L’amore non ha spazio, non ha tempo e soprattutto, non ha genere.
Un sentimento da vivere, trascrivere e tramandare: con tutta la bellezza tipica di quei baci che ci fanno battere il cuore anche solo attraverso i ricordi, il poeta Seán Hewitt e l’illustratore Luke Edward Hall combinano le loro creatività per dar vita a “300.000 baci”, una raccolta di componimenti antichi dedicati all’amore queer.
Le pennellate vibranti di Luke incontrano le parole contemporanee di Seàn per raccontare un’emozione tanto antica quanto attuale: la libertà e, soprattutto, la libertà di amare.
Quando è nato questo libro e in che modo? Da dove deriva l’idea di questa antologia?
L: Tutto ha avuto inizio circa tre anni fa quando Richard Atkinson, il direttore editoriale di Penguin, mi ha scritto a proposito dell’idea di creare un’antologia sul mondo antico. È presto diventato chiaro che avrebbe dovuto focalizzarsi su storie queer. Come prima cosa, abbiamo discusso di come far funzionare il tutto, e Richard ha proposto di inserire nuove traduzioni dei testi. In seguito, Seàn si è unito al progetto e abbiamo iniziato a lavorarci su.
Come avete condotto le ricerche e la selezione di queste storie d’amore queer dell’Antica Grecia e dell’Antica Roma?
S: Abbiamo approfittato dell’aiuto di quattro esperti classicisti della Penguin che ci hanno supportato nell’analisi dei testi. Il nostro obiettivo era presentare una vasta gamma di storie d’amore – alcune tragiche, felici, disturbanti, a volte piene di rabbia o di passione. Volevamo creare una raccolta eterogenea, selezionando testi diversi per assicurarci che non ci fossero solo storie già note. Abbiamo infatti incluso anche componimenti meno conosciuti, come incantesimi o graffiti da Pompei. Abbiamo raccolto 40 estratti all’inizio: io li traducevo e mandavo i testi a Luke in modo che lui li potesse illustrare. Abbiamo sviluppato questo libro nel corso di un paio di anni attraverso una conversazione collaborativa.
Seàn è un poeta, e Luke è un artista: come avete coordinato i vostri due tipi di creatività per dar vita a una tipologia di arte specifica, l’arte delle parole?
L: È stato un processo che si è sviluppato nel corso di qualche anno ed è stato divertente. L’idea di scrivere nuove traduzioni ha dato nuova vita alle storie. Man mano che ricevevo le traduzioni, riuscivo a visualizzare come avrebbero potuto essere complementari ai miei disegni, creando così un processo di collaborazione.
S: La prima volta che ho visto le illustrazioni di Luke, ho risposto al colore, alla vivacità, e all’energia, impostando di conseguenza il tono delle mie traduzioni. Volevamo raggiungere un equilibrio tra il classico e il contemporaneo, cercando di svecchiarli un po’. La creazione del libro è stata una conversazione continua piuttosto che una combinazione di fasi separate di scrittura e illustrazione.
Il libro è un’ennesima prova di come il passato non finisca mai di sorprenderci, dimostrando la potenza del legame tra amore e libertà. Cosa vi ha sorpreso di più durante il processo di scrittura e illustrazione del libro?
S: Scrivere questo libro mi ha sorpreso, soprattutto vedere personaggi familiari sotto una luce diversa e scoprire storie che non avevo mai letto prima. Il lato queer a volte è stato omesso dalle storie più note, e ripristinarlo è stato emozionante. La grande varietà del mondo classico è stata anche parecchio sorprendente, e nel libro abbiamo voluto mantenere quel senso di gioia e sorpresa.
L: Dal punto di vista artistico, scoprire nuove storie e dar vita ai personaggi in modi diversi è stato emozionante. Il mix di racconti lunghi e frammenti ha aggiunto profondità alla raccolta. I miei preferiti erano spesso i frammenti di quattro righe.
