Vivere il mondo del makeup in tutte le sue sfaccettature, dagli editoriali, alla direzione creativa fino al makeup cinematografico: la makeup artist Nikoletta Skarlatos fa tutto questo e anche di più.
Dalla saga di “The Hunger Games” a “Free State of Jones“, Nikoletta riesce a saltare da un genere all’altro: l’unico elemento che conta? Il film deve avere un significato. Oltre al suo lavoro di makeup artist, Nikoletta rappresenta una fonte di ispirazione in tutto il mondo per le sue lezioni sulla salute e il benessere sia all’interno che al di fuori dell’industria del beauty.
Scoprite nella nostra intervista come si sviluppa il suo processo creativo, le sue ispirazioni e il suo punto di vista sulla questione CGI vs makeup design.
In termini di makeup ti occupi di tutto: film, editoriali, beauty director… Ma qual è stato il tuo “primo amore”?
Il mio primo amore è stato lavorare con e per Chanel, l’azienda francese di proprietà privata della famiglia Wertheimer, nel mondo e nel regno della cosmesi. Coco Chanel era una donna iconica, audace, creativa e libera di esprimersi. Ha avuto un profondo impatto sulla mia carriera.
Poi sono stato assunto dalla Estée Lauder Corporation, la grande azienda di cosmesi con una grande storia alle spalle e che ha avuto un impatto unico nel mondo del beauty. Nel corso degli anni ho lavorato per diversi brand del gruppo, più recentemente e su ampia scala con MAC per quanto riguarda il cinema, soprattutto per la saga di “The Hunger Games”, così come per altri film.
Dove trovi la tua ispirazione?
Trovo ispirazione nella bellezza e nelle configurazioni della natura, nelle sculture naturali che la natura ci pone davanti agli occhi quotidianamente. Ogni giorno vedo cose nuove e straordinarie. Questi elementi plasmano la mia creatività nello sviluppare un personaggio insieme a un attore. Anche quando si fanno degli editoriali creativi, mescolo la terra e i tocchi pittorici con la forma umana in un’atmosfera estremamente alla moda. I colori, la scultura e i grandi maestri mi influenzano: sono troppi da citare…Caravaggio, Jean-Paul Gaultier, Jacques Fath insieme al costumista più iconico, Eiko Ishioka. Anche tanti, tantissimi fotografi e pittori. Il Louvre, l’antica Roma, l’antica Grecia, l’Africa!
Come si sviluppa il tuo processo creativo?
Questo dipende dal progetto in sé e dalla libertà creativa consentita e portata avanti dai membri del team creativi come un unicum: il Direttore, il Production Designer, tutto il suo team artistico, il Costume Designer, quello che racconta il copione. In breve: si tratta di una collaborazione che si interseca con tutti gli elementi creativi e artistici di un film. Per quel che mi riguarda, faccio tanta ricerca. Se si tratta di un prodotto fantasy, come “Immortals” o “The Hunger Games”, allora mi ispiro alla moda antica, al face e body painting africano, all’arte tribale e attuale, agli editoriali di moda più all’avanguardia e ai look visti in sfilata. Per lo più uso la mia immaginazione.
“una collaborazione che si interseca con tutti gli elementi creativi e artistici di un film”.
Qual è stata la sfida più difficile lungo il tuo percorso e come l’hai affrontata?
Durante le riprese de “Il Canto della Rivolta – Parte 1 e 2”, dove lavoravo come Makeup Department Head insieme a Ve Neill, mia madre, improvvisamente e molto inaspettatamente, è morta. Philip Seymour Hoffmann era morto un mese prima e mi ero occupata del suo makeup per tutti i film della saga. Un anno dopo, alla fine delle riprese di “Free State of Jones”, l’epica storia ambientata durante la Guerra Civile, dove lavoravo sempre come Makeup Designer, Prosthetic Designer e Makeup Department Head, anche mio padre è morto all’improvviso. Queste sono state delle perdite enormi per me e fonti di una grandissima tristezza, che ho inconsciamente represso. Queste sfide hanno fortemente influenzato la mia salute. Mi sono completamente concentrata e connessa a una funzione primaria nella mia vita: la salute e il benessere riguardano la mente, il corpo e l’anima. Bellezza e salute dall’interno verso l’esterno. Faccio delle conferenze in tutto il mondo sulla salute e il benessere, sia all’interno che al di fuori della nostra industria.
