Non ci si potrebbe aspettare altro da un “buon” Guillermo del Toro. Famoso per le sue storie piene di fantasia e “mostri”, questa volta con The Shape of Water ha portato alla luce (e fuori dall’acqua) un mostro la cui unica colpa è quella di essere nella mani delle persone sbagliate. Un mostro catturato dal governo USA nel 1963, trovato in Amazzonia in un fiume, che sembrava essere adorato come un Dio. Il problema è che il governo non sa come sfruttare questo mostro dalle sembianze di un particolarmente muscoloso uomo anfibio. Sa solo di volerlo scagliare contro l’Unione Sovietica, o in qualche modo di trarne un vantaggio.
In tutta la questione politica/militare che emerge, una protagonista senza voce ma dall’aspetto unico, gentile e forte ci colpisce e ci trasporta con eleganza e dolcezza per tutto il film. Lei è Elise, interpretata da una formidabile Sally Hawkins, una donna delle pulizie degli uffici governativi ma prima di tutto un’orfana, trovata da piccola abbandonata sulle rive di un fiume. E qui l’acqua diventa già il primo legame tra loro. Lei abbandonata nell’acqua, lui solo, immerso nella sua natura che non gli aveva mai dato qualcuno.
Sembra impossibile una storia d’amore tra i due, e invece Del Toro con il suo muovo film “The Shape of Water” non riesce che a trovare punti d’incontro tra queste due persone così diverse. La trama diventa più fitta e piena d’amore quando lei vuole salvare lui dalle grinfie del governo. E Guillermo, che crede a sua volta nell’amore, vuole che questo sia possibile. A Venezia ha infatti dichiarato: “Il fantasy è un genere molto politico e scegliere l’amore sulla paura è un atto molto politico attualmente, e il nostro primo dovere quando ci svegliamo è di credere in questo sentimento e non cedere al cinismo”.
Nel cast di “The Shape of Water” i nomi sono tanti: Octavia Spencer (la punta humor del film), Sally Hawkins, Michael Shannon (il capo della sicurezza che si occupa del mostro) e Richard Jenkins, che interpreta invece il migliore amico di Sally Hawkins con il quale convive. Di lei ha detto: “Io e Sally siamo diventati immediatamente amici e tutto quello che ho fatto viene dalla sceneggiatura, da quello che ha scritto Guillermo. Ho amato il ruolo fin dal primo momento in cui ho letto il copione. È stata una gioia dall’inizio alla fine poter far parte di un progetto così in questa fase della mia vita. Amo tutto il cast ma vorrei davvero che Sally fosse mia figlia”.
In questo caso “The Shape of Water” (la forma dell’acqua) è tutto ciò che circonda e rende possibile questo amore che sembra impossibile: l’acqua che fa respirare lui, che ha fatto trovare lei da piccola, che li ha uniti, ma che, in qualche modo, li tiene separati, ricordando loro che sono fatti di diversa materia, che vivono in diversi mondi. Allo stesso tempo, è la dimensione, la forma ad essere protagonista del film. La forma dell’amore che, come ci ricorda il film, non ha dimensioni, è proprio infinita e riempie tutto, come l’acqua.