sempre a centrare il bersaglio, sia sul grande schermo (Scott Pilgrim vs. the World) che sul piccolo (The Strain).
Sentirlo parlare con entusiasmo del suo lavoro è un’ispirazione, e speriamo che leggendo la nostra intervista con lui possiate anche voi sentire l’importanza e la grandezza delle sua passione per il cinema, che ha trasmesso in tutto il film.
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Quando hai realizzato che “La forma dell’acqua” stava diventando un film diverso da tutti?
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Abbiamo capito che stava diventando qualcosa di speciale quando il cast ha iniziato ad arrivare insieme sul set, non solo Sally, ma Richard, Michael e Octavia; e mentre lo stavamo facendo, vedevamo c’era qualcosa di davvero speciale.
Il momento però in cui ho capito tutto è stato quando l’abbiamo proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia, i dieci minuti di standing-ovation sono stati incredibili, e fino a quel momento il pubblico non aveva mai visto il film, l’avevamo fatto vedere solo a poche persone. Quello è stato davvero il momento in cui abbiamo capito di avere qualcosa di speciale fra le mani, e con l’opportunità di diventare qualcosa di grande.
In quel momento Guillermo è venuto da me e mi ha detto: “Per la prima volta dopo un anno posso respirare”. E ho pensato fosse un momento unico.
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Qual è stato l’aspetto principale che ti ha fatto dire “sì, questo è un film che voglio produrre”?
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Beh, innanzitutto, qualsiasi cosa Guillermo (Del Toro) voglia fare io vorrei farla, non importa cosa, perché ha un senso estetico grandioso.
Ma penso che sia stato appena ho letto la sceneggiatura, e ho realizzato che aveva tanti elementi speciali in quello che diceva sull’amore, sulle condizioni del mondo, sul cosa vuol dire essere innamorati, e tutte queste cose.
Penso quindi che sia stata l’originalità del materiale e il modo in cui parla al cuore.
“Qualsiasi cosa Guillermo voglia fare io vorrei farla, non importa cosa”.
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Più in generale per te, come produttore, cosa non dovrebbe mai mancare ad un film?
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La cosa importante per me è che ci sia un qualche livello di originalità, e magari qualcosa che io non abbia mai visto prima. Per me, se leggo una sceneggiatura e mi viene da pensarci ancora il giorno dopo, allora è una cosa positiva, invece se nel momento in cui la leggo me la sono già praticamente dimenticata, questo vuol dire che probabilmente non dovrei farci nulla.
Uso queste specie di linee guida, quando leggo qualcosa e penso “oh wow, questo è qualcosa che fa pensare”, o se è su un altro livello, non è solo quello che c’è sulla pagina, è anche qualcosa che va sul metaforico.
È l’insieme di tutte queste cose, è impossibile definirne una sola, e qualche volta è anche difficile da descrivere.
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Penso che sia la stessa cosa anche per il pubblico, se il film rimane con noi anche nei giorni dopo averlo visto, vuol dire che ha fatto il suo “lavoro”.
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Esatto. E soprattutto col nostro film non sai realmente cosa sia, cosa sarà, è difficile da dire guardando il trailer, quindi vai a vederlo e pensi “È un film sui mostri? È un thriller? È un horror? Visto che è di Guillermo…” “No, no e no”. E poi lo vedi e pensi “Oh, wow, ok, ecco cos’è, una storia d’amore, è tutte quelle altre cose, è una storia sull’aiutare gli amici…”
Penso che sia una parte importante del film, questo suo cogliere di sorpresa le persone e lasciarle pensare “ok, lo adoro perché non me l’aspettavo”.
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Com’è stato lavorare con Guillermo Del Toro?
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Lui è fantastico. È molto intelligente, molto simpatico, ed è molto preciso rispetto a quello che vuole. In un certo senso, bisogna solo fare quello che dice. Con alcuni registi capita di doverli convincere su qualche idea qua e là o che loro abbiano bisogno di aiuto e sostegno, ma con Guillermo devi solo ascoltare quello che vuole e poi farlo. E questa è una cosa divertente, voglio dire, è davvero esigente in senso buono, è meraviglioso avere un tale visionario che spiega chiaramente quello che vuole fino all’ultimo dettaglio.
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Qual è stata la cosa più bella mentre eravate sul set?
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Oh beh, ci sono state tantissime cose belle: la realizzazione della creatura in particolare è stata una di quelle grandi; guardare gli attori lavorare era una cosa bella perché sono così bravi, e sono davvero attori al top delle loro capacità.
I set e i costumi erano stupendi; tutto era semplicemente meraviglioso, anche la verniciatura del set, Guillermo era molto esigente sul colore. Il solo ammirare le varie sfumature di dettagli nel lavoro era esaltante.
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Hai prodotto film di vari generi, ma qual è il tuo preferito?
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Ma sai, non penso molto al genere, è più una questione del film nello specifico, tanti film in cui ero coinvolto non erano propriamente legati ad un genere. Per esempio, “Scott Pilgrim vs. the World”, non puoi realmente inserirlo in un determinato genere. Questo film (La forma dell’acqua – The Shape of Water) non penso sia possibile inserirlo all’interno di un genere. “American Trip – Il primo viaggio non si scorda mai” è una commedia, ma è diversa.
Non ho un genere preferito, ad essere del tutto onesto. Stranamente, il mio preferito è uno di quelli che non ho ancora fatto, come la black comedy alla Fratelli Coen, quello sì che è il mio genere preferito.
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Qual è stata per te la differenza principale fra il produrre un film e una serie TV?
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Con una serie TV devi andare un po’ più veloce, e mi piace perché ti tiene sul pezzo. Devi lavorare comunque in alta qualità ma devi essere un po’ più rapido, prendere decisioni più velocemente, eseguire più velocemente. Questa è la differenza più grande.
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Qual è il tuo prossimo progetto?
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Due film con Guillermo, e un’altra serie TV che faremo fra poco. E ho un altro lungometraggio per conto mio, e tutto partirà la settimana dopo gli Oscar.
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Da produttore, qual è il tuo progetto dei sogni?
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Il progetto che sogno è solitamente quello successivo, perché viviamo in un mondo in cui dobbiamo buttarci, ed è questa la cosa che mi rende felice ed emozionato. E sì, come ho detto, mi piacerebbe fare una black comedy. Ma francamente per il momento il mio progetto dei sogni è già “La forma dell’acqua” perché sento come se l’avessimo reso perfetto, e non sempre si riesce a fare le cose perfette, ed è davvero così connesso al pubblico, quindi sto vivendo il mio progetto dei sogni proprio ora.
Credit Images: J. Miles Dale