“Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati”.
Così descrisse Marie-Henri Beyle, in arte Stendhal, la sua reazione di fronte alla basilica di Santa Croce, Firenze nel suo libro “Roma, Napoli e Firenze”. E non è forse quella stessa emozione che tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita di fronte alla bellezza? Forse proprio circondati dalla bellezza, come nel caso di Venezia?
Una città che, più che un insieme di calle e scorci, è un’opera d’arte in continua evoluzione: tutto e tutti contribuiscono alla sua unicità. Dai monumenti ai gondolieri, passando per i turisti armati di macchine fotografiche alla ricerca della maschera più bella fino ai tipici bacari, Venezia è pura magia, impossibile da descrivere, incredibile da vivere e rivivere.
In questa cornice prestigiosa, si è tenuta, dal 30 marzo al 2 aprile 2023, la decima edizione primaverile della Venice Fashion Week, organizzata in collaborazione con Venezia Da Vivere e con focus dedicato alla ricerca e all’incontro tra moda, artigianato e design. Perché Venezia non è solo arte, ma un vero e proprio polo di saperi e tesori locali da scoprire e valorizzare che la rendono il punto di incontro perfetto tra le visioni e le gestualità della moda, intersecate imprescindibilmente con i valori della sostenibilità.
The Italian Rêve è stata partner di questa edizione: un’occasione preziosa per approfondire il legame tra Venezia, moda, artigianato e sostenibilità e per scoprire di persona tematiche attuali quali turismo sostenibile, approcci responsabili alla produzione; ma anche, e soprattutto, per vedere con i nostri occhi la ricchezza delle manifatture locali, discutere di nuove prospettive e per riscoprire una città che, ancora una volta, è stata capace di sorprenderci e affascinarci.
Ma andiamo con ordine.
Il 30 Marzo, la manifestazione ha preso il via con Atelier Aperti, la prima giornata di una serie di appuntamenti volti al dialogo fra alto artigianato, sostenibilità e giovani designer in un viaggio alla scoperta dei luoghi del saper fare, sia a Venezia che nelle isole. Una prova di questa forte connessione tra moda, artigianato e design, è stato l’allestimento creato e ideato da Seguso Vetri d’Arte nella boutique di Liviana Conti: un’esposizione unica realizzata dalla sintesi creativa di innovazione e maestria artigiana di Murano. O ancora, l’iniziativa di Penny Lane Shop, che ha organizzato una Festa dello scambio di vestiti per promuovere la produzione di abbigliamento di qualità in modo responsabile e il dare nuova vita ai capi tramite il riuso creativo.
Il 31 Marzo, la giornata ha avuto inizio con la conferenza “Venezia Turismo Sostenibile”, una tavola rotonda gli stakeholder del turismo di Venezia che hanno condiviso buone pratiche e percorsi innovativi per rendere il turismo una risorsa per il benessere e la vita della città, oltre a presentare alcuni esempi di progetti e realtà che già si stanno operando in questa direzione. Anche nell’ambito del turismo infatti, la sostenibilità è un elemento imprescindibile e, proprio Venezia, può indicare la strada del turismo del futuro. Venezia ha già intrapreso una transizione verso la sostenibilità con diverse idee e pratiche innovative che puntano alla collaborazione tra diversi organi e istituzioni, oltre che con i cittadini e i turisti, per garantire un’esperienza piacevole a tutti colori che navigano (anche letteralmