Lily Vanilli ha un sorriso tanto dolce quanto le creazioni di pasticceria che realizza nella sua bakery di Londra e che, inutile a dirlo, solo a guardarle sui suoi profili social ci hanno messo fin da subito l’acquolina in bocca. Ma non solo, il loro stile è unico e riconoscibile, sempre.
Spinti dalla curiosità di sapere quali ispirazioni ci sono dietro a quelle creazioni così dolci e dalla volontà di sapere come è arrivata ad occuparsi di un progetto benefico e di successo come Bake for Syria e il Young British Foodie Award, abbiamo deciso di incontrarla per una chiacchierata a Londra. In lei abbiamo trovato una rock’n’roll, amante del suo lavoro, dei viaggi, dei cannoli siciliani e di continue sperimentazioni culinarie.
Il tutto senza mai dimenticare l’importanza della passione e della creatività, due ingredienti fondamentali per la buona riuscita di una torta, di un progetto e di un sogno.
Com’è nata la tua passione per la pasticceria?
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Penso che sia iniziata quando ero bambina, ma tutti amano cucinare dolci da piccoli; ho dei bellissimi ricordi di quando da piccola preparavo dolci con mia nonna. Vivevo in Arabia Saudita, e quando venivo in Inghilterra cucinavo utilizzando i frutti inglesi per preparare ricette tradizionali e mi affascinava tantissimo, era diverso.
Poi mi sono appassionata seriamente verso i 20 anni, ho iniziato a studiare pasticceria, scienze e tutti gli aspetti correlati, ed ecco come mi ritrovo oggi ad essere così appassionata e coinvolta. Immagino abbia avuto tutto inizio a 20 anni.
Pensi che il tuo background come graphic designer ti abbia aiutata in qualche modo nella “costruzione” di torte?
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Ero più brava a fare torte che qualunque altra cosa. Non sono mai stata brava in ambito artistico o creativo, molte persone che assumo sono artisti e creano delle torte bellissime. Ero tremenda in disegno ma per qualche ragione le torte mi vengono bene.
Dovevi solo trovare un modo per esprimere la tua creatività!
È una forma d’arte. Dove trovi le ispirazioni e come riesci a combinare la tua creatività con le necessità dei clienti?
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Questa domanda mi viene fatta spesso e credo che se sei davvero appassionato di qualcosa, non cerchi mai veramente delle ispirazioni, le trovi ovunque. Mi sembra di non avere mai tempo sufficiente per fare tutto quello che vorrei e c’è così tanto da imparare e da fare… L’ispirazione arriva da ovunque. Dall’arte certo, dalle collaborazioni con altri artisti e dai media, ma anche dalla natura. E anche dagli ingredienti e dal cibo, è davvero ovunque. Penso di essere fortunata perché con i miei clienti ho questa reputazione: quando vengono da me con un brief creativo, riesco ad ottenere dei risultati interessanti. Facciamo anche torte tradizionali, ma negli anni abbiamo affrontato molte opportunità creative come pasticceria, e per questo mi sento molto fortunata.
“Credo che se sei davvero appassionato di qualcosa, non cerchi mai veramente delle ispirazioni, le trovi ovunque”.
Immagino sia anche una sorta di sfida, esprimere la tua creatività. Cosa rappresenta per te, come la descriveresti?
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Penso che sia importante capire che ciò che puoi fare è unico e capace di soddisfare ogni tua aspirazione, che sia qualcosa di visivo o di creativo che ha a che fare con il cibo. Deve emergere dalla passione, da una qualche spinta che ti soddisfi. E penso che riguardi il capire quali sono le tue abilità, come puoi padroneggiarle, l’esperienza che hai avuto e come realizzare qualcosa di diverso e di unico.
Hai lavorato a torte fantastiche, ce n’è una di cui sei particolarmente fiera?
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Penso che le torte di cui sono più orgogliosa siano le più semplici, ossia le ricette che ho perfezionato per molto tempo. Le torte più semplici, quelle che creo da anni e su cui spendo la maggior parte del tempo. In termini di progetti creativi, adoro l’Afternoon Tea che ho organizzato nel 2018 in Cina. E lo farò di nuovo, in modo anche più emozionante. Ho anche realizzato una torta per il Victoria&Albert Museum, è rimasta nel V&A tutto il giorno ed è stata molto apprezzata. È stato un progetto davvero divertente.
Cosa ti ha spinta a creare il Young British Foodie Award?
