Lorenzo Richelmy, 26 anni, si trova dentro una realtà, Netflix, nella quale recita nel ruolo da protagonista nella serie tv “Marco Polo“. Terza al mondo dopo “Il trono di spade” e “Orange is the new black” per visualizzazioni.
Una serie tv che in sé è un viaggio ma per Lorenzo questo viaggio sembra essere scritto sulla pelle: anche prima di cominciare a girare la serie tv girava il mondo, e aveva già toccato tutte quelle destinazioni che poi ha dovuto esplorare nuovamente per girare la serie tv.
Il viaggio per lui diventa arricchimento e conoscenza quando vissuto da solo, quando non avendo amici intorno ti ritrovi “obbligato” a parlare, a conoscere sempre più, ad immergerti in altre culture e a prenderne il più possibile.
Noi lo abbiamo incontrato ed intervistato al Giffoni Film Festival 2016, dove si è raccontato con molta sincerità e grande cuore.
Lorenzo Richelmy, nonostante la fama, il “ciclone” che l’ha travolto, rimane un ragazzo umile e con i piedi per terra: ama viaggiare, sottolinea quanto sia importante riuscire a stare da soli, staccarsi dai social media e guardare il mondo con i propri occhi, senza l’aiuto di uno schermo.
E sottolinea quanto sia importante accettarsi e non prendersi troppo sul serio: dettaglio non da poco se si vuole sopravvivere in un mondo come quello dello spettacolo. Infatti dichiara: “Tutti, grandi e piccoli, andiamo al bagno la mattina. Vedevo giganti come De Niro o Pacino a tavola che si comportano come tutti noi, chiedono ‘mi passi l’olio?’ come fa chiunque. Questo ti rende solido ed equilibrato”.
L’equilibrio è una parte fondamentale del suo essere: “Sono entrato in un sistema enorme, per molti versi una follia perché mi sono trovato all’improvviso ad avere a che fare con Netflix e Weinstein, due tra i nomi più grandi dello spettacolo mondiale. È difficile non perdere l’equilibrio, mi ha aiutato la capacità di dimostrare le mie idee e la mia personalità. Ad esempio in uno dei primi incontri mi hanno detto che avrei subito dovuto smettere di fumare e di bere bevande gassate, gli ho risposto che se lo avessi fatto così velocemente sarebbe stato peggio e hanno capito le mie ragioni”.
Quanto a Netflix, Richelmy (e noi con lui) è convinto rappresenti il futuro: “Si è accreditata per la sua libertà produttiva, nessun altro avrebbe potuto fare un prodotto come House of Cards se non Netflix”.
Dice che nulla è davvero impossibile, che non bisogna mai pensare che non riusciremo a fare qualcosa, se ci si impegna qualcosa torna indietro. La parola chiave? Avere fame, ed essere pronti a lavorare sodo.
A dimostrazione di questo ha raccontato di essere stato inizialmente rifiutato per la parte di Marco Polo, di aver “scavalcato” il casting italiano mandando a quello inglese il suo video-provino, fatto nella sua cameretta e per il quale ha lavorato tantissimo e messo tutto sé stesso. Dopo il primo entusiasmo è giunto un altro ostacolo: l’inglese, non lo parlava affatto. Gli hanno detto: due settimane per impararlo, altrimenti la parte sarebbe andata a qualcun altro.
Risultato? Lorenzo Richelmy è Marco Polo e siamo sicuri sarà presto anche molto, molto altro.