Ho sempre amato leggere, fin da quando ero bambina: è sempre stata ed è tutt’ora, giunta ormai alla soglia dei 30 anni, la mia passione più grande. Non a caso, una delle frasi che più mi rappresenta e tratta dal film “Matilda 6 mitica” è proprio incentrata sulla lettura: “Da questi libri veniva a Matilda un messaggio di speranza e di conforto: tu non sei sola”.
Non starò qui ad elaborare o ad elencare i motivi per cui i libri non sono mai solo “semplici” libri: piuttosto, vorrei aprire e motivare una considerazione che ruota intorno all’atto del leggere oggi. In un mondo in cui la condivisione è tutto, anche la fortuna di avere gruppi di amici o community social appassionate di libri è un modo per coltivare questa passione e anzi, ampliare le possibilità di lettura: così facendo, l’atto della lettura diventa quasi uno status symbol, un modo per “mettersi in mostra” e per creare dibattiti e spunti di riflessione sempre nuovi e stimolanti. Si è riscoperto il piacere e la bellezza dei libri e si vuole, giustamente, dirlo al mondo intero: d’altronde, siamo quasi tutti in possesso di un account su Goodreads o applicazioni simili dove teniamo traccia dei libri che leggiamo. La cosa bella quindi della lettura oggi è che non è mai solo relegata all’atto in sé, ma crea una esperienza sociale e culturale sia pre che post lettura tutta da condividere. L’attesa per una nuova uscita, l’andare a comprare dei libri con gli amici, le opinioni che si creano alla fine, l’avere una TBR infinita… Leggere, quindi, non è più e non solo una mera questione di lettura e di tempo personale da dedicare alla coltivazione di questo hobby. Leggere oggi è per tutti e di tutti e, di conseguenza, è quasi “mandatorio” esporsi e uscire dalla propria esperienza individuale per entrare nella collettività.
In altre parole, leggere oggi è di moda.

Sono finiti i tempi in cui la lettura era considerata da sfigati o nerd (e per fortuna aggiungerei, avendo vissuto sulla mia pelle l’assoluta ridicolezza di questa categorizzazione): i libri sono cool, sono veri e propri oggetti di desiderio e di design (basti pensare al quantitativo di coffee table books disponibili e di edizioni speciali che vengono presentate quasi ogni giorno) e le persone che leggono, per proprietà transitiva, lo sono a loro volta. Non è una questione di classismo, attenzione: leggere non sarà mai un espediente di esclusione in quanto è un’azione legata sempre e comunque al concetto di liberazione e di benessere personale. Quello che sto cercando di dire è che la lettura nella nostra società odierna sta prendendo piede anche espediente comunicativo della propria persona, di ciò che si vorrebbe essere e, in generale, di identità. In questi termini, è paragonabile alla moda: ci vestiamo per quello che siamo, vorremmo essere o esprimere con il mondo. È tornato ad essere, insomma, un vero e proprio mezzo di comunicazione, su più livelli.
E se sono i libri che sono diventati di moda, è anche vero che la moda guarda al mondo dei libri con rispetto e curiosità: c’è un certo desiderio nell’industria di rallentare (complice anche la sempre più forte e necessaria consapevolezza ecologica, che richiede un atteggiamento slow sia in termini di produzione che di puro lifestyle), di trovare nuovi modi per esprimere il bello, di reiventare il concetto di lusso, di riscrivere il legame con l’arte e di infondere nuovi valori alle narrative che ispirano una determinata collezione, oltre alla volontà di raggiungere le generazioni più young. E quale modo migliore di fare tutto ciò se non attraverso i libri?
Penso, a questo proposito, alle numerose iniziative che la moda ha attivato negli ultimi tempi a tema letterario: solo di recente, è uscita la notizia che Ottessa Moshfegh (proprio lei, l’autrice di “Il mio anno di riposo e oblio” e “Lapvona”) ha scritto dieci racconti inediti per Prada; si chiamano “Ten protagonists” e sono ispirati dalle varie immagini della nuova campagna del marchio che vede come protagonista Carey Mulligan. Un espediente narrativo per dare spessore alle “pure” foto e alla “semplice” collezione e per infondere una nuova, e complessa femminilità alla donna protagonista degli scatti ma, allo stesso tempo, a tutte le donne a cui Prada si rivolge. Senza dimenticarsi, a questo proposito, che una delle Prada Ambassador della nuova generazione è niente meno che Amanda Gorman, la poetessa e attivista statunitense. Rimanendo all’interno del Gruppo Prada, una delle recenti iniziative letterarie più fashion è sicuramente il Miu Miu Literary Club: una rassegna dedicata alle autrici più rivoluzionarie dei loro tempi, a quelle voci che c’è sempre bisogno di ascoltare e che, paradossalmente, talvolta si tende a dimenticare. Non solo Jane Austen quindi, ma nomi come Sibilla Aleramo e Alba de Céspedes vengono scoperti e riscoperti attraverso dibattiti femministi, performance, reading e pop-up aperti al pubblico mondiale.

