“Siete solo dei ragazzini”.
Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase? Tante, troppe. Ma c’è chi si ribella e vuole far capire che non conta l’età quando si ha il talento, non conta essere ragazzi o adulti quando si tratta di dimostrare quanto valiamo, quanto la nostra passione e la nostra personalità contino.
E non potrebbe essere più vero.
A ribellarsi è Matteo Oscar Giuggioli: Matteo è un attore, uno di quei talenti del panorama italiano da tenere d’occhio perché destinato, e già coinvolto, in grandi cose. Vedremo presto Matteo su Netflix con il film “Sotto il Sole di Riccione”, un progetto pensato e sviluppato da giovani con l’obbiettivo di farci riscoprire la leggerezza e la spensieratezza della vita. Matteo è anche un appassionato di musica ed un artista alla perenne ricerca di uno stimolo, di una possibilità di fuggire da sé stesso e di trasformarsi.
Tra una lavatrice e l’altra, ci siamo lasciati coinvolgere dal suo mondo e dal suo modo di vederlo, sicuri che di lui sentiremo parlare ancora, e tanto. Ed è per questo suo talento e visione che Matteo è stata la nostra scelta per la Cover Story di aprile.
Cosa cerchi solitamente in un progetto? Qual’è la cosa che ti fa dire si?
Cerco la possibilità di fuggire da me stesso, di allontanarmi, in modo da potermi perdere dentro un’altra anima, cervello, psicologia. Vorrei avere la possibilità di potermi trasformare, vorrei avere la fiducia della gente. Noi giovani, possiamo dare molto di più di quello si pensa, basta darci la possibilità di dimostrarlo.
Poi ovviamente la sceneggiatura, il gioco di squadra, la sensibilità e le motivazioni che ruotano attorno a un progetto.
Qual’è la difficoltà più grande che hai incontrato finora come attore e come sei riuscito a superarla?
Come in ogni lavoro, la cattiveria e l’ignoranza delle persone… occhio… non siamo ragazzini.
“Noi giovani, possiamo dare molto di più di quello si pensa, basta darci la possibilità di dimostrarlo”.
“Sotto Il Sole Di Riccione” ci fa pensare in maniera nostalgica ai film dei fratelli Vanzina, ma in che modo questa produzione Netflix si distingue per rivelarsi unica?
Abbiamo una produzione grossa e un produttore esecutivo che ha reso il periodo di riprese estremamente piacevole e stimolante. Sarà un progetto nuovo, colorato, pensato, ideato e sviluppato da giovani. Sarà un film nuovo che farà venir voglia di uscire di casa, di farsi una birra e di affrontare tutto con un po’ più di leggerezza.
Cosa ci puoi svelare del tuo personaggio? Come ti sei preparato per interpretarlo?
Purtroppo non posso svelare nulla. Ma posso dire che è un “personaggio”.
“Sarà un film nuovo che farà venir voglia di uscire di casa, di farsi una birra e di affrontare tutto con un po’ più di leggerezza”.
Come ti senti a far parte di una produzione Netflix che è uno dei fenomeni globali degli ultimi anni?
Onorato e felice di averne fatto parte. Spero tutto vada come deve andare, ce lo meritiamo tutti.
Regia degli YouNuts, come è stato lavorare con due registi?
Loro hanno dato quell’impronta vintage e colorata al film. Un’impronta che ci riporta un po’ in dietro nel tempo, verso gli anni ’80, verso quei colori, verso quelli anni felici, quella semplicità e leggerezza, che sono state il simbolo di un grande periodo storico. Questo film, grazie a questi ragazzi, troupe, produzione e cast, ci regalerà una parentesi leggera e spensierata.
Che musica hai ascoltato per entrare nel mood della pellicola?
Sicuramente una grande componente rap e trap, per il mio personaggio un’overdose di Reggae e un alone generale di indie.
“…per il mio personaggio un’overdose di Reggae e un alone generale di indie”.
La tua canzone del momento?
Scooby, Ghali.
Parlando di musica… in che epoca ti sarebbe piaciuto vivere? E se potessi interpretare un personaggio del mondo della musica, chi sarebbe?
Anni ’60… Woodstock.
Probabilmente Jim Morrison, un film severo, nudo, crudo, senza paura di raccontare, senza paura di esporsi.
Che personaggio ti piacerebbe interpretare?
Come detto prima, un personaggio che possa darmi la possibilità di allontanarmi da me stesso.
Qual’è il tuo Happy Place?
Casa mia, la mia famiglia, i mei amici.
Il tuo accento preferito da interpretare?
Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese ricco di dialetti, cadenze e sporcature. Ogni dialetto è una lingua a sé. Non sono capace di definirne uno in particolare come “mio preferito”. Ma fremo dalla voglia di dimostrare che posso essere di qualsiasi regione d’Italia.
Il tuo ultimo Binge-Watch?
“Sex Education”.
Il regista dei tuoi sogni?
Almodovar, Tarantino, Anderson, Scorsese, Guadagnino… e se ci fosse ancora Fellini.
Il tuo must have sul set?
Dialogo e coraggio.
Almodóvar, Tarantino, Anderson, Scorsese, Guadagnino, Fellini.
Epic fail sul set?
Aspetto di farne. Appena faccio la prima vi chiamo.
Se potessi andare a cena con tre persone del passato/ presente/ futuro, chi sceglieresti?
Kubrick, Jim Carrey e me stesso del futuro per chiedergli come vanno le cose.
Qual’è il super potere che vorresti avere o quello che hai già?
Vorrei essere più paziente.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? E cosa ci puoi raccontare?
Oltre a “Sotto Il Sole Di Riccione” deve uscire una serie intitolata “Vivi E Lascia Vivere” regia di Pappi Corsicato, progetto al quale tengo molto e in cui credo.
Un film per il cinema, che non posso ancora svelare, ma che posso dirvi con totale certezza che lascerà una bella impronta.
E infine in questo momento sono impegnato con una grande serie della quale purtroppo, anche qui, non posso ancora parlare.
Photos and Video by Johnny Carrano.
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Makeup by Claudia Raia.
Thanks to Lavanderia Acqua & Sapone
LOOK 1
Tuta: Fred Perry
LOOK 2
Camicia: Simon Cracker
Pantaloni: Slowear
LOOK 3
Total look: Simon Cracker