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Penso che io ed i miei amici stessimo aspettando che qualcun altro lo facesse, ci sembrava che l’industria ne avesse bisogno, anche per il periodo in cui eravamo: si parla di otto anni fa circa, tutti erano presi dal cibo e dalle bevande inglesi. Stava coinvolgendo sia grandi che piccole imprese, ha cambiato il volto del cibo britannico a livello internazionale. Ma i premi per il cibo e le bevande che avevamo in questo paese erano molto celebrativi, come “Il miglior chef” e “I migliori ristoranti”, e vincevano sempre i cuochi televisivi che conoscevi già. Stavamo aspettando che qualcun altro lo facesse, ma poi ci siamo detti: “fanculo, lo facciamo noi”.
Anche perché in questo modo potete conoscere alcune realtà locali che non sono famose, ma comunque stimolanti. Ho visto la lista dei vincitori passati e ho pensato “Oddio, c’è molto da imparare”.
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E non è solo questo, anche se è rilevante. Ci sono persone che hanno bisogno di supporto, ed ecco che un premio simile può cambiare il loro business e metterli sotto i riflettori, specialmente alcuni agricoltori nel mezzo del Galles che fanno dei prodotti fantastici ma che non sono su Twitter o sui giornali: queste sono le persone che dobbiamo far conoscere, e che sono molto lontane dagli chef televisivi.
Forse, quello che fai è dare un ritratto più realistico dell’industria, al contrario dei programmi televisivi che presentano molti elementi di finzione.
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Esatto, sono persone che fanno davvero quello che vedi.
Sei anche la fondatrice della raccolta fondi “Bake for Syria”, cosa puoi dirci di questo progetto e qual è la tua ricetta siriana preferita?
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La seconda domanda è difficile! Il progetto è stato avviato da Clerkenwell Boy, Gemma Bell e Serena Guen di Suitcase Magazine che hanno fondato Cook For Syria: ora è diventato un movimento globale, ha raccolto oltre 700.000 sterline negli ultimi due anni, che vengono devolute al fondo per la Siria dell’Unicef.
Bake For Syria è il mio modo per contribuire alla causa, ho organizzato un paio di vendite di dolci con i migliori chef e pasticceri d’Inghilterra. Erano molto famosi, così abbiamo pensato di scrivere un libro come passo successivo.
L’ho visto su Amazon e ho pensato: “Devo inserirlo nella mia wish list”.
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Il concetto che mi piace è che stiamo raccogliendo questi fondi per aiutare la Siria, ma la stiamo anche celebrando allo stesso tempo, e volevamo farlo in modo positivo. Non si tratta solo di parlare della tragedia, ma di celebrare una storia lunga e orgogliosa di alcuni dei migliori cibi del mondo. Quindi tutti gli chef e i pasticceri coinvolti hanno creato un piatto con un tocco siriano, rendendo le persone consapevoli di quel cibo e di quella cultura.
La mia ricetta siriana preferita? Non lo so! [ride] Ce ne sono molte, e tanti libri validi a riguardo! Non riguarda solo la la cucina siriana autentica, ci sono anche ricette di rifugiati, ma è utile per scoprire nuovi modi per usare gli ingredienti. Non posso scegliere!
Che consiglio daresti a una persona che vorrebbe seguire il tuo percorso, fare qualcosa come quello che hai fatto tu?
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Penso che sia sempre deludente la risposta che do a questa domanda perché dico sempre: prima di tutto, quando ho iniziato, ossia dieci anni fa, non c’erano molte pasticcerie come la mia. Ora invece ce ne sono molte. Il che è fantastico, ma il cibo e le bevande inglesi sono cambiati molto in dieci anni, e c’erano un sacco di persone che facevano qualche piccola variazione. Non devi preoccuparti del tuo brand, pensare al logo, al marketing e all’essere un’azienda: non focalizzarti su questi aspetti. Concentrati piuttosto sul tuo mestiere e capire cosa puoi fare basandoti sulle tue passioni. Questo è il bello del gestire un’attività propria. Non c’è nessuno che ti dica cosa fare, quando stai cuocendo una torta puoi portare il tuo business ovunque. Se preferisci il cioccolato, lo zucchero, se vuoi concentrarti su cose come la viennoiserie… Devi trovare qualcosa che sia diverso.
E dovresti concentrarti sulla tua creatività, diventare bravo, fare pratica e non ingannare nessuno. Basta fare qualcosa di autentico, perché è il modo in cui il mondo è cambiato, il che è fantastico; se sei bravo in qualcosa la gente ti troverà. E l’ho visto accadere più volte, ad esempio ci sono piccole imprese che fanno solo marmellata o simili, solo quello ma che concentrandosi riescono a dar vita a un brand solido. E Instagram è uno strumento gratuito, tutto quello che ti serve per far conoscere il tuo lavoro è gratuito, il che non succedeva prima. Quindi, la mia risposta è: siate molto bravi in qualcosa. Non fate gli stronzi.
