Un inizio burrascoso per la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2019: in apertura il film “La Vérité” del regista coreano Hirokazu Koreeda (“Un affare di famiglia”), storia di segreti, invidie e rimpianti tra una madre, un’attrice francese di talento e incredibilmente piena di sé, e sua figlia, una sceneggiatrice indelebilmente ma segnata dalla mancanza di affetto materno nella sua vita.
Titolo
La Vérité
Dietro e Davanti alla Cinepresa
Il pluripremiato regista coreano Hirokazu Kore-eda dirige e scrive il suo ultimissimo film, nuovo arrivato di una serie di altre gemme, tra cui “Father and Son” con il quale ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes del 2013, e “Un affare di famiglia” che gli ha regalato la Palma d’Oro al Festival di Cannes del 2018. “La Vérité” è la prima opera che Kore-eda ambienta fuori patria: questa volta si sposta in un altro continente, in Europa, in una Parigi piena di sorprese, riuscendo a catturarne la proverbiale magia, di notte e di giorno, in autunno e in inverno.
Davanti alla cinepresa, la regina Catherine Deneuve, donna dalla sempiterna bellezza e attrice dal sempiterno talento, veste i panni di un’attrice di successo, una vanitosa, viziata pietra miliare del cinema francese, che è allo stesso tempo una donna profondamente insoddisfatta, sia nella vita coniugale che in quella lavorativa, oltre ad essere una madre anaffettiva, almeno agli occhi di sua figlia Lumir, interpretata da Juliette Binoche. Dulcis in fundo, la performance di Ethan Hawke è degna di nota: il suo personaggio si chiama Hank ed è il marito americano di Lumir, un attore che cerca di dare una svolta alla propria povera carriera, pertanto spesso vittima del sarcasmo di sua suocera.
Chi Scrive
I dialoghi brillanti e le parole pungenti pronunciate dai personaggi di “La Vérité”, provengono dalla penna del regista Kore-eda in persona, in tutta la loro freschezza e umanità. Si tratta del suo primo esperimento con una sceneggiatura scritta non nella sua lingua madre, adattata da una pièce teatrale scritta sempre da lui anni fa, ma mai messa in scena, e con un cast non giapponese. L’esperimento ha senza dubbio avuto successo!
Cosa c’è da sapere (NO SPOILER)
La sceneggiatrice francese Lumir (Juliette Binoche) ha viaggiato da New York fino a Parigi con la sua famiglia, suo marito Hank (Ethan Hawke) e la loro bambina Charlotte (Clémentine Grenier) per far visita a sua madre Fabienne (Catherine Deneuve) in occasione della promozione del suo libro di memorie fresco di stampa. La reunion familiare va contro le aspettative di tutti e si rivela, piuttosto, una messa in discussione del passato, vissuto tra bugie e segreti, e del presente, pieno di insoddisfazioni e pregiudizi.
“La vérité” è un dramma familiare, la storia tragicomica di una relazione buffa ma disastrata tra una madre che non è tagliata per la maternità, e una figlia che ha passato la vita nel bisogno del supporto e dall’approvazione materna, ma si è dovuta accontentare di un surrogato, la defunta Sara, un’attrice molto amata morta misteriosamente in un incidente. È intorno a questa figura, e al ruolo che ha ricoperto nella vita di Lumir, come amica, consigliera, modello, come la madre che lei non ha mai avuto, che ruotano la gelosia, i confronti e i litigi con Fabienne, una donna che mette il lavoro davanti alla vita, che preferisce vivere nella finzione piuttosto che in un’innominabile verità.
FILM D’APERTURA
Di Cosa Avrete Bisogno
La visione di questo film non richiede nessuna competenza speciale, se non un orecchio paziente che tenga il passo con i frequenti cambiamenti di lingua: alcuni personaggi parlano in francese, altri usano l’inglese, ma questo, ovviamente, è un gioco a cui potrete assistere solo nel caso in cui vediate il film in VO (il che è caldamente consigliabile!)
Cosa Dicono
Juliette Binoche (Lumir): “Ho sempre desiderato lavorare con Hirokazu [Kore-eda], quindi è questo film è stato un sogno divenuto realtà. È un regista straordinario, che ha dato vita a personaggi con una profondità unica, dando un tocco fondamentale all’atmosfera del film. Anche lavorare con Catherine [Deneuve] è stato la realizzazione di un sogno, ero una sua grande fan da ragazzina, adoravo guardare i suoi film, quindi quest’esperienza al suo fianco è stata una preziosa consacrazione”.
Catherine Deneuve (Fabienne): “Questo film è stato un’esperienza unica e complessa per me. La prima settimana è stata la più dura, non ero abituata a lavorare con un regista che non parlava la mia lingua e a dovermi affidare anche ad un interprete. In più, non c’era mai un confronto diretto con il regista quando finivamo di girare una scena, ma ho capito subito che bastava guardarlo negli occhi per capire se era davvero soddisfatto con quello che avevamo fatto o meno. È stata dura, ma sono contenta di aver fatto parte di questo progetto”.
Ludivine Sagnier (Anna, collega di Fabienne): Lavorare con Mr. Kore-eda è stata una conquista meravigliosa per me; mi ha fatto interpretare un personaggio con il quale non ho niente in comune, un’attrice, come me, ma nella quale non mi identifico affatto. È stato interessante, comunque, interpretare un personaggio così travagliato e comico allo stesso tempo, così reale e concreto”.
Un’ultima cosa…
È sempre un piacere vedere Ethan Hawke interpretare il ruolo del padre dell’anno, ma, questa volta, è sorprendentemente ancora più interessante sentirlo cimentarsi con il francese, parlucchiare la lingua pronunciando parole e piccole frasi: è così tenero nei suoi tentativi che nemmeno ti accorgi dei pessimi risultati!
Red Carpet Photos by Johnny Carrano.