Non ci speravamo quasi più che sarebbe giunta questa notizia e invece eccoci qua: “The French Dispatch”, il nuovo, attesissimo film di Wes Anderson, verrà presentato il prossimo luglio durante la 74esima edizione del Festival di Cannes, dopo essere stato rimandato più e più volte nel corso dell’ultimo anno.
Io, che quando mi chiedono chi sia il mio regista preferito, rispondo “Wes Anderson e Tim Burton” (agli antipodi, lo so), non aspetto altro, in quanto “The French Dispatch” rappresenta per me uno dei titoli più attesi di questa ritrovata stagione cinematografica (ma quanto è bello poter tornare al cinema, a proposito?). Wes Anderson non ha bisogno di introduzioni: i suoi film sono dei cult e sono immediatamente riconoscibili per i personaggi “eccentrici”, quasi delle maschere di una realtà in bilico tra comicità e malinconia, le inquadrature non convenzionali, la ricorrente presenza di determinati attori (come i fratelli Wilson, Bill Murray e Tilda Swinton) e l’estetica fiabesca, colorata e dai toni retrò.
Se penso ai canoni degni di nota della filmografia di Wes Anderson, penso anche ad un altro elemento: i costumi. Intesi quasi come delle “uniformi”, associati a determinati personaggi per enfatizzarne specifici aspetti della loro personalità, i look che vediamo sullo schermo sono a volte esagerati (proprio come i personaggi), con un tocco ironico, colorati e vintage. Si inseriscono perfettamente nell’immaginario del regista amplificandolo, ed è impossibile non ritrovarsi a pensare prima o poi: “Wow, piacerebbe anche a me vivere in uno stile così”.
In vista dunque di scoprire i costumi di “The French Dispatch” (realizzati ancora una volta dalla costume designer Milena Canonero, che nel 2015 ha vinto l’Oscar proprio per il suo lavoro sul set di “Grand Budapest Hotel”), rispolveriamo dall’armadio le lezioni di stile che i personaggi di Wes Anderson ci hanno insegnato nel tempo.
P.S. Non è così difficile trovare dei capi che possono richiamare gli elementi più iconici di un determinato look alla Wes Anderson. Io ve l’ho detto, poi fate voi…
“Fantastic Mr. Fox – Furbo, il signor Volpe” (2009)
Mr. Fox e i blazer doppiopetto
Una volpe con blazer doppiopetto in velluto a coste, sogniamo o siamo desti? È tutto vero! Mr.Fox, che di mestiere fa il giornalista, si presenta con questo elegante completo che, nel suo colore, richiama le tonalità calde della terra e della natura (marrone, arancione, giallo), dove si trova casa sua e dei suoi amici. Un’eleganza professionale che Mr. Fox sfoggia con una self-confidence invidiabile, e che ci fa realizzare che questo capo versatile non può mancare nel nostro guardaroba per il prossimo autunno/inverno. Il regista stesso è un amante di questo tipo di completi: di sicuro, non si tratta di una coincidenza…
“I Tenenbaum” (2001)
Richie, Chas e nipoti: Lunga vita allo sportswear
Forse il film che più di tutti ha consacrato lo stile (in termini di abbigliamento) dei personaggi di Wes Anderson, ne “I Tenenbaum” troviamo un’apoteosi di look e accessori che, se indossati o visti ancora oggi, ci fanno esclamare “È proprio da Richie/Chas/Margot etc”! Qui ci soffermiamo sui completi sportswear dei personaggi maschili: Chas indossa una tuta rossa dell’Adidas, “imposta” anche ai suoi due figli, mentre Richie, ex-campione di tennis, non riesce a separarsi dalla propria fascia per capelli in spugna. Almeno, fino a quando per entrambi non arriva il momento di fare i conti con il presente, e di lasciare andare finalmente i dolori del passato: ecco dunque che Chas cambia colore della tuta, mentre Richie si toglie definitivamente la fascia. Famiglia disfunzionale alle spalle o meno, prendete nota: i look sportivi, possibilmente vintage, sono ancora un fashion statement.
“Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou” (2004)
Steve Zissou e ciurma: ma dove vai, se un cappellino rosso non hai?
