Redattrice, comica, scrittrice, attrice, Tess Masazza è un’anima introversa che della risata fa la sua primaria valvola di sfogo ed espressione, esorcizzando il timore che le difficoltà incutono, di primo acchito, quando fanno capolino ad ogni nuova porta che si apre. Ma Tess ama le sfide, ama mettersi in gioco, accoglie le opportunità umane quando si presentano, con una rara intraprendenza e voglia di conoscersi meglio, nei propri limiti e nelle proprie capacità.
Concorrente della seconda stagione del game show “LOL – Chi ride è fuori”, e creatrice della web series “Insopportabilmente donna”, ora adattata in un romanzo di successo e in uno spettacolo teatrale altrettanto acclamato, Tess ha colpito tutti i bersagli a cui mirava: il potente palcoscenico del web, l’effetto catartico del linguaggio autoironico, la dimostrazione della versatilità di espressione dei contenuti comico-romantici. Così, ha reso i suoi sogni un po’ più reali; così, ha dato consistenza e ulteriori possibilità di evoluzione ai suoi migliori film mentali.
Qual è il tuo primo ricordo comico/legato al mondo della comicità?
Ho iniziato a studiare recitazione dopo aver visto lo spettacolo teatrale “Frou-Frou Les Bains” nel 2001 a Parigi. Ho riso dall’inizio alla fine e così è iniziata la mia passione per la commedia, per lo spettacolo.
Sei stata una dei concorrenti di “LOL 2 – Chi ride è fuori”: cosa ti ha fatto accettare la sfida partecipare al programma?
Amo le sfide, mettermi in gioco nel lavoro ma anche nella vita. Partecipare a “LOL” è stata un’opportunità lavorativa ma anche umana. È stato difficile non avendo un repertorio comico, un copione in mano, ma capire i propri limiti è fondamentale per poter migliorare e crescere.
Qual è stata la parte più bella dell’esperienza? E il concorrente più “impegnativo” da affrontare?
Mi sono trovata molto bene con tutto il cast, conoscerli, imparare da loro è stato molto costruttivo. Il concorrente che ha rischiato più volte di farmi crollare è stato Mago Forest, riesce a sorprenderti con delle battute improvvisate che fanno morire dal ridere.
Cosa ti ha insegnato l’esercitazione dell’“arte del trattenere la risata”?
Essere in grado di fare ridere gli altri senza poter ridere è stato, per me, complicato. Infatti sono andata nel panico, ero in ansia da prestazione.
Ho capito l’importanza della tecnica che si acquisisce con l’esperienza, ma anche della consapevolezza delle proprie capacità.
La tua web serie “Insopportabilmente donna” ha avuto un grandissimo successo, approdando anche a teatro e all’editoria, nella forma, rispettivamente, di uno spettacolo e di un romanzo: da dov’è nata l’idea alla base e quali soddisfazioni ti ha dato vederla crescere e mutare forma più e più volte?
L’idea nasce anni fa, quando sentivo il bisogno di fare qualcosa di mio, di scrivere le mie cose (prima facevo la redattrice per diverse testate giornalistiche). Ma volevo anche tornare a recitare e così mi è venuta l’idea di creare contenuti leggeri, brevi, nei quali potevo mettere in scena le mie varie passioni. Il web mi ha dato la possibilità di farmi conoscere velocemente, è un palcoscenico con un grande potenziale. Oggi vedere il mio format prendere nuove forme è una soddisfazione enorme. Mi permette di essere continuamente stimolata.
“Il web […] è un palcoscenico con un grande potenziale”.
La web serie è nata 8 anni fa: il tuo modo di esprimerti e i contenuti di cui tratti sono cambiati nel corso del tempo? Se sì, come e in quale direzione?
C’è stata un’evoluzione, una crescita del personaggio “insopportabilmente donna”.
