La nostra recensione di “Mudbound”, un intenso film drammatico sul razzismo. Storico e allo stesso tempo fin troppo contemporaneo.
Titolo
“Mudbound”
Dietro e Davanti alla Cinepresa
Diretto da Dee Rees (regista di “Bessie” che le è valso il premio per la Miglior Regia in un film televisivo ai Directors Guild Awards nel 2016), e interpretato da Carey Mulligan, Garrett Hedlund, Jason Clarke, Jason Mitchell, Mary J. Blige, Rob Morgan e Jonathan Banks.
Chi Scrive
Basata sul romanzo di Hillary Jordan, la sceneggiatura è opera della stessa Dee Rees e Virgil Williams.
Cosa c’è da sapere (NO SPOILER)
Un dramma Americano ambientato nel pre e dopo seconda guerra mondiale in Mississippi. Racconta la storia di due veterani, uno uomo bianco e uno nero, entrambi con stress post-traumatico, che ritornano in un rurale Mississippi ancora colmo di razzismo.
Il film ci mostra come le cose cambino, anche se lentamente e dolorosamente e, come allude il titolo, in che modo l’ignoranza e il pregiudizio sommergano tutto. Due famiglie: i Jackson (Mary J. Blige, Rob Morgan e Jason Mitchell) sono contadini affittuari afroamericani, che vedono (e sperano in) un futuro migliore.
La terra che lavorano viene acquistata da Henry McAllan (Jason Clarke) e dalla sua famiglia (Carey Mulligan, Garrett Hedlund e Jonathan Banks). L’ambizione di Henry di diventare un ricco proprietario terriero è troppo grande per le sue capacità e deve fare affidamento sulla conoscenza e sull’esperienza dei Jackson.
Questa apparente pace cambia quando il disinvolto fratello minore di Henry, Jamie (Garrett Hedlund), diventa amico del figlio maggiore dei Jackson, Ronsel (Jason Mitchell). Sia Ronsel che Jamie sono veterani della seconda guerra mondiale, e il loro naturale cameratismo infrange le regole della separazione razziale.
Di cosa avrete bisogno
Dei fazzoletti come al solito, e molto calma per sopportare il comportamento di alcuni personaggi, specialmente di Pappy.
Cosa dicono
La regista, riguardo il suo lavoro con gli attori, attraverso dei workshop basati sulle relazioni: “Mi piace lavorare con gli attori uno di fronte all’uno. Mi piace vederli arrivare al nocciolo di ogni relazione. Quindi (per esempio) ho invitato Carey e Mary nel mio ufficio. Le ho fatto fare esercizi di ripetizione avanti e indietro l’una con l’altra del tipo ‘hai il potere – non hai tu il potere.’ Ogni donna lo sta restituendo all’altra. Penso che a essere visto sia il cuore. Gli attori sono in grado di guardarsi negli occhi e provare un sentimento, arrivare al centro di quella relazione significa capire ciò che si dice tra le righe della sceneggiatura “.
L’attrice Carey Mulligan, riguardo al suo lavoro nel film ha detto di aver cambiato la sua comprensione della storia americana. Ha infatti dichiarato: “Parte del motivo per cui ero interessata al film, in primo luogo, è che tratta di un periodo storico di cui non sapevo nulla, o meglio a cui non avevo pensato: non c’erano dubbi sul fatto che lì – naturalmente – c’erano soldati afroamericani che combattevano per l’America, che rischiavano la vita per il loro paese, che venivano uccisi e che i sopravvissuti tornavano a casa per essere nuovamente soggetti al razzismo”.
Garret Hedlund sulla difficoltà e l’intensità della scena del Ku Klux Klan ha rivelato che “quelle scene sono state ovviamente disgustose da girare, e sono nauseanti da guardare, ma nel libro, Hillary Jordan ha fatto un ottimo lavoro e questa era la descrizione di ciò che è accaduto a queste particolari famiglie e a questa storia particolare in questo particolare momento. Stavamo solo cercando di fare del nostro meglio nell’interpretare i nostri personaggi”.
Un’ultima cosa…
Il film, presentato in anteprima l’anno scorso al Sundance Film Festival e poi visibile su Netflix, ha riscosso l’approvazione sia del pubblico che della critica, ed è stato nominato per vari premi durante tutta la stagione degli Awards, tra cui 4 nomination agli Oscar: 2 per Mary J. Blige, come Miglior attrice non protagonista per la sua incredibile ed intensa interpretazione nel ruolo di Florence Jackson e l’altra per Miglior canzone (“Mighty River” – Mary J. Blige, Raphael Saadiq e Taura Stinson) diventando la prima attrice ad essere nominata in queste categorie nella stessa edizione. Dee Rees e Virgil Williams hanno ricevuto una nomination come Miglior sceneggiatura non originale e, ultima ma non per questo meno importante, Rachel Morrison (Black Panther) è diventata la prima donna ad essere nominata per la Migliore fotografia.
Voto su 5 Scimmie: