Quella di Shaft Jeans non è una semplice storia.
Non è “solo” un brand di jeans, un mix di culture, una tradizione di famiglia.
Quella di Shaft Jeans è una rivoluzione.
Il brand, nato in Francia, è oggi approdato in Italia, dove produce jeans innovativi e brevettati, seguendo gli standard di sostenibilità: a guidare il tutto, troviamo i fratelli Letizia e Lorenzo Palchetti Tosi che, quando parlano del loro progetto, si vede proprio che sono innamorati di quello che fanno e che ci credono davvero nel loro sogno fatto a mano e fatto di denim soprattutto.
Tra modelli colorati, gli iconici pantaloni a zampa che hanno stregato anche i Måneskin e un paio di consigli che suonano più come dei mantra, Letizia e Lorenzo ci parlano della loro ribellione in un settore, quello del jeans, che di cambiamenti ha proprio bisogno, soprattutto in termini ambientali. E la loro, di rivoluzione, è appena iniziata…
Come è nato il vostro amore per la moda, e per il mondo del denim nello specifico?
Letizia: ci siamo nati! Letteralmente sangue blu (denim). Il nonno è stato il primo ad importare la tela denim dagli Stati Uniti all’Italia negli anni ‘50. Poi mia madre ha portato avanti il progetto di famiglia. Io da piccola giocavo con gli scampoli del denim e mi divertivo a fare dei micro vestiti con le tirelle di jeans che i fornitori regalavano a mia mamma.
Nel vostro DNA ritroviamo connotazioni francesi, italiane e ispirazioni americane: in che modo tutti questi elementi hanno caratterizzato la storia del brand nel tempo, arrivando fino ad oggi?
Letizia: Shaft Jeans nasce nel 1968 da Monsieur Shafir, un signore francese che si è spostato in Italia per amore. Le nostre origini sono fortemente radicate a questo mix di culture e sono specialmente legati agli anni 70, siamo infatti noti per i nostri jeans a zampa che presentiamo ogni stagione.
“Le nostre origini sono fortemente radicate a questo mix di culture e sono specialmente legati agli anni 70, siamo infatti noti per i nostri jeans a zampa che presentiamo ogni stagione”.
Quali sono invece i valori fondamentali che ritroviamo in ogni paio di jeans?
Letizia: Ricerca, qualità, rispetto per le persone e l’ambiente.
Come si sviluppa il vostro processo di produzione?
Letizia: Tutto parte da una moodboard, generalmente legata a un evento o una persona spesso degli anni ‘70. Da lí sviluppiamo nuove idee e modelli e creiamo circa 20 collezioni da 100 pezzi ciascuna che vanno in giro per tutto il mondo. Finita la campagna vendite, sdifettiamo tutta la collezione con il nostro team interno di modellisti e creativi e dopo più di 10 fitting approviamo i capi definitivi che andranno in produzione. La nostra produzione viene tutta gestita tra la nostra sede di Firenze e le nostre sedi produttive nelle Marche.
La vostra produzione è Made in Italy e presenta un approccio sia contemporaneo, nell’utilizzo delle tecniche avanzate, che retrò, ad esempio nel proporre ricami o pitture a mano: quali elementi considerate nello sviluppo di una nuova collezione?
Letizia: Diciamo che lavoriamo con il denim da più di 3 generazioni e non ci siamo ancora stancati! Personalmente uso tantissime tecniche del passato e le riadatto con gli strumenti contemporanei. Dal vero tie-dye riportato con una stampa digitale sul fondo di un pantalone a una tecnica degradè ad immersione fino a disegni tono su tono realizzati con laser tridimensionali che sono peraltro super ecologici in termine di consumo di energia.
l denim è un capo che, negli ultimi 40 anni, ha segnato alcuni momenti storici fondamentali, ed è sempre stato associato ad un’idea di “ribellione”: che cosa significa questo concetto, e questa associazione, per voi nella società di oggi, andando anche oltre la moda?
Letizia: Ribellione oggi è non seguire per forza un trend ma credere nel proprio progetto e andare avanti. Ribellione è anche non seguire le regole del fast fashion ma avere un’attitudine più calma e rilassata che va contro le logiche di un mercato sempre più affamato di numeri.
Restando in tema “ribellione”, non possiamo non citare il legame che il vostro brand ha instaurato con i Maneskin: come è nata e si è sviluppata questa collaborazione?
