La quinta stagione di “Outlander“, l’emozionante dramma storico tratto dai libri di Diana Gabaldon, sarà disponibile in Italia dal 6 Marzo su Fox Life e non vediamo l’ora di scoprire in che modo si svilupperanno le vicende di Jamie, Claire, Brianna e del resto dei personaggi, che ritroviamo in un contesto molto delicato, quello della nascita degli Stati Uniti d’America.
Di sicuro non mancheranno tensioni, minacce e momenti di felicità, come dichiarato da Richard Rankin, l’attore che interpreta il “rispettabile e onorevole” Roger Wakefield. In questa nostra intervista, Richard ci ha parlato della sua preparazione al personaggio, del fil rouge che unisce recitazione e fotografia e del suo epic-fail “da applausi”. L’attore ha affermato che, secondo lui, questa stagione è la migliore fino ad ora: non ci resta dunque che seguirla fino alla fine per decidere se concordare o meno con il suo giudizio!
Cosa ti ha fatto innamorare della recitazione?
Ho sempre ricercato uno sbocco creativo. La musica è stato il mio primo amore, ma poi sono stato catturato dalla recitazione, sia dal lato teorico che pratico. Quando ho iniziato a recitare, ho capito che era quello a cui volevo dedicarmi per davvero.
Qual è la prima cosa che ti viene in mente se ripensi alla tua prima audizione?
Il costante bisogno di andare in bagno e il pensare cose come: “Potrei andarmene… chi mi fermerebbe?! Ci stanno comunque mettendo troppo tempo… Chi si credono di essere per farmi aspettare così…” “Richard Rankin?” “Si! Sono io. Sono così felice di essere qui, vi ringrazio per l’opportunità. Che belle scarpe!”
“Ho sempre ricercato uno sbocco creativo”.
Recitazione e fotografia, in che modo questi due mondi coesistono per te?
Entrambe riguardano la narrazione. Ho un grande interesse per la cinematografia, mi capita di andare a infastidire il team di camera man o del DOP per ogni informazione, anche se piccola, sulle attrezzature e le tecniche di ripresa, poi cerco sempre di indovinare (di solito con una certa precisione) quale obiettivo venga usato per una determinata scena e perché. La fotografia per me è più o meno la stessa cosa, è la sfida e l’amore nel catturare un momento.
Se uno scatto può raccontare una storia, allora incuriosisce lo spettatore. Se stimola la mente, vuol dire che ha un certo valore. È quello a cui miro.
Roger MacKenzie è un personaggio intelligente (considerando anche la sua giovane età al momento della nomina come professore), gentile, coraggioso e curioso: condividete quale caratteristica? E qual è la cosa che ti piace di più di lui?
Amo la sua passione per il bene. E’ una brava persona, rispettabile, onorevole, buona e disposta a mettere se stesso e la sua vita in pericolo per proteggere coloro che hanno subito un torto. A volte lo fa senza pensarci troppo, e forse siamo abbastanza simili in questo senso.
Quali ricerche hai svolto per prepararti al ruolo di Roger?
Ho passato un bel po’ di tempo a fare ricerche e a prepararmi per Roger. Mi piace iniziare con lo studio dell’epoca da cui proviene il personaggio, penso che riveli molte informazioni su una persona. La musica, gli intrighi, la società del tempo in cui è nato e cresciuto… La musica in particolare credo che possa raccontare molto su una persona. E sono stato fortunato ad avere avuto i libri come risorsa primaria, ho passato molto tempo a leggerli e a fare mio tutto quel che potevo dal lavoro di Diana [Gabaldon]. Ho anche viaggiato e trascorso molto tempo nella città natale di Roger, Inverness, ho cercato di immergermi nella sua casa e nella sua storia al meglio delle possibilità, l’ho trovata un’esperienza molto utile.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa stagione?
Penso che la quinta stagione sia la migliore fino ad ora. Si percepisce fin dal primo episodio che ci sono molte tensioni e, nonostante ci mostri un raro, felice momento di celebrazione per la famiglia, si possono avvertire delle minacce sullo sfondo che sicuramente la rendono una stagione emozionante.
“Ho anche viaggiato e trascorso molto tempo nella città natale di Roger, Inverness, ho cercato di immergermi nella sua casa e nella sua storia al meglio delle possibilità, l’ho trovata un’esperienza molto utile”.
Se dovessi scattare un’ultima fotografia, quale sarebbe?
Un ritratto della mia famiglia.
Quali sono le storie che sogni di raccontare?
Storie che la gente vuole sentire, o vedere immagino. Storie importanti, per me o per coloro che le stanno vivendo. Mi piace lavorare sulla mia capacità di modellare e raccontare storie in modi diversi.
Un epic fail sul lavoro?
Mi sono svegliato tardi un giorno di riprese, ed è una cosa che mi capita molto raramente, anzi quasi mai. Odio essere in ritardo. Ero così in ritardo in quell’occasione, nessuno riusciva a contattarmi. Quando sono arrivato sul set, sono stato accolto da una serie di applausi da tutto la crew. Ero mortificato.
Il tuo must-have sul set?
Caffe. E un buon team. Fortunatamente, ne abbiamo in abbondanza di entrambi.
L’ultimo binge watch?
“The Witcher”.
Cosa puoi svelarci dei tuoi progetti futuri?
Posso dirvi che inizieremo a girare la sesta stagione di “Outlander” quest’anno, yay!
Photos by Joseph Sinclair.