Intraprendenza. Forza. Coraggio. Voglia di mettersi in discussione, di porsi nuove sfide e nuovi obiettivi.
Luisa Berio è un fiume in piena di energia e di nuove idee. Tra esperienze di vita e lavorative all’estero, e la sua Roma, che l’ha adottata con tutti i suoi pregi e suoi difetti, Luisa si è cucita addosso la professione, quella della location scout, una figura in grado di unire i mondi del cinema, dell’arte, della musica e dell’ospitalità in un insieme di collaborazioni e sinergie impossibili da elencare in una lista finita. Quindi, è lei a raccontarci il suo mondo.
Una carriera in continua evoluzione, quasi impossibile da catturare in un’instantanea, ma noi ci abbiamo provato.
Qual è stato il percorso che ti ha portata ad essere una Location Scout/Manager?
Mi occupo di pubbliche relazioni, eventi e shooting da tanto tempo, ho cominciato ad Ibiza negli anni ‘90 per poi portare il mio know how nella prima struttura alberghiera di design di Roma nei primi anni 2000, dove ho sviluppato un settore all’epoca ancora sconosciuto in Italia. Per quasi 20 anni l’es. Hotel è stato il punto di riferimento per artisti del mondo della musica, del clubbing, della moda, del cinema. Molto aldilà di quello che è il semplice pernottamento. In questo modo ho potuto seguire tante produzioni che hanno utilizzato un hotel in modo inusuale: come location.
Il lockdown mi ha portato ad immaginare il mio lavoro sotto un’altra veste. Insieme ai miei cari alleati, ho rivolto il mio bagaglio di conoscenze ad altre realtà, tanto da supportarmi nell’avere una nuova prospettiva ed aprire nuove strade.
Respiri tutte le forme d’arte, ma qual è quella che preferisci? O con cui ti senti più a tuo agio?
Di sicuro la musica, è la mia passione, ne ascolto molta. Amo immergermi nell’arte, vado spesso alle mostre e ad iniziative all’interno delle gallerie. Amo il design, tutta la mia casa è arredata da pezzi vintage trovati nei mercatini. Una delle mie tante passioni.
Dove trovi ispirazione nella vita quotidiana?
Ritengo che la curiosità sia in assoluto il motore di ogni ricerca ed ispirazione. Amo la contaminazione. Dal vintage alla musica, la moda, tutto sta nel cogliere anche i più piccoli dettagli.
In uno scenario, come quello artistico che è in continua evoluzione, quali sono le difficoltà che incontri più spesso e come le affronti?
Le difficoltà credo che possano definirsi sfide, fondamentale non smettere mai di mettersi alla prova, sperimentare. Si presentano sempre quando unisci mondi non abituati a comunicare tra di loro.
Ho una grande passione, un grande senso di responsabilità nei confronti di chiunque mi contatti per sviluppare un progetto. Ci credo sempre, soprattutto quando penso di poter fare la differenza con il mio bagaglio di esperienze.
“Fondamentale non smettere mai di mettersi alla prova, sperimentare”.
L’incontro artistico più significativo ad oggi?
Ho avuto la grandissima fortuna di poter incontrare tanti personaggi nella mia vita. Ognuno di loro ha di sicuro segnato le mie scelte. Ogni persona che ho avuto il privilegio di incontrare sul mio cammino poi è diventata parte di me. Sono fiera di essermi confrontata con molti professionisti, uno fra tutti Stefano Senardi, amico d’infanzia (la mia), mi ha insegnato tanto ed è anche grazie a lui che questo mondo mi ha accolto.
Le collaborazioni di un giorno, un mese o una vita, contano per la sinergia e l’affetto che ti rendono migliore.
Ci puoi parlare dei tuoi attuali progetti e ci puoi svelare qualcosa di quelli futuri?
Sto facendo molte collaborazioni con nuove realtà in apertura. Dalla programmazione artistica di hotel di lifestyle, alla promozione (allo scouting) di dj, un grosso evento in Toscana per fine anno, produzione per shooting, accommodation per grandi produzioni straniere. Tutto quello che negli anni facevo in un’unica struttura davvero all’avanguardia per quel tempo, ora lo destino a più realtà.
