Si sente sempre più parlare di sostenibilità, soprattutto nella moda (ma non solo).
Si parla sempre più di sostenibilità, soprattutto in quanto voci della moda (ma non solo).
Il mio commento personale a riguardo? Sono due in verità: “Per fortuna” e “Finalmente”!
In un anno come il 2020, che ci ha portati a riflettere sulle nostre abitudini come consumatori e persone in primis, il report di Lyst in collaborazione con Good On You ha evidenziato come la ricerca legata ai termini, alle categorie prodotto e ai materiali della moda sostenibili sia aumentata notevolmente in ogni paese. Da noi in Italia ad esempio, c’è stato un incremento del 20%, basti pensare che la ricerca della dicitura “recycled fashion” è aumentata del 64% negli ultimi 3 mesi del 2020.
E le prospettive sono incoraggianti anche su altri fronti: TheRealReal ha comunicato che le vendite di capi e accessori vintage sono cresciute del 67% nella seconda metà del 2020, e che si prospetta che aumenteranno costantemente nei prossimi 5 anni principalmente per tre motivi: le persone percepiscono un certo senso di responsabilità verso il tema della sostenibilità, vogliono fare la loro parte per comprare meno e meglio e intendono liberarsi del “troppo” o del non utilizzato nei loro armadi attraverso piattaforme e realtà specializzate (una guida essenziale a riguardo, la trovate qui).
Consapevoli che si stanno muovendo i primi passi verso un’industria della moda più attenta e responsabile (dove anche i brand stessi impostano degli obiettivi e delle linee d’azione per partecipare al cambiamento) ma, allo stesso tempo, che ci sia ancora molta strada da fare, è comprensibile che la confusione intorno a queste tematiche sia tanta, soprattutto se ci si approccia per la prima volta a questo mondo.
Di seguito dunque, abbiamo pensato di raccogliere quei valori e termini da conoscere legati alla sostenibilità della moda in una lista pratica ed utile, per fare chiarezza sul tema e per sottolineare ancora una volta come il contributo di tutti noi, anche solo in minima parte, faccia una grande differenza per il futuro nostro e del nostro pianeta.
VALORI
SOSTENIBILITÀ
Il termine, di natura ambientale ed economica, si applica al mondo della moda in riferimento a un sistema di produzione che soddisfa le richieste e i bisogni della popolazione attuale senza compromettere le risorse destinate alle generazioni future. La moda sostenibile tiene conto non solo della disponibilità delle materie prime (come acqua ed energia), ma anche delle condizioni lavorative dei suoi dipendenti in ogni parte del mondo e dei processi di smaltimento per rispettare e assicurare il benessere del pianeta e dei suoi abitanti, combattendo il “troppo” e gli sprechi nel nome della giustizia e delle possibilità/risorse effettive.
ETICITÀ
La moda etica fa riferimento sia all’impatto ambientale dei processi che la compongono, sia al rispetto dei diritti e delle condizioni lavorative della manodopera necessaria, promuovendo iniziative sociali volte allo sviluppo e alla tutela della comunità del terzo mondo spesso sfruttate e costrette in condizioni disumane per produrre capi e accessori di moda. Inoltre, predilige l’impiego di materiali riciclati o dal basso impatto ambientale che valorizzano la tradizione, i saperi e le risorse di un determinato paese.
CRUELTY FREE & VEGANO
L’approccio cruelty free, o vegano, precisa che un determinato brand non ha testato ingredienti o prodotti sugli animali, e che non ha utilizzato nessun materiale di derivazione animale nei vari step della produzione. Sono bandite dunque pelli, piume, pellicce e lana tra le altre, con l’obiettivo di mettere fine al maltrattamento degli animali e agli allevamenti intensivi. Esistono diverse certificazioni in merito; la LAV ad esempio, ha stilato una lista di valutazione delle aziende in base a quattro livelli: sostituzione della pelliccia animale (V), sostituzione anche delle piume (VV), sostituzione anche di seta e pelle (VVV), sostituzione anche della lana (VVV+). La Peta invece, rilascia un certificato Vegan Approved ai prodotti vegani e cruelty free e organizza annualmente il Peta Fashion Awards, per celebrare le realtà e i designer che si sono dimostrati sensibili nei confronti della causa animalista.
TRASPARENZA
Quando un brand condivide con i consumatori le informazioni relative alle loro pratiche, processi produttivi e policy, allora si parla di trasparenza. Questo concetto fa riferimento sia alla tracciabilità delle materie utilizzate che al rispetto delle condizioni di lavoro e dei diritti della manodopera coinvolta. La trasparenza è il primo passo verso la crescita sostenibile e la creazione di un rapporto di fiducia con i clienti, che in questo modo sanno esattamente cosa vanno ad acquistare. L’organizzazione Fashion Revolution stipula annualmente il Fashion Transparency Index per fare un punto sulla questione “trasparenza” nel settore e per aumentare la consapevolezza dei brand e dei consumatori sul tema.
TRACCIABILITÀ
Per tracciabilità di un capo si intende quella garanzia che permette al consumatore di conoscere la provenienza e il percorso del capo stesso che lo ha portato fino alle sue mani, ed è strettamente legato al concetto di “trasparenza”. La tracciabilità fa riferimento a tutte le fasi e parti coinvolte nel processo di creazione (materie prime, manodopera e simili). A beneficiarne è sia il consumatore, che sa con esattezza cosa sta andando a comprare, che del produttore, che con fierezza può certificare di non avere nulla da nascondere sui suoi prodotti.
