Jino Murad trasmette la passione per il design sia attraverso i suoi lavori raffinati e studiati appositamente per far vivere lo spazio al cliente, che tramite il modo in cui racconta di se stessa: le sue ispirazioni, il suo percorso come interior designer e quanto sia importante la forza della creatività.
Ci siamo seduti con Jino in un salotto di Londra per scoprire di più sulla sua personalità curiosa, motivata e costantemente alla ricerca di nuovi input, utili non solo per il suo lavoro di interior designer, ma anche per il suo stile personale (accessori in primis), realizzando quanto sia importante tenere gli occhi aperti sempre, perché l’ispirazione è ovunque, basta saperla cercare.
Come è iniziata la tua passione per il design?
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Sono sempre stata una persona creativa fin da piccola e molto abile, adoravo realizzare oggetti. Amo il processo creativo che va dall’avere l’idea al realizzarla. In sintesi, sono sempre stata appassionata di arte e design, l’unica materia che mi abbia mai interessato.
Immagino sia una bella soddisfazione, seguire un processo di design dall’inizio alla fine.
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Assolutamente. È qualcosa che hai immaginato e che poi vedi diventare realtà, ed è lo stesso per l’interior design perché è uno spazio che sperimenti e che è pensato per diventare stabile. Il processo di design è molto interessante.
Il tuo lavoro ci affascina per la combinazione di colori, arte e texture. Come usi e mescoli questi elementi nei tuoi progetti?
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È una bella domanda perché quando mi occupo di uno spazio tengo in considerazione tutte queste cose, come i modelli, le texture, i materiali, e l’ispirazione viene dalla vita di tutti i giorni. Credo che l’arredamento debba presentare questi elementi per prendere vita. Ci sono molte opzioni, ma per creare un look unico e dargli vita propria, devono essere posizionate tutti insieme nello spazio.
La luce è molto importante. La luce naturale per me è la parte più difficile del design perché cambia i colori. Un colore che potrei avere in studio potrebbe cambiare drasticamente a casa di qualcun altro o in un ambiente diverso. Penso che la luce naturale sia impegnativa per tutti. È la parte più difficile del mio lavoro: cambia i colori e l’ambiente.
“Tengo in considerazione tutte queste cose, come i modelli, le texture, i materiali, e l’ispirazione viene dalla vita di tutti i giorni”.
Puoi descriverci la tua idea di high-end urban chic?
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Londra rappresenta la mia idea di high-end urban chic, penso sia l’essenza di tale concetto.
In effetti una delle mie prossime domande riguarda Londra: ti sei occupata del design di molti appartamenti qui, in che modo questa città ti ispira?
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Sono una Londinese, sono cresciuta qui, ci vivo da sempre. È l’unica città in cui vivrei. È cosmopolita, ha molto da offrirti, l’architettura, le gallerie, bellissime mostre ogni giorno… È un posto pieno di ispirazioni e quando penso all’high-end urban chic, penso davvero che sia Londra, la sua essenza. Londra ha la grinta ma è anche molto chic, ci sono molte possibilità per chi fa il nostro lavoro. E c’è un grande sviluppo, è il posto perfetto per esprimere la creatività e per diventare interior designer o architetti. È una cittá incredibile!
Sei un’appassionata d’arte?
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Si, amo l’arte! Penso che riempire uno spazio vuoto con delle opere d’arte ti renda felice.
Qual è il tuo pittore o opera d’arte preferito?
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L’arte è ovunque. Amo Andy Warhol: vorrei avere tutte le sue collezioni. E Picasso, è uno dei miei preferiti. Sto collezionando le opere di un artista del Sud Africa, Ryan Hewett, amo la sua tecnica, ho da poco acquistato uno dei suoi lavori per la prima volta. Si compone per lo più di volti, ma non puoi vederli realmente, ci sono molte emozioni, è astratto, e io amo l’arte astratta.
Come combini la tua idea di interior design con le esigenze dei clienti?
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Sono ispirata dai miei clienti, mi sembra sempre un viaggio che compiamo insieme fin dall’inizio del progetto. Non impongo loro il mio design specifico o le mie esigenze; sono una buona ascoltatrice, faccio tesoro di quello che mi dicono. Se si tratta del loro spazio, in cui vivranno, sono loro che devono sentirsi felici, devono amare il loro spazio. Io mi occupo del facilitare la loro visione e renderla reale, creandola e dandole vita, mi ispirano sempre.
