In un locale iconico sull’Hollywood Boulevard ora vuoto, tra giochi di luci, ombre e un’atmosfera misteriosa, abbiamo trovato la location perfetta per la nostra intervista con l’attrice Laysla De Oliveira, che ci ha portati nel mondo di “Locke & Key”, la nuova serie soprannaturale di Netflix in cui interpreta Dodge, il cattivo!
Niente spoiler, “solo” qualche indizio sul perché questa serie sia imperdibile, più un aneddoto dietro le quinte che vi terrà lontani dal cibo per un po’, o forse no.
Laysla ci ha anche svelato quali sono gli step della sua preparazione per un ruolo e quanto la musica sia importante, possibilmente una playlist triste, giusto quel che serve per perdersi nelle emozioni del personaggio. Infine, alcune curiosità come il suo film “guilty pleasure” o il suo must-have sul set.
Una cosa è sicuro: non perdetela d’occhio.
Che cosa cerchi solitamente in una sceneggiatura? Qual è quella cosa che ti fa dire di sì…
È divertente perché quando sei agli inizi e ottieni una parte, sei semplicemente alla ricerca di un lavoro. Poi invece, quando si diventa un po’ più selettivi, dipende tutto dalla sceneggiatura, e ti chiedi: “Voglio interpretare questo ruolo? Non l’ho mai fatto prima” mentre per me, si tratta di capire come vengono raccontate le storie di queste donne. Non deve necessariamente trattarsi di un’eroina o di una persona potente, si tratta più che altro di capire se la sua verità viene raccontata, e in che modo.
E se è qualcosa di diverso, mi piace fare cose diverse.
Parliamo del tuo grande progetto del momento, la serie TV firmata Netflix “Locke & Key”. Cosa puoi raccontarci a riguardo?
Sono entusiasta all’idea che le persone vedano questo rpogetto, perché è molto diverso da “Guest of Honour” e “Nell’erba alta”. In questa serie TV interpreto il cattivo, il che è favoloso. Quando ho avuto l’occasione di rivedere alcune delle scene che ho girato, perché ho doppiato la mia voce in portoghese, cosa che ho fatto anche per “Nell’erba alta”, ho pensato che fosse davvero interessante come serie e che sarebbe diventata qualcosa di adatto per ogni tipo di pubblico, il che è speciale, apprezzo quando le serie sono pensate in questo modo.
E poi è davvero emozionante poter doppiare me stessa, così la mia famiglia in Brasile non deve per forza guardare la versione in inglese, penso ad esempio a mia nonna che non sa leggere, quindi è bello per loro essere in grado di sentire la mia voce, mi sono molto divertita nel doppiarmi.
Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai letto la sceneggiatura? E come hai lavorato sul tuo personaggio, dato che interpreti il cattivo?
Il mio primo pensiero è stato “WOW, questo ruolo sarà incredibile da interpretare per chiunque ottenga la parte!”. Dodge è un personaggio così divertente, la sua natura impertinente è una continua sorpresa, e lo si percepisce già dal copione.
“Dodge è un personaggio così divertente, la sua natura impertinente è una continua sorpresa…”
Siamo curiosi… Quante volte hai dovuto ripetere la scene della colazione al diner?! E qual è stata la tua scena preferita da girare?
Troppe! Il nostro regista, Michael Morris, è stato così gentile da darmi una sputacchieria così da non dover effettivamente ingerire tutto sul cibo. Dovevo abbuffarmi così tanto che non sarei mai stata in grado di deglutire neanche se avessi voluto. Il cibo era troppo asciutto e la quantità era esagerata. C’era un assistente veramente gentile che mi reggeva il secchio tra una scena e l’altra e una makeup artist altrettanto gentile che mi puliva il viso. Lo so, il fascino delle riprese!
Se potessi usare la Chiave Cambia Faccia nella vita vera, in chi ti trasformeresti?
Mi piacerebbe essere Beyoncé per un giorno! E non credo di essere la sola a desiderarlo, è fantastica!
Parlando invece di “Guest of Honour”, come ti sei avvicinata al personaggio di Veronica?
Quando ho fatto il provino non ci è stato dato un copione, il che è stato interessante, ma Atom Egoyan, il regista, è una persona molto alla mano, è stata una bella esperienza. In realtà prima di ottenere la parte ci siamo incontrati diverse volte, e non perdevo occasione per fare la battuta che era come se stessimo uscendo insieme, perché non sapevo se stesse vedendo qualcun’altra per la parte. [ride]
Abbiamo parlato di tutto quello che riguardava Veronica, che vediamo in diversi momenti, prima, durante e dopo l’esperienza in carcere, cercavamo di capire insieme ciò che la rendesse unica in ognuno di quei momenti.
