Un brand di intimo sostenibile, inclusivo, comodo e sexy. In altre parole, LATTE The Label.
Abbiamo conosciuto il brand per un articolo della nostra rubrica “The Green Side” ed è stato amore a prima vista: una capsule collection di underwear basic, cool e che ha fatto della fibra di bamboo il suo materiale di riferimento per creare tessuti traspiranti, morbidi e antibatterici.
Affascinati da questa realtà Made in Italy, abbiamo incontrato Sonia Benassi e Giorgia Ferrais, le due founder, per parlare di come e quando è nata la necessità di creare LATTE The Label, del processo produttivo e del modo in cui questo brand rappresenta al 100% il loro immaginario.
Per sentirci a proprio agio con noi stessi, andando oltre pregiudizi, giudizi e paure, per valorizzarci e per rispettare il pianeta. Indossando la giusta confidence, sempre.
Quando e come è nata in voi la consapevolezza di voler creare LATTE The Label? Quali sono stati gli step che hanno caratterizzato questo percorso?
L’idea per il nostro progetto è nata in modo molto spontaneo in realtà, quasi casuale. Non abbiamo un background nel mondo della moda, ma a un certo punto ci siamo rese conto che non c’era una realtà di intimo che facesse davvero al caso nostro, che coniugasse la comodità che vogliamo tutti i giorni a uno spirito contemporaneo e sexy. Abbiamo cominciato a immaginare questo brand quasi per gioco, ci è subito venuto in mente il nome LATTE, poi ogni pezzo che si aggiungeva alla nostra idea di partenza sembrava funzionare e quindi ci siamo dette “proviamoci, facciamolo”. Ci è voluto circa un anno per trovare i partner giusti che ci affiancassero per dare vita alla nostra idea, ma alla fine il risultato ci ha riempite di orgoglio e soprattutto si sta facendo amare tantissimo da chi lo prova.
Come si caratterizza il processo di produzione della vostra linea di intimo?
Per la fibra di bamboo ci approvvigioniamo da un produttore specializzato in fibre sostenibili che fila i tessuti a Biella, dopodichè li consegnamo per la confezione in un laboratorio artigianale a Bergamo, che cuce a mano ogni singolo capo. È stato molto importante per noi trovare dei produttori che fossero geograficamente vicini, per impattare il meno possibile nella fase di trasporto delle merci. Infine, gestiamo la parte di logistica a Milano, appoggiandoci a un partner per le consegne che è carbon neutral.
“Ci siamo rese conto che non c’era una realtà di intimo che facesse davvero al caso nostro, che coniugasse la comodità che vogliamo tutti i giorni a uno spirito contemporaneo e sexy”.
Semplice, cool, comfortable e sostenibile: sono solo alcune delle parole per descrivere LATTE The Label. Quali sono i valori fondamentali per voi, sia come founder di questo brand che come consumatrici?
Quello che cerchiamo da un prodotto che acquistiamo è che sia durevole e che non ci stanchi, non vogliamo più l’ultima moda ma qualcosa da portare con noi nel tempo.
Per i vostri capi, utilizzate la fibra di bamboo: da dove arriva l’intuizione di utilizzare un materiale così “unico” ed etico?
Visto il nostro nome, l’idea originaria era quella di utilizzare un tessuto che contenesse una percentuale di proteina del latte, ma abbiamo deciso di non proseguire per quella strada perché non eravamo sicure della provenienza.
Abbiamo cercato quindi un’alternativa e con la fibra di bamboo è stato amore a prima vista (anzi, al primo tocco!). Infatti, questo tessuto (certificato OEKO-TEX e FSC) è perfetto per stare a diretto contatto con la pelle per le sue numerose proprietà: morbido e delicato, previene arrossamenti e irritazioni ed è naturalmente antibatterico. Inoltre, partendo proprio dalla fonte, il bambù è una pianta che cresce molto velocemente e per farlo necessita di pochissima acqua, non ha parassiti naturali e quindi non richiede pesticidi, e per finire elimina molta più anidride carbonica rispetto alla media, trasformandola in ossigeno. Insomma, è come Mary Poppins, “praticamente perfetto sotto ogni punto di vista”.
“Morbido e delicato, previene arrossamenti e irritazioni ed è naturalmente antibatterico“.
E, sempre in termini di sostenibilità, quali sono le abitudini a cui prestate attenzione quando dovete fare acquisti o nel vostro lifestyle in generale?
Sonia: l’aspetto a cui sto cercando di auto-educarmi è comprare meno e meglio, anche perchè a Milano ho una casa piccola e lo spazio nell’armadio e nella scarpiera è davvero poco, un esercizio però molto utile che consiglio a tutti. È un po’ come quando fai la valigia e capisci quali sono le cose che ti piacciono davvero e vuoi portare con te a tutti i costi, di tutto il resto in fin dei conti si può fare a meno senza grandi tragedie. Nella vita di tutti i giorni faccio del mio meglio come tutti: faccio la differenziata, mangio poca carne (che in realtà di base non mi piace tanto) e se devo spostarmi cerco di farlo a piedi o con i mezzi.
Giorgia: sto imparando sempre di più ad avere dei comportamenti positivi in questo senso, anche se piccoli possono fare la differenza. Quello che considero un cambiamento abbastanza radicale è stato quello di non comprare più da qualche anno fast fashion, preferisco avere pochi pezzi nel mio armadio ma di qualità e che mi durino nel tempo. Non mi lascio più andare allo shopping d’impulso ma rifletto se effettivamente sto per comprare qualcosa che mi serve e che andrò ad usare in più occasioni.