Ora ho un cliente che ama il minimal e può essere difficile a volte. Perché il mio stile personale è audace, e amo l’antiquariato, mescolare diversi materiali e mobili, oltre che le lampade vintage. Quindi con un cliente che ama il minimal si fa tutto più difficile, è impegnativo ma ti ispira allo stesso tempo perché ti spinge a creare in modo diverso e a pensare a come usare comunque il tuo stile personale. Per me è bellissimo, perché compi questo viaggio insieme a loro e crei uno spazio fantastico che porta felicità alla fine.
Penso che ciò che conta sia creare delle emozioni con il design.
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Assolutamente. Perché in uno spazio ci vivi, tocchi il divano, i cuscini, cammini sul pavimento senza scarpe… Tutti questi aspetti fisici evocano delle emozioni istantanee.
“Per me è bellissimo, perché compi questo viaggio insieme a loro e crei uno spazio fantastico che porta felicità alla fine”.
Devi viverlo. E a questo proposito, c’è un progetto di cui sei particolarmente fiera?
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Ce ne sono molti, tra cui ovviamente il Manolo Blahnik Flagship Store, è stato un bellissimo progetto. Manolo Blahnik è stato fantastico, un’ispirazione, un uomo unico ed eccentrico, abbiamo lavorato insieme alla creazione di questa boutique.
La mia prossima domanda è legata al tuo lavoro per Manolo Blahnik. Qual è stata la tua prima idea per questo progetto e come si è sviluppata grazie ai consigli di Manolo?
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Quando sono stata nel suo ufficio mi ha mostrato la bozza del suo nuovo libro, che era fantastico. E questo mi ha ispirata. Me lo ha mostrato prima che lo pubblicasse, mi sono sentita onorata. Sembrava una preview in esclusiva! È stato il mio brief, non ho trascorso molto tempo insieme a lui. È stata un’introduzione breve, mi ha portato nel suo studio, mi ha mostrato il suo nuovo libro e me ne ha parlato, oltre che spiegarmi quello che gli piace. Ama la Sicilia, i film, le donne bellissime: questo è stato il mio brief! Ho creato alcune bozze durante il nostro primo incontro e la prima che gli ho proposto l’ha accettata, è stato incredibile. Mi è sembrato che ci capissimo a livello creativo.
Qual è il tuo dettaglio preferito del Manolo Blahnik store?
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Amo le colonne. E gli scaffali nascolti, sono dei dettagli fantastici. Al primo piano c’è un camino, uno specchio lungo e delle panche con dettagli preziosi e colorati, è il mio angolo preferito, perché sembra di essere nel proprio salotto mentre si provano scarpe favolose. Lo si percepisce come un angolo molto privato del negozio, perché è al primo piano, non vedi le persone che passano. È uno spazio molto intimo, ci sono scarpe ovunque, puoi provarle tutte e penso che questa sia la chiave per indossare un paio di Manolo Blahnik, provarle tutte. Sono come un’opera d’arte; è come andare in una galleria e indossare opere d’arte.
Diresti che Manolo è il tuo stilista di scarpe preferito?
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Per le scarpe sì, sicuramente. Perché non sono scarpe, non lo sono davvero: Manolo Blahnik non segue un trend, crea con il cuore. È così ispirato dalla storia, dall’arte, dai luoghi e dalle culture. Ogni scarpa ha una storia, è incredibile.
Qual è un pezzo di design che non può mancare in un appartamento?
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Direi l’illuminazione, è fondamentale. Se si dispone di un’illuminazione decorativa e architettonica, questa può cambiare lo spazio. Può renderlo lunatico, sexy, forte o simile a uno studio. Adoro i lampadari e l’illuminazione vintage, penso che tu possa avere uno spazio completamente moderno ma con un bellissimo lampadario che lo completa, come accade con i gioielli.
Qual è il tuo designer, o corrente di design preferita che ti ispira o che ti ha ispirato nel tempo?
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Ci sono così tanti designer! Adoro la moda. Amo Azzedine Alaïa e il suo approccio al materiale.
Le sue creazioni sembrano architetture o sculture.