Letizia: Seguiamo i Maneskin da veramente i primi esordi, sono una band a cui siamo molto legati e siamo veramente orgogliosi di essere cresciuti insieme. Tutti i ragazzi hanno sempre vestito i nostri jeans a zampa e anche oggi che sono cresciuti tantissimo e sono seguitissimi da tutti i big brand continuano a vestire Shaft Jeans.
“Ribellione oggi è non seguire per forza un trend ma credere nel proprio progetto e andare avanti”.
Se poteste scegliere una persona del passato che fa parte del mondo artistico in generale a cui far indossare Shaft Jeans, chi scegliereste?
Letizia: Direi che la lista sarebbe bella lunga: Cher, Raffaella Carrà, Marianne Faithfull, Jimmy Hendrix.
Quali sono i 3 modelli iconici che rappresentano Shaft Jeans?
Letizia: Modello Lola, la nostra zampa, modello Milly super wide bootcut realizzato in denim leggerissimi, modello Lara, il preferito dai Maneskin.
In che modo i vostri jeans sono biologici? Quali tecniche e accorgimenti avete inserito nel processo di produzione per essere più sostenibili?
Letizia: Abbiamo una linea certificata di denim organico. Il cotone è certificato GOTS che è una tra le più importanti e riconosciute certificazioni mondiali. Tutti questi denim sono trattati con processi green, si usa molto meno acqua e la maggior parte della energia proviene da fonti rinnovabili.
Parlando di sostenibilità, di quali elementi dovrebbe tenere conto il consumatore oggi nel comprare un nuovo paio di jeans?
Letizia: Da consumatrice è una domanda che mi faccio spesso: come prima cosa leggo la composizione e se la prevalenza di tessuto è cotone. Nonostante sigle strane e certificazioni di tutti i tipi le fibre naturali (cotone, Lino, canapa, lana…)sono la migliore scelta. Inoltre invito sempre a leggere il “Made in” cioè dove è fatto un capo. Se il capo è Made in Italy abbiamo la certezza che siano stati rispettati standard elevatissimi di produzione con rispetto delle persone e dell’ambiente.
“Tutti questi denim sono trattati con processi green, si usa molto meno acqua e la maggior parte della energia proviene da fonti rinnovabili”.
Qual è stato il consiglio che si è rilevato più utile durante il vostro percorso?
Letizia: Ne citerei due: “in caso di pericolo, accelera!” Di mia madre oppure “are you the horse or are you the rider?” Del mio primo capo americano.
Lorenzo: “Pensare in grande e crederci sempre”, Il fatto di avere lavorato in aziende più strutturate mi ha permesso di portare una mentalità differente.
C’è invece un ricordo, un momento particolare con Shaft Jeans a cui siete molto legati?
Letizia: Direi che ogni giorno è una grande lezione e quindi un ricordo da collezionare. Tra i più belli, forse quando ho visto appesa parte della mia collezione nel negozio più bello di Parigi durante la fashion week oppure la foto dei Maneskin accanto a Mick Jagger in cui Vic veste un nostro jeans e Thomas una nostra jacket. È bello pensare che in un momento così importante per loro vestissero i nostri capi.
Lorenzo: Il primo giorno in azienda, vedere mia madre e mia sorella al mio fianco per la prima volta mi ha reso ancora più responsabile. Tramite il proprio lavoro, soprattutto quando è presente la creatività, ci si mette spesso alla prova.
“In caso di pericolo, accelera!”
“Pensare in grande e crederci sempre”
Tramite il proprio lavoro, soprattutto quando è presente la creatività, ci si mette spesso alla prova. Qual è stata l’ultima cosa che avete scoperto di voi stessi?
Letizia: Una sensibilità particolare per i colori, l’ultima volta che ho visto un accostamento di colori inaspettato ma bellissimo mi sono messa a piangere!
Il libro sul vostro comodino in questo momento.
Letizia: Mi sono appassionata alle biografie di imprenditori e creativi, in questo momento però sto leggendo una biografia di Caterina de’Medici, una donna forte che ha portato nella rozza Francia del 500 tutti gli usi e i costumi italiani del rinascimento e ha fatto sbocciare l’intero paese.
Lorenzo: La biografia di Steve Jobs. Lavorare sempre sui dettagli, avere obiettivi a lungo termine e non arrendersi mai