Ho “conosciuto” Mara Bragaglia attraverso Instagram. Sotto le sue foto spiega sempre la storia del gioiello che presenta, dall’idea alla particolare produzione, fino alle difficoltà incontrate, ma sempre superate. O proprio quelle difficoltà hanno reso poi quel gioiello un pezzo unico nel suo genere. Quando poi ho scoperto che è la prima ed unica in Italia a lavorare con oro Fairtrade, mi sono interessata ancora di più.
Ho avuto il tempo di guardarmi tutti i suoi gioielli online e…me ne sono innamorata! Perché, al contrario di tanti altri, mi sembravano gioielli veri, sinceri. Unici nella loro fattezza e anche nei materiali. Come se comprare uno di quei gioielli mi avrebbe resa partecipe di una piccola magia.
Ho voluto poi intervistarla e, finalmente, ho avuto l’opportunità di conoscere Mara. Una ragazza, come i gioielli che produce, unica. Lo capisci subito -e non solo perché si è presentata alla porta con una piccola sacher, che si dia il caso essere anche la mia torta preferita- dal suo sguardo e dalle sue parole.
Una ragazza che può sembrare timida ma che allo stesso tempo è un vero vulcano di parole, esperienze e cose da dire. E le dice con un’umiltà e una saggezza che sembra appartenere ad una donna molto più grande della sua età. Forse è dovuto ai suoi amati libri o ai suoi studi in filosofia, ma la ascolteresti per ore. Alla parlantina abbina il suono dei suoi gioielli, quelli che lei indossa e che si muovono sempre con lei.
In quell’occasione ho avuto anche la bellissima opportunità di “conoscere” di persona i suoi gioielli e di poterli toccare con le mie mani: sono ancora più belli dal vivo e alcuni sembrano trasmetterti qualcosa, li senti tuoi come un tatuaggio.
Speriamo possiate ora godervi l’intervista a questa ragazza fuori dal comune: una ragazza che sa quando fermarsi, che ha la saggezza di un filosofo e l’allure di Amelie, le sue parole ci hanno ispirati e siamo sicuri lo faranno anche con voi.
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Come è nato ed iniziato tutto?
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È una domanda che sembra tanto semplice ma non lo è. In realtà per me era una cosa già definita, che mi piaceva, che volevo realizzare e portare a un livello che mi consentisse di avvicinarmi a tante persone. Quando ho iniziato, il 5 marzo 2012, facevo cerchietti (dei nastri di raso che componevo), ma la parte che più mi incuriosiva era fare una foto, una foto che potesse comunicare qualcosa e poi aspettare un feedback, cercare un modo di fare una comunicazione.
Studiavo e studio tutt’ora filosofia, era un lavoretto che facevo per mettere via qualcosa a tempo perso. Era però un ramo di nicchia, non vendevano nulla. Poi da un cerchietto con una cerniera mi venne l’idea di creare un braccialetto ma che volevo targare, mettendo insieme le due “M”.
Feci dunque un braccialetto con targhetta incisa, per puro caso, era semplicissimo ma avevo un sacco di richieste, non so se perché magari in quel momento non lo faceva nessuno, me lo aveva suggerito quel genio di mia sorella. Su Instagram mi trovò poi Valentina Ferragni (carinissima) che impazzì per le mie creazioni e mi chiese di fargliene uno, postò la foto e venni di conseguenza invasa dalle richieste.
Qualche mese dopo aprii un sito e siccome mi annoiavo volevo provare altro, volevo incidere l’argento. Come prima prova incisi un mio bellissimo braccialetto del battesimo ma non andò bene, il caso volle che poi migliorassi la tecnica. Siamo partiti con l’argento e poi una cosa tira l’altra, abbiamo provato saldature, combinazioni e alla fine sono riuscita a mettere insieme le mie conoscenze. Mi ha aiutato molto entrare in contatto con i fornitori, soprattutto inglesi.
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Come è lavorare con la tua famiglia? Ti ha aiutato, soprattutto all’inizio?
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Sempre, l’appoggio e il supporto sono fondamentali, fanno la differenza. Poi c’è mia sorella che si occupa di rispondere a tutti i messaggi, ha talento.
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Nel tuo sito si legge “ I gioielli possono raccontare storie, custodire emozioni e anche cambiare il mondo”. Quale gioiello racconta una storia a cui sei molto affezionata?
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Forse la ghianda. È quel gioiello che nella realizzazione e produzione mi ha impegnata di più. Molti gioielli nascono sulla scia di altri. In base alla riposta e all’entusiasmo da parte delle persone per un prodotto penso di conseguenza a cosa fare di più. C’è sempre un racconto, un bisogno, un’utilità, un contesto dietro. La ghianda forse ha la storia più bella. Un gioiello può essere utile e può portare valore ad un contesto.