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Lo sono. Se dovessi scegliere un designer di moda sarebbe Azzedine Alaïa, di sicuro. Adoro gli stylist, come Carine Roitfeld, penso che sia un’artista incredibile e sfacciata, fa collidere l’alta moda con il sesso e il dramma. È incredibile.
Per l’interior design amo l’approccio di Kelly Wearstler: è americana, vive a Los Angeles, ed è audace, sfrontata, le piace sperimentare con un sacco di stampe e materiali che non combineresti mai insieme, mentre lei lo fa sembrare un mix appropriato. Penso che mi piaccia il periodo Art Deco e amo anche la storia, adoro il contemporaneo, un mix di entrambi. Non c’è un periodo specifico da cui mi faccio ispirare, l’ispirazione arriva da ogni parte.
Hai detto che sei un amante della moda: come descriveresti il tuo look?
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Il mio look personale è abbastanza semplice, ma adoro anche i colori audaci, che tendo a portare con gli accessori, una mia passione. Ed è così che mi confronto anche con gli interni, mi piace creare uno sfondo per oggetti bellissimi, lo faccio sia con l’abbigliamento che con l’interior design; amo collezionare l’arte e amo gli oggetti, perché ognuno di loro racconta una storia, ed è difficile portare questa sensazione di vita nell’arredamento tramite gli oggetti, il vintage e l’arte, più di ogni altra cosa.
C’è un designer di accessori che consiglieresti?
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Il designer sudafricano che indosso, Pichulik, ma anche Lara Bohinc. Ci sono così tanti designer di accessori incredibili, molti anche vintage. Adoro i gioielli anni ’70, anche se gli anni ’80 sono i miei preferiti, i pezzi vintage di Gucci degli anni ’80 sono perfetti. Poi Tom Ford e tutti i suoi accessori. Adoro i gioielli anni ’80 al momento, ma attraverso diverse fasi. Sto cercando di raccogliere gli accessori Gucci degli anni ’80, quando Tom Ford era il designer.
Ha cambiato Gucci.
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Si, decisamente.
E ora c’è Alessandro Michele che lo ha cambiato ulteriormente. Com’è la tua relazione con il beauty e makeup?
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Mi piace mantenere un look semplice, magari con focus sulle labbra o sugli occhi. E poi usare gli accessori, prediligo un look semplice e minimal, perché ho uno sguardo intenso e delle labbra importanti, posso accentuare entrambi.
“Amo collezionare l’arte e amo gli oggetti, perché ognuno di loro racconta una storia”.
Sei ispirato dai viaggi che fai per il tuo lavoro?
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Sì! Da tutto veramente, viaggiare è un lusso perché devi avere tanto tempo e per me il tempo rappresenta il più grande lusso. Viviamo in modo così intenso, ma in termini di tempo, quando hai un sacco di progetti e non puoi permetterti di viaggiare, mi lascio ispirare da tutto. La pioggia è stimolante: la stavo osservando venendo qui attraverso i finestrini del taxi, sembrava formare delle piccole perle di cristallo. Ed è bello; può essere d’ispirazione per un’installazione.
È ovunque, devi solo esserne consapevole, e devi essere aperto a tutto. Non è necessario viaggiare per essere ispirato, basta andare in un parco e perdersi nei dettagli.
Come definiresti il design?
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È vita. É tutto, è tutto quello che so. Ho studiato Interior Design all’Università, e il mio primo lavoro è stato con Kelly Hoppen, che è un interior designer di Londra. Mi ha spianato la strada per entrare nell’interior design di lusso, è stato il mio primo lavoro, e non ho fatto nient’altro da allora quindi per me il design è tutto, a partire dal divano dove siamo sedute ai bicchieri da cui beviamo.
Cosa c’è nel tuo futuro?
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Da quando è nato, mio figlio mi ha ispirata tantissimo. Lo porto in studio insieme a me. E grazie a lui, voglio fare molto di più. Mi piacerebbe creare abiti e gioielli, combinandoli in qualche modo: mi piacerebbe occuparmi del design di un Boutique Hotel, che è probabilmente quello che vorrei fare prossimamente.
Hai un progetto dei sogni?
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Penso che mi piacerebbe fare un Boutique Hotel; mi piacerebbe creare un Boutique Hotel unico con mobili, accessori e gioielli, tutti combinati nello stesso spazio per vivere un’esperienza di lusso unica.