Sembra un giorno come un altro, e invece non lo è.
Siamo qui a Londra con Jason Isaacs, lo seguiamo mentre cuoce delle uova, affetta del pane, si fa la barba, legge il giornale. Tutte azioni che fanno pensare all’intimità di una giornata qualsiasi. Ma non lo è.
Con Jason, che interpreta Timothy Ratliff, uno dei protagonisti della nuova stagione di “The White Lotus” di Mike White, abbiamo parlato di come è stato lavorare con Mike, del modo distorto e spettacolare di vedere l’umanità con gli occhi di Mike, della sua serie infinita di storie, tutte incredibili e credibili. Ma abbiamo parlato anche di com’è stato vivere per sei mesi in Tailandia, di digital detox e di quanto sia quasi impossibile farlo. Abbiamo parlato di luoghi felici e di come questa sia una nuova fase della sua vita, e del ruolo più importante, che non è uno di quelli che potete vedere sullo schermo.
Ho avuto il privilegio di vedere le prime due puntate della nuova stagione di “The White Lotus” e posso dirvi una cosa con certezza: it only gets better. Non pensi sia possibile, ma d’altronde, è di Mike White che stiamo parlando: dramma, commedia, mistero, il meglio dell’assurdo è tutto lì. Con un’intelligenza incredibile e un amore per gli aspetti umani più veri, questa per me è davvero LA serie degli ultimi anni.
Ho avuto anche il privilegio però di incontrare questo enorme attore, la nostra Cover di febbraio, Jason Isaacs, che penso proprio ci farà vedere qualcosa di unico.
Non resta che aspettare il 17 febbraio.
Come sta andando il press tour?
Bene, anche se non vedo l’ora di dormire in qualche momento verso metà marzo [ride]. Non sono un gran dormiglione, quindi volare da una parte all’altra del mondo mi fa uno strano effetto. Così come cercare di trovare una soluzione per raccontare senza rivelare troppo perché vale la pena guardare “The White Lotus” senza dire niente su “The White Lotus”. È una sfida linguistica interessante [ride].
![TIR_JI-1 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-1.jpg)
In un’intervista, parlando di viaggi e dell’esplorare il mondo, hai detto: “Il nostro non è l’unico modo di vivere” e che attraverso i viaggi hai imparato anche a comprendere le prospettive degli altri. Cosa ti ha affascinato o incuriosito di più della cultura tailandese?
Beh, prima di tutto, ho notato una caratteristica nazionale: c’è una gentilezza, un’umiltà e un forte desiderio di evitare il conflitto insito nel carattere nazionale tailandese, che è qualcosa di insolito da riscontrare. La Tailandia è un Paese estremamente povero, in netto contrasto con l’Inghilterra e l’America, per esempio, dove vige un senso di diritto e superiorità, retaggi di Paesi che un tempo avevano degli imperi.
Inoltre, la Tailandia è un Paese buddista, quindi un luogo dove molte persone arrivano in cerca di una sorta di “conoscenza di sé”. Molti, però, non la cercano nel modo giusto: sperperano il loro denaro e vivono questa esperienza in nome del comfort e dell’aria condizionata. Poi, ci sono altri che invece cercano davvero qualcosa. E poi ci sono i monaci e quelli che vivono secondo la filosofia della ricerca di sé, che hanno trovato il modo di accettare sia la bruttezza che la bellezza del mondo, rimanendo presenti e coinvolti, preservando compassione e apertura mentale.
Non so se ho imparato qualcosa. Ho solo osservato e realizzato che il nostro non è l’unico modo di vivere. E, come spesso accade quando mi trovo in Paesi con un enorme divario di ricchezza, mi sono reso conto di quanto poco contino i beni materiali, di quanto sia facile lasciarsi trascinare dall’idea di ciò che sembra giusto o appropriato, dalla pressione sociale di conformarsi agli altri, e sono stato anche colpito dalla generosità delle persone.
