Cominciamo questo ottobre con la nostra rivoluzione, e nel farlo vi presentiamo la nostra Cover Story: l’attrice Synnøve Karlsen che, con la terza stagione de “I Medici” ci rivela quanto sia stato bello vivere a Roma, e quanto sia stato potente per lei riuscire a dare voce ad una donna di cui non si è scritto molto ma di cui ci sarebbe molto da scoprire, Clarice Orsini. Synnøve in qualche modo è riuscita a dare giustizia e potenza alla sua figura: una giovane e forte gentildonna, chiamata a governare Firenze al fianco del suo promesso sposo, un uomo che diventerà poi leggenda, Lorenzo de Medici.
Synnøve Karlsen è il volto e l’anima di Clarice Orsini, in uscita con la nuova stagione il prossimo Novembre: dopo aver consolidato il suo posto nella società fiorentina di fine ’400 e all’interno della famiglia de Medici, nella nuova stagione Clarice dovrà essere pronta ad affrontare un’epoca di grandi cambiamenti dopo la tragica Congiura dei Pazzi.
Qual è stato l’evento che ti ha fatto innamorare della recitazione?
Esibirmi sul palco durante una recita scolastica a 15 anni è stato importante per me. Non avevo mai recitato prima ed è diventata improvvisamente un’ossessione. Alla fine delle esibizioni ero sempre sconvolta, e da quel momento ho capito che volevo recitare nella vita. È allora che ho cominciato a darmi da fare per capire come realizzare il mio sogno.
“…è diventata improvvisamente un’ossessione”.
Parliamo de “I Medici” e della sua terza stagione, ma prima di tutto qual è stata la parte migliore dell’essere nel progetto?
“I Medici” è stata un’esperienza meravigliosa. Ho imparato così tanto in questi ultimi due anni e sono così grata di averne fatto parte e di aver interpretato questo personaggio. Non dimenticherò mai il lavoro fatto con questi attori, ho imparato così tanto da loro. Oltre agli attori, direi che la parte migliore del progetto è stata l’immersione nella cultura italiana e nel Paese. Era un posto di cui sapevo poco, che non avevo mai visitato sul serio e due anni dopo lo sentivo parte di me. Roma era casa, alla fine delle riprese, ed è stata dura dirle addio.
“…la parte migliore del progetto è stata l’immersione nella cultura italiana e nel Paese”.
“…Roma era casa, alla fine delle riprese”.
Qual è stato il tuo approccio iniziale al personaggio in termini di ricerche? E come si sono sviluppati e sono cambiati i tuoi rapporti e ricerche nel corso della terza stagione? Come si è evoluto il tuo personaggio Clarice Orsini tra la seconda e la terza stagione?
Ho cercato di leggere il più possible, ho letto tanti libri di storia sulla famiglia Medici e sulla famiglia Orsini. Anche le ricerche online sono importanti e oggi abbiamo accesso a così tanti documentari e podcast interessanti che esplorano in maniera approfondita il Rinascimento e la dinastia dei Medici.
Durante la seconda stagione mi sono concentrata sul significato dell’essere donna in quel periodo storico, in questa stagione Clarice è un’adolescente che alla fine si ritrova a dover accettare un matrimonio per delega con Lorenzo. È molto religiosa, quindi ho trovato quest’aspetto di lei molto interessante da esplorare, sotto molti aspetti è brillante e interessante, ma nel momento in cui arriva a Firenze non si sente affatto all’altezza della situazione. Roma era considerata un posto molto tradizionale, mentre Firenze era una città vivace e all’avanguardia, dove alla religione veniva data molta meno importanza. Quindi giocare con queste idee e sentimenti è stata una parte centrale della costruzione del personaggio.
Nella terza stagione, sono passati molto anni e io mi sono focalizzata su di lei come colonna portante della sua famiglia. Da molti punti di vista, è la forza e la mente che tiene insieme la famiglia, e diventa molto più di una figura matriarcale. In sostanza, direi che questa serie parla più che altro delle relazioni all’interno della famiglia e di quelle politiche all’esterno di essa, e il matrimonio di Clarice e Lorenzo è esplorato nel suo sviluppo attraverso diversi anni. È stata una sfida interessante per me interpretare qualcuno di più grande, quindi ho dovuto fare una full immersion.
