Presentato al 70° Festival di Cannes, L’Inganno (The Beguiled) è un thriller d’atmosfera dell’acclamata sceneggiatrice e regista Sofia Coppola che alla kermesse francese si è aggiudicata il premio come Miglior regia, diventando la seconda donna ad aver mai ricevuto tale riconoscimento (dopo Jane Campion, Lezioni di piano, 1993).
La storia si svolge in un collegio femminile del Sud degli Stati Uniti, durante la Guerra di Secessione. Le giovani donne che ci vivono, protette dal mondo esterno, soccorrono un soldato nordista ferito e lo portano al riparo. Mentre gli offrono rifugio e curano le sue ferite, la casa viene invasa da tensione sessuale e da pericolose rivalità, e i tabù vengono infranti in un’imprevista serie di eventi.
Colin Farrell, Nicole Kidman, Kirsten Dunst ed Elle Fanning sono The Beguiled.
Dal 18°, 20 ° e 21° secolo, ora la regista premio Oscar viaggia verso il 19° secolo con L’Inganno, per il quale ha scritto la sceneggiatura ispirata dall’omonimo libro di Thomas Cullinan. Sofia Coppola si riunisce con due delle sue attrici preferite, Kirsten Dunst e Elle Fanning che sono subito diventate buona amiche. Dunst ha dichiarato: “Elle ed io ci siamo subito trovate, finiamo le frasi l’una dell’altra. Ho trovato una grande amica”, mentre Elle dice: “Amo Kirsten. Alcune delle scene sono state davvero dure per noi, non potevamo guardarci perché rischiavamo di scoppiare sempre a ridere!”. Dirige invece per la prima volta il vincitore del Golden Globe Colin Farrell e la vincitrice dell’Oscar Nicole Kidman.
Intrigata dalla storia del film del 1971, The Beguiled, diretto da Don Siegel e interpretato da Clint Eastwood, Geraldine Page, Elizabeth Hartman e Jo Ann Harris, la Coppola voleva esplorare il tema delle donne isolate durante la Guerra Civile. Scrivendo l’adattamento cinematografico per il suo film, è tornata al libro per raccontare la storia dalla prospettiva dei personaggi femminili.
Nonostante ci sia tensione, sia sessuale che non, durante tutto il corso della storia, ad attrarre Farrell è stato soprattutto quello che ritiene un copione “straordinario” perché “rivela come qualunque innocenza, in tempo di guerra viene persa. Esplora anche come gli aspetti più animaleschi del comportamento umano possano essere provocati e possano pervadere anche quando non ci si trova in prima linea. La violenza del cuore umano è un tema senza tempo, prescinde dal periodo in cui si svolge la storia”.
Kristen Dunst osserva: “La storia è tipicamente del genere ‘Southern Gothic’, con le cose che ribollono sotto la superfice fino ad arrivare al limite per poi esplodere. Non è horror, ma sembra ci sia dell’horror, con emozioni intense e distruzione, il tutto reso ancora più avvincente perché accade tra donne. Quando Sofia mi ha parlato di quest’idea un paio di anni fa, la mia impressione è stata che lei fosse attratta dall’idea di tante donne sole insieme”.
Anche Nicole Kidman commenta: “Ho pensato che fosse eccitante lavorare con un gruppo di donne e poi metterci in mezzo Colin. Ero molto contenta di supportare Sofia come regista donna, e ho sempre pensato che i suoi film fossero originali e pieni di suggestioni. Questa è la ragione principale che mi ha spinto a lavorare con lei”.
Elle Fanning aggiunge: “Oltre a lavorare di nuovo con Sofia, la ragione per cui ho voluto far parte di L’Inganno è stata che in questa storia il potere è delle donne, anche se è ambientata durante la Guerra Civile. Si svegliano e lavorano in giardino a un determinato orario. Poi c’è la preghiera, la musica, le lezioni di francese, la cena, e poi si va a dormire. Fino a quando tutto viene scombussolato con la decisione di ospitare un soldato ferito, scelta che apre le porte all’egoismo”.
Tutti gli attori del cast sono stati sottoposti ad alcuni “compiti per casa”: le interazioni tra le donne e l’uomo girano intorno all’etichetta sociale. Quindi mentre Farrell ha dovuto lavorare con un coach di etichetta, altre attrici sono state obbligate a praticare il loro accento (ognuno relativo a specifici stati), per un’ora al giorno. In particolare Nicole Kidman che ha dovuto lavorare molto sulla voce e su un particolare accento del Sud, e per immedesimarsi ancor di più ha cercato di mantenere tale accento per tutta la durata delle riprese.
La Coppola ha chiesto alle giovani attrici di scrivere ogni giorno un diario come se fossero i loro personaggi, con riflessioni sul passato (per esempio le famiglie dalle quali erano state allontanate) e sul presente al collegio. Questo ha creato un ulteriore legame tra loro e ha fatto da ponte tra lo studio del personaggio e l’immaginazione. La filmmaker ha anche dato loro del materiale specifico focalizzato sulle esperienze delle giovani donne della loro età durante la Guerra Civile.
La costume designer che ha aiutato Sofia nel mantenere durante tutto il film bellissimi colori e scenografie mozzafiato, è Stacy Battat. Il direttore della fotografia ha lavorato a stretto contatto con Battat sulla tavolozza di colori del film e sull’implementazione pratica. Visto che la storia si svolge più di un decennio prima della diffusione dell’illuminazione elettrica, scena dopo scena è stata sfruttata la luce del giorno. La luce naturale è stata integrata con delle candele, tenute in mano e fatte sempre a mano nel collegio e, quando necessario, con luci moderne da teatro di posa: “Quando McBurney (Colin Farrell) appare per la prima volta, il mondo in cui sta per entrare è più “caldo” e “accogliente“, con tanti colori pastello, ma col trascorrere del tempo in compagnia delle donne del collegio, i “colori” diventano più scuri rispecchiando l’atmosfera del film stesso”.
La Coppola, come per i suoi film precedenti, ha preferito girare in location reali e coerenti con l’epoca del film. Quindi, quella che sullo schermo è la scuola delle ragazze, il Farnsworth Seminary, è in realtà la Madewood Plantation House, che il pubblico riconoscerà per averla vista nel videoclip di Beyoncé del brano “Sorry” per l’album Lemonade.
Insieme all’ambientazione storica, i costumi fatti a mano della Battat invitano gli attori prima, e lo spettatore poi, a calarsi ancor di più nell’epoca; come sottolinea Elle: “Bustini tutti i santi giorni”.
Dunst riflette: “Nella storia c’è morte, ma c’è anche il modo in cui una persona muore dentro. Ho cercato di dare a Edwina un’intensa vita interiore, di riempirla emotivamente. La sua è una sensibilità molto difficile da interpretare per me, è l’opposto di me”.
Una palette di colori perfetta, un cast stellare che però non oscura il film stesso, una poesia tra i costumi, gli attori e la sceneggiatura, un profondo rispetto del set e dei ruoli interpretati e una forte presenza femminile: questi, ed altri, sono gli ingredienti che fanno de “Linganno” un film da vedere.