I componimenti di questa raccolta sono emozionanti, forti, e importanti. Cosa vi piacerebbe dire ai lettori che li approcciano apprezzandone la bellezza per la prima volta e a chi invece ha già familiarità con il materiale classico ma lo riscopre da un punto di vista diverso?
S: A chi li legge per la prima volta, augurerei che riescano ad ereditarne una mitologia personale, offrendo nuovi spunti di pensiero e nuovi modi di partecipare al mondo. Il libro sfida e mette in dubbio la percezione dei classici come di un qualcosa di distante, che rispecchia una visione del mondo univoca. Per quanto riguarda chi ha già familiarità con i classici, speriamo di offrire delle lenti diverse attraverso cui leggerli, scaturendo nuovi interrogativi sull’uso dei classici e le storie che conosciamo.
L: Vogliamo dare una nuova luce ai classici, renderli contemporanei e consentire a chi li legge di indentificarsi. Sta tutto nel creare un senso di appartenenza per chi magari non conosce benissimo questi personaggi queer.
Qual è il vostro racconto preferito di questa raccolta?
S: Io amo i piccoli frammenti che si trovano all’inizio e alla fine del libro per la loro bellezza sottovalutata. “Dioniso e Prosimno” di Clemente di Alessandria mi ha sorpreso per la sua franchezza e tenerezza. Rappresenta alla perfezione il tono dell’intero libro.
L: I miei preferiti cambiano di periodo in periodo, ma mi è piaciuto molto illustrare i componimenti più cinematici, quelli con ambientazioni naturali vivide, come la processione di Alessandro Magno ne “Il bacio di un imperatore”. L’uso del colore è stato fondamentale per poter catturare l’atmosfera.
“Sta tutto nel creare un senso di appartenenza per chi magari non conosce benissimo questi personaggi queer”.
Catullo diceva che “trecentomila baci non sono abbastanza”. Cosa rappresenta il desiderio per voi?
S: Questo libro mi ha insegnato a interpretare il desiderio come un viaggio senza fine. Desideri solo cose che non hai, e quando le ottieni, il desiderio si trasforma. Il desiderio stimola il cambiamento e mantiene tutto in movimento.
L: C’è un componimento che mi è piaciuto particolarmente, ed è “Imprigionato”: adoro l’idea che comunica del desiderio come brama di qualcosa che è imperfetto; trovo toccante che nelle persone che amiamo forse sono proprio le imperfezioni quelle che ce le fanno amare di più.
Qual è il libro sul vostro comodino attualmente?
L: Io sto leggendo un libro su una pittrice surrealista del 20esimo secolo originaria della Cornovaglia, che si è trasferita a Como e ha realizzato quadri ispirati proprio da quei paesaggi.
S: Io sto leggendo un romanzo che non è ancora stato pubblicato, di Hisham Matar, si chiama “My Friends” e parla dell’amicizia tra un gruppetto di ragazzi libici in Inghilterra ai tempi di Gheddafi.
Qual è il vostro libro preferito?
L: “Dio di Illusioni” di Donna Tartt. Mi ha trasformato, da adolescente, e adoro la scrittura di Tartt, è un’autrice geniale.
S: “La donna in bianco” di Wilkie Collins. È un romanzo gotico con una forte componente italiana; adoro la sua impostazione narrativa a mo’ di processo giudiziario.
Qual è l’ultima cosa che hai scoperto di te stesso?
S: Ho scoperto che adoro la combinazione di tonno e vitello, ovvero il vitello tonnato.
L: Ho scoperto che adoro lo zabaione, che non pensavo potesse piacermi.
Qual è il tuo posto felice?
L: Casa mia nelle Cotswolds, in particolare il mio giardino.
S: Un pub silenzioso, nel villaggio in cui sono cresciuto, vicino ad una chiesa, con un libro davanti al caminetto.
Thanks to Ippocampo Edizioni