Ok, forse vi diremmo di pensarci due volte prima di imbarcarvi alla ricerca dello “squalo-giaguaro” come Steve Zissou, ma quel che vi consigliamo sicuramente è di avere sempre con voi un cappello rosso in lana. Ma proprio sempre, da sfoggiare anche con i completi eleganti. Ah, e di comprarne anche per la vostra ciurma/banda di amici, così da non passare mai inosservati né a bordo del vostro sottomarino né sulla terraferma. Anche questo dettaglio, come praticamente ogni elemento del film, è un omaggio a Jacques Cousteau, l’oceanografo realmente esistito che ha ispirato le avventure acquatiche di Steve Zissou.
“Moonrise Kingdom” (2012) e “Grand Budapest hotel” (2014)
Il fascino della divisa
Sam Shakusky è un giovane orfano innamorato. Monsieur Gustave H. è un egocentrico concierge. Cos’hanno in comune? Caratterialmente, niente. Stilisticamente, la divisa retro: Sam infatti è uno scout, con tanto di cappello di pelliccia, che pensa solo a fuggire per poter vivere insieme all’amata Suzy, mentre Monsieur Gustave H. affascina chiunque incontri con il suo completo viola, specialmente le ospiti facoltose e di una certa età dell’hotel. Forse non sono così portabili da essere indossate tutti i giorni, ma ci ricordano che basta anche solo un dettaglio per rendere “propria” una divisa: dal colore all’accessorio, l’unica parola d’ordine da seguire è “creatività”!
“Moonrise kingdom” (2012)
Suzy Bishop: Quando l’apparenza “delicata” inganna
Vestiti bon-ton con colletto bianco, calze parigine, basco e macchina fotografica o binocoli appesi al collo: Suzy Bishop è apparentemente la ragazza tranquilla per eccellenza. Apparentemente, appunto. Con il suo spirito d’avventura e il carattere malizioso, Suzy sa come farsi valere e non vede l’ora di fuggire insieme all’amato Sam per vivere a modo suo, senza limiti o imposizioni. Un carattere in netto contrasto con lo stile attraverso il quale ci viene introdotta Suzy e che ci ricorda, ancora una volta, di non sottovalutare nessuno. Specialmente le ragazze.
“I Tenenbaum” (2001)
Margot, l’icona per eccellenza
Margot Tenenbaum ci viene introdotta da bambina mentre indossa pelliccia, forcine rosse, vestiti o magliette a righe ed eyeliner nero marcato: tutti elementi che porta con sé anche una volta diventata una giovane donna (con il plus di una Birkin di Hermès), immersa nella sua apatia, segnata da una serie di rapporti difficili che però non vuole affrontare. Margot è il personaggio a cui tutti pensano se si parla dei look dei film di Wes Anderson, e come potrebbe essere altrimenti? Per la cronaca, la pelliccia è di Fendi, mentre i completi a righe sono di Lacoste. Così, per dire.
“Il treno per il Darjeeling” (2007)
Sì al completo, anche on the road
Se mai qualcuno dovesse dirvi che indossare dei completi formali per attraversare l’India sia una cattiva idea, voi non dategli retta, vuol dire che non ha visto questo film con protagonisti i tre fratelli Whitman! Tutti e tre infatti, indossano completi eleganti su misura, occhiali da sole e cinture per quasi tutto il tempo: si tratta più che altro di reliquie, che richiamano il padre scomparso e che, in questo modo, danno loro l’impressione di averlo sempre con sé. Questi look realizzati da Marc Jacobs (al tempo direttore creativo di Louis Vuitton), con tanto di set di valige vintage di Louis Vuitton, ci ricordano che, a volte, è meglio lasciarsi il passato alle spalle per permettere al futuro di sorprenderci di nuovo.
“Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou” (2004), “Moonrise Kingdom” (2012) e “Grand Budapest Hotel” (2014)
Nel dubbio, scegli i colori pastello
I film di Wes Anderson sono caratterizzati da una palette cromatica definita: giallo, rosa, azzurro, verde, possibilmente nelle sfumature pastello, che donano quel tocco retro ad ogni fotogramma. Anche i look subiscono la stessa influenza cromatica: basti pensare alla camicia azzurra di Steve Zissou e della sua ciurma (a proposito, lo sapevate che il modello di Adidas Samba che indossano tutti è stato realizzato appositamente per questo film?), alle tonalità dei vestiti di Suzy (rosa, giallo e arancione) e al look beige delicato della giovane Agatha. In questo modo, sarete pronti per diventare a vostra volta dei personaggi sospesi tra racconto e realtà.