Quando si organizza un’intervista, non si sa mai cosa aspettarsi veramente fino a quando l’intervistato/a non si presenta sul set. Con Sofia Vassilieva, siamo stati immediatamente conquistati dalla sua energia, simpatia e gentilezza. Ci siamo divertiti talmente tanto da non accorgerci del tempo che passava!
Con lei abbiamo parlato della sua ultima serie TV “Cercando Alaska” (“Looking for Alaska”, Hulu), ispirata all’omonimo romanzo di John Green, un adattamento che ha richiesto ben 15 anni per essere realizzato perchè necessitava del cast perfetto.
Sofia interpreta Lara, un personaggio che, proprio come lei, proviene da una famiglia di immigrati e che sente l’onore e responsabilità nei confronti di chi è arrivato prima di lei, che con i sacrifici le ha permesso di vivere la vita che conduce oggi.
Tutti possiamo concordare con la scelta del suo film guilty pleasure, mentre il superpotere che vorrebbe avere, e che in realtà possiede già in parte, è il migliore per essere connessi con il mondo intero.
E, ovviamente, non vediamo l’ora di vederla nel suo prossimo film “The Little Things” al fianco di Jared Leto, Denzel Washington e Rami Malek.
Vi presentiamo, Sofia Vassilieva!
Quando hai capito che “Sì, voglio diventare un’attrice”?
Stavo girando i film di Eloise (“Eloise al Plaza” e “Eloise a Natale”), nei primi anni 2000 con Julie Andrews e semplicemente non sarei mai voluta andare a casa. Tutto quello che mi interessava era rimanere sul set e continuare a lavorare; anche quando avevo finito la mia parte, rimanevo fino a riprese terminate e tutti avevano girato la loro parte. Una volta mi sono addirittura arrabbiata per aver lavorato solo sei ore e mezza e non le 9 consentite. Quindi più che “Sì, voglio fare l’attrice” è piuttosto un “Oh, è questo, è questo che AMO”.
A proposito di “Cercando Alaska” (“Looking for Alaska”), cosa ti ha fatto dire sì al progetto e quale è stata la tua prima reazione?
Ho detto di sì perché è un progetto fantastico di cui far parte – è una bellissima storia di John Green nelle mani di Josh Schwartz e Stephanie Savage, entrambi scrittori di letteratura per ragazzi. La mia prima reazione è stata di assoluta devastazione – la storia è così straziante e onesta. La stavo anche leggendo per capire meglio il personaggio di Lara – la forza che ha alla luce del comportamento di Miles, la dignità con cui si comporta e i pochi, ma estremamente toccanti momenti in cui esprime ciò che sente davvero sono stati per me una terapia. Lara è sempre in movimento, ma raramente si sente al sicuro o trova necessario parlare di ciò che sente.
“Quindi più che ‘Sì, voglio fare l’attrice’ è piuttosto un ‘Oh, è questo, è questo che AMO‘”.
Come ti sei preparata per il ruolo di Lara? Hai preso ispirazione dai tuoi anni del liceo?
Per il ruolo di Lara gran parte della preparazione è stata lavorare sul suo accento, il che mi ha permesso anche di approfondire la sua vita familiare e comprendere il suo spostarsi dalla Romania all’America – com’era la sua vita rispetto a quella attuale e come questa esperienza l’abbia plasmata.
La mia esperienza al liceo è stata diversa da quella della maggior parte degli studenti, sono cresciuta lavorando e gran parte della mia istruzione scolastica è avvenuta sul set. Questo mi ha reso un’estranea ogni volta che ero a scuola, un sentimento con il quale molti si possono rapportare ad un certo punto della propria vita. È la sensazione di essere esclusa, o non vista. Lara è una vera outsider a Culver Creek, essendo nuova sia nella scuola che in questa nazione. Suppongo che il sentimento profondo sia lo stesso – il sentirsi emarginati e soli.