![TIR_JI-21 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-21.jpg)
![TIR_JI-26 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-26.jpg)
“C’è una gentilezza, un’umiltà e un forte desiderio di evitare il conflitto insito nel carattere nazionale tailandese, che è qualcosa di insolito da riscontrare”.
![TIR_JI-20 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-20.jpg)
A proposito di “The White Lotus”: ho visto solo i primi due episodi ma lo adoro già alla follia. Secondo me, Mike White si supera ogni volta, non vedo l’ora di guardare il resto.
Credo che questa stagione sia più ricca. Mike qui esplora la condizione umana e questioni identitarie, quelle domande che la gente si fa quando viaggia in posti come la Tailandia, tipo, “Qual è lo scopo della vita? Chi sono? Sono ciò che faccio o ciò che possiedo? O sono ciò che provo?”, senza mai dimenticare di metterci dentro un po’ di sesso, droga e rock n’ roll, evidenziando che i ricchi che cercano risposte facili ai quesiti esistenziali sono spesso persone molto vuote.
È un cocktail complesso di tematiche, ma sono d’accordo con te, Mike si è superato nella stratificazione dei personaggi.
Sì. Penso anche che le opere di Mike White siano davvero uniche, e la serie è intricata e autentica.
Aspetta. Tu dici adesso che è intricata? Credimi, fino alla fine diventa un vero e proprio nastro di Möbius! [ride]
![TIR_JI-19 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-19.jpg)
![TIR_JI-28 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-28.jpg)
Immagino! Mike riesce a vedere chiaramente tutti i dettagli e le sfaccettature dell’essere umano (soprattutto le peggiori). Quali aspetti sono i più verosimili, secondo te, se consideriamo il modo in cui rappresenta l’uomo e la donna?
Effettivamente, come dici tu, lui ci presenta queste persone, noi pensiamo di comprenderle, pensiamo che loro stessi si comprendano, riusciamo anche ad inquadrarle con facilità, ci sembrano addirittura stereotipate. Poi, con i suoi magnifici tempi, Mike ci fa ridere e ci sorprende e ci fa riconoscere noi stessi in loro e ci fa sentire in colpa per quello che abbiamo provato, e mortificati per quello che fanno di episodio in episodio. Questa stagione è ricca e complessa, la rappresentazione dei personaggi e la nostra idea di chi sono assumono sempre più sfumature man mano che andiamo avanti.
Credo che Mike abbia la grande capacità di umanizzare chiunque, motivo per cui ci sono tante persone apparentemente sgradevoli all’inizio di questa serie. Vale per tutte le storie, ma non per tutti gli storyteller, l’idea che quando entriamo in connessione con la reale, essenziale umanità delle persone, non siamo in grado di giudicarli e sentirci distanti da loro. Quindi, la sua abilità consiste proprio in questo, lui è uno storyteller eccezionale e le sue storie contengono tutto; così, non solo ti tiene incollato allo schermo in attesa di scoprire cosa succede e come, ma ti fa anche chiedere il perché di quello che accade. Inoltre, lui non giudica, non crea stereotipi o modelli, non pensa, “Voglio che queste persone facciano questo e dimostrino questo”, piuttosto si lascia sorprendere dai personaggi mentre li scrive, e di conseguenza loro sorprendono noi con il loro essere chi sono e non chi ci aspettiamo che siano.
È buffo poi come la più grande ricompensa che puoi ricevere da Mike sul set è una grassa risata al di là della camera, che ti costringe a ripetere la scena perché lui ride troppo forte. È bellissimo.
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![TIR_JI-17 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-17.jpg)
A proposito di sorprese, nella prima scena, ci troviamo subito di fronte ad un contrasto: una lezione di meditazione e respirazione che viene rovinata da un caos improvviso. E già da qui, vogliamo saperne di più. Qual è stata la tua prima reazione quando hai letto la sceneggiatura?
Oh, beh, ho pensato che Mike avesse bisogno di un bravo psichiatra [ride].
