Dicono che la vita sia una continua evoluzione, una continua trasformazione.
E cos’è altro è la recitazione se non una continua evoluzione, una continua trasformazione, in altre parole, la vita?
L’attrice Juju Di Domenico ha affrontato un percorso di crescita in “Curon”, dove interpreta Micki, e con la quale ha imparato ad essere non solo il suo personaggio, ma anche un pochino di più sè stessa.
In una bellissima giornata a Roma, Juju ci ha raccontato della sua “palestra di Curon”, della sua passione per le lingue e per il makeup, permettendoci in questo modo di fare un tuffo sotto la superficie di quel “lago” che è la sua vita e il suo lavoro.
Cosa ti ha colpito di più quando hai letto la sceneggiatura di “Curon”?
Durante i provini io ho avuto modo di leggere solo qualche scena e fin da subito mi sono innamorata dell’atmosfera misteriosa che avvolge Curon. Avendo avuto solo un piccolo assaggio della sceneggiatura, ero molto curiosa. Conquistato il ruolo di Micki, la sceneggiatura è arrivata a puntate, perché era in continua evoluzione e questo ha reso il tutto più accattivante, non vedevo l’ora di conoscerne il seguito.
“Curon” è anche una storia di formazione. Cosa ti è piaciuto di più dell’evoluzione dei personaggi? Qual è la tua storia di formazione (romanzo o sullo schermo) preferita?
Una parola che uso spesso per descrivere il mio personaggio è proprio “evoluzione”. Micki, nel corso delle puntate, affronta e vive un percorso di crescita, imparando meglio ad essere se stessa.
All’inizio della serie tutti i personaggi sembrano ben delineati e definiti ma andando avanti con la storia si scopre che non tutto è come sembra, sotto la superficie si nasconde altro, come nel lago.
Una delle storie di formazione che più mi ha colpito e affascinato è “Chiamami col tuo nome”. Una storia delicata e viscerale, da vedere il capolavoro di Guadagnino e leggere il delizioso romanzo di André Aciman.
“Una parola che uso spesso per descrivere il mio personaggio è evoluzione”.
Come hai costruito il tuo personaggio Micki? Quanto c’è di Juju in Micki?
Nella “palestra di Curon” (luogo in cui ci siamo allenati per interpretare i nostri ruoli) abbiamo avuto modo di costruire i nostri personaggi per tre dure settimane, piene di soddisfazioni, con dei bravissimi coach.
In Micki c’è una parte di Juju, come in ogni personaggio che interpreto, un lato in particolare che decido di portare all’estremo e sviluppare ulteriormente. Una ragazza apparentemente molto semplice, solare ma che porta dentro di sé paure e insicurezze che dovrà affrontare nel corso della storia.
Come hai lavorato con gli altri membri del cast nella costruzione delle relazioni tra i personaggi?
Abbiamo avuto modo di avvicinarci ai personaggi in gruppo, tutti insieme facendo un passo alla volta. E questo è stato fondamentale perché il confronto, soprattutto in una storia come Curon, dove tutti i personaggi sono legati e incastrati l’uno con l’altro, aiuta a entrare maggiormente nelle dinamiche della narrazione.
“In Micki c’è una parte di Juju, come in ogni personaggio che interpreto”.
Data la tua passione per le lingue, in che altra lingua ti piacerebbe recitare e una nuova da imparare?
Un traguardo sarebbe recitare in inglese; da imparare penso al cinese.
Ti piacerebbe doppiare te stessa in un’altra lingua?
Sarebbe divertente riascoltare la mia voce in un’altra lingua, ma non nascondo che in sala di doppiaggio non sono a mio agio. Mi è veramente difficile ridare vita al mio personaggio chiusa in una stanza tra microfoni e schermi.
Il film che ti ha fatto innamorare del cinema?
“Billy Elliot”.
Un film per ridere, uno per piangere e uno per stare sulle spine?
“Crazy, Stupid, Love” per ridere.
“About Time” per piangere.
“Dogman” per stare sulle spine.
L’ultimo binge-watch?
“Chernobyl”. Bella, bellissima, consigliatissima!
Il tuo must have sul set?
Bottiglietta d’acqua, mentine, libro interessante e cuffie.
Un epic fail sul lavoro?
Non penso ancora di averlo fatto ma credo ci vorrà ancora poco perché nella vita quotidiana ne combino di tantissime, inciampo sui miei stessi piedi!
Come vivi il make-up dentro e fuori dal cinema?
Mi piace tantissimo: amo truccarmi e amo essere truccata da altri, è divertente vedere come si riesce a cambiare con così poco.
Sul set mi affascinano molto gli effetti speciali come ferite, invecchiamento della pelle, sangue finto. È veramente interessante guardare i truccatori all’opera.
Il tuo go-to makeup look?
Mi piace pensare che sia un look molto semplice e veloce però guardando la mia pochette, abbastanza grande, mi rendo conto che forse non è così. Mi piace sperimentare prodotti nuovi, colori e consistenze. Le mie prime paghette finivano molto velocemente.
Cosa vuol dire per te sentirti a tuo agio nella tua pelle?
Stare bene con me stessa e ascoltare i bisogni del mio corpo.
Felicità.
“Stare bene con me stessa e ascoltare i bisogni del mio corpo”.
Cosa ci puoi svelare sui tuoi progetti futuri?
Ho appena finito di girare “Con le mie mani”, un film con Francesco Montanari e Laura Chiatti. Una storia vera ambientata a Milano nel 1979 che narra dell’omicidio di Pierluigi Torregiani. Adesso un po’ di mare e poi si torna sui libri per la sessione di settembre. Speriamo presto di poter dire e fare di più!
Photos and Video by Johnny Carrano.
Makeup and Hair by Chantal Ciaffardini.
Assistant Makeup Artist: Francesca Tomasetti.
Styling by Valentina Palumbo.
Dresses by Red Valentino.
Jewels by Co.Ro.Jewels.
Thanks to La Palumbo Comunicazione.
Thanks to Hotel Valadier.