Come era l’umore sul set? Hai avuto la possibilità di incontrare John Green?
L’umore ha sempre molto rispecchiato la natura dell’episodio. Nei primi episodi l’animo era molto gioviale – tante risate, divertimento e amicizia. Con l’avanzare della produzione e quando gli episodi hanno iniziato a incentrarsi sulla tragedia della storia, l’atmosfera è diventata più tranquilla – ci siamo focalizzati nel raccontare la storia nel miglior modo possibile.
John Green è venuto a visitarci varie volte – è stato sempre così speciale averlo sul set. Quando ho incontrato John per la prima volta, era davvero come se ci fosse un po’ di magia nell’aria. Prima di conoscerlo c’era questa parte di Lara, il suo amore mai vacillante per Miles, che a volte leggermente mi sfuggiva, ma dopo aver incontrato John qualcosa si è risolto e l’amore di Lara per Miles, da giovane tenero e brillate, aveva senso per me o perlomeno sono stata in grado di arrendermi ad esso.
“Lara è una vera outsider a Culver Creek, essendo nuova sia nella scuola che in questa nazione. Suppongo che il sentimento profondo sia lo stesso – il sentirsi emarginati e soli”.
Un libro che vorresti vedere adattato un film / serie TV?
“The Kissing Hand” – è un libro per bambini scritto da Audrey Penn, e meravigliosamente illustrato da Ruth E. Harper e Nancy M. Leak. È la storia di un piccolo procione che lascia la sua mamma per il primo giorno di scuola. Mi piacerebbe vederlo realizzato in bel film d’animazione.
Mi piacerebbe anche vedere un remake contemporaneo di “Barbarella”.
Miles è ossessionato dalle ultime parole famose, qual è invece la tua di ossessione? E qual è la tua parola preferita?
La mia attuale ossessione è quella di trovare la libreria perfetta. Sto anche considerando di costruirmela. Mio padre ha realizzato la maggior parte dei mobili quando i miei genitori si sono sposati, spero quindi di avere talento nel caso dovesse succedere.
La mia parola preferita è “petricore” – è l’odore della terra dopo la prima pioggia che segue un lungo periodo di siccità. Non subisco il fascino delle ultime parole famose, ma l’ultima azione che preferisco l’ha fatta mio nonno quando ha chiesto un libro da leggere, “L’obelisco nero”, di Erich Maria Remarque.
“La mia parola preferita è ‘petricore‘ – è l’odore della terra dopo la prima pioggia che segue un lungo periodo di siccità”.
Quali sono le principali somiglianze e differenze tra te e Lara?
La principale somiglianza è che entrambe proveniamo da una famiglia di immigrati; sentiamo un tale onore e responsabilità nei confronti delle generazioni che ci hanno preceduto, che hanno sacrificato e rischiato per darci la vita che conosciamo come nostra. È il nostro amore per la famiglia e il nostro senso di appartenenza. Lara è molto più paziente e calma rispetto a me. Sono una che crede che “la pazienza non sia davvero una virtù” e non sono nemmeno particolarmente calma. Tendo a farmi coinvolgere in cose anche quando qualcuno mi consiglia diversamente, ma questa sono io.
Ci è voluto molto tempo prima che il libro diventasse un film o una serie, cosa c’è di speciale per te in questo specifico cast e progetto?
Ci sono voluti 15 anni! Sembra davvero il tipico esempio di cose che accadono al momento giusto. Poiché è stato realizzato nel 2019 piuttosto che nel 2005 quando il libro fu pubblicato, il progetto ha potuto sfruttare il formato consentito dai servizi di streaming come Hulu. Invece di esserci limitati a un film di due ore, abbiamo potuto seguire la narrazione del libro, e anche approfondire i personaggi. Il pubblico può trascorrere più tempo con ogni personaggio e comprenderne meglio le storie di vita, i punti di vista e la mentalità.