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Quale gioiello invece ha cambiato il tuo mondo?
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Il mio semplice bracciale con targhetta con scritto “oltre la paura” e con un cordoncino liberty. Ho avuto l’ispirazione di fare una foto con 3 bracciali, anziché singole come sempre, e quella foto poi ha riscosso un grande successo su Instagram. Fu quella che scoprì Valentina.
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Studi filosofia e sei una grande lettrice, quale è il tuo libro preferito?
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In questo momento “Moby Dick” e “Sulla strada” di Kerouac. Entrambe raccontano strade di ricerca di qualcosa che sai che non puoi dominare, qualcosa di cui sei assettato e di cui non potrai mai dissetarti e che rimarrà sempre ignoto pur continuando a chiamarti nella ricerca.
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Nei gioielli incidi molte frasi , l’inspirazione viene anche dai libri?
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Le mie sono essenzialmente citazioni. Non ho mai avuto il coraggio di incidere qualche cosa per me, con una frase che fosse mia. Le mie frasi stanno su un taccuino, per me. A volte da una parola o da un significato ci costruisco intorno il prodotto, per esempio mi sta succedendo con un anello che non vedo l’ora di realizzare.
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Sei l’ unica in Italia certificata “Fair Trade Goldsmith”, come ci sei arrivata?
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Sono stata la prima a cercare di spingermi verso quel mondo, ci sono arrivata tramite i fornitori inglesi, che hanno una sensibilità diversa, difficile da applicare qui, soprattutto ad un oggetto.
Il gioiello ha un desiderio che non ti porta a pensare cosa c’è alle sue spalle, perché vedi solo l’oggetto finale. Mi sono accorta tuttavia che sempre più i giovani si dimostrano sensibili all’etico, cosa che scoraggia i grandi brand perché per loro conta soltanto che le persone paghino.
Per un gioiello il valore etico è importante, quando ti sposti sul suo significato come puoi non domandarti da dove quel gioiello proviene? Ogni materiale ha un significato, e si deve fare il possibile per comprenderlo, pur realizzando che non si ci può occupare di tutto. Ma bisogna farlo per ciò che ci è possibile comprendere e di ciò di cui ci sui può occupare.
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Quale citazione letteraria ti viene in mente in questo momento, una che descrive questo periodo della tua vita?
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Non è una citazione, è una parola, una riflessione sul Frattempo come spazio necessario e come segno di sofferenza e indecisione, che sta tra il pensiero e l’azione. Come momento di riflessione prima dell’azione; è il lavoro della creazione, è quello che sta a monte e che ti chiama, qualcosa con cui devi fare i conti. Intendo il frattempo come uno spazio di ricerca estenuante, frattempo come l’aspettare che tutto arrivi, frattempo come “aspetta il tempo”, che passi e che racconti il tempo stesso.
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Se potessi dare un consiglio a giovani che come te hanno dei sogni o degli obiettivi, cosa diresti loro?
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Di non mollare mai. O meglio, di mollare nei momenti giusti. Hai un sogno? Rincorrilo, ma soprattutto ascoltalo. A volte pensi che questo sia una strada dritta e invece poi incontri dei segni o degli ostacoli che ti possono mostrare come quella strada in realtà non sia cosi giusta. Quindi non mollare, mollando. Ascoltarsi.
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C’è una persona che per te è un’ispirazione?
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Domanda difficilissima. Come fai a definirla una persona così? Spesso quando faccio qualche cosa penso alla mia professoressa di filosofia, è un punto di riferimento. Ma non ce n’è una in particolare.
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Quale è il tuo sogno per Mara is Mara?
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In coerenza con il mollare mai mollando di cui parlavo prima, sogno di continuare a fare quello che sto facendo ora, migliorandomi soprattutto dal punto di vista organizzativo e riuscendo a studiare anche un po’ di più e riuscire a dare voce all’oro Fairtrade nel mio piccolo, che è un problema ma un problema pieno di opportunità.
Bellissima intervista!
E complimenti per il soggetto da voi scelto, ho puntato su Mara ad occhi chiusi per dei regali molto importanti per me, ed il risultato è stato meraviglioso!
Non vedo l’ora ora di fare un ordine tutto per me!:)
Ciao Martina, grazie mille per i complimenti!
Hai proprio ragione, Mara è speciale, proprio come i suoi bellissimi gioielli: me ne sono innamorata subito. Forse gli anelli i miei preferiti, ma in realtà tutto meraviglioso! 🙂