La location scelta da Salvatore Piccione per presentare la sua ultima collezione è Roma, più precisamente Palazzo Ferrajoli.
Ma lo scenario più amplio dal quale lo stilista ha tratto ispirazione è la sua Sicilia, più precisamente la zona dei monti Iblei.
Tradizione, innovazione e arte trovano così un terreno comune, superando ogni confine e distanza, per dar vita ad un universo di capi che ci invita ad osare e ad essere libere.
Sono passati ben 10 anni da quando Salvatore Piccione ha disegnato la sua prima collezione, e 8 invece dalla sua vittoria al concorso di talent scouting di moda “Who Is On Next?”, co-sponsorizzato da Vogue Italia e da AltaRoma. Da allora, ha collaborato con brand quali Blumarine, Barbie ed Illy e le sue creazioni sono state viste indosso a personalità come Taylor Swift, Prianka Chopra e Kendall Jenner. Insomma, una carriere che, dal paese di Donnalucata, in provincia di Ragusa, l’ha portato lontano nello spazio e nel tempo, arrivando ad oggi per presentare al mondo la collezione SS22.
Salvatore Piccione attinge alla storia e all’immaginario legato alla zona dei monti Iblei: qui, secondo la tradizione, trovavano rifugio delle divinità femminili della terra dalla natura sfuggente e profonda, a tal punto da non essere mai state propriamente identificate con un nome. Tra loro, emerge la figura di Venere Iblea: sempre secondo la leggenda, questa dea era solita vestirsi di fiori, raccolti nei vicini campi dell’Etna e delle valli di Ibla. Tali racconti sono stati sussurrati nel tempo, sia in forma scritta che orale, arrivano a toccare un giovane Salvatore Piccione che, una volta diventato adulto, ha dato nuova voce a quelle leggende, imprimendole di arte e di un tocco fanciullesco, attraverso la sua ultima collezione.
Ecco quindi che, sugli abiti, ritroviamo il giallo del Crocus che sboccia sulle distese dell’Etna, uno stuolo di trifogli bianchi e le sfumature violacee delle orchidee selvatiche, mentre le proporzioni che giocano con forme lineari e più “piene” (come le maniche a palloncino) sfruttano tessuti quali cotone, seta e chiffon. Non solo fiori, ma anche tinte brillanti che spaziano dal giallo all’azzurro, dal viola al rosa, toccando lunghezza più o meno corte e accostamenti di trame e modelli giovanili, ma pur sempre senza tempo. Tutti questi elementi, dai colori ai ricami, dai tagli ai volumi, diventano tramite per una contemplazione, anzi, una liberazione da quel che c’è di troppo terrestre nella nostra vita, invitandoci ad andare oltre. Come fossero dei templi antichi, le forme degli abiti di Salvatore Piccione fungono allora da tramite verso un mistero remoto, tutto da scoprire.
Con questa collezione, lo stilista rivolge un inno ad ogni fanciulla e donna che sa godersi a pieno la vita, consapevole dell’importanza del contatto con la natura e incline a sognare in un mondo che, troppo spesso di recente, si dimostra razionale. È lei quella Venere Iblea che ancora credere nelle storie, che sa dimostrarsi resiliente nelle avversità e ricercare un’oasi di pace e serenità anche nei momenti più difficili.