Abbiamo anche potuto presentare “Cercando Alaska” a una nuova generazione di giovani adulti, e al contempo condividere il nostro racconto con il pubblico che aveva conosciuto per la prima volta questi personaggi nel 2005. La cosa più speciale è che gran parte del nostro cast ha storie davvero legate al racconto, molti esempi di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, ma anche così tante specifiche somiglianze tra attori e personaggi. Che tutto andasse a posto così come è successo e che questo cast si ritrovasse insieme è davvero sembrato destino.
“Che tutto andasse a posto così come è successo e che questo cast si ritrovasse insieme è davvero sembrato destino”.
Libro e film di formazione preferiti?
Come film di formazione preferito mi viene in mente “I 400 colpi” di Truffaut. L’ho visto per la prima volta quando avevo 16 anni e da allora è rimasto con me. Il mio libro di formazione preferito è “The Kissing Hand“, uscire di casa ed essere da soli è un’esperienza così umana – non diventa mai più facile.
A proposito del tuo prossimo progetto, cosa puoi svelarci di “Little Things” e del personaggio che interpreterai? E come è stato lavorare con Denzel, Jared e Rami?
È una storia poliziesca ambientata negli anni ’90 nella quale interpreto Tina Salvatore. Tina è una giovane donna divertente e avventurosa, che rischia di diventare una vittima, ma sfrutta il suo coraggio e la sua tenacia nella speranza di cambiare il proprio destino. È davvero emozionante far parte di questo progetto. Non solo è davvero speciale lavorare con attori così stellari e sotto la regia di John Lee Hancock, ma è anche davvero eccezionale lavorare con persone così gentili.
Qual è il tuo personaggio cinematografico preferito di tutti i tempi?
Dumbo, dal film d’animazione del 1941. Penso sia importante ricordare che hai tutto ciò di cui hai bisogno, e che non c’è bisogno di una piuma – tu sei abbastanza. E anche Sally Bowels interpretata da Liza Minelli, in “Cabaret” del 1972.
“…tu sei abbastanza”.
Hai preso parte a diverse serie TV poliziesche: qual è la forza dei film drammatici? E in futuro ti piacerebbe prendere parte ad alcune commedie?
Ho lavorato molto nel genere drammatico nella mia carriera, ma in realtà ho iniziato nella commedia con un film di Brady Bunch e con i film di Eloise. Non divido nettamente i personaggi drammatici da quelli della commedia, penso che abbiamo molte sfaccettature della nostra umanità e che la commedia si manifesti anche nei momenti più amari e tragici, ed è davvero bello trovare quei momenti nelle sceneggiature. Suppongo di mettere prima la testa nelle cose e penso ci sia una tale forza nella vulnerabilità che si trova nei film drammatici, diversamente da come può succedere nella commedia. Sono davvero in ritardo nel fare qualche sciocca commedia!!!!!
Qual è il tuo film guilty pleasure?
“Love Actually – L’amore davvero” è il mio go-to, sempre. L’ho visto più volte di quante non possa ammettere e mi piace molto recitarlo ad alta voce mentre lo guardo. Spesso sbaglio, ma lo ripeto con tale sicurezza che mi sorprendo ogni volta quando sbaglio. Lo guardo solo con certe persone perché ci vuole un amico molto affettuoso per sopportare i miei tentativi di citazione.
Libro sul tuo comodino.
“Risking Everything: 110 Poems of Love and Revelation” di Roger Housden e “The Art of Profiling” di Dan Korem.
Una serie da bingewatchare e una da assaporare?
Ci sono così tanto contenuti, e così poco tempo. Se voglio vedere qualcosa, lo faccio andare in sottofondo, fino alla fine. Ho appena guardato la quinta stagione di “Grace and Frankie”. Adoro Jane Fonda e Lily Tomlin.