Prima mi piaceva mettere in scena tutto quello che mi passava per la testa, oggi sono più riflessiva e cerco di andare più in profondità, di cogliere e mettere in scena anche sfumature delle tematiche che affronto. Lo spettacolo teatrale ed il romanzo sono la dimostrazione di questa evoluzione. Il linguaggio ironico (ma soprattutto autoironico) però è rimasto lo stesso.
Cosa rappresenta, per te, la scrittura? È un’azione di routine, una valvola di sfogo di cui hai bisogno per affrontare la quotidianità, oppure un semplice esercizio di creatività?
Tutt’e tre le cose. Scrivere mi permette di sentirmi più leggera, di buttare fuori tutti i miei pensieri che a volte diventano ingombranti essendo introversa di natura. Ma scrivere, soprattutto, mi permette di rendere i miei sogni quasi reali. Scrivo in modo spontaneo lasciandomi trascinare dai miei film mentali.
Che rapporto hai con i social e il web, di cui fai parte ormai da tempo?
Sono sempre stata molto affascinata dal mondo del web, dal suo potenziale. E per il mio lavoro è uno strumento, un mezzo fondamentale. Nel privato uso poco i social network, li uso principalmente per rimanere in contatto con la mia famiglia che vive in giro per il mondo o con i miei amici d’infanzia non essendo cresciuta in Italia.
Qual è l’ultima cosa che hai scoperto di te stessa?
Ho scoperto di aver 35 anni e non più 25. Devo fare sport, non ho più scuse. [ride]
Cosa significa per te essere a proprio agio nella propria pelle?
Significa dare meno peso al giudizio degli altri e concentrarsi sulle cose belle, anche piccole. Godersi il presente.
“Godersi il presente”
Il miglior vaffanculo della tua vita?
Deve ancora arrivare, ma è pronto. Ce l’ho sulla punta della lingua. Scherzi a parte, non amo il conflitto, cerco sempre di trovare un modo per evitare di arrivare al punto di dover mandare “affanculo” una persona.
Il tuo più grande atto di ribellione?
Lo spettacolo teatrale è stato in qualche modo un atto di ribellione, perché non tutti erano convinti che dal web si potesse passare al teatro, soprattutto con una commedia romantica. Ma ho voluto con tutte le mie forze dimostrare il contrario.
“…non tutti erano convinti che dal web si potesse passare al teatro…”
L’ultima persona che ti ha fatto sorridere?
Il veterinario che poco fa mi ha mandato le analisi del mio cane, spiegandomi che sta guarendo.
Preferisci ridere o far ridere?
Ridere è il mio anti stress per eccellenza. Ridere a lacrime è una sensazione meravigliosa.
La collaborazione dei tuoi sogni?
Facile, girare un film con Ryan Gosling. No scherzo, cioè si ma no. Scrivere e girare un film con Woody Allen sarebbe veramente incredibile. In Italia, Checco Zalone.
Qual è la tua battuta preferita?
È una battuta tratta dallo spettacolo “Frou-Frou Les Bains” menzionato prima. È complesso tradurlo in italiano dal francese, ma in sostanza è un dialogo tra due personaggi, la prima ha perso (nel senso che non lo trova più) il suo cane che si chiama Kiki. Il secondo le chiede,
“C’est qui Kiki?”, ovvero “chi è Kiki?”.
Il dialogo fatto di “chi è kiki”, “kiki chi?” va avanti così per dieci minuti e fa morire dal ridere.
Il libro sul tuo comodino?
L’ultimo di Stephen King. Adoro i gialli.
“Adoro i gialli”.
Di cosa hai paura?
Dell’aereo. Sono terrorizzata ed è assurdo visto che viaggio tantissimo.
Qual è la tua isola felice?
La mia famiglia, cagnolino compreso.
Photos&Video by Johnny Carrano.
Styling by Mimina Cornacchia.
Assistant stylist Gabriella Piluso.
Makeup by Claudia Blengio – Simone Belli Agency.
Location Manager Luisa Berio.
Thanks to Lapalumbo Comunicazione.
Thanks to Frascati 11.
Thanks to Luisa Berio.
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