La cantautrice americana Liz Kate è la ciliegina sulla torta di un cast stellare, quello dell’adattamento cinematografico firmato Universal dell’omonimo musical di Broadway “Dear Evan Hansen”, prossimamente nelle sale di tutto il mondo. Il regista Stephen Chbosky ha scelto Liz per interpretare, insieme a Kaitlyn Dever, le inseparabili amiche Gemma e Zoe. L’accoppiata e l’esperienza complessiva non avrebbero potuto essere fonti migliori di ispirazione e grandi emozioni, come ci ha raccontato la stessa Liz in una chiacchierata interessante a proposito del film.
Tra la promessa di una prospettiva unica sulla storia e la premessa di una potente trasmissione, Liz ci ha svelato alcuni dettagli inediti su “Dear Evan Hansen”, il suo approccio al personaggio (e come è finita a interpretarlo), la sua esperienza sul set e il messaggio che crede e spera che il film lancerà, forte e chiaro. E un paio di rivelazioni inaspettate: un album d’esordio in arrivo, e un shoutout a due dee della musica, Stevie Nicks e June Carter Cash.
Qual è il tuo primo ricordo legato al cinema?
Ho un ricordo vivido di quando, da piccola, guardavo i classici del cinema con mio nonno. Un film che ricordo in particolare è “Ultimatum alla Terra”, (1951) con Patricia Neal. Quando ero bambina, la mia famiglia mi raccontava storie su di lei (è una mia lontana cugina), e io ho sempre aspirato di essere un’attrice dinamica come lo era lei. Inoltre, ho sempre avuto una grande ammirazione per il suo lavoro sul personaggio di Alma in “Hud il selvaggio” (1963). Ho avuto la fortuna di conoscerla nei suoi ultimi anni di vita e apprezzo molto le conversazioni che abbiamo avuto. Per me è importante continuare a recitare, perché così facendo molti hanno raccontato storie straordinarie. Anche mia madre è un’attrice, e anche mia sorella minore, è bello condividere quest’arte con loro.
“Dear Evan Hansen” è il tuo debutto sul grande schermo: eri una fan del musical prima che ti fosse assegnata la parte?
Sì, ero fan di “Dear Evan Hansen” prima che mi venisse assegnata la parte di Gemma nell’adattamento per il cinema. Ho letto il libro prima di immatricolarmi alla Belmont University, e ho subito segnato nella mia lista di propositi quello di andare a vederlo a Broadway. Ora che stiamo tornando a teatro, non vedo l’ora di organizzarmi per vederlo dal vivo.
Che tipo di approccio hai adottato per dar vita al tuo personaggio, Gemma? E come hai costruito la relazione tra Gemma e la sua migliore amica, Zoe, interpretata da Kaitlyn Dever?
Quando abbiamo ricevuto la telefonata di conferma che la parte fosse mia, non vedevo l’ora di buttarmi a capofitto nello sviluppo del personaggio di Gemma. All’inizio, avevo fatto l’audizione per un altro personaggio, ma al secondo provino il regista, Steven Chbosky, mi chiese di recitare la parte di Gemma. Quando era ormai certo che sarei stata ingaggiata per questo nuovo personaggio, io e il mio acting coach abbiamo cambiato marcia e iniziato a mettere insieme tutti i pezzi del suo puzzle. Ci siamo divertiti parecchio a plasmare il personaggio di Zoe, la sua premurosa migliore amica, soprattutto durante questo periodo di perdita estremamente difficile che sta vivendo. Kaitlyn è una persona molto alla mano; abbiamo molte cose in comune e ci siamo da subito immerse nella dimensione in cui dovevamo trovarci. Onestamente, non riesco a immaginare nessun altro che avrebbe potuto dar vita a Zoe sullo schermo nel modo in cui l’ha fatto lei, è stata una bellissima esperienza.
Cosa dobbiamo aspettarci da quest’adattamento di “Dear Evan Hansen”?
L’intero team di “Dear Evan Hansen” ha fatto un lavoro straordinario includendo nel film gli elementi più popolari e importanti della storia originale che tutti amano. Per quanto riguarda la colonna sonora, l’attesa più emozionante è quella delle musiche originali create specificamente per l’adattamento. Pasek & Paul sono sempre compositori e performer straordinari. Sarà un’esperienza completamente diversa di “Dear Evan Hansen” che non rimpiazzerà nessuna versione del passato ma che costituirà una vera e propria aggiunta alla collezione di storie di “Dear Evan Hansen”.
