Cosa succede quando un brand di lusso, o dei famosi designer di moda, decidono di attingere agli elementi lifestyle del presente e passato per interpretare, e reinterpretare, quegli oggetti e ispirazioni che fanno parte della nostra cultura, e della nostra vita quotidiana? Scopriamo alcuni accessori iconici di questo connubio fruttuoso tra moda e ambiti quali libri, food e non solo…
Borsa Barilla di Nikolas Bentel
Una semplice scatola di penne (non quelle lisce!) che ti fissa mentre tu fissi lei a tua volta, nel bel mezzo di una pandemia mondiale, quando sei costretto a rimanere chiuso in casa, senza sapere cosa succederà nel futuro: nasce così l’idea di questa borsa, in un momento di noia del designer Nikolas Bentel che ha deciso di interpretare in modo singolare un evento di portata mondiale.
Uscita nell’agosto del 2021, in un’edizione limitata di soli 100 pezzi, la borsa riproduce in maniera perfetta la scatola delle penne Barilla, alla quale siamo tutti affezionati. D’altronde, per il designer non è una novità quella di reinterpretare e ridisegnare oggetti di uso quotidiano, e Bentel voleva dimostrare come molte volte (forse sempre) sono le cose semplici quelle che ci salvano, donandoci uno spiraglio di luce e speranza. “Un’interpretazione irriverente dell’anno passato”. che fa divertire e riflettere, nonché un accessorio per chi ha voglia di sperimentale con un look decisamente pop.
Gioielli Swarovski Harry Potter
“È Leviòsa non Leviosà”: quanti di noi si ricordano questa battuta? Il fenomeno Harry Potter è stato un vero e proprio boom senza precedenti. Proprio per questo, Swarovski ha deciso di dedicare una linea di gioielli a una delle saghe magiche più famose di sempre, che tutt’oggi raccoglie intorno a sé un numero incredible di fan, di qualsiasi età. Il brand è riuscita a combinare la finezza iconica dei suoi canoni ai simboli più famosi e del mondo del nostro maghetto preferito: tra un anello con saetta e uno con il simbolo dei doni della morte, forse il più riconoscibile è la collana con il giratempo, utilizzata nel terzo capitolo della saga da Harry e Hermione. Accio… tutto!
Borsa Topolino di Gucci
Per i 90 anni del topo più famoso al mondo, una delle case di moda a sua volta più famose al mondo non poteva di certo esonerarsi dal celebrare questa ricorrenza: Gucci infatti, nella collezione Primavera/Estate 2019, ha dato spazio alla Disney e, in particolare, al volto di Topolino. La borsa iconica presentata durante la sfilata è fatta interamente in stampa 3D e in plastica smaltata; c’è anche il suo corrispettivo in bianco, con dettagli rossi che sembrano graffiti effettuato a mano. È stata indossata da un modello maschile e anche nel sito venne inserita tra gli accessori da uomo: così facendo dunque, Alessandro Michele ha sdoganato, ancora una volta, gli stereotipi di genere.
Cappello Barilla di GCDS
Definendosi “pastofilo”, Giuliano Calza non poteva non reinterpretare a sua volta il marchio italiano di pasta più famoso al mondo con una capsule dedicata, lanciata nel 2019. La campagna presenta anche un’altra icona della cultura italiana, la grande Sophia Loren. Calza nel dar vita alla collezione, sceglie come colore base il fucsia, così ricorrente nei canoni del brand, in opposizione al blu (ora diventato azzurro) della Barilla, in pieno stile Urban e con la scritta “YesCarbs”, una sfida e una provocazione contro le lotte ai carboidrati, spesso ingiustamente additati di “rovinare” la dieta. L’accessorio must? Indubbiamente il berretto di lana con il “new Barilla GCDS”.
Zaino My Little Pony di Moschino
Il designer Jeremy Scott, conosciuto per la sua creatività frizzante, decide di dare spazio agli iconici cavallini degli anni ’80, ovvero i My Little Pony della Hasbro, in una collezione di t-shirt, abiti e accessori nella Primavera/Estate 2018, che riprende le atmosfere ricche di colori pastello e arcobaleni, senza dimenticare ovviamente loro, i fantastici mini pony. Tutti questi elementi così dolci e “zuccherosi” sono accompagnati da accessori decisamente più strong, quali braccialetti e stivali con borchie di colore rigorosamente nero: un tocco rock per staccare. In particolare, gli zainetti in pelle iridescente sono diventati l’accessorio cult della collezione. Un momento nostalgico dedicato agli amanti del cartone e delle atmosfere anni ’80/’90.
Shopper Balenciaga x Ikea
Quante volte abbiamo usato la classica, e assai amplia, borsa azzurra da pochi cent dell’Ikea? Ebbene provate ad immaginarla con un prezzo “leggermente” più alto, ovvero 1700 €… ed otterrete la borsa realizzata dal marchio in collaborazione con Balenciaga! Detta così sembra un’immagine più semplice di quel che si è trattato in realtà: la shopper, uscita nel 2017, è realizzata in vera pelle e il designer Demna Gvasalia ha deciso di “copiare” questo oggetto di uso quotidiano, portando nel mondo del lusso la cultura pop. Non è comunque la prima volta che il direttore creativo di Balenciaga si avventura nel mondo “comune e cheap” che ci circonda per denunciare come “eccessivo” il consumismo nel quale siamo immersi.
Borsa Coca Cola di Pinko
Anche Pinko, nel 2016, ha deciso di strizzare l’occhio al lifestyle street, collaborando con niente meno che Coca Cola. Una capsule collection in edizione limitata, dalle note decisamente rock. In particolare, spicca la borsa must, con le due rondini sulla chiusura e brandizzata con il famoso slogan del marchio, ovvero, “Delicious – Refreshing, Thirst-Quenching”. Qualcuno ha detto “sete”?
Cover Telefono McDonald’s di Moschino
Sempre Moschino, sempre Jeremy Scott, con una collaborazione che ha diviso l’opinione: c’è chi l’ha considerata di cattivo gusto e chi l’ha amata; quel che è certo, è che è rimasta negli annali della moda, diventando indimenticabile. La collezione Autunno/Inverno 2015 di Moschino presenta abito e accessorio ispirati alla catena di fast food più famosa del mondo e, sicuramente, l’articolo più venduto e iconico fu la cover per cellulare a forma di sacchetto delle patatine. La collezione ricevette aspre critiche da parte delle associazioni contro l’obesità, anche se, forse, il messaggio era proprio l’opposto: non tanto inneggiare ad un consumismo estremo, ma piuttosto puntare i riflettori su quello che non funziona, estremizzandolo.