“Concentrati piuttosto sul tuo mestiere e capire cosa puoi fare basandoti sulle tue passioni. Questo è il bello del gestire un’attività propria.”
Hai un ingrediente con il quale ti piace sperimentare?
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Mi piace tutto ciò che è nuovo e ogni volta che viaggio torno piena di idee e di ingredienti nuovi. Sono stato da poco in Georgia, e quindi sto preparando torte con i loro ingredienti tradizionali, ad esempio hanno un ottima cannella lì; sto cercando di rielaborare le ricette georgiane tradizionali e vedere cosa succede. Quindi immagino che viaggiare sia una parte fondamentale. E anche i prodotti di stagione, non passano mai di moda. In estate mi piace usare bacche e simili, mentre d’inverno prediligo alcolici e spezie.
Ti è mai capitato un epic fail cucinando?
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Una volta ho lasciato cadere una torta, è stato orribile. C’era questa ragazza, una blogger, io ero una sua fan e lei una mia, ed è venuta a cucinare con me. Non avevo mai fatto nulla di simile prima, ma aveva fatto tutta quella strada: io però ero esausta. Ha cucinato questa bella torta e stavamo per decorarla insieme: la stavo reggendo e ho semplicemente smesso di tenere il vassoio, lasciandolo cadere! Non c’era nulla che potessi fare, era andata. Ero così stanca e ho pensato: “Basta, non ne posso più. Non posso farne un’altra, finiamola qui”. È stato davvero brutto. Certo, si commettono sempre degli errori.
Ma è anche un mezzo per imparare.
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Assolutamente. Il problema è quando commetti degli errori senza sapere il perché. Ma ovviamente sbaglio, sempre.
“Ogni volta che viaggio torno pieno di idee e di ingredienti”.
C’è un posto a Londra dove vai sempre per mangiare?
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Il mio posto preferito al momento, ed è l’unico posto che mi piace, è una bakery si chiama “A Portuguese Love Affair“. Ha un’atmosfera particolare, anche se ci sono un sacco di fantastici nuovi ristoranti e wine bar a Londra, è molto amichevole, come se ci si trovasse tra vicini di casa. Le ragazze che lo gestiscono sono molto cool e appassionate di quello che fanno. È piccolo, è come un Deli, c’è del buon vino e fanno dei piatti speciali: in estate hanno il barbecue e d’inverno fanno degli stufati. Ci vado letteralmente tutti i giorni.
Hai un dessert o un cibo italiano preferito?
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Amo i cannoli, sono fantastici. Non provo nemmeno a ricrearli perché non voglio fare casini, però li amo. Dovrei andare in Sicilia. C’è un ristorante molto buono vicino alla mia pasticceria, si chiama “Campania”, è davvero buono.
Hai un libro di ricette preferito?
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#Bake For Syria. Al momento mi piace molto Olia Hercules, ha scritto un libro intitolato “Caucasus“, anche se tutti i suoi libri sono meritevoli, sono stato in Georgia quando lo stavo leggendo.
Una ricetta che ti ricorda la tua infanzia, una che ami ora e una che vorresti provare?
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Ho cucinato con mia nonna, coltivava nel suo giardino ribes rosso e nero e quello per me è ancora il mio sapore preferito, mi ricorda la semplicità della sua cucina. Ho provato a rifarlo nella mia pasticceria, ma ha più il sapore di una Victoria Sponge, è buona.
Abbiamo fatto quest’ottimo Georgian Sour Cherry Pie con crema pasticcera che è davvero delizioso. In questo momento mi piacciono molto le crostate, penso siano di tendenza. Non ne sto facendo abbastanza ma ci sto provando, è la mia sfida.
E per il futuro penso i cannoli. Devo provarli: li amo davvero, e non ne ho mai fatto uno, quindi dovrei provarci.
Cosa c’è nel tuo futuro?
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Ho aperto una pasticceria a Tbilisi, il che è emozionante. E sta andando bene, penso che ci lavoreremo di più e che passerò più tempo lì, mi sta piacendo molto. Quest’anno organizzo nuovamente il Tea in Cina, ho appena creato una birra e sto lavorando a un elenco di prodotti. È un segreto, ma spero che il 2019 sia l’anno decisivo. Non lo so ancora con sicurezza, ma accadranno un sacco di cose divertenti nel 2019.