Segretamente adoro gli spettacoli che si fanno assaporare, mandando in onda un episodio alla settimana, guardarlo diventa un evento. Ricordo di aver visto il penultimo episodio de “Il trono di spade” con la mia migliore amica e la sua famiglia, mi ha fortemente ricordato che la televisione e i film davvero uniscono le persone. È eccitante avere qualcosa da aspettare che rende speciale un preciso giorno ed ora. È una modalità di visione diversa, che ti fa desiderare di più piuttosto che soddisfarti immediatamente. Attualmente sto guardando “The Morning Show” mano a mano che escono gli episodi ed è così stimolante guardare ancora la televisione in questo modo.
La tua isola felice?
Con la mia famiglia, ovunque si trovi; stare con loro mi rende la più felice del mondo.
Il tuo superpotere o quello che ti piacerebbe avere.
Mi piacerebbe poter parlare ogni lingua dell’universo. Comunicare con le persone nella loro lingua madre è una maniera così intima di conversare. Ci sono così tante sfumature che vengono perse nella traduzione e c’è così tanta storia radicata nella composizione di una lingua che sarebbe davvero speciale ascoltare le storie nella loro lingua nativa. Penso di averlo un po’ questo superpotere. Parlo fluentemente russo, francese ed inglese e lo spagnolo piuttosto bene. Ci sono molte altre lingue in cui mi diletto e molte altre che mi piacerebbe imparare almeno al livello di conoscenza.
“Con la mia famiglia, ovunque si trovi; stare con loro mi rende la più felice del mondo”.
Must have sul set.
Una borsa grande. Ho sempre una borsa alla Mary Poppins – una che possa contenere di tutto – con me sul set. Con dentro la sceneggiatura, il libro che sto leggendo, molta acqua, e a volte una scorta nascosta di caramelle al limone.
Epic fail sul lavoro.
Non finire un progetto. Penso che il più grande fallimento lavorativo sia quando si inizia qualcosa, ma non la si finisce – perché il progetto muta, o il personaggio cambia per aiutare la sceneggiatura in altra maniera, o più semplicemente perché il progetto collassa. Ma questo non è un fallimento, penso che non dovremmo guardare a queste cose come a dei fallimenti perché poi si perde fiducia e permettiamo a questi eventi di avere potere su di noi e su come ci sentiamo con noi stessi. È dai dolori crescenti e dalle esperienze che possiamo diventare più forti e più saggi. È anche importante parlare di queste esperienze – non siamo soli e non dovrebbero avere così tanto valore. Piangi, ridi, parlane, condividi, così che qualcun altro che vive un’esperienza simile possa sapere che va bene lo stesso. E poi passa alla prossima cosa eccitante perché all’improvviso sei libera e lo puoi fare.
Se potessi uscire a cena con tre persone del passato/presente/futuro, chi sarebbero?
Michael de Montaigne, autore francese di ‘Saggi,’ uno dei miei testi preferiti.
Un marziano.
Stanley Kubrick, potremmo avere uno stile di lavoro simile.
Che cosa stai cercando?
Piani che non cambiano. Ma poi c’è quel detto “La gente fa i piani e Dio ride”, quindi davvero sto solo cercando di fare piani in modo che la vita possa intralciarli e fare piani migliori per me! Sto cercando di stare bene con le cose che cambiano e scegliere di prendere decisioni che mi renderanno felice. Penso che la felicità sia una serie costante di scelte, alcune molto difficili, e che dobbiamo sfidare noi stessi per essere felici nella nostra interezza.
The Film Wall
35mm & Fuji Instax
Photos and Video by Johnny Carrano.
Styling: Natalie Hoselton
Makeup: Elie Maalouf
Hair: Ashley Wahler
Look 1
Look: Self Portrait
Shoes: Stuart Weitzman
Jewels: APM Monaco
Look 2
Dress: Gucci
Shoes: Schutz
Jewels: Adriana Scarpelli
Look 3
Dress: Solace London
Shoes: Stuart Weitzman
Jewels: Adriana Scarpelli