Sfumature, facce, colori e trasparenze, risonanze, fragilità: questi i connotati di un prisma e di un essere umano. D’altra parte, che cosa siamo noi se non figure spigolose e sfaccettate, raggianti quando la luce ci colpisce, brutali quando finiamo nelle mani sbagliate?
Questa è la metafora su cui si basa la serie Prime Video di Ludovico Bessegato, da questo mese disponibile con la seconda stagione, “Prisma 2”. La prima stagione è stata un grande successo, ci ha presentato la gen Z di Latina, un gruppo di ragazzi alle prese con lotte agli stereotipi, ricerca e definizione di un’identità in un’era in cui l’omologazione regna sovrana. Nella seconda stagione, i gemelli Marco e Andrea (Mattia Carrano) mettono in seria discussione la loro complicità, incrinata da una serie di eventi e persone che rompono gli equilibri, Daniele primo fra tutti: personaggio che in questo capitolo è particolarmente fragile e indeciso e, come lo definisce Lorenzo Zurzolo che lo interpreta, più una vittima del contesto che un cattivo. Cresciuto sul set e intensamente appassionato del suo lavoro, Lorenzo è profondo come i ruoli che interpreta, devoto alle cause in cui crede con fermezza.
Lorenzo è la nostra Cover di giugno, non a caso in rappresentanza di un mese in cui si celebra il valore della diversità: nei panni di Daniele, ha scoperto il bello di aprirsi e comunicare, di “fregarsene” ed “essere semplicemente sé stessi”.
Qual è il tuo primo ricordo legato al cinema?
Uno dei miei primi ricordi è quando ho visto “La vita è bella” con la mia famiglia. Eravamo tutti insieme sul divano e mi ricordo che mi ero commosso tantissimo. Mi sono emozionato talmente tanto da innamorarmi del cinema, lì, per la prima volta.
“Prisma 2” sembra avere tinte più dark, forse un po’ meno leggerezza rispetto alla prima stagione. Normale, perché i personaggi stanno crescendo, stanno attraversando situazioni nuove e complicate, e uscirne non sarà per niente facile. In particolare, la relazione tra Daniele e Andrea è al centro della nuova stagione. Come descriveresti la crescita e l’evoluzione di Daniele? Verso quale direzione sta andando il tuo personaggio?
Daniele sta crescendo e in questa stagione si trova nella fase in cui sta mettendo in dubbio tutte le sue certezze. È un ragazzo che è un po’ vittima del contesto in cui è cresciuto, è un po’ vittima dell’immagine che tutti quanti vogliono che incarni, ma che non è quella che lui vuole avere. Sta attraversando un percorso di crescita fatto di lanci, accelerazioni, frenate, abbagli, scelte decise e scelte meno decise: farà i conti con la difficoltà di accettarsi, capire cosa vuole. Man mano che va avanti, avviene un vero e proprio sgretolamento della mascolinità tossica che il contesto gli aveva imposto.
Daniele, quindi, si ritrova ad affrontare diversi tipi di conflitti (interni ed esterni). Come ti sei preparato per entrare nella mente e nel cuore di un personaggio così “chiuso” e pieno di contraddizioni? Quali sono le sfumature emotive che hai trovato più difficile esplorare?
In realtà, non è stato così difficile entrare nella mente e nel cuore di Daniele, perché è un personaggio che è stato scritto molto bene.
Io ho compreso da subito il suo stato d’animo e le sue difficoltà dovute al contesto in cui è cresciuto e vive. Una cosa molto stimolante, poi, per me è stata il fatto che “Prisma” non è una di quelle serie dove i personaggi si piegano ai loro stati d’animo; non c’è mai una battuta di Daniele in cui dice esplicitamente, “Sono in difficoltà perché mi sento giudicato”, ma lo capisci lo stesso da quello che fa, da come lo fa, da quello che vive. È stato interessante perché ho dovuto empatizzare io in primis con lui, per poi far empatizzare le altre persone e far capire loro quello che Daniele stava vivendo.