“Sarà un’esperienza completamente diversa di ‘Dear Evan Hansen’.”
Il musical affronta temi importanti come salute mentale, suicidio, depressione, e ansia. Cosa speri che il pubblico possa portare a casa con sé, qual è il messaggio che speri rimanga con chi esce dal cinema dopo averlo visto?
La mia speranza è che il film trasmetta complessivamente un messaggio tale da ispirare una conversazione più aperta sul tema della salute mentale. Abbiamo bisogno di normalizzare il fatto di parlarne sinceramente e chiedere aiuto quando necessario. Non siamo mai soli in questo mondo, c’è sempre qualcuno, là fuori, che ha affrontato un’esperienza simile alla nostra. Ascoltiamo quando qualcuno parla della propria salute mentale e dei propri bisogni, prendiamoli sul serio, aiutiamoli a mettersi in contatto con risorse di aiuto professionale. Questi sono solo alcuni modi di assistere in maniere appropriata chi sta lottando per il proprio benessere mentale.
“Ti sei mai sentito come se nessuno fosse lì?”: è il primo verso di una delle canzoni più famose del musical, “You Will Be Found”. Ti sei mai sentita così? E cosa ti ha aiutata a ricordarti che “non sei sola”?
Quel verso, “Ti sei mai sentito come se nessuno fosse lì?”, mi colpisce dritta al cuore ogni volta. Non credo esista nessuno, a questo mondo, che possa affermare con certezza di non essersi mai sentito in quel modo almeno in un momento della vita, ed è questo che rende il messaggio così speciale. Quando ho scoperto “Dear Evan Hansen”, non avevo idea dell’impatto enorme che avrebbe avuto su di me. Il mio ultimo anno di liceo mi ha dato una nuova prospettiva su tutto, ho iniziato a maturare nella nuova stagione della mia vita e la mia fede in Dio è diventata più profonda. Mi sono resa conto di essere circondata da persone che non supportavano chi volevo essere. Ho dovuto prendere alcune decisioni difficili per onorare la persona che stavo diventando, e imparare ad affrontare la solitudine è stata una parte significativa del processo. Il mio primo anno di università è stato un periodo di transizione difficile, ma mi ha aiutata a crescere e diventare la persona che sono oggi. Non tollero più il bullismo o le relazioni oppressive. Ricordarmi che merito amicizie che rispettino e supportino i valori in cui credo e i miei obiettivi mi tiene in riga, consentendomi di essere coerente con la vera me stessa.
Se dovessi descrivere “Dear Evan Hansen” con una sola parola, quale sceglieresti?
Sceglierei l’espressione “che ti cambia la vita”.
“Ti cambia la vita”
A proposito di musical, qual è il tuo preferito?
Sono in grande difficoltà, la scelta sarebbe tra “Mamma Mia” e “Waitress”. Per non parlare del fatto che potrei cambiare opinione dopo aver visto “Dear Evan Hansen” dal vivo.
Quali sono le 3 canzoni in cima alla tua playlist? E le 3 canzoni da cantare ad alta voce?
La mia playlist cambia in continuazione e comprende un’ampia varietà di generi. Credo che questa sia la domanda più difficile che mi hai fatto finora! In questo periodo, se un sabato facessi un giro in macchina me, ti farei ascoltare “She’s Funny That Way” di Billy Holiday, “Monte Carlo” di Remi Wolf, “Bittersweet” di Lianne La Havas. Le mie 3 canzoni preferite da cantare sono alcuni inediti che ho scritto io. Il mio nuovo album uscirà in autunno, quindi dovremmo sentirci un’altra volta e solo allora ti direi le mie nuove canzoni preferite, dopo l’uscita. Quando sono in vacanza, adoro ascoltare Andrea Bocelli, è una tradizione.
Se potessi interpretare un musicista, del passato o del presente, chi sceglieresti e perché?
