Luigi Tomio, Global Pro Makeup Artist di Estée Lauder, è l’uomo da cui puoi imparare il più grande numero di trucchi geniali per il tuo makeup, ma non solo. È un uomo che ama il suo lavoro e mette tantissima passione in ciò che fa, ama i toni freddi, i contrasti e ammira Victoria Beckham, che è riuscita ad utilizzare i colori in modo unico.
Luigi è un uomo di grandissima intelligenza e passione, le ispirazioni per il suo lavoro sono tante ma cita Mondrian tra gli artisti che sente affini a sé. Lo abbiamo intervistato e gli abbiamo chiesto del suo percorso in Estée Lauder, della sua skincare routine e quali sono i prodotti che non devono mai mancare nel suo kit (e quelli indispensabili per un makeup di 5 minuti).
Come è nata la tua passione per il makeup e quale è stato il tuo percorso?
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Questa passione la coltivo da sempre perché va di pari passo con la mia passione per il colore. Fin da ragazzino mi divertivo a colorare più che a dipingere e questo ha fatto sì che acquisissi la giusta padronanza con le varie tipologie di pigmento. La tecnica che trovo più vicina a me è quella dell’acquerello, che ha una certa attinenza con il makeup perché puoi diluire i colori e ottenere delle sfumature diverse che solo l’acquerello permette di raggiungere.
Dopo vari studi accademici inerenti il makeup, sono approdato in questo mondo; parliamo degli anni ‘80, quando Milano ferveva e non c’erano difficoltà nel trovare lavoro, bastava averne voglia. Ho fatto gavetta in molteplici ambienti, anche in produzioni televisive che duravano mesi: ad esempio “Drive in”, un format per cui dovevi occuparti non solo di makeup ma anche di trasformismo. Ho operato nei teatri come l’Arena di Verona, dove ho seguito due produzioni per tutta stagione lirica, un’esperienza viva e presente; e naturalmente nella moda, che in quegli anni ti permetteva di sopravvivere dandoti settimane intere di lavoro, sia per contenuti editoriali che per i cataloghi,.
Finché ho avuto dalla mia agenzia il contatto con Estée Lauder e sono approdato in questo ambiente per me sconosciuto: per la prima volta mi avvicinavo a un mondo non solo creativo ma anche di business. Inizialmente ero diffidente, ma ho capito fin da subito che Estée Lauder avrebbe potuto darmi una giusta collocazione permettendomi di esprimermi.
“La tecnica che trovo più vicina a me è quella dell’acquerello, che ha una certa attinenza con il makeup…”
Il mondo del makeup e dello skincare si sta evolvendo sempre di più, soprattutto negli ultimi 2 anni con le tematiche del femminismo e dell’inclusione: come ti piacerebbe vedere questo mondo in futuro?
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Devo dire che l’inclusione ha fatto tanto ed è giusto così, non solo perché apre le porte ovunque ma soprattutto perché non esclude nessuno. Vedo una proiezione di quello che è il mondo beauty in una forma positiva di globalizzazione, ad esempio noi occidentali riusciamo sempre più ad attingere dal mondo orientale. A questo proposito il Giappone sta riemergendo per fronteggiare con forza il fenomeno coreano. Questa globalizzazione permette di utilizzare e sperimentare quelle che fino a ieri erano tecniche locali, la condivisione di esperienze che le donne dall’altra parte del mondo hanno sperimentato per anni e che noi non conoscevamo. Si hanno routine e risultati sempre meno omologati e sempre più portati verso la disciplina cosmetica.
La Corea è un altro esempio. Qui è nato il fenomeno della BB cream, un prodotto sempre molto forte, che ha creato una tendenza rivoluzionaria facendo abbandonare le texture super-coprenti e offrendo protezione e uniformità di colorito senza appesantire. Prima dell’avvento della BB Cream i fondotinta non erano così performanti come oggi.
Quali sono i prodotti must-have nel tuo kit?
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Non amo utilizzare troppi prodotti, amo piuttosto sfruttare l’azione di un prodotto con molteplici utilizzi. Indubbiamente Advanced Night Repair, un siero favoloso e protagonista indiscusso del brand, il prodotto che facilita in tutto, non solo nella skincare routine. Un altro prodotto Estée Lauder che ritengo fondamentale è il fondotinta Double Wear, che dà la possibilità di scegliere tra più di 50 shades trovando il colore più puro e adatto al tuo tipo di incarnato, per tornare al discorso dell’inclusività.