Considerando l’argomento del film, ossia il dolore e come lo elaboriamo, oltre al fatto che vediamo il tuo personaggio in 3 diversi periodi di tempo, qual è stata la parte più impegnativa di quest’esperienza?
In generale direi il film stesso, perché esplora le difficoltà familiari. Ovviamente Veronica è pensata per il film ma credo che chiunque possa relazionarsi con la famiglia, su come possa essere irritante a volte e su quanto poco basti a loro per provocarti, c’è molto da raccontare. Quindi credo che questa sia una sfida, vivere con la famiglia è una sfida universale che tutti sperimentano, e con Veronica è stato molto divertente esplorare le profondità dell’irritabilità verso la famiglia e cosa questo comporti per lei.
Hai tratto ispirazione da qualche esperienza personale nell’affrontare questa parte?
Con i miei ruoli cerco sempre di ispirarmi alle mie esperienze o di immaginare qualcosa, per me si tratta di cosa ti porta a sentirti in un certo modo in un determinato giorno. A volte pensi che sarà un’esperienza personale, mentre a volte funziona meglio immaginare semplicemente qualcosa, si tratta di un’esperienza che vivo giorno dopo giorno.
Veronica ha una relazione speciale con la musica, hai creato una playlist specifica per calarti nella parte?
Certo. Cerco di creare una playlist per ogni personaggio, soprattutto per le scene più emozionanti, non sono quell’attore o attrice che può accendersi dal nulla, io devo iniziare ad ascoltare la mia musica triste nel momento in cui mi sveglio. Quindi sì, cerco sempre di creare delle playlist.
Qual è la “tua” canzone?
Fammi dare un’occhiata alla mia playlist di canzoni tristi… C’è questa, “To Build a Home”, è bellissima. Non ci sono solo canzoni super tristi, si tratta più che altro di come mi fanno sentire.
“Cerco di creare una playlist per ogni personaggio”
Tra Venezia e Toronto hai vissuto dei momenti legati ai festival parecchio emozionanti: qual è stata la tua parte preferita di questo viaggio?
Tutto, perché era la mia prima volta, non ero mai stato in Italia prima ed era sulla mia lista di cose da fare, quindi anche solo salire sull’aereo per andare in Italia mi sembrava un sogno, poi indossare quegli abiti favolosi… Ho uno stylist incredibile, si chiama Law Roach, ha fatto un lavoro fantastico. E poi, vedere il film sul grande schermo insieme al pubblico: mi ricordo gli applausi dopo la fine e io che continuavo a ripetere a me stessa: “non piangere” mentre ero lì con Atom e cercavo di trattenermi; è stato sogno che si è avverato, so che è sdolcinato da dire ma è vero. Recitare è davvero difficile e ricevi così tanti no prima di ottenere un sì.
Quindi penso che sia importante godersi ogni momento, mentre Toronto è stato speciale a modo suo, perché è la mia città: la mia famiglia ha avuto l’opportunità di essere presente alla proiezione del film, e mia madre era molto emozionata. E la scuola di teatro in cui sono andata è di fronte a uno dei cinema del TIFF e mi ricordo mentre ero a lezione che guardavo spesso quell’edificio, quindi è stato come se si fsse chiuso un cerchio, è stata un’esperienza speciale.
Riguardo a “Nell’erba alta”, cosa ti ha spinta a recitare in questo film?
Stephen King. Quando ricevi un’e-mail e leggi “Stephen King”, sai che si tratta di qualcosa di incredibile. In realtà sono terrorizzata dai film horror, non li guardo quasi mai ma questo mi è piaciuto particolarmente perché si tratta di un thriller psicologico e una volta letta, mi sono innamorata della sceneggiatura. Sapevo che mi avrebbe messa alla prova sia fisicamente che emotivamente. Poi Netflix, perché è un contenuto disponibile in tutto il mondo: questo concetto è davvero emozionante, è stata la prima volta che la mia famiglia in Brasile ha avuto modo di vedermi sullo schermo in contemporanea a mia madre che vive a Toronto, è stato super speciale.
Ci sono stati dei momenti davvero spaventosi sul set?
Le scene di giorno le abbiamo girate davvero in mezzo all’erba alta 3 metri, e non vado pazza per i ragni e insetti e come se non bastasse faceva caldissimo [ride]; Nel momento in cui dovevamo cominciare a girare la scena, io ero dalla parte opposta rispetto agli altri, da sola, circondata da strani rumori e totalmente impaurita. Le scene notturne invece le abbiamo girate in studio, e questo mi ha resa molto felice, non so se ce l’avrei fatta in esterna.
“Quando ricevi un’e-mail e leggi ‘Stephen King’, sai che si tratta di qualcosa di incredibile”.
Nonostante interpreti dei personaggi spaventosi come Dodge in “Locke & Key,” dici che non ti piace guardare i film dell’orrore, ma qual è stato il primo che non ti ha fatto dormire la notte?