Altra menzione d’onore va a Valentino, sia a quello di Pierpaolo Piccioli che al “nuovo” di Alessandro Michele: iconica ed emozionante è stata la sfilata uomo per la SS24, ispirata al libro “Una vita come tante” di Hanya Yanagihara, che gli ospiti hanno trovato come gift sulle loro sedute in una nuova veste editoriale esclusiva per l’occasione. La moda esprime così la forza della fragilità, la disperazione della perdita e la bellezza delle imperfezioni associandole ad una nuova mascolinità, andando ad ampliare l’iniziativa di “The Narratives” del brand dedicata al mondo letterario, che nel tempo ha supportato librerie e autori indie o di fama internazionale (quali Donna Tartt, Lisa Taddeo, André Aciman ed Elif Shafak) e avuto testimonial come Emma Roberts in veste di founder del book club Belletrist. Sempre Valentino è stato poi sponsor della cerimonia di premiazione dell’International Booker Prize 2024 ed ha instaurato una lunga collaborazione con il Booktuber Jake Edwards, che tra le altre cose è stato il presentatore proprio della sopracitata cerimonia. Infine, per il San Valentino 2025, la Maison ha collaborato con Dream Baby Press, una piattaforma di intrattenimento con focus sulla letteratura fondata da Matt Starr, per curare una selezione di opere scritte da 6 autori contemporanei e dedicata all’amore dal titolo “Personalized Love Letters”.
E ancora, le numerose volte in cui “Orlando” di Virginia Woolf è stato d’ispirazione ad una collezione/editoriale di moda (tra gli altri: Fendi e Burberry), la designer Sonia Rykiel che era anche una prolifica scrittrice, i selfie settimanali condivisi da Marc Jacobs su Instagram intitolati “The Reading Hour” in cui mostra i libri che legge di volta in volta, la libreria Babylone recentemente inaugurata a Parigi da Saint Laurent, la selezione di volumi di archivio di Rare Books Paris curata da Alaïa, le raccolte curate da Jacquemus, Joseph Altuzarra che parla costantemente di libri sui suoi canali e che fungono anche da ispirazione per le sue collezioni…

Ecco, quindi, che moda e lettura trovano nuove pagine da scrivere e metodi per collaborare, unite dal concetto di piacere: ci piace quello che leggiamo, ci piace quello che indossiamo e, in ottica più larga, ci piace come viviamo. Così facendo, moda e lettura offrono alle persone un espediente per staccare dalla quotidianità e dai social: perché se è vero che entrambe devono tanto all’online, è anche vero che la loro concretezza si misura nell’offline, nell’atto sociale più vero e puro che è incontrarsi (di persona) e parlare (di persona). Canali di umanità, benessere ed unione, moda e lettura lavorano insieme per mantenersi attuali, trendy e atemporali allo stesso tempo.
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