Prima regola del sustainability club: informazione.
Una regola che, in realtà, si può applicare ad ogni campo. Solo rimanendo aggiornati su cosa sta accadendo infatti, possiamo contribuire in prima persona e in modo efficiente al cambiamento positivo, con l’obiettivo di rendere il mondo un posto migliore per noi, per chi viene dopo di noi ma soprattutto, per il pianeta stesso.
Trasparenza e comunicazione sono dei cardini della moda sostenibile: tutto quello che viene fatto, tutti gli abiti che vengono realizzati, devono poter essere tacciabili, così da tutelare i lavoratori e controllare l’utilizzo delle risorse impiegate. Un lavoro che coinvolge tutti, dalle multinazionali ai governi fino a noi, i consumatori che, nel nostro piccolo come dico sempre, possiamo e dobbiamo fare la differenza.
Per rimanere aggiornati dunque sullo stato della moda sostenibile e sui prossimi step, oltre ai social media, agli articoli e ai libri sull’argomento, possiamo ricorrere a strumenti quali podcast e documentari. Io, che sono nel pieno del mio periodo “podcast a non finire” e di documentari a riguardo ne ho visti parecchi, sarò quindi il vostro Virgilio che vi accompagnerà alla ricerca di quei titoli e spunti interessanti inerenti alla moda sostenibile. Con la speranza di uscire a riveder le stelle in un mondo più consapevole.
4 PODCAST SULLA MODA SOSTENIBILE
Conscious Chatter (inglese)
Grazie alla sua carriera in People Tree, Kestrel Jenkins ha acquisito sempre più consapevolezza su ciò che indossiamo e sulla provenienza degli abiti, tanto da decidere poi di condividere con il mondo tutte le sue nozioni in un podcast estremamente ricco (ci sono già più di 300 episodi disponibili!), con molteplici ospiti e numerosi spunti di riflessione che intersecano non sono etica e moda, ma anche psicologia e cultura generale. Un approccio inclusivo, dinamico e su più livelli per contestualizzare e comprendere il perché l’industria della moda si sia ridotta in questo stato e per capire come procedere da qui in avanti.
Solo Moda Sostenibile (italiano)
Un ricco podcast ideato da Silvia Gambi che affronta il tema della sostenibilità nella moda a 360 gradi: approfondimenti, notizie dal mondo, consigli utili e tematiche più tecniche presentati in maniera diretta, semplice e interessante, per dimostrare quanta varietà di argomenti, voci e informazioni ci sia in materia e per incitare ad un cambiamento consapevole e preciso.
Clotheshorse (inglese)
Con questo podcast, Amanda Lee McCarty vuole aiutarci a prendere le decisioni migliori inerenti al nostro abbigliamento, fornendo preziosi consigli su cosa acquistare, dove fare shopping consapevole e cosa tenere a mente quando si fa shopping. Con un approccio volto a sottolineare l’incredibile e inutile consumismo che si cela dietro a movimento quali fast fashion e Black Friday, è un ascolto educativo e divertente allo stesso tempo, ideale per comprendere a pieno quanto ogni nostra scelta d’acquisto sia fondamentale per fare la differenza in un’industria altamente inquinante come quella della moda.
Ravenous Fashion Podcast (Italiano)
Il primo podcast italiano su moda, marketing e sostenibilità ideato e condotto da Beatrice Mazza che raccoglie testimonianze da personalità interessanti del mondo della moda sostenibile e non solo, proponendo inoltre numerosi casi studio meritevoli e analizzando l’andamento di questo settore in modo chiaro, dettagliato e analitico.
4 DOCUMENTARI SULLA MODA SOSTENIBILE
The True Cost (2015)
Un film documentario diretto da Andrew Morgan e prodotto da Livia Firth e Lucy Siegle, un must-see per comprendere appieno il significato del fast fashion e delle sue conseguenze. “Questa è la storia dei vestiti che siamo, delle persone che producono questi vestiti e dell’impatto che l’industria sta avendo sul nostro mondo”, come si dice all’inizio del documentario, nato con l’intento di capire come sia possibile che un disastro come quello del Rana Plaza nel 2013 si sia verificato. Si passa poi a discutere diversi aspetti dell’industria, dalla produzione (e conseguente sfruttamento) all’inquinamento delle acque e del suolo, dal capitalismo ai mass media. Numerose interviste con ambientalisti, insighter dell’industria, proprietari di fabbriche e voci del cambiamento sociale rendono questa testimonianza una delle più esaustive e realistiche. Da non perdere.
RIVERBLUE (2016)
Lo sapevate che circa 93 miliardi di metri cubi di acqua vengono consumati ogni anno dall’industria della moda, e che la tintura, il trattamento dei tessuti e la produzione di jeans è la colpevole principale di questo consumo esagerato? Una rappresentazione cruda e scioccante, narrata da Jason Priestley e disponibile su Vimeo, che esamina la distruzione dei fiumi da parte dell’industria della moda (in particolare nella prossimità degli stabilimenti tessili in Cina, Bangladesh e India) per il mero profitto, il suo effetto sull’umanità, l’ambiente e le soluzioni possibili per un futuro più sostenibile, grazie all’applicazione di tecnologie innovative che riducono l’impiego dell’acqua e delle sostanze chimiche senza impattare l’estetica e la qualità del prodotto.
Stracci (2021)
“Stracci è un viaggio. Un documentario che racconta la sostenibilità della moda guardandola con gli occhi di chi da sempre ricicla abiti usati gli scarti tessili per trasformarli in materia prima. Un percorso che parte da Prato, capitale mondiale della lana riciclata, e fa il giro del mondo, alla scoperta dell’impatto sul pianeta del consumo eccessivo a cui ci ha educato il mondo del fashion”: così viene presentato “Stracci”, il documentario diretto da Tommaso Santi e scritto con Silvia Gambi (che abbiamo citato poco sopra per il podcast “Solo moda sostenibile”) disponibile su Prime Video. L’intento di questo documentario è quello di raccontare l’impatto ambientale dell’industria della moda, dimostrando quanto l’economia circolare possa fare la differenza in un mondo di ultra-consumismo, di discariche a cielo aperto e a perdita d’occhio, dove nuove possibilità di cambiamento all’orizzonte vogliono e, anzi, devono stimolarci a rivedere le nostre abitudini d’acquisto.
Junk-Armadi Pieni (2023)
La docuserie coprodotta da Will Media e Sky Italia indaga per scoprire cosa si cela, per davvero, dietro la produzione (e la sovrapproduzione) dei vestiti, raccontando le storie e mostrando le immagini dei protagonisti che subiscono direttamente l’impatto negativo del fast-fashion, con tre giovani host a condurre quest’avventura: Matteo Ward e i due registi Olmo Parenti e Matteo Keffer. Dal Ghana al Cile, passando per Indonesia, Bangladesh, India e Italia, ogni puntata è dedicata ad un paese e tema diverso, denunciando le molteplici ingiustizie in modo empatico e coinvolgente. Lasciando, comunque e fortunatamente, un barlume di speranza sul finale.