Come bronzer invece il Powder Bronzer, una semplice terra geniale perché permette di apportare qualsiasi tipo di correzione e contouring al viso, definendo non solo il giusto colore ma anche le giuste proporzioni. È un prodotto utilizzabile anche come ombretto. Ci sono quattro tonalità, da matte a leggermente glitterato e che si adattano ad ogni tipo di carnagione. Poi il mascara Extreme, per ottenere in pochissimo tempo un effetto che avvolge perfettamente le ciglia, donando struttura ma anche una certa elasticità, mantenendole ben separate.
Sono molto affascinato dalla linea Pure Color Desire, è un rossetto che ti permette di ottenere il massimo della definizione e di concentrazione colore. Con il 25% in più di puro pigmento dona un effetto di saturazione immediato.
“Devo dire che l’inclusione ha fatto tanto ed è giusto così, non solo perché apre le porte ovunque ma soprattutto perché non esclude nessuno”.
Quanto credi sia importante preparare la pelle per la riuscita del makeup?
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Ogni pelle ha le sue esigenze, prima di iniziare il makeup io dedico sempre almeno 10 minuti alla preparazione della pelle: è fondamentale non farlo in fretta, il primo impatto deve dare la possibilità di entrare in sintonia con la persona, prima di truccarla. Per capire cosa richiede la pelle.
Ci sono epidermidi che ti facilitano, altre invece che hanno bisogno di prodotti altamente performanti. Quando tratti una pelle con secrezione sebacea abbondante, una tipologia di pelle oleosa, devi opacizzare il viso: in questo caso una delle tecniche utili è scaldare il meno possibile il prodotto anche perché altrimenti rischi di riattivare la secrezione sebacea. Stesure soft, senza massaggio, e applicare il fondotinta con il pennello facilita molto. Prima di ogni makeup bisogna dedicare la giusta attenzione al viso e al contorno occhi, ricorrendo a prodotti ad effetto immediato. E giusti dosaggi di siero e di crema , anche miscelati.
Come si compone la tua skincare routine?
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Prossima domanda? [ride]. Amo seguire un’attenta alimentazione e usare le barre di sapone, sono all’antica. Nel quotidiano le uso una volta al giorno, soprattutto la sera, perché è il momento in cui la pelle ha maggior bisogno di attenzione perché è più stanca, quindi va coccolata maggiormente; uso sempre queste barre di sapone in due tempi, così oltre alla pulizia ottengo anche un’azione esfoliante, per favorire l’assorbimento di Advanced Night Repair. Uso infine una crema idratante 24h.
Quali prodotti utilizzi per un makeup di 5 minuti?
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È molto soggettivo, bisogna decidere subito se esaltare maggiormente lo sguardo o le labbra per andare a creare il makeup finale. Un buon makeup di 5 minuti, che non sono pochi per chi sa truccare, ti dà la possibilità di fare la base per la struttura. Non deve mai mancare il mascara e dare risalto alla forma dell’occhio attraverso una matita sfumata o un eyeliner, poi un tocco di contouring per armonizzare forme, utilizzando anche due colori di blush per dare più vivacità; le labbra non sempre le trucco perché definiscono fin da subito una firma.
“…dedico sempre almeno 10 minuti alla preparazione della pelle: è fondamentale non farlo in fretta…”
C’è stato durante la tua carriera un incontro che ha ispirato il tuo modo di vivere il makeup e il beauty?
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Quello con Victoria Beckham: ritengo sia un’icona non solo nel mondo fashion ma anche beauty. Ho avuto modo di lavorare con lei durante la realizzazione della sua linea per Estée Lauder, lei stessa vuole sperimentare qualsiasi prodotto metta sul mercato: per giorni sono stati cercati negli archivi Estée Lauder i prodotti con le caratteristiche in grado di soddisfare le esigenze sue e dei suoi clienti. È un prodotto non finalizzato al business ma alla durata nel tempo. Sono molto affascinato da questa donna perché ha saputo fare suo il color blocking, ossia combinare due tonalità opposte della ruota cromatica per creare effetti visivi inaspettati. Non è una cosa da poco, ma l’abbinamento di questi colori che si contrappongono dà il massimo risalto. Uscirà prossimamente con una linea più mirata, anche di skincare.
Come definiresti il tuo stile?