‘”Prisma’ non è una di quelle serie dove i personaggi si piegano ai loro stati d’animo…”
Certo e poi è una serie molto “visiva”, quello che succede dentro i personaggi lo si capisce di più da come si esprimono e dalla messa in scena del tutto che da quello che dicono o non dicono. Per te, qual è l’aspetto più interessante o unico del legame tra Daniele e Andrea e come influenza lo sviluppo dei personaggi e le loro vicende, che alla fine si intrecciano sempre?
Sì, vero. Io credo che Andrea rappresenti per Daniele quello che lui vorrebbe provare a fare, cioè fregarsene del giudizio degli altri e semplicemente essere sé stesso.
Quindi anche uno stimolo per gli altri personaggi a fare la stessa cosa, ad avere lo stesso coraggio. “Prisma” infatti affronta tematiche attuali e rilevanti per i giovani: identità di genere, privacy, anche cyber bullismo in questa stagione, e molto altro. C’è un particolare tema o argomento che ritieni importante evidenziare o che è importante per te?
Più che un tema, trovo importante quello che è un focus della serie, ovvero il fatto che si parla di persone, con caratteristiche diverse. Poi, ovviamente, c’è la tematica LGBTQ che per forza di cose è centrale, ma in realtà alla fine si tratta sempre di individui, ognuno fatto a modo proprio, e nessun personaggio è vittima della propria caratteristica o stereotipato per quella sua caratteristica.
“INDIVIDUI”
Sono tutti personaggi molto forti. Penso sempre a quanto avrei voluto essere così anche io alla loro età.
Durante la produzione della seconda stagione, c’è stato un momento o una scena che ti ha colpito particolarmente o che ti ha insegnato qualcosa in particolare?
Io e Daniele siamo molto diversi, però per alcune cose con lui mi ci ritrovo, per esempio per il fatto di essere molto riflessivo e chiudermi, a volte, in me stesso, e di essere un po’ introverso. Questa serie e questo personaggio mi hanno insegnato a crescere, a prendermi il tempo per farlo, e a fregarmene di quello che pensano gli altri.
Daniele dice che “a volte nessuno sembra capirlo davvero”. Tu ti sei mai sentito incompreso o frainteso allo stesso modo? Come hai affrontato la situazione? Quale consiglio daresti a Daniele per risolvere la sua?
Sì, mi è successo, ovviamente. Il consiglio che darei a Daniele sarebbe di aprirsi un po’ di più e parlare con le persone che gli sono vicine, perché poi, come spiega molto bene la serie e come ti dicevo prima, nessun personaggio è vittima del proprio stereotipo. Tutti quanti, anche i suoi amici che sembravano i meno disposti ad accettare un orientamento sessuale diverso di Daniele, alla fine si rivelano le più aperte ad accettarlo, mentre a volte le persone che sembravano più a favore dei diritti LGBTQ sono le meno aperte. “Prisma” approfondisce bene questo tema per cui nessuno è cattivo, ma tutti sono il cattivo per qualcun altro, o il buono, anche, a seconda delle persone.
Insomma, a Daniele consiglierei di aprirsi di più e di parlare, dire quello che sente.
“Nessuno è cattivo, ma tutti sono il cattivo per qualcun altro”
“Prisma 2” in una sola parola?
Beh, non a caso la serie si chiama “Prisma”! [ride] Dentro ci sono tutte le sfumature, tutti i colori, proprio perché ognuno di noi è un prisma pieno di sfaccettature diverse.
Uno dei temi centrali di “Prisma” è la scoperta e l’accettazione di sé stessi. C’è o c’è mai stato qualcosa, di te o della realtà che ti circonda, che hai fatto fatica ad accettare?
Della realtà che mi circonda ci sono tante cose che faccio fatica ad accettare, soprattutto in questo periodo. Però, credo che alla fine ognuno debba fare i conti con la realtà e crescere e accettarla, perché non c’è cosa peggiore di non accettare le cose come sono.
Solitamente, quando reciti o prepari un personaggio, tendi ad essere più razionale o istintivo?
Entrambe le cose. In generale, io sono una persona molto razionale, penso sempre molto alle cose, ci ragiono molto, sia quando devo fare un film, sia quando devo fare un provino: penso sempre tanto a qual è la strada migliore. Sul lavoro, però, credo che a volte sia importante anche affidarsi all’istinto, soprattutto nelle scene più emotive, in cui è necessario tirar fuori le emozioni più potenti. Lì è importante sapersi lasciar andare. Però, tendenzialmente, nella vita sono una persona molto razionale.