All’inizio non ero sicuro che ci avrebbero dato tutti i copioni, perché la serie è notoriamente un grande segreto; comunque, alla fine ci hanno effettivamente dato lo script intero. Poi, però, una volta arrivati in Tailandia, abbiamo dovuto restituirlo, per poi riceverlo di volta in volta, giorno per giorno, e stessa cosa quando viaggiavamo tra un posto e l’altro. Quindi, il livello di segretezza è aumentato man mano.
Ad ogni modo, quando mi hanno offerto la parte e mandato la sceneggiatura, ho pensato che non avevo mai conosciuto nessuno che scrivesse in quel modo. Prima di tutto, è davvero difficile scrivere di così tanti personaggi e così tante storie mantenendo tutto coerente; Mike riesce a bilanciare tutti gli elementi e tutte le sfumature di una storia, equilibrando commedia, azione, sesso, analisi della condizione umana, meditazione, spiritualità e capitalismo vacuo, riuscendo a dipingere quadri così diversi. Moltissimi grandi scrittori hanno in serbo un paio di grandi storie e poi hanno dato tutto, mentre Mike sembra essere una fonte inesauribile. Credo sia un essere umano molto curioso.
Un altro pensiero totalmente egoista che ho fatto è stato: “Come cazzo la metto in piedi questa storia?”. È stata una dura prova attoriale. Ci sono lavori facili, personaggi facili da interpretare, che si recitano sa soli, ma questo ruolo ha richiesto tanta pura “Recitazione” con la R maiuscola. Dunque, è stata una sfida, e confrontando il mio con gli altri personaggi ho pensato: “Gli altri hanno molte più cose divertenti da fare, mentre Timothy non se la passa tanto bene in vacanza”. Sapevo che sarebbe stata una messa alla prova e speravo di riuscire ad essere il più autentico e interessante possibile. Fortunatamente, c’era Mike White alla regia, quindi sentivo di poter osare, puntare in alto, perché se fossi caduto, lui mi avrebbe preso.
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“Se fossi caduto, lui mi avrebbe preso“
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Come hai lavorato su Timothy? È un uomo potente, molto rigido anche con i suoi figli, molto esigente, ma allo stesso tempo sembra non notare l’infelicità dei figli, o anche semplicemente il fatto che stia crescendo delle teste di cazzo. Come ti sei approcciato a questo ruolo?
Ottima osservazione, innanzitutto.
Timothy è un patriarca nel vero senso della parola, è un pezzo grosso, un uomo affermato nel suo campo, molto sicuro di sé e del ruolo che ricopre. Sicuramente, pensa di portare avanti generazioni di persone benestanti che danno per scontati privilegi e favori. Le cose non vanno per niente bene con i suoi figli, ma come dicevi tu, lui non se ne accorge. Allo stesso tempo, sua moglie è costantemente fatta, ma non sono sicuro che si accorga nemmeno di quello. Non credo che ne sia deluso, ma, sai, magari un giorno lo sarà. Non sa bene cosa fare, a casa sua è un uomo ricco e stimato, e lo è anche nel posto in cui si trova quando lo conosciamo. Anche se, in effetti, questa vacanza per lui è un po’ un downgrade, principalmente perché di solito lui e la sua famiglia viaggiano con arei privati, mentre per andare in Tailandia assecondando l’eco-coscienza di sua figlia, prendono un volo di linea.
Insomma, è questo che Mike mette insieme: un uomo che si appoggia completamente al suo status fino a diventare tutt’uno con esso, e con il suo ruolo di genitore severo, e poi fa i conti con la minaccia che tutto gli venga portato via. Così, quesiti esistenziali sorgono: “Chi sono senza tutte le mie cose? Chi sono senza i soldi e la reputazione? Chi sarei e chi sono tutti gli altri?”. Come mi sono preparato? Volevo trasformarmi in un pezzo grosso in tutti i sensi, appesantirmi, e sentirmi facoltoso. Ho lavorato molto anche sul mio accento, che doveva essere un bellissimo accento da riccone di Durham, in North Carolina.
