Cinque nomi, cinque insider della moda che hanno deciso di pubblicare e di condividere con il grande pubblico le loro esperienze e conoscenze nell’ambito fashion: attraverso le loro recenti pubblicazioni (che vi consigliamo assolutamente) vi sveleranno i segreti di un mondo misterioso e affascinante, fatto di luci e ombre, di un sistema che, nonostante la crisi, cerca continuamente di reinventarsi e rinnovarsi.
Andrea Batilla – “Instant Moda”
Andrea Batilla lavora da più di 30 anni nella fashion industry: è autore, docente e direttore creativo (tra le altre cose) e, con il suo libro “Instant Moda”, ha aperto gli occhi al grande pubblico su quel che si cela dietro la realizzazione di un capo, una borsa, una scarpa e molto altro.
Nel suo libro, ma anche nelle sue interviste, interventi, video di approfondimento pubblicati su Youtube o nelle numerose live e Q&A che tiene su Instagram, non ha mai nascosto i suoi pensieri e riflessioni riguardanti il mondo della moda in tutte le sue sfaccettature, nel bene e nel male.
“Cosa sto comprando? Perché costa così poco/tanto?” Sono solo alcune delle domande che pone, e invita a porsi autonomamente, ai consumatori del fast fashion sempre più accaniti negli ultimi anni. Il mondo del lusso è sempre stato un regno a “porte chiuse” e desideroso di mantenere le proprie conoscenze segrete: dall’esterno potrebbe apparire come un luogo pieno di contraddizioni e pazzie ma, in realtà, ogni cosa che viene fatta o prodotta al suo interno ha un senso. Ed è a questo senso che Andrea Batilla ci introduce in modo critico e costruttivo, professando una ricerca di giustizia ed ecosostenibilità da parte non solo del sistema moda, ma anche del consumatore.
Marina Spadafora – “La Rivoluzione Comincia dal Tuo Armadio”
“La Rivoluzione Comincia dal Tuo Armadio”, più che un titolo vuole essere uno slogan, un motto da inseguire ogni giorno come ha fatto la sua scrittrice, che nel 2015 ha ricevuto il premio Women Together delle Nazioni Unite: stiamo parlando di Marina Spadafora.
La Spadafora e la sua collega, Luisa Ciuni, illustrano qui il fenomeno del fast fashion che si è insediato con l’avvento della globalizzazione. Non condannando la tecnologia, anzi, la esaltano come mezzo di liberazione per le aziende da un’economia malata del consumo.
Quando un capo subisce dei danni bisognerebbe ripararlo per quanto possibile, incentivare i prodotti ecosostenibili e i negozi vintage… In altre parole, bisognerebbe avere meno capi nel nostro armadio ma di qualità, spendendo un po’ di più per un paio di jeans o una maglietta ma con la certezza che dureranno anni, e che non dovremo cambiarli la prossima stagione.
Marina Spadafora non vuole spingere il lettore a grandi e plateali gesti in nome di una rivoluzione green, ma cercare di portarlo ad assumersi una piccola parte di questo cambiamento globale, una parte che inizia proprio dal nostro armadio e dalla nostra mentalità che, come dei tasselli, andrà a comporre il puzzle del futuro.
Orsola De Castro – “Loved Clothes Last”
A volte, dalle macerie può nascere qualcosa di bello: è quello che è successo dopo il crollo del Rana Plaza, una fabbrica di abbigliamento in Bangladesh, dove numerose operaie, sfruttate e prive di qualunque diritto, stavano realizzando capi per i brand del fast fashion occidentali quando l’edificio è crollato per le mancate norme di sicurezza. Per evitare che una tragedia simile non si ripetesse più, e per tutelare i lavoratori in ogni parte del mondo, Orsola De Castro ha fondato, insieme a Carry Somers, l’organizzazione Fashion Revolution. Orsola è una pioniera del movimento green per il fashion dal 1997, quando ha dato vita al suo marchio upcycling, From Somewhere. “Se nasci Designer nasci per risolvere problemi” ha affermato: e, con il suo libro “I vestiti che ami vivono a lungo”, ci riporta indietro nel tempo, a quando le nostre nonne rammendavano i vecchi vestiti, un’arte apparentemente “povera” ma in realtà estremamente ricca.
Ecco perché Orsola ci insegna proprio a riparare e a cucire, dando così nuova vita ai nostri capi. La scrittrice non è contro la produzione ma per l’evoluzione della stessa e, anche attraverso queste pagine, incita ad una nuova creatività globale, che coinvolge le aziende in primis ad impegnarsi in modo esplicito in termini di riciclo e di limitazione degli sprechi. E invita, supportata dagli esempi dei numerosi giovani designer emergenti, a pensare in un’ottica più green: perchè il cambiamento è appena iniziato, ma si deve fare ancora, e di più.
Sofia Gnoli – “Ephimera”
Ephimera: dal greco epi -“sopra” ed emera – “giorno“, tradotto in “un sol giorno”, è il titolo evocativa del nuovo libro di Sofia Gnoli. Una raccolta di dieci incontri, dieci dialoghi con alcuni tra i più illustri giornalisti, direttori creativi e studiosi del settore moda, che forniscono i loro approfondimenti in merito a diversi aspetti della grande macchina del fashion.
Sofia Gnoli è storica della moda e giornalista e racconta della moda come un flusso incessante e modellabile che si lega al cinema, all’arte, che nasce, muore per poi rinascere ancora e ancora, in un dialogo con il presente e il passato che torna inesorabilmente. La Gnoli ci dimostra, attraverso i suoi scritti, che la moda non nasce per influenzare le persone o uniformarle ma, al contrario, che è essa stessa frutto del tempo e del luogo in cui vive. Non è la moda che spinge le donne alla rivoluzione, ma le donne che fanno della moda un mezzo per la rivoluzione. Oggi come ieri.
Mariella Milani – “Fashion Confidential. Quello che nessuno vi ha mai raccontato sul mondo della moda”
Mariella Milani, la giornalista italiana di moda per eccellenza, racchiude in questo libro una serie di aneddoti personali per spiegare la moda proprio attraverso le sue avventure da giornalista. I racconti e i ricordi degli anni di lavoro, tra interviste e approfondimenti, trovano ampio spazio e i grandi couturier del passato vengono ricordati con grande nostalgia, senza però smettere di guardare al futuro. Un mondo, quello della moda, fatto di “lustrini e pugnali”, come afferma la stessa Milani, che deve sapersi reinventare costantemente tra le sue luci ed ombre.
La Milani esorta inoltre i lettori a riscoprire la creatività italiana che da sempre ci contraddistinguo, rivolgendosi innanzitutto ai nuovi consumatori, alle giovani generazioni, con tutti i loro sogni e progetti fondati sul valore assoluto: la qualità. Trovano spazio poi temi come la sostenibilità, la consapevolezza del consumatore e l’importanza di quel Made in Italy che ha fatto grandi gli stilisti del passato. Citando Steve Jobs, per rivoluzionare davvero la moda c’è una sola cosa da fare: “Think Different”.