In concorso nella selezione ufficiale di Venezia 76, il nuovo film di Pietro Marcello “Martin Eden” rapisce, conquista, commuove e insegna, tra istantanee documentaristiche della Napoli del Novecento e un Luca Marinelli da pelle d’oca.
Titolo
“Martin Eden”
Dietro e Davanti la Cinepresa
La storia del giovane proletario Martin Eden è diretta dal regista italiano Pietro Marcello, conosciuto in particolare per i suoi documentari acclamati e premiati dalla critica, primo fra tutti “La bocca del lupo” (2009). “Martin Eden” è il suo secondo lungometraggio e il primo ad essere nominato nella selezione ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia.
Davanti alla cinepresa, spiccano la presenza e la performance di alcuni attori straordinari, in testa a tutti Luca Marinelli, con il suo accento e dialetto napoletano spaventosamente credibili: l’attore romano parla con gli occhi, con l’andatura, con i silenzi, creando un altissimo livello di empatia con gli spettatori, che è cosa sempre più rara nel cinema contemporaneo. Al suo fianco, l’attore di teatro Carlo Cecchi, che interpreta il vecchio scrittore socialista Russ Brissenden e, per la prima volta sullo schermo, Jessica Cressy e Denise Sardisco, nel ruolo, rispettivamente, dell’innamorata e della moglie di Martin.
Chi scrive
La sceneggiatura del film, liberamente tratta dal romanzo omonimo del 1909 di Jack London, nasce dal lavoro a quattro mani di Pietro Marcello e di Maurizio Braucci, co-autore di “Gomorra” e “Reality” di Matteo Garrone e del più recente “La paranza dei bambini” di Claudio Giovannesi. Lui e il regista hanno riplasmato l’ambientazione e l’atmosfera americana del romanzo di London, rendendola propria, o meglio, rendendola di tutti gli italiani e ricostruendo il primo Novecento italiano con focus sulla storia di Napoli. Vicende storiche si alternano a quelle fittizie di Martin Eden attraverso una serie di istantanee in seppia e in bianco e nero estratte dall’archivio documentaristico del regista stesso.
Cosa c’è da sapere (NO SPOILER)
Martin Eden (Luca Marinelli) è un giovane marinaio napoletano, un individualista, come si definisce lui stesso, in termini di orientamento politico, un uomo con la quinta elementare che incontra la bella studentessa universitaria Elena Orsini (Jessica Cressy), appartenente ad una prestigiosa famiglia dell’alta borghesia napoletana. Questo è l’incontro che gli cambierà radicalmente la vita, che lo convincerà a mettercela tutta per completare la sua istruzione, migliorare la sua grammatica e imparare ad essere uno di loro, uno delle classi alte; questo è l’incontro che gli farà capire di non voler e poter essere nessun altro nella vita se non uno scrittore, e che lo porterà a conoscere e confrontarsi con il socialista Ruth Brissenden, in cui riconoscerà il miglior mentore a cui avrebbe mai potuto aspirare.
Di Cosa Avrete Bisogno
Strano a credersi, ma ciò di cui non avrete bisogno sarà conoscere o aver letto Jack London e il suo romanzo: il film ne è solo un libero adattamento e il Martin Eden di London è rimodellato su fondamenta italiane, è il risultato del contributo creativo del regista, del co-sceneggiatore e dell’attore protagonista mescolati in un personaggio nuovo e originale. Ciò di cui potreste aver bisogno, invece, è qualche conoscenza base (o una rispolverata) della storia politica e sociale italiana per seguire più facilmente alcuni dialoghi e monologhi particolarmente intensi ed articolati.
Cosa Dicono
Luca Marinelli (Martin Eden): “Martin era un eroe negativo per London, era un individualista anarchico con matrice socialista; per me, invece, Martin è solo un essere umano: se togliamo la politica dalla storia, ci accorgiamo che c’è una sensibilità di fondo che lo guida nelle sue azioni, un’emozione che lo spinge a vivere le sue avventure, è un avventuriero, come lo era lo stesso Jack London, e questo è l’aspetto del personaggio su cui mi sono concentrato io nel dargli vita”.
Carlo Cecchi (Russ Brissenden): “Io sono un attore di teatro e ho sempre avuto un archetipo di riferimento, ossia Amleto; nel cinema mi sento un po’ un immigrato, ma per fortuna i ruoli più interessanti che ho interpretato hanno sempre avuto una sorta di orizzonte amletico, come ce l’ha anche il personaggio che interpreto in questo film: un intellettuale stravagante, anarchico, che però non è poi così anarchico, in fondo, ma è sempre e comunque attraversato da una certa dose di negatività”.
Pietro Marcello (regista e sceneggiatore): “Ci siamo divertiti molto sul set a riscrivere il copione mille volte; in più, l’adattamento del romanzo alla storia e all’ambientazione napoletana ha fatto sì che cambiassimo un po’ anche i dialoghi originali; abbiamo lavorato sulla sceneggiatura tutti insieme e senza seguire regole specifiche, perché la scrittura cinematografica non è una scienza esatta: il cinema è la trasposizione della scrittura, quindi si lavora sull’imprevisto e sull’imprevedibile”.
“…il cinema è la trasposizione della scrittura, quindi si lavora sull’imprevisto e sull’imprevedibile”
“…era un individualista anarchico con una matrice socialista, ma per me Martin è solo un essere umano”
Un’Ultima Cosa…
Il potere narrativo della musica in questo film non è da sottovalutare: il contrasto e l’equilibrio tra melodie ed eventi, con l’alternanza di percussioni ed archi, è una preziosa parte dello sviluppo della trama, contribuendo non soltanto a creare l’atmosfera, ma anche a completare alcuni momenti della storia, parlando tanto quanto i personaggi, così che i suoni diventano emozionanti al livello delle parole.
Red Carpet Photos by Johnny Carrano.