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![TIR_JI-39 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-39.jpg)
Ho riso un sacco quando nella serie, tua moglie dice, “Siamo una famiglia normale, vedrai”.
Già, sono tutto fuorché normali [ride].
Sono la mia storia preferita comunque, certo, che include anche me, ma è la mia preferita: i ragazzi sono fantastici, Patrick, Sam e Sarah Catherine, vedrete che cosa gli capiterà. Patrick è una delle persone più belle che tu possa mai pensare di incontrare, anche se nella serie è un coglione, quando apre la bocca, l’unica cosa che ti viene da dire è “Qualcuno ammazzi quel ragazzo”. Ad ogni modo, a Mike della moralità non interessa niente, quindi non ti dirò altro, ma ti assicuro che la loro storia è fantastica e sono tutti attori straordinari. È stato un piacere guardarli recitare.
![TIR_JI-41 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-41.jpg)
La serie parla anche di digital detox, meditazione, bisogno di ascoltarsi, di accogliere il silenzio. Qual è il tuo rapporto con il silenzio? Senti mai il bisogno di isolarti?
Lo trovo doloroso e quasi impossibile.
Io vivo con le cuffie nelle orecchie, ascolto podcast, mi addormento ascoltando musica ipnotica. Mi imbarazza ammetterlo, ma io sono costantemente attaccato al telefono. Potrei tirar fuori la scusa che è perché sono in contatto con tante di persone e sono curioso di conoscere le cose, ma non è propriamente così.
Comunque, ci sono momenti della mia vita in cui riesco a non usare il telefono. Una volta sono andato a fare rafting sul fiume Colorado, e lì non c’era segnale, nemmeno il telefono satellitare prendeva, per cinque giorni, ed è stato straordinario, sono lentamente entrato in connessione con la natura. Vivevamo seguendo il ritmo del sole; andavamo a dormire quando il sole tramontava e ci svegliavamo quando sorgeva, ci lavavamo nel fiume… Ma è successo anni fa.
Di recente ho recitato in un film che si chiama “The Salt Path”, che uscirà tra un paio di mesi, tratto da un libro sulla storia vera di due persone straordinarie che un giorno hanno perso tutto quello che avevano e hanno iniziato a camminare. Quando abbiamo girato il film, sentivo forte il potere della natura, perché ci eravamo immersi tutto il tempo, camminando sulle montagne, lungo coste e vette, e giravamo scene lunghe e campi lunghi in cui c’eravamo solo noi che camminavamo su e giù. Tuttavia, non posso fingere di non aver mai provato il desiderio pungente di riavere il mio cellulare, non vedevo l’ora che le riprese terminassero per poterlo guardare.
Sono sempre stato un nerd, comunque, mi è sempre piaciuta la tecnologia. Usavo Internet ben prima del World Wide Web, ma è stata la cosa peggiore che potesse succedermi. Penso che un digital detox mi farebbe bene? Certo. L’ho mai fatto? No. Ricordo bene quando ci dicevano che questi dispositivi ci avrebbero fatto risparmiare tempo, mentre ora, entro in metro ogni giorno, mi guardo intorno nel vagone e vedo solo centinaia di persone con il naso nello schermo del telefono. Amo il contatto umano, ma sono colpevole tanto quanto chiunque altro, quindi spero davvero che impongano qualcosa come un divieto nazionale di utilizzo dei dispositivi per tipo cinque giorni alla settimana, sarebbe molto utile.
![TIR_JI-38 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-38.jpg)
![TIR_JI-47 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-47.jpg)
Già, sarebbe fantastico. Sai, io a volte mi sento in trappola, e il mio unico modo per liberarmi da quella morsa è prendere un libro e mettermi a leggere. Anche se capita a volte che mentre sto leggendo e ho il cellulare di fianco a me, non riesco a reprimere l’istinto di prenderlo e usarlo tra una pagina e l’altra. È orribile.