La location più strana che hai dovuto cercare?
Forse aver aperto tutti gli alberghi chiusi durante la pandemia?! Quando accedere era davvero impossibile se non tramite diretti contatti con i manager.Ho visto scenari surreali.
La musica ha sempre fatto parte della tua vita. Che ruolo ha avuto e quali sono le tre canzoni che sceglieresti come la tua personale colonna sonora?
Domanda difficilissima, la musica dipende tanto dagli stati d’animo, dalle età…
In casa ho, in questo momento, sul piatto del mio Technics, Jeff Buckley. Poi ovviamente dipende dal momento della giornata. Amo andare ai concerti e ballare sotto palco ed in consolle con i dj.
Cadrò probabilmente nel banale, ma di sicuro oggi avrei scelto un brano di Bowie, “Life from Mars”; ieri, Lucio Battisti “Vento nel vento”; invece, la colonna sonora della domenica mattina con mia figlia a casa è Nina Simone con “Here Comes the Sun” …
Troppo difficile scegliere solo 3 brani.
Anche il cinema è un’arte intrinseca al tuo lavoro. Qual è l’ultimo film che hai visto che ti è piaciuto particolarmente?
Sono stata poche settimane fa ad una prima in un piccolo cinema al centro di Roma. Al di là dell’emozione dopo tanto tempo nel vedere le immagini su un grande schermo, ho trovato bellissimo “The Power of the Dog”. Immagini e musica straordinarie.
Vivi a Roma da molti anni: come questa città ispira il tuo lavoro? Pensi che si respiri un’aria artistica particolare?
Roma è una città molto difficile. È grande, dispersiva, ci si scontra spesso con le dinamiche burocratiche. Ma la sua bellezza ripaga di ogni difficoltà. Non importa dove vivi, ma con chi condividi il posto ed il luogo… Sono arrivata a Roma da adulta dopo aver viaggiato per il mondo, tutto quello che è scontato per chi ci nasce è meraviglia per chi lo vede per la prima volta. Ad oggi mi sento ancora una turista pur conoscendone quasi ogni angolo nonostante la mia totale assenza di senso dell’orientamento.
Qual è il tuo posto preferito di Roma?
Il mio posto preferito sono le case che mi hanno ispirato ed accolto.
Come vorresti si sviluppasse sempre di più il tuo lavoro e la scena artistica in Italia?
Vorrei capovolgere il detto “questa casa non è un albergo”. Questo periodo ci ha insegnato a collaborare, ad unire le forze. Più di prima. Contribuendo a contaminare tutti i settori. Il settore turistico e alberghiero è una grande vetrina in tutti i campi.
Gli hotel sono luoghi di lavoro, ma anche di svago. Sono la seconda casa di chi viaggia tanto. Il settore dell’entertainment, in tutte le sue forme artistiche, può trarne grandi vantaggi. Il mondo della moda, del cinema e del clubbing sono ambienti che in Italia non hanno ancora sfruttato molto di queste potenzialità perché l’albergo è “la tua casa” (anche se temporanea).
“L’albergo è ‘la tua casa’”
Cosa vuol dire per te sentirti a tuo agio nella tua pelle?
Sentirmi a mio agio…bella domanda. Mi costruisco intorno la mia “famiglia”. Mi circondo di tutto quello che può farmi sentire protetta. Ma concretamente è anche indossare un dettaglio che comunica il mio stile.
l libro sul tuo comodino?
Ho tanti libri sul comodino, onestamente non ho ancora avuto modo di finirne uno… ho molti amici che hanno scritto libri…tutti interessanti, in un paio vengo anche citata.
Di cosa hai paura?
Della falsità.
La cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Diventare mamma, la cosa più coraggiosa ma anche la più bella.
Per quello che invece riguarda le scelte più ordinarie, credo sia stato di essere partita a 19 anni senza sapere neanche dove volevo andare, ma per fortuna sentirmi sempre a casa.
La tua isola felice?
Diletta, mia figlia.
Photos by Johnny Carrano.
Makeup by Francesca Naldini.