Quando ero bambina c’era un programma che si chiamava “Piccoli Brividi” e che guardavo con mia madre, quello non mi faceva dormire. Ricordo che mia madre diceva: “Non puoi guardare delle cose horror, perché non le reggi.” Al liceo, quando i miei amici andavano a vedere un horror io non mi facevo mai trascinare, dicevo sempre: “Non posso, non ci riesco.” I film con i fantasmi mi terrorizzano. “The Shining” mi ha davvero spaventata, ma la sua è una paura che ti “cattura” quasi dopo la fine del film e rimane con te.
Hai mai pensato a scrivere o dirigere qualcosa di tuo?
Sicuramente in futuro mi piacerebbe esplorare queste possibilità; in questo momento mi sto divertendo così tanto nell’ottenere determinati ruoli e a fare quello che amo veramente, penso sempre: “Voglio di più!”. Tra un paio d’anni magari, quando invece arriverò al punto in cui dirò: “Okay, ho bisogno di esplorare qualcosa di nuovo”, perché è così divertente recitare e non tutti hanno l’opportunità di farlo.
“Al liceo, quando i miei amici andavano a guardare un horror io non mi facevo mai trascinare, dicevo sempre: ‘Non posso, non ci riesco’”.
Chi è il tuo cattivo/a preferito/a di tutti i tempi?
Ho appena finito di vedere “His Dark Materials – Queste oscure materie” e Ruth Wilson nei panni di Marisa Coutler è sensazionale, mi ha stregata. Sono anche una grande fan di Angelina Jolie in “Maleficent”.
Qual è il tuo motto?
Tutto accade per una ragione.
Qual è la tua isola felice?
Casa mia, con il mio cane e il mio ragazzo mentre guardiamo la TV, ascoltiamo della musica, balliamo o beviamo del vino. Anche se mi piace viaggiare e vedere posti nuovi, stare a casa mia, con le persone che amo, è speciale.
Qual è il superpotere che vorresti avere?
È divertente, perché sto pensando a “Locke & Key”, dove c’è questa chiave che porta “ovunque” e la vorrei molto, perché così facendo potrei evitare di prendere gli aerei e non sarei mai più in ritardo.
Qual è il must-have sul set?
Caffè! Non parlatemi prima del caffè [ride]. Questo è semplice. E una playlist triste, o felice, dipende dal ruolo.
Qual è il libro sul tuo comodino in questo momento?
Il nuovo libro di Gabrielle Bernstein, si chiama “Spirit Junkie“. Ecco un mio grande segreto: adoro i libri di auto-aiuto o spirituali, lei ha scritto un libro che si chiama “Trasforma la paura in potere. L’universo è dalla tua parte” che è incredibile, questo che sto leggendo è il secondo libro.
“…c’è questa chiave che porta ‘ovunque’ e la vorrei molto, perché così facendo potrei evitare di prendere gli aerei…”
Qual è la tua parola preferita?
“Cazzo sì!”
E la tua parola portoghese preferita?
È la parola “lembrançinha“. La usi quando fai un regalo, un piccolo regalo, assomiglia quasi a “ricordo” come concetto, ma non c’è parola una parola veramente simile in inglese. Amo come passando da una lingua all’altra ci siano alcune parole che non si possono tradurre.
Se potessi andare a cena con tre persone del passato, presente e futuro, chi sceglieresti?
Audrey Hepburn, Julia Roberts, perché sono innamorata di lei, e Meryl Streep. Vorrei fare a tutte moltissime domande sperando che Julia sorrida per tutto il tempo. Sarebbe fantastico.
Qual è il tuo film “guilty pleasure”?
“Hocus Pocus” e “Genitori in trappola”, io e il mio migliore amico siamo andati alla ricerca della casa dove è stato girato [ride].
Hai mai avuto un epic-fail sul lavoro?
Probabilmente sono caduta, in realtà sono molto goffa, quindi devo essere caduta un paio di volte. Credo che la gente, quando mi vede, pensi che io sia cool e che possa fare determinate cose, ma non posso, mi ci vuole un po’ prima di riuscirci.
Una curiosità: nella tua biografia su Instagram dici che il tuo nome è ispirato a una canzone di Madonna. Qual è la tua canzone di Madonna preferita?
Probabilmente è “La Isla Bonita“, a volte la sparo a tutto volume. Penso sia molto bello che il mio nome derivi da una canzone di Madonna, mia madre è un genio.
Photos & Video by Johnny Carrano.
Makeup by Harriet Hadfield.
Hair by Matt Fugate.
Styling by David Gangel.
Look 1
Dress by Mimi Tran
Shoes: Charles David
Look 2
Dress by Rita Vinieris
Shoes: Shoe Dazzle
Look 3
Jumpsuit by Chiara Boni
Shoes: Charles David