Le menti più geniali del mondo progettano le app, i suoni che le caratterizzano e i loro cicli di uso con lo scopo di farti sentire in ansia se non le guardi costantemente, anche quando non le stai usando attivamente… Disgustoso.
Sai una cosa, però, ci sono per fortuna due occasioni nella mia vita in cui non penso al telefono o alle mille altre cose che mi affollano la mente: una è quando sto recitando, perché in quel momento sono nella testa di qualcun altro, e l’altra è quando gioco a tennis, perché sono un patito del tennis, anche in Tailandia andavo a giocare molto spesso.
![TIR_JI-48 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-48.jpg)
![TIR_JI-50 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-50.jpg)
Voi attori avete spesso l’occasione di conoscervi meglio anche grazie alle mille vite che vivete. Qual è l’ultima cosa che hai scoperto su te stesso grazie al tuo lavoro, in questo caso grazie a “The White Lotus”?
Non credo di aver mai scoperto niente su me stesso. Sono una persona molto curiosa, senza dubbio, uno dei motivi per cui ho sempre voluto recitare. All’inizio, non sapevo bene chi fossi, come dovessi essere, mi sentivo a disagio con le altre persone, ma sapevo fingere il contrario, quindi riuscivo ad integrarmi quasi ovunque; la gente che ho conosciuto nel corso degli anni probabilmente non crederebbe a questa descrizione, ma dentro di me io mi chiedevo costantemente che cosa gli altri pensassero di me e mi preoccupavo del loro giudizio e di come integrarmi al meglio.
Diventando padre, ho capito che è questo che sono e che voglio essere, è l’unico ruolo che sento davvero mio.
Credo di aver imparato di più invecchiando, e ciò che ho scoperto con “The White Lotus” non ha niente a che fare con “The White Lotus”. È stato il primo lavoro che ho fatto da quando le mie figlie sono andate via di casa per studiare fuori. Prima, quando partivo per lavoro, provavo sempre un certo senso di colpa e una responsabilità schiacciante di tornare a casa il più spesso possibile per stare con la mia famiglia, parlarci, essere presente. Questa volta, invece, sapevo che le mie figlie erano via e che stavano bene ed erano felici, una in America e una in Canada, e quindi per la prima volta mia moglie ha potuto viaggiare insieme a me. Siamo partiti insieme e abbiamo passato in giro mesi e mesi, un’esperienza interessante perché è come se sentissi di aver sposato tante persone diverse, e questa nuova donna è ancora una mamma, certo, ma ha un ruolo diverso.
Da quando abbiamo iniziato le riprese, è iniziata una nuova fase del nostro matrimonio.
![TIR_JI-58 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-58.jpg)
Nel corso della tua carriera, hai interpretato cattivi iconici ma anche personaggi eroici. Timothy, per esempio, io lo definirei un “cattivo”. Preferisci interpretare eroi o cattivi, e perché?
Allora, non per contraddirti, ma io non credo che Mike adotti un approccio binario nella scrittura dei personaggi. Di sicuro, qualsiasi personaggio, quando si presenta allo spettatore, risulta spiacevole, all’inizio sembrano tutti dei ricconi privilegiati. Ma secondo me Timothy fino alla fine diventa umano, e ci saranno parti di lui che giudicheremo, e parti di lui per cui magari proveremo pena. I ruoli che io preferisco interpretare sono quelli che mi stanno bene addosso, ovvero quelli scritti bene.
Ovviamente, il cattivo più famoso che abbia mai interpretato è il mio personaggio nella saga di Harry Potter, ma chi è Lucius Malfoy in realtà? È un bullo, un padre anaffettivo, un codardo, tremendamente ossessionato dal suo status, ed ha un’ottima reputazione finché non arriva Voldemort. A quel punto, Voldemort gli legge dentro, vede la sua vanità, ed inizia ad umiliarlo e minacciarlo, fino alla scena iconica in cui gli rompe la bacchetta nella sua stessa casa, al suo tavolo, di fronte alla sua famiglia, gesto equivalente alla castrazione. Ho visto in Malfoy quello che vedo nella maggior parte dei bulli, ovvero una grande insicurezza, un uomo che ha paura che il mondo lo lasci indietro. Sarà pure ricco, ma resta un razzista vecchio stampo. In lui c’è un’analogia abbastanza trasparente con il nazismo: Lucius vuole che il mondo ritorni com’era quando la gente come lui lo dominava, pensa che i babbani non debbano essere autorizzati a unirsi ai maghi, sta cercando di rendere Hogwarts “great again”.