“è importante sapersi lasciar andare”
Qual è il tuo must-have sul set?
In realtà, tendo a non portarmi nulla sul set, a spogliarmi di tutti gli oggetti personali, piuttosto, cerco sempre degli oggetti del personaggio. Quindi, per ogni personaggio, anche se non si vede mai in scena, cerco sempre di avere con me qualcosa che nella mia testa può appartenere a quel personaggio, che può essere un accendino come un paio di calzini, qualcosa che mi aiuti a immedesimarmi nella parte.
E per Daniele cosa avevi?
Per Daniele ho preso una specie di portachiavi che faceva parte della scenografia [ride]. Ce l’avevo dalla prima stagione, un oggetto stupidino trovato nella casa di Daniele, che mi faceva pensare a lui. Nella serie nemmeno si vede, ma per me era un po’ un esercizio mentale.
Il tuo più grande atto di coraggio?
Forse quello di non aver mai avuto un piano B, ma di essermi concentrato su questo lavoro qui, che non è molto sicuro, ma è sempre stato il mio piano A, B, C, D, E… Sin da molto piccolo, sapevo bene quello che volevo e che volevo fare, e ho investito un sacco di tempo e un sacco di cose in generale per riuscire ad ottenerlo.
Qual è stato il miglior vaffanculo della tua vita finora?
Eh… Ne ho detti un po’ ad alcune persone! [ride]
Sul lavoro, in realtà, non ho mai avuto occasioni, piuttosto mi è capitato con persone che non mi andavano molto a genio.
Quando ti senti più al sicuro? E quando ti senti più sicuro di te?
Io amo molto stare a casa, forse anche per colpa del Covid, quindi il posto in cui mi sento più al sicuro è sul divano con il cane e un film da guardare [ride]. Mi piace molto starmene a leggere o guardare cose, insomma.
Il posto in cui mi sento più sicuro di me è senza dubbio il set: mi piace proprio il set, sono un animale da set, è il posto dove sto meglio in assoluto. Mi manca molto quando non giro, mi piace stare ore e ore sul set, non mi lamento mai di starci, perché mi sento molto fortunato. Ho anche avuto la fortuna di iniziare da piccolo, quando avevo 7 anni, e bene o male da allora ogni anno, seppur all’inizio cose molto più piccole, tra una pubblicità o un ruolo da protagonista di puntata in qualche serie, ho sempre lavorato. Quindi, sul set ci sono cresciuto, mi sono abituato e mi piace tantissimo.
“Sono un animale da set”
Qual è la tua paura più grande?
A me spaventa molto la violenza.
Collegandoci al background musicale di Daniele, che è un trapper con potenziali hit in tasca, parliamo di musica. Qual è la canzone che descrive questo momento preciso della tua vita?
Fammi pensare… Allora, sono stato un mese a Los Angeles e sono tornato solo ieri, quindi sono un po’ nel mood Red Hot Chili Peppers [ride], “Scar Tissue”, “Californication”, quel genere lì.
Il libro sul tuo comodino?
In questo momento sto finendo di leggere un libro sul metodo di recitazione, “Il potere dell’attore” di Ivana Chubbuck. Invece, come libri “di letto”, in questo periodo sto leggendo tanto Dostoevskij, “Il giocatore”, “Il coccodrillo” che parla di quest’uomo che viene mangiato da un coccodrillo e continua a vivergli dentro [ride]. Poi mi piace molto Steinbeck, “Uomini e topi”, “La perla”, Camus, “Lo straniero”.
Cosa significa, per te, sentirsi a proprio agio nella propria pelle?
Significa non aver paura di essere sé stessi, non sentirsi giudicati da nessuno e di base essere felici.
L’ultima cosa o persona che ti ha fatto sorridere?
Oggi, il cast di “Prisma”!
Anche se sospetto già la tua risposta… Qual è la tua isola felice?
Eeeh, il set, ovviamente [ride].
Photos and Video by Johnny Carrano.
Makeup by Simone Belli using Gucci Beauty.
Assistant Makeup Alessandro Joubert.
Hair by Silvia Massucci.
Total Look: Gucci.
Thanks to The Rumors.