Cosa ti piace di più e di meno del tuo personaggio? E quali sono state le sfide principali dell’interpretare una persona realmente esistita?
La adoro. Cerco sempre di empatizzare con i personaggi che intepreto e Clarice l’ho sempre considerate ammirevole. È morta giovanissima, a 37 anni circa, dopo aver avuto dieci bambini con Lorenzo, molti dei quali non sono sopravvissuti. Questa storia mi ha spezzato il cuore, e mi ha sorpreso quanto poco sia stato scritto su di lei. Si parla tanto di Lorenzo e del suo ruolo nel rinascimento, ma si capisce dal loro matrimonio che lei deve aver avuto un ruolo fondamentale nella vita di lui e nella politica stessa.
Grazie alle ricerche che ho fatto io e l’importanza che la produzione ha dato alla sua voce, siamo stati in grado di tracciare il suo personaggio e il viaggio attraverso la sua breve vita. È stata una bella sfida perché ho sentito la responsabilità di dare alla sua storia una voce che fosse rappresentativa della persona che era e c’è così tanto che si può fare con quello che è scritto su di lei. Credo che abbiamo fatto bene a darle una voce e a riconoscere la portata della sua influenza.
“Ho sentito la responsabilità di dare alla sua storia una voce che fosse rappresentativa della persona che era e c’è così tanto che si può fare con quello che è scritto su di lei”.
Cosa ci puoi svelare della relazione con Lorenzo nella terza stagione?
È molto interessante, si tratta di certo di un momento diverso della loro relazione rispetto a ciò che abbiamo visto prima. È più matura e complessa ed è stata una relazione molto emozionante da mettere in scena. Credo che in questa stagione siano messi alla prova sotto molti aspetti e l’intera storia ruota intorno a loro in un certo senso. Non vedo l’ora che la gente guardi questa stagione, perché i meccanismi interni di questo matrimonio sono esplorati su un nuovo livello.
Qual è un altro personaggio realmente esistito che ti piacerebbe interpretare e perché?
Amy Winehouse. La trovo affascinante.
Uno dei tuoi prossimi progetti è “Last Night in Soho” di Edgar Wright: cosa puoi dirci di questo progetto e com’è stato lavorare con Edgar Wright?
Far parte di questo progetto è stato fantastico! E lavorare con Edgar è stato emozionante, ero e sono una sua grande fan, quindi ho adorato conoscere come lavorasse ogni giorno e quale fosse il suo metodo. È un thriller ambientato a Londra, nel mondo della moda.
Se potessi andare a cena con tre persone del passato/presente o futuro, chi sceglieresti?
Amy Winehouse
Joan Didion
Kris Jenner
Anche se cambio idea ogni settimana, e inoltre vorrei una cena tête-à- tête con ognuno di loro, possibilmente…
Qual è il ruolo dei tuoi sogni?
Non ne sono sicura, penso che lo saprò quando lo starò facendo, quindi risponderò allora.
I tuoi must-have sul set.
Qualcosa che possa fare con le mani. Sul set de I Medici cucivo, lo trovavo molto rilassante. Di recente, il Sudoku ha preso il sopravvento.
Le tue parole italiane preferite.
Buono, Madonna, Stanca, Sempre.
La tua figura del Rinascimento italiano preferita.
È strano se rispondo Clarice Orsini?
Il libro sul tuo comodino.
“Denti Bianchi” di Zadie Smith.
Qual è il tuo accento preferito?
Quello Italiano!!
La tua ultima maratona di serie tv?
Ho appena rivisto tutte le stagioni di “Friends”.
Qual è il tuo posto felice?
I Fiordi Norvegesi in estate.
Il tuo superpotere (che hai o che vorresti avere).
Vorrei essere in grado di teletrasportarmi ed evitare aeroporti e aerei.
Photos and Video by Johnny Carrano
Makeup by Carol Morley
Hair by Alexandru Szabo
Styling by Sophie Kenningham
Thanks to The Bedford
Thanks to Three Cheers Pub Co
LOOK1
LOOK 2
Glasses by Linda Farrow
LOOK 3
Shoes by Sergio Rossi
LOOK 4