Se potessi interpretare un musicista in un film, una delle prime persone che mi vengono in mente è Stevie Nicks. Ammiro il suo stile e la sua storia, il fatto che non si sia mai arresa durante i momenti difficili. Un’altra persona che mi piacerebbe avere l’opportunità di interpretare, a proposito di musicisti nel cinema, è June Carter Cash. June era un’artista incredibilmente versatile su molti livelli performativi, sarebbe così divertente interpretare i suoi mille talenti.
La migliore colonna sonora di tutti i tempi?
La mia colonna sonora preferita in assoluto è quella di “The Greatest Showman”.
L’ultima serie che hai divorato?
“Manifest”, su Netflix, è bellissima. La notte in cui l’ho iniziata, sono rimasta a guardarla fino alle 3 del mattino (che è anomalo per me). A me piace dormire il giusto quantitativo di ore la notte, ma la storia mi ha davvero presa, dovevo assolutamente continuare a guardare.
Quali storie sogni di raccontare?
Il mio desiderio e quello di raccontare più storie che includano i temi della guarigione, felicità e onestà.
“Guarigione, felicità e onestà”
Hai paura di…?
Non ho molte paure, ma farei volentieri a meno dei ragni che ti entrano in casa e spariscono prima che tu possa catturarli. E poi, di sicuro non hanno una gran reputazione, ma avete mai visto una foto di una talpa dal muso stellato? È parecchio strana!
L’ultimo film o serie TV che ti ha fatto scoprire qualcosa su te stessa?
Di recente ho visto “Questione di tempo”. Amo i film che ti fanno vedere le cose da un’altra prospettiva, e quando ho visto quel film, mi ha dato una conferma di quali sono le cose importanti nella mia vita. Passare del tempo con la mia famiglia e i miei amici più stretti è il mio passatempo preferito. A volte, ci facciamo prendere dalle nostre faccende e dalla vita, che ci fa correre come criceti su una ruota, ma è fondamentale renderci conto di quali sono le cose importanti e rilocalizzare la nostra attenzione.
Il film che conosci a memoria.
Uno dei miei film preferiti di sempre è “Forrest Gump”.
Il tuo must-have sul set.
Un must-have di cui ho assolutamente bisogno sul set è dell’acqua LaCroix aromatizzata al limoncello e un buon libro.
Un epic fail a lavoro.
L’epic fail migliore e più epico sul lavoro mi è capitato durante le prove di “Dear Evan Hansen” il giorno di Halloween. Mi sono presentata sul set vestita come una delle sorelle Sanderson di “Hocus Pocus”, ma nessun altro, letteralmente nessuno a parte me, indossava un costume. Io tendo a prendere le feste sul serio, ed ebbi un grande successo – ma immagina Sarah Sanderson che canta “You Will Be Found”. Mai fatte le prove di un musical o di una coreografia indossando un costume da strega? È stato assurdo.
Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Battermi per quello che è giusto. L’ho fatto diverse volte nel corso della mia vita e continuerò a farlo. La cosa più difficile e quella giusta nella maggior parte dei casi coincidono.
“La cosa più difficile e quella giusta nella maggior parte dei casi coincidono”
Qual è la tua isola felice?
La mia isola felice la raggiungo quando rifletto sulle mie esperienze passate valutando le cose che, nella vita, ho intenzione di continuare a perseguire, o anche quelle che invece voglio lasciar andare. Sono grata per tutte le esperienze che Dio mi fa vivere e mi piace crescere e imparare nuove cose su me stessa a ogni svolta della vita.
Cosa c’è nel tuo futuro?
Ho alcune cose in cantiere al momento. Sto terminando il mio primo album e non vedo l’ora di condividerlo con il mondo. Scrivo musica da quando avevo 10-11 anni, e sento che la selezione che abbiamo fatto è molto speciale e importante, perché molte persone potranno riconoscervi sé stessi, ora come ora. Sarà divertente scoprire quali pezzi la gente preferirà, una volta uscito il disco. Al momento, sto scrivendo alcune cose, e spero di poter dirigere i miei progetti un giorno. Di certo, come attrice, continuo a fare audizioni e conto di potermi presto cimentare in nuovi progetti cinematografici e televisivi.
Non vedo l’ora che arrivi il futuro.
Photos by Tyler Krippaehne