La qualità dei prodotti living di Richard Ginori, unita alla ricchezza di dettagli eleganti, sono il marchio di fabbrica del brand fiorentino che da anni ci stupisce con collezioni imprevedibili e, ciò nonostante, capaci di farci innamorare sempre più del suo fascino senza tempo.
Durante la Design Week di Milano, abbiamo potuto fare un tuffo nel mare di ispirazioni che si cela dietro l’ultima collaborazione di Richard Ginori, con il giovane designer inglese Luke Edward Hall, che per il marchio ha dato vita alla collezione “Il viaggio di Nettuno”. Ispirata al mondo dei miti greci, alla bellezza del regno di Poseidone, delle sirene e delle creature marine, la collezione è un tripudio di colori e di stampe classicheggianti e contemporanee allo stesso tempo, in pieno rispetto della firma dell’artista e delle aspirazioni di Richard Ginori.
In un angolo del negozio Richard Ginori, ci siamo seduti con Luke Edward Hall per parlare del suo stile artistico, della sua passione per la classicità e del processo che si cela dietro la collezione, la cui ispirazione ci fa prendere il largo e ci porta lontano, verso l’orizzonte, mentre in lontananza ci sembra di scorgere la sagoma di Nettuno e di sentire il tanto dolce, quanto pericoloso, canto delle sirene.
Come descriveresti la tua estetica colorata?
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Sono ispirato dalla storia, che per me riguarda un senso di giocosità e i colori. Penso che il mio stile, in generale, si concentri sulla giocosità e sul divertirsi.
Perché l’arte è un divertimento.
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Esatto, credo ci sia molto grigio e beige la fuori, io sto cercando di infondervi la mia personalità.
Dove trovi l’ispirazione per i tuoi lavori?
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Trovo l’ispirazione ovunque, davvero, ma spesso mi concentro sulla storia e su certi periodi in particolare: ad esempio, questa collezione è incentrata sui miti Greci e sulle sirene, di cui sono fan sin da giovane. E poi dai viaggi, dai luoghi che visito, alcuni pezzi sono ispirati dai posti dove vado e dai romanzi, dai molti libri che leggo. La ritrovo ovunque, letteralmente.
Tutto è arte.
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Esatto, sei ispirato da molti luoghi diversi ma credo di guardare per lo più al passato per quanto riguarda le ispirazioni: cerco qualcosa nel passato per renderlo divertente e moderno, questo è quel che cerco di fare. Penso che si possa essere ispirati dal passato senza esserne vincolato. Ad esempio, per quanto riguarda i miti greci, è interessante prendere quella visione e renderla qualcosa di inaspettato.
La cultura classica è un tema ricorrente nella tua arte. Pensi che questa estetica potrebbe essere ancora valida al giorno d’oggi? E cosa significa per te?
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Non so il motivo ma mi piace proprio tanto. Amo i miti, perché penso siano storie folli e affascinanti, mi ispirano molte immagini bellissime. Uso motivi antichi nel mio lavoro perché si ottengono grandi risultati, come la storia di Arion sul delfino, o qualsiasi altra; le storie sono pazzesche, sono magiche, le trovo affascinanti, quindi adoro prenderle e farne qualcosa di contemporaneo. E direi che le storie sono ancora abbastanza rilevanti ai nostri giorni.
“Amo i miti e le leggende, perché penso che siano storie folli e affascinanti, mi ispirano molte immagini bellissime”.
La tua collezione in collaborazione con Richard Ginori è stata definita come una “continua ricerca della bellezza, l’incontro tra creatività e artigianalità”. Da dove arriva l’ispirazione e come hai fatto a combinare la tua visione con quella di Richard Ginori?
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Quando abbiamo iniziato a parlare della collezione stavamo mettendo sul tavolo diversi temi e idee, alla fine abbiamo deciso di parlare del mare. E poi, dato questo mio amore per i miti e la leggende, sono stato in grado di combinarlo con il contesto del mare, basti pensare a Nettuno, ai suoi amici e ad altri personaggi collegati al mare. Quindi questo è stato il processo, poi abbiamo deciso di creare una sorta di storia intorno ad esso.
Si chiama “Il Viaggio di Nettuno” perché si tratta dell’ipotetico viaggio di Nettuno per il mare, con la comparsa di diversi personaggi. Così è come si è sviluppato: è stato affascinante perché ho visitato la fabbrica fuori Firenze, ho visto come lavorano, i loro pezzi e il processo per ottenerli. È stato davvero bello perché sono andato da loro con un sacco di disegni e mi hanno mostrato come potevano renderli degli oggetti: ho imparato molto lungo la strada, siamo stati molto rispettosi l’uno dell’altro. È stato molto divertente lavorare con loro perché mi hanno insegnato tante cose ed erano aperti a sperimentare. Ho detto: “Voglio fare questo portacandele” e ne ho disegnato un piccolo schizzo, e loro mi hanno detto: “Certo che possiamo farlo”, e in due settimane lo hanno realizzato. Il processo è stato davvero divertente.
“È stato molto divertente lavorare con loro perché mi hanno insegnato molte cose ed erano aperti a sperimentare”.
Qual è stato il processo creativo de “Il Viaggio di Nettuno”?
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Ho trascorso un giorno o due in fabbrica imparando come si producono i pezzi, il che è fantastico perché penso che sia davvero uno step importante da fare prima di mettersi al lavoro, così si conoscono tutte le diverse fasi. Poi abbiamo iniziato a cercare il tema e le idee, io sono arrivato con i disegni e in seguito fondamentalmente abbiamo delineato i pezzi e come realizzarli. Ci è voluto un po’ di tempo per capire come avremmo realizzato questo personaggio, con questi bordi e colori, ci sono un sacco di cose da considerare, anche per esempio assicurarsi che i colori funzionino insieme nel loro complesso. Così è come abbiamo lavorato.
Naturalmente, abbiamo trascorso un po’ di tempo a discutere dei colori, perché il colore è una parte importante per me, è stato fondamentale scegliere quello giusto. È stato abbastanza difficile raggiungere dei colori così saturi e luminosi.
Cosa significa creatività per te?
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Questa è difficile. Penso si tratti di seguire il tuo cuore. È una cosa molto personale, e penso che sia la libertà di creare qualcosa. Negli ultimi anni ho dovuto ricordarmi di andare avanti e di seguire la mia immaginazione perché è una cosa molto personale, questo è quello che posso dire a riguardo. Qualcuno in precedenza mi ha chiesto “come descriveresti la bellezza?” e penso che sia una cosa simile in un certo senso.
Creatività, bellezza, sono termini così importanti, non si possono descrivere, sono molto soggettivi.
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