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Lo definirei classico-contemporaneo, perché tutto quello che ho raccolto dal passato rimane comunque sempre vincente. Di certo bisogna saperlo rendere più attuale, fresco e immediato. Sono attratto dalla pulizia razionale, amo tutto ciò che è essenziale, detesto quello che è troppo, come il Barocco ad esempio, mi sento più “nordico” perché amo la luce soffusa e nitida. Michael Nyman ad esempio è il tipo di musica che mi affascina, mentre se mi chiedi dove trovo la maggior forma espressiva e cromatica nell’arte ti dico Mondrian sicuramente, mi piace questo stile così severo ed essenziale.
Toni caldi o toni freddi?
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È una distinzione molto semplice: i toni caldi appartengono a noi mediterranei, li indossiamo con più facilità, mentre i toni freddi ci portano lontano. Preferisco distinguere tra colori solari e lunari, è un messaggio che arriva di più: quando parli di colori solari capisci che noi mediterranei ne siamo portatori ma quando devi ricreare dei look più algidi, i colori freddi danno un maggiore effetto. Quando utilizzi i colori naturali avrai un effetto naturale di per sé, mentre quando utilizzi i colori freddi e distanti è il makeup ad essere protagonista. Quindi spesso il colore freddo mi appaga di più.
“Victoria Beckham: sono molto affascinato da questa donna perché ha saputo fare suo il color blocking”.
Un trend beauty che ti piace?
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La glass skin, ossia l’effetto pelle vitrea, molto naturale ma artefatta allo stesso tempo perché è una pelle costruita, serve una skincare routine molto attenta per affinare la pelle. Di certo questo contribuisce a far sì che il makeup diventi l’ultimo strumento nella skincare routine, non più per nascondere ma per armonizzare il colore di base.
Non è facilissima da ottenere ma è fondamentale saper dedicare il giusto tempo al makeup: nel trucco occhi quotidiano spesso si sa già cosa si vuole ottenere, ma per arrivare a queste tendenze consiglio di regalarsi un corso con un makeup artist, anche la Beauty Boutique di Estée Lauder ne propone uno.
Come si compone il tuo processo creativo per un makeup editoriale?
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Dipende molto dalla testata e dal tema: cerco sempre di calarmi in chi leggerà questo articolo, cercando di trovare una risposta per loro più che per me stesso. Lo spunto maggiore me lo dà l’ambiente in cui vivo, perché quotidianamente devo confrontarmi con le tendenze: spesso prendo spunto collaborando direttamente con l’ufficio di Ricerca e Sviluppo Prodotti di New York, che aiuta a proiettarsi avanti e stimola idee per raggiungere un obiettivo, questo facilita molto.
Sono 30 anni che sei in Estée Lauder: qual è uno dei tuoi ricordi più belli?
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Ogni giorno è un’avventura, ti dà modo di viaggiare tanto e di confrontarti nel quotidiano. Avrei tremila momenti da ricordare, ma ce n’è uno in particolare che risale al 1998. Durante un evento in Rinascente Duomo, quando ancora si facevano i podi (una settimana-evento durante la quale le aziende mettevano in evidenza le novità), ho incontrato una donna particolare che ha saputo suscitare in me fin da subito un’attrazione unica, così mi sono detto: “Non te la devi lasciar scappare” e ho dato il meglio di me per coinvolgerla. La fortuna vuole che questa donna sia la madre dei miei figli: stiamo insieme da 22 anni, in questo caso Estée Lauder mi ha dato la possibilità di incontrare la donna della mia vita.
Chi è per te una delle più influenti icone nel mondo della bellezza?
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Sempre Victoria Beckham, la ritengo un’icona di stile unica. Ma anche la sig.ra Estée Lauder, che ci ha lasciato dei valori che rimangono vivi nel tempo, il suo detto “Every woman can be beautiful” ne è la prova.
Ispirandoci a lei, in azienda integriamo un modello vincente nelle nostre attività quotidiane denominato “High-Touch”. Questo modello si basa su alcuni punti chiave che ogni dipendente di qualsiasi filiale al mondo deve fare proprio nella vita professionale e personale: fornire ai clienti prodotti cosmetici innovativi di altissima qualità, fornire un servizio eccezionale trattando ogni individuo come noi stessi vorremmo essere trattati, creare un ambiente che promuova la crescita personale e il benessere ed essere cittadini responsabili in ogni comunità che serviamo.
Qual è per te il lato migliore dell’essere un makeup artist?
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L’ho scritto di recente su Instagram utilizzando una frase che racchiude il senso generale: “Adoro riuscire a far sentire le donne la versione migliore di se stesse”. Ci ho impiegato un po’ a capirlo ma è la risposta giusta.
“Adoro riuscire a far sentire le donne la versione migliore di se stesse”.
Photos by Johnny Carrano.
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