“Il titano della moda”, “L’unico vero couturier” , “Il sarto scultore”, “Il maestro di tutti noi”, “L’architetto dell’haute couture”. Questi sono solo alcuni degli appellativi che grandi nomi della moda come Coco Chanel, Christian Dior, Hubert de Givenchy, Oscar de La Renta, André Courrèges, Emanuel Ungaro e molti altri utilizzano per ricordare uno dei talenti più illustri dell’alta moda. Cristóbal Balenciaga non ha infatti solamente rivoluzionato la storia del costume mettendo in crisi la concezione della femminilità e della silhouette femminile, ma ha portato la moda oltre i suoi confini creando opere d’arte che fuggono alle classificazioni.
Ripercorriamo quindi in 6 punti la storia di un couturier che ha fatto dell’eleganza assoluta e dei volumi il suo marchio di fabbrica.
__________
La Storia di Balenciaga
#1
Gli esordi
__________
Basco di origine e parigino d’adozione, Cristóbal Balenciaga nasce nel 1895 in un piccolo villaggio a Getaria, da madre sarta e padre pescatore. Proprio dalla madre eredita la passione per i tessuti coltivando il sogno di diventare un grande couturier. A soli undici anni lavora come apprendista presso un sarto del paese migliorando anno dopo anno il suo talento nel design e nel confezionamento dei capi. A vent’anni apre il suo primo negozio a San Sebastián per poi raggiungere Madrid e Barcellona. A causa della guerra civile si trasferisce a Parigi dove apre le porte del suo atelier nel 1937 in Avenue George V, al terzo piano di Palazzo Borghese.
__________
La Storia di Balenciaga
#2
Anni ‘40: Parigi e l’Haute Couture
__________
Proprio a Parigi Balenciaga fa teatro del suo talento e del suo stile senza tempo. Per quanto avanguardista e visionario non dimentica mai le sue origini: elementi caratteristici del suo paese come il pizzo, il bolero e il contrasto tra rosso e nero fanno sempre capolino nelle sue collezioni; la sua prima linea è ispirata al rinascimento spagnolo mentre le successive traggono ispirazione dagli abiti della principessa di Spagna, ritratta dell’artista Diego Velasquez e dai bolero indossati dai toreri. La sua maniacale attenzione per il dettaglio e il suo gusto raffinato conquistano presto l’aristocrazia europea, portando nella maison alcune fra le donne più belle e potenti dell’epoca.
__________
La Storia di Balenciaga
#3
Anni ‘50-‘60: il periodo d’oro e lo scontro con Christian Dior
__________
Questi due decenni sono per Christobál gli anni della rivelazione che lo porteranno ad essere ricordato come uno dei maestri più illustri dell’arte del costume. In un periodo in cui la femminilità si manifestava attraverso le forme affusolate dei vestiti a bustino e le gonne a ruota del New Look di Christian Dior, Balenciaga sprigiona il suo genio in tutt’altra direzione.
La sua missione è proprio quella di ridare libertà al corpo attraverso la ricerca di volumi inediti, simmetrie azzardate e contrasti cromatici, ignorando totalmente il punto vita a discapito di modelli anti convenzionali come il tubino semi aderente, l’abito a sacco, il cappotto cocoon, il baby doll plissettato, il minidress a palloncino, le camicie blusa senza colletto, gli abiti tunica, i vestiti a uovo e le scollature piatte che crearono un’estetica senza precedenti. Mantenendo fede a questa filosofia inventò inoltre due tessuti: il Gazar, una raffia di seta molto malleabile e adatta alla creazione di volumi e il Cracknyl, un tessuto plastificato, scintillante ed impermeabile.
__________
La Storia di Balenciaga
#4
Il rifiuto del prêt-à-porter
__________
I rivoluzionari anni ‘60 portarono dei profondi cambiamenti in ambito sociale, politico e culturale. Il movimento hippie, il mood rock, le numerose rivolte sociali e l’ingresso sempre crescente delle donne nel mondo del lavoro mutarono le esigenze, gli usi e costumi quotidiani. Di riflesso, proprio in quegli anni nacque una nuova branca nel fashion design, ovvero il prêt-à-porter: un concetto opposto al mondo haute couture che va incontro alle necessità e ai ritmi del nuovo mondo. Opere d’arte create su misura vengono surclassate da capi confezionati in taglie predefinite e venduti ai grandi magazzini. Il rapporto diretto e strettamente personale con i clienti nei lussuosi atelier viene sostituito da un metodo d’acquisto autonomo ed impersonale.
La ricerca di uno stile più audace, inedito ma easywear, la riscoperta del corpo femminile attraverso i primi minidress e miniskirt, l’energia dei colori pop, le stampe optical e geometriche rappresentano la nascita di una nuova estetica. Tutto questo però non rientra assolutamente negli ideali di Balenciaga, il quale ogni volta che gli viene chiesto di esprimere un’opinione sul nuovo trend dice imperterrito “non prostituirò mai il mio talento”. Così nel 1968 all’apice del successo preferisce ritirarsi dalle scene per rimanere ricordato come il sarto massimo di stile ed eleganza.
__________
La Storia di Balenciaga
#5
Cristóbal Balenciaga e Demna Gvasalia: Due generazioni a confronto
__________
Pioniere dell’haute couture il primo, amante dello streetstyle il secondo, questi due geni del fashion design non potrebbero essere più distanti. Eppure, una variabile li unisce: “Ritengo che siano accomunati da un simile atteggiamento nei confronti del sistema moda e della stampa e non temono di sfidare le norme. Condividono anche un simile approccio al corpo. Demna Gvasalia, (direttore creativo di Balenciaga dal 2015), lo tratta a 360° e dispone di quella sicurezza tecnica nel tagliare e montare che si ritrova nell’opera di Balenciaga”, sostiene Cassie Davies-Strodder, curatrice del dipartimento Fashion and Textile del Victoria and Albert Museum di Londra.
__________
La Storia di Balenciaga
#6
Balenciaga: “Shaping Fashion”
__________
A 46 anni dalla sua morte, il Victoria and Albert Museum di Londra ha inaugurato una mostra per omaggiare il sarto scultore più stimato del XX secolo. La mostra celebra la grande opera del “Picasso della moda” focalizzandosi sugli anni ’50 e ‘60. “Questi due decenni rappresentano un punto di svolta nella carriera di Balenciaga che proprio in quegli anni inizia a distanziarsi in maniera significativa dall’estetica dei propri contemporanei,” afferma Cassie Davies-Strodder, curatrice della mostra.
Emblematico, infatti, il capo che apre il percorso espositivo: un abito con mantello in gazar di seta color chartreuse (verde) risalente al 1961, la cui silhouette ricorda quella di un elegante bruco e che potrebbe facilmente essere scambiata per una futuristica creazione di Comme des Garçons. “L’abito è un meraviglioso distillato delle sue idee e mostra la sua astrazione del corpo; è assolutamente moderno. Silhouette del genere fecero gridare allo scandalo all’epoca in quanto eliminavano completamente il punto vita”, continua Davies-Strodder. Per non parlare infine del museo lui dedicato, inaugurato il 10 giugno 2011 dalla regina Sofia a Getaria, in Spagna. Quasi come un saluto da parte delle sue clienti più affezionate, un riconoscimento regale per l’imperatore del lusso.