“Comprare
meno
e meglio”
C’è un ricordo, un momento particolare da quando avete fondato il brand a cui siete affezionate?
Essendo nate da così poco ogni prima volta è speciale, un giorno indimenticabile è stato sicuramente quello del lancio, in cui siamo state sommerse di affetto e condivisioni in modo del tutto inaspettato. Poi c’è stato il primo evento dal vivo, la prima pubblicazione sulla carta stampata, il primo lancio di un nuovo prodotto… Sono cose piccole ma per noi per niente scontate, sono tutti traguardi importanti che si trasformano in una collezione di bei ricordi.
Un altro valore fondamentale del vostro brand è l’inclusività e il sentirsi bene nel proprio corpo, sempre. Cosa significa per voi sentirvi a vostro agio nella vostra pelle?
Sonia: Domanda difficile! Personalmente non mi sono mai sentita particolarmente bella, specialmente quando ero più piccola, sentirmi a mio agio con me stessa non è quindi una cosa che ho innata ma sto imparando a fare un po’ alla volta con il passare degli anni. Un punto di svolta è stato capire che la bellezza non sta solo nell’aderire a dei canoni standard, ma soprattutto nell’attitudine che hai.
Giorgia: per anni ho rincorso degli ideali di bellezza che i giornali, la televisione e i social ci imponevano, più che per gli altri per me stessa, dentro di me pensavo che solo così sarei stata felice. Poi la scorsa estate ho capito che non aveva senso privarsi di una pasta a cena, di un calice di vino o di un’uscita con le amiche in più per rientrare in una taglia che non mi appartiene. Ho imparato ad ascoltare il mio corpo, mangiare ciò che più mi fa voglia, muovermi più per un benessere interiore che per l’aspetto esteriore. Non sempre è facile, sto ancora cercando di trovare il mio equilibrio. Sicuramente aiuta circondarsi di persone che non giudicano, seguire sui social profili che lanciano messaggi positivi.
“La bellezza non sta solo nell’aderire a dei canoni standard, ma soprattutto nell’attitudine che hai”.
“Ho imparato ad ascoltare il mio corpo, mangiare ciò che più mi fa voglia, muovermi più per un benessere interiore che per l’aspetto esteriore”.
Se poteste scegliere persona del passato o del presente, quale vorreste coinvolgere come membro del vostro Latte Club?
Sonia: Rihanna, perchè una più cool di così non la inventeranno mai più.
Giorgia: Kim Kardashian! Nonostante nel corso degli non sempre sia stata un modello positivo, trovo che sia una figura molto inspiring.
Da Girlboss creative quali siete, qual è stato il consiglio che si è rilevato più utile durante il vostro percorso?
Sonia: non lasciarti bloccare dalla ricerca della perfezione a tutti i costi: prendi coraggio, buttati e crea, per migliorare c’è sempre tempo.
Giorgia: non avere fretta, ogni cosa ha il suo tempo.
Quale sarà secondo voi il futuro della moda che, fortunatamente e finalmente, sta iniziando sempre più a tener conto di valori quali sostenibilità, inclusione e benessere personale?
Quello che ci auspichiamo è che venga regolamentato il modo in cui si produce, la moda è diventata oggi una delle realtà che crea più inquinamento al mondo, sia per la produzione forsennata di capi fatti per essere messi sul mercato a un prezzo impossibile (un reggiseno finito può costare quanto noi spendiamo solamente di tessuto) che per la quantità di scarti che genera, proprio perchè i vestiti vengono usati come usa&getta visto il loro costo. Manca l’educazione e la giusta consapevolezza su come funzionano determinati meccanisimi e su cosa comporta comprare una maglietta a 2€. Per fermare in fretta questi ritmi davvero insostenibili per il nostro pianeta dovremmo interrompere il procedimento sbagliato a monte.
“Per fermare in fretta questi ritmi davvero insostenibili per il nostro pianeta dovremmo interrompere il procedimento sbagliato a monte”.
Qual è stata l’ultima cosa che avete scoperto di voi stesse?
Sonia: che non sono fatta per il lavoro in solitaria e per rendere al meglio ho bisogno di avere altre persone intorno a me.
Giorgia: che non posso avere tutto sotto controllo, sto piano piano imparando (con non poca fatica) ad accettare il fatto che le cose non sempre vanno come voglio io e con i miei ritmi.
Il libro sul vostro comodino in questo momento.
Sonia: “Il maestro e Margherita”, M. A. Bulgakov.
Giorgia: “Il bar delle grandi speranze”, J. R. Moehringer.
Che cosa c’è nel futuro di LATTE The Label, e nel vostro?
Giorgia: oramai il nostro futuro e quello del brand sono legati indissolubilmente (ahah). Ci aspettiamo tantissime cose belle, sia in termini di novità di prodotti che di crescita. Sogniamo un ufficio/atelier in cui lavorare e ospitare i nostri clienti, di volare all’estero e far conoscere i nostri prodotti a più persone possibili perchè nonostante siamo nate da 4 mesi, l’entusiasmo e i feedback positivi che stiamo ricevendo sono tantissimi.
Sonia: Crediamo molto nel lavoro di squadra e nella creatività, la cosa più bella di avere un progetto tuo è poter fare potenzialmente tutto quello che vuoi, qualsiasi cosa che ti viene in mente può prendere forma nel giro di qualche mese. Ci piace molto anche l’idea di creare sinergie con altre realtà, unire le forze per creare cose belle.