L’ABC ESSENZIALE
LE CATEOGORIE DEL FASHION
FAST FASHION
Il fast fashion indica quei brand di abbigliamento che producono e distribuiscono in modo rapido (ma insostenibile) i loro prodotti e collezioni. È spesso sinonimo di bassa qualità, e fa riferimento ad una moda legata alle tendenze sul breve termine per rispondere ai gusti dei consumatori in tempo quasi reale, con prezzi di costo e di vendita stracciati che lasciano intuire uno sfruttamento dei materiali e della manodopera all’origine. L’indifferenza nei confronti dei lavoratori e dell’impatto ambientale di questo tipo produzione ha reso l’industria della moda la seconda più inquinante al mondo dopo il petrolio. Inoltre, il fast fashion è responsabile di una gran quantità di merce invenduta (che viene per lo più bruciata, rilasciando nell’aria sostanze altamente tossiche) e indesiderata, che viene buttata via dopo poco tempo o che si rovina facilmente.
SLOW FASHION
L’opposto del fast fashion è lo slow fashion, che indica un approccio consapevole nei confronti della moda e che tiene conto di aspetti quali la salvaguardia ambientale e i diritti umani. Fa riferimento sia a un metodo di produzione lento e sostenibile, caratterizzato da poche collezioni e di natura artigianale, che ad un acquisto consapevole basata sul concetto di “less is more” e sul far durare il più a lungo possibile i capi del proprio guardaroba.
CIRCULAR FASHION
La moda circolare si incentra sull’utilizzo e il riutilizzo di materiali e prodotti, seguendo un modello a cerchio che comprende creazione, uso e riciclo, e prende in considerazione ogni elemento, dal design al trasporto, dalla vendita allo smaltimento con l’obiettivo di prolungare la durata di un prodotto. Come? Scegliendo materiali non inquinanti, puntando sulla qualità e non sulla quantità e rispettando le risorse disponibili.
RECYCLED & UPCYCLED FASHION
Il recycled fashion fa riferimento ad un prodotto che viene scomposto nei suoi materiali di base i quali vengono poi utilizzati per la creazione di qualcosa di nuovo. L’upcycling invece, presuppone un intervento creativo su prodotti o componenti che verrebbero buttati via, in modo da trasformare e reinventare la loro funzione. Un esempio di questo secondo approccio sono i jeans di RE/DONE, un brand specializzato nel riutilizzare i tessuti dei LEVI’S per dar vita a nuovi modelli.
PER IL CONSUMATORE CONSAPEVOLE
ECO FRIENDLY
È l’atteggiamento dei produttori, brand e consumatori che prestano attenzione ai consumi e all’impatto ambientale di quello che comprano e utilizzano, limitando gli sprechi e prediligendo prodotti di qualità e sostenibili. Il termine si può applicare a tutti i settori, dalla moda al lifestyle.
GREENWASHING
Si tratta di una tecnica ingannevole, utilizzata dalle aziende per conquistare l’interesse dei consumatori, che si basa sulla falsa comunicazione dei loro sforzi sostenibili, omettendo gli aspetti negativi della loro realtà per ottenere un maggiore profitto. Fondamentalmente, queste aziende si concentrano di più sull’utilizzo di strumenti di marketing e di comunicazione volti a proclamare il falso in termini di sostenibilità che sull’effettivo miglioramento per diventare più rispettosi dell’ambiente e dei lavoratori.
DECLUTTERING
Più che una pratica, il decluttering è una vera e propria filosofia volta all’eliminazione degli oggetti superflui in nome di uno stile di vita minimal e sostenibile. Si può applicare a tutti i campi della quotidianità e, in merito alla moda, fa riferimento al ridurre i capi presenti nel nostro guardaroba per un approccio consapevole nei confronti di quel che indossiamo, sia in termini di quantità che di qualità. Tutti gli articoli eliminati, vengono poi solitamente divisi in: da buttare, da regalare, da rivendere e da dare in beneficenza.
COST PER WEAR
È una “formula” che considera il valore di un capo in relazione a quante volte viene indossato, in modo tale da rendere il consumatore consapevole su quanto acquista e su quello che acquista. Un esempio pratico: se acquistate un paio di scarpe a 200 euro e prevedete di utilizzarle 2 volte, il cost per wear equivarrà a 100 euro. Indossandole 50 volte invece, il cost per wear sarà uguale a 4 euro. In altre parole, è meglio spendere un po’ di più per un capo di qualità che userete più a lungo rispetto ad un prodotto economico che rischiate di sfruttare poco prima che si rovini o che vi stanchi.
FAIR TRADE
In italiano è nota anche come “commercio equo e solidale”, e fa riferimento ad una forma di commercio che rispetta e tutela i lavoratori di un determinato settore e, consequenzialmente, del loro territorio. Per ottenere tale certificazione, bisogna rispettare determinati ed elevati standard che garantiscono la considerazione ed il supporto delle persone coinvolte in un processo produttivo, favorendone lo sviluppo.
CARBON NEUTRALITY
L’atteggiamento di un’azienda che calcola l’impatto totale della sua produzione in emissioni di carbonio per ridurne l’emissione dove possibile, e compensare il restante in progetti e programmi di supporto ambientale, come piantare nuovi alberi o investire nelle energie rinnovabili. Gucci ad esempio sta puntando ad una politica basata sulla carbon neutrality per tutte le sue attività, compensando le emissioni generate con delle donazioni ad associazioni che si occupano di fermare la deforestazione. Gabriela Hearst (una pioniera della sostenibile nella moda) invece, per la sfilata della collezione SS20 ha calcolato l’impronta di carbonio dell’evento donando l’equivalente monetario ad un’associazione che protegge le foreste e le comunità del Kenya.