In risposta alla tua domanda, insomma, io cerco sempre di interpretare ruoli che siano davvero ben scritti.
![TIR_JI-57 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-57.jpg)
E qual è il tuo personaggio preferito della nuova stagione di “The White Lotus”, se ne hai uno?
Sai, gesti estremi saranno compiuti da molti personaggi. Mike non conosce limiti, questa volta, quindi, per dirti chi in questa storia è il mio preferito, dovrei anche raccontarti la sua storia, e sarebbe come dirti solo la parte finale di una battuta.
La gente mi chiede spesso chi muore in questa stagione: “Chi c’è nel sacco mortuario?”, mi chiedono tutti. Non capisco perché vogliano saperlo.
![TIR_JI-83 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-83.jpg)
Infatti, io non voglio saperlo!
Amo i thriller, ma questa serie è molto più di un thriller.
A questo punto lascia che ti chieda, dato che hai visto i primi due episodi: secondo te chi muore? Chi vorresti che morisse?
![TIR_JI-81 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-81.jpg)
Chi vorrei che morisse? Oddio, forse… Walton. Non so se lo vorrei morto, non ne sono sicura, ma so che nasconde un grande segreto. Tra l’altro, trovo fantastico che in ogni nuova stagione ci siano anche alcuni personaggi di quelle precedenti, credo sia un bell’espediente.
Sì, Mike è assurdamente intelligente, ecco perché chiunque faccia parte del cast non ci ha pensato due volte ad accettare la parte.
![TIR_JI-65 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-65.jpg)
![TIR_JI-89 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-89.jpg)
Dato che prima hai parlato di podcast, cosa stai ascoltando adesso?
Potrei elencartene un’infinità. Il nonno dei podcast, il primo che abbia mai ascoltato, è “This American Life”, magnifico; poi, ascolto spesso “Unholy”, “Radiolab”, “I’m Sorry I Haven’t a Clue”, che è un podcast comico inglesissimo basato sui giochi di parole, “Dan Snow’s History Hit” … Ne ascolto così tanti, se dovessi elencarteli tutti non saprei da dove cominciare.
![TIR_JI-74 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-74.jpg)
![TIR_JI-91 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-91.jpg)
Me li segno tutti.
Qual è la tua isola felice?
Il campo da tennis.
Oppure, dovunque si trovino mia moglie e le mie figlie.
Ho amato stare chiusi tutti insieme durante il lockdown, sebbene lo ricordi anche come un periodo in cui ero preoccupato per il futuro del mondo. Ad un certo punto, eravamo in vacanza e abbiamo tutti preso il Covid, quindi la vacanza è stata forzatamente prolungata: siamo rimasti in quarantena in un appartamento per 10 giorni, e io ho adorato giocare a giochi di società e guardare la tv tutti i giorni, tutti insieme. Di sicuro, è uno dei loro ricordi peggiori [ride], ma uno dei miei migliori.
![TIR_JI-80 Jason Isaacs interview](https://www.theitalianreve.com/wp-content/uploads/2025/02/TIR_JI-80.jpg)
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Styling by Gareth Scourfield@ONE REPRESENTS.
Thanks to CLD Communications Ltd.
LOOK 1
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Belt: Anderson’s
Sneakers: Manolo Blahnik
LOOK 2
Suede shirt: Carter Young
Henley top: &SONS
Trousers: Luca Faloni
LOOK 3
T-shirt: Sunspel
Shirt: God’s True Cashmere
Trousers: Percival
Sneakers: Axel Arigato
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