Per Peter Lux, la passione e l’amore per l’hairstyling è iniziata osservando il movimento di una coda di cavallo quando era bambino: in seguito, si è trasferito a Londra, dove ha fatto un “passo coraggioso”, ritrovandosi nel mondo dell’hairstyling creativo per clienti come Florence Pugh, Bella Hadid, Hailee Steinfeld e Gillian Anderson.
Il segreto dei suoi look? Esaltare le texture naturali. I suoi must-have? Degli ottimi prodotti oleosi. Troppa lacca per capelli? Non esiste una cosa del genere! Questo è ciò di cui abbiamo parlato con Peter mentre eravamo a Venezia, sapendo che la cosa più importante per creare un hairstyling speciale è essere sicuri di sè. E non temere la pressione!
Qual è il tuo primo ricordo beauty? Con l’hairstyling è stato amore a prima vista, o più un processo graduale?
Uno dei ricordi più vividi che ho è che, da piccolo, avrò avuto 3 o 4 anni e sono cresciuto per lo più sulla spiaggia, ero un gran sognatore, ero affascinato da come le cose si muovevano con il vento. Mi ricordo in particolare di una donna, con una coda alta e capelli lunghi, che camminava, ed io bambino che camminavo dietro di lei, guardando in alto e osservando come la coda si muoveva. Tutte queste cose, o il modo in cui i tessuti si muovevano al vento quando la gente camminava, mi catturavano; ne sono sempre stato affascinato sin da quando ero molto piccolo.
Suona così romantico.
Sì, direi di sì! Adoro guardare come si muovono e come la gente interagisce con i capelli.
Cos’è la libertà nel tuo lavoro?
La libertà nel lavoro per me è l’esperienza che acquisisci quando ti sei occupato di capelli o di qualunque altra mestiere per molti anni. È fare pratica per poi vedere come diventa quasi un qualcosa di innato, al punto che succede e basta. Direi che la mia libertà è avere degli anni di esperienza alle spalle.
Qual è la tua texture preferita quando lavori? Quali sono i prodotti o la consistenza di capelli che preferisci?
Mi piacciono i capelli naturali, enfatizzarne la texture naturale che è già parte di essi, ma credo dipenda semplicemente dal tipo di texture e dalla persona, e da come si trasforma. Non ho una texture preferita, mi piacciono quelle naturali, ma anche quelle molto curate, elaborate, che ho realizzato usando prodotti e strumenti per lo styling, per esempio. Quando mi occupo di capelli per i red carpet, mi piace usare prodotti oleosi. Mi piacciono quelle acconciature con dei bei capelli raccolti. Gli oli e le creme per lo styling rendono il look molto più moderno.
Quali sono i tuoi olii preferiti?
Il Bumble and Bumble Invisible Oil, e il Supershine Light Moisturizing Cream di Oribe. Di Oribe uso molto anche il Dry Texturing Spray sulle radici, e poi l’Aprés Beach, che è uno spray-olio secco, sulle punte, e così ottengo quella texture semplice, naturale. Adoro i prodotti di Oribe, sono fantastici, fanno quello che promettono.
“Gli oli e le creme per lo styling rendono il look molto più moderno”.
Hai realizzato tantissimi look in questi giorni. Ti piace la frenesia dei momenti prima del red carpet, la creatività che si sprigiona tra te, i makeup artist e gli stylist? O ti mette tutto un po’ ansia?
No, non mi sento per niente in ansia, è il mio momento preferito!
Adoro essere sotto pressione, adoro quando mi dicono che ho 45 minuti. Prendi una decisione e la metti in atto. Mi è piaciuto molto, più di tutto, il processo collaborativo con gli stylist, che mi dicevano cosa il cliente avrebbe indossato sul red carpet, i gioielli, le idee del makeup artist, quelle del cliente stesso, come si sentivano, e capire chi fossero per poi trasformare il tutto nella nostra visione, in cosa potevamo fare, cosa pensavamo sarebbe stato bello e diverso e mai fatto prima, insomma, qualcosa di nuovo e diverso.
Non è una cosa così spontanea come sembra: quando ho qualcosa di importante a cui lavorare, quando il cliente ha un evento importante, ho bisogno di tempo per riflettere sulle mie idee e a volte per lasciarmi ispirare da alcuni modelli. Spesso, le idee mi vengono di notte, ed è strano, ma è così da sempre.
Quando ho lavorato con Bella Hadid, a Cannes, il suo vestito era spettacolare, e ho avuto bisogno di tempo per pensare a tutti quegli elementi, le opzioni diverse e così via. Anche con Trish [Allison], è stata la mia prima collaborazione con lei, ma avevo visto alcune sue foto online, per capire che aspetto avesse, e mi ero fatto già qualche idea su cosa fare; non faccio mai le cose su due piedi, anche se capita spesso di dover improvvisare. Ora sento sempre il bisogno di prepararmi prima, di pensare in anticipo a quello che potrei fare. Ciò dipende soprattutto dal fatto che voglio cercare di realizzare qualcosa di speciale, di indimenticabile.
Secondo me, i capelli sono un tratto distintivo della nostra personalità; è super divertente lavorarci su. Sono convinto che puoi anche togliere i vestiti ad una persona, ma, diciamo che questa persona porti un caschetto molto corto, subito ci fa pensare agli anni ’20, quindi non servono i vestiti per far capire che lo stile è anni ’20, basta l’acconciatura, stesso discorso per lo stile anni ’60, con le sue acconciature ad alveare e cose del genere; puoi anche toglierti i vestiti, realizzare anche solo un’acconciatura, e trasmettere comunque un’idea precisa di dove sei collocato, a quale epoca appartieni. I capelli sono così caratteristici, definiscono un look, sono componente essenziale o elemento distruttivo di un look.