CGI vs makeup design: è un argomento di cui si sente parlare spesso, tu cosa pensi a riguardo?
Parafrasando la citazione di due dei più grandi addetti agli effetti speciali del mondo, Rick Baker e Tom Savini: Non è una situazione in cui ci sono “loro o noi”. Sono tutt’altro che contrari al CGI. Come Rick Baker ha detto: “Il CGI è uno strumento incredibile, ed è tanto fantastico quanto l’artista che si cela dietro di esso”.
Nella mia esperienza, quando abbiamo girato Pirati dei Caraibi 2 e 3, l’unico trucco non pratico/analogico era quello del personaggio di Bill Nighy, Davy Jones, e della sua inquietante ciurma. Ogni altro makeup di queste pellicole era analogico/pratico. I due si sono sposati e completati alla perfettamente. Questo rappresenta la mia idea sull’argomento: quando sono fatti correttamente, sono praticamente complementari e possono solo che migliorare il prodotto finale.
Se potessi scegliere un solo prodotto beauty per il resto della tua vita, quale sarebbe?
Il mio olio per viso, corpo e pelle. Per l’esterno, olio di fegato di merluzzo (senza sapore) al mattino e il nostro olio di oliva greco alla sera per la mia pelle, dall’interno verso l’esterno.
La tua prima ossessione beauty?
Chanel Brun #20 Les Sourcils (mi sono rasata le sopracciglia quando ero una ballerina, avevo 12 anni), e questo prodotto è la palette per sopracciglia migliore in assoluto, è la mia ossessione.
Cosa significa per te “sentirsi a proprio agio nella propria pelle”?
Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia greca, dove la consapevolezza di sé proviene e si nutre della fiducia che emaniamo dall’interno, piuttosto che da come uno si vede fisicamente e da ciò che si ha materialmente come punto di riferimento per la propria individualità. Significa avere una fiducia interiore e un senso di auto-accettazione che permette una facile interazione con persone di tutti i livelli della società, e quindi una comprensione soddisfacente di se stessi, da se stessi e per se stessi.
“Significa avere una fiducia interiore e un senso di auto-accettazione che permette una facile interazione con persone di tutti i livelli della società, e quindi una comprensione soddisfacente di se stessi, da se stessi e per se stessi”.
Il tuo beauty look preferito al cinema di tutti i tempi?
Scelta difficile! #1 Monica Bellucci in “Malena”.
Al #2 e #3 posto, Rita Hayworth in “Gilda” e Ava Gardener in “I gangsters”.
Il tuo genere cinematografico preferito col quale lavorare?
È una domanda difficile perché ho avuto la fortuna di lavorare a tanti grandi e validi progetti. Sono molto particolare sulle mie scelte: il film deve avere un significato, una storia, un effetto positivo o stimolante sull’umanità, così come essere coinvolgente! Adoro tutti i generi, tranne forse l’horror. Ho già ricreato parecchi look gore per film di guerra e storici, quindi direi che non ho bisogno di dedicarmi anche all’horror.
Cosa puoi dirci dei tuoi progetti futuri?
Naturalmente siamo stati investiti dal COVID-19, che ha avuto un effetto di vasta portata sull’industria. Non ho smesso di tenere conferenze, insegnare e lavorare su progetti futuri, ma credo che attualmente ci ritroviamo tutti in una situazione di stallo. Sto lavorando a un progetto personale e, allo stesso tempo, contribuisco in quanto mentore ad aiutare gli emergenti del makeup a farsi strada verso un futuro ricco di successo. Ci sono poi altri due progetti ma, ancora una volta, siamo tutti in attesa del protocollo.