Jennifer Kent è l’unica regista donna con un film in concorso per questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia: una storia di vendetta e riscoperta, una storia del passato ma che parla al nostro tempo.
Ecco la nostra recensione di “The Nightingale”.
Titolo
“The Nightingale”
Dietro e Davanti alla Cinepresa
A dirigere il film è la regista australiana Jennifer Kent che, alla sua seconda pellicola dopo “Babadook”, stupisce ancora una volta. Anzi, colpisce. Dritto allo stomaco e al cuore. Con una regia che lei stessa chiama autentica, sporca, vera. Il cast comprende un sorprendentemente cattivo Sam Claflin e Aisling Franciosi, nella sua migliore prova come attrice finora. Ad accompagnarli ci sono Damon Herriman (presto lo vedremo come Charles Manson in “Once Upon a Time in Hollywood”), Harry Greenwood, Micheal Sheasby e Baykali Ganambarr (nel suo primo film) in ruoli così complicati e profondi che hanno, seppur in modo sempre diverso, affascinato tutti.
Chi Scrive
L’idea e la penna sono sempre quelle della regista Jennifer Kent che, con una sceneggiatura a ritmi incalzanti, lunghi silenzi e canzoni malinconiche ci fa capire quanto una scrittura perfetta possa essere la partenza per un capolavoro.
Cosa c’è da sapere (NO SPOILER)
La storia, ambientata nel 1825, racconta di Clare (Aisling Franciosi), una giovane donna irlandese, che viene tenuta “prigioniera” da un ufficiale britannico (Sam Claflin) nelle terre della Tasmania. Decisa a vendicarsi per le violenze subite e in particolare per un atto commesso contro la sua famiglia, parte per un viaggio in compagnia dell’aborigeno Billy. Lui conosce le terre nelle quali le fa da guida, ma non solo. Conosce le violenze di cui lei parla, e vuole vendicare in qualche modo anche il suo popolo che viene distrutto e tolto di umanità ogni singolo giorno, portando con sé la sua cultura.
Di cosa avrete bisogno
Avrete bisogno di una mente aperta, di uno stomaco forte, di un pensiero che faccia sì che il film diventi non solo un capolavoro artistico ma anche un capolavoro di sentimenti e di umanità, così lontano nel tempo ma così vicino al nostro. Razzismo, indipendenza, violenza, desiderio di conoscenza e voglia di rispetto e vendetta sono solo alcuni dei temi affrontati in “The Nightingale”.
Cosa dicono
Jennifer Kent, sul razzismo e il maschilismo ha detto: “È importante reagire con compassione e amore all’ignoranza, non c’è altra opzione, nel film si vede, ci sono altre opzioni, ma non c’è sollievo. Sono orgogliosa con il mio cast & crew di raccontare questa storia. Amore e compassione sono qualità che sono vitali”.
La protagonista Aisling ha invece dichiarato di essere stata attratta fatalmente da quella sceneggiatura: “Ho letto le prime quindici pagine e ho capito che avrei fatto qualsiasi cosa per avere questo ruolo. La cosa che mi ha colpito di più è che è la verità: è crudo, è commovente, ci vuole un’artista per scrivere così, ho combattuto fino alla morte per esserci.”
“Ho capito che avrei fatto qualsiasi cosa per avere questo ruolo”.
Per Sam Claflin invece si trattava di una vera e propria sfida, dato che mai prima d’ora si era trovato a recitare in un ruolo “da cattivo”: “Per me, come attore, una cosa che voglio fare sempre è sfidarmi in modi nuovi e questa è stata decisamente una sfida. Come attore scelgo qualcosa che mi attragga, non voglio interpretare me stesso. Dopo aver incontrato Jen, parlando di ciò che sta accadendo adesso nel mondo, ho capito quanto sia rilevante nella nostra società. C’è stato progresso, ma c’è sempre il problema. Film come questi devono essere condivisi e bisogna parlarne, anche parlare della cultura aborigena australiana è molto importante, e questa è una buona piattaforma per farlo”.
Un’ultima cosa…
“The Nightingale” è un film unico nel suo genere.
Ambientato appunto nel 1825, non potrebbe essere più odierno: razzismo, il ruolo delle donne nella società e la violenza nel suo senso più generale, diffusa in tutto ciò che circonda quel mondo. Ma in questo film potrete anche guardare con occhi curiosi una cultura di cui non si sa molto, e assaporare quanto amore (o amicizia), comunque e sempre, si possa trovare. Non dimentichiamoci è anche l’unica opera in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia che vede come regista una donna e il suo racconto da donna si riflette sul racconto in maniera autentica, facendo vedere situazioni in cui uno sguardo maschile, non avrebbe magari fatto attenzione.
Voto su 5 Leoni (Venice Editon)