“Secondo me, i capelli sono un tratto distintivo della nostra personalità”.
Io, quando i capelli mi stanno male, so che potrei fare qualsiasi cosa, come indossare dei bei vestiti o farmi un bel trucco, ma comunque non mi sentirei bene, e l’intero look sarebbe rovinato, perché i capelli sono fondamentali. Lo stesso vale per i red carpet, spesso si vedono queste bellissime donne, con bei vestiti e bei makeup, ma se i capelli non stano bene, è tutto rovinato.
Sì, sono d’accordo con te. Soprattutto oggi, ci sono tantissimi parrucchieri di talento, quindi devi sempre cercare di distinguerti.
Hai dei must-have, degli strumenti senza i quali non potresti lavorare?
Tutti quelli che vedi qui sono must-have per me. Ho sempre bisogno di un buon asciugacapelli. Non bisogna passare troppo tempo ad asciugare i capelli, bisogna asciugarli in fretta per preservarne l’integrità: con un asciugacapelli di cattiva qualità, ci metti 30 minuti, mentre con questo di GHD ce ne metto 15 a fare una piega, è davvero affidabile.
Non uso molti prodotti, non ne sento la necessità, non l’ho mai fatto, ma quei pochi che ho devono essere di buona qualità. Potrei anche usare solo una lacca, posso fare praticamente tutto con la lacca, purché sia di buona qualità. Poi, adoro le spazzole con setole naturali, perché sono quelle che rendono i capelli più luminosi e non si surriscaldano, a differenza di quelle con la bobina in metallo.
Fai questo mestiere da 23 anni: qual è la lezione più importante che hai imparato fino ad ora?
Una cosa che ho imparato è che se lavori con i capelli non puoi prendere scorciatoie, devi eseguire ogni singolo passaggio fino alla fine, non puoi permetterti di dire: “oh, ma è la parte di dietro, non la faccio o la faccio velocemente,” non funziona così.
Un’altra cosa che ho imparato è che adoro conoscere la persona a cui acconcerò i capelli, adoro parlarci, sapere dove vive, dov’è cresciuta, mi aiuta a farmi un’idra di chi sia questa persona, sia che si tratti di una donna che fa la contabile, sia che si tratti di una star di Hollywood, lo trovo molto interessante.
C’è un lavoro che hai fatto recentemente di cui sei molto fiero?
Sono sempre molto fiero dei momenti di collaborazione in cui sai e senti che tutti quanti sono sulla stessa lunghezza d’onda e che insieme si può dar vita a qualcosa di straordinario. Sono molto fortunato a poter dire che, negli ultimi tempi, ho vissuto tanti momenti del genere. Le mie collaborazioni con Florence Pugh e Bella Hadid ne sono di sicuro un esempio.
Una curiosità: quanto ci hai messo a realizzare l’acconciatura di Bella a Cannes?
Ci ho messo più o meno due ore, ma quello è il tempo standard. È bello avere tempo per prendersi cura dei dettagli.
Ne hai troppi di…?
Ho così tante lacche per capelli a casa che non avrò mai bisogno di comprarne o di farmene mandare per il resto della vita [ride]. Ho davvero tantissime lacche, è ridicolo.
Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto?
Col senno di poi, ho fatto tante cose che, non saprei se definirle coraggiose, ma di sicuro erano ingenue. Avevo 21 anni quando mi sono trasferito a Londra, e quando sei così giovane, pensi, “ma sì, me ne vado a Londra, vediamo come va!”. Ora, sono più grande, sento il bisogno di pensare e ripensare cinquemila volte a qualunque cosa, e alla fine potrei anche non farla comunque, mentre, quando sei giovane, la fai e basta. È proprio così che ho iniziato la mia carriera e sono diventato un parrucchiere di eventi, che non lavora nei saloni: era una domenica e mi trovavo a Londra, avevo 21 anni, ero in questo mercato insieme alla mia migliore amica Kathrin e siamo finiti a parlare con questa ragazza che aveva uno degli stand. Ci ha chiesto di cosa ci occupavamo e noi le abbiamo risposto, “Siamo parrucchieri”. Lei allora ci ha risposto: “Ho un’amica fotografa che ha bisogno di un parrucchiere per sabato, perché vuole fare delle foto di prova, ma il suo parrucchiere ha appena disdetto,” e io le ho detto: “Ci penso io!” e non avevo mai fatto niente del genere, avevo sempre e solo lavorato in un salone da quando avevo 17 anni, quindi, a quel tempo, erano quattro anni che lavoravo in un salone, ma le dissi, “Certo, ci penso io, nessun problema!”.
Alla fine l’ho fatto fingendo di sapere cosa stavo facendo, ma non avevo nessuna esperienza, però avere intuito ed essere sicuri di sé in situazioni del genere può essere molto d’aiuto. Di sicuro sono stato molto ingenuo, ma se non l’avessi fatto, ad oggi, probabilmente, non farei il mestiere che faccio. Sono come tante piccole mattonelle del sentiero che mi ha condotto a questo percorso, ma me ne rendo conto solo adesso, all’epoca il mio unico pensiero era, “ma certo, posso farlo,” mi sembrava una cosa da niente. Col senno di poi, penso che quello sia stato il punto di rottura, il momento in cui sono stato coraggioso, sicuro di me e in cui ho aperto le danze.
“Devi essere sicuro di te”.
Ultima domanda: che cosa significa per te sentirti a tuo agio nella tua pelle?
Non ne ho idea! Credo sia qualcosa di molto personale. Per me, forse, significa cercare di godere di buona salute dentro e fuori, rispettare me stesso e semplicemente piacermi. Mangiare sano, fare esercizio fisico, andare al laboratorio di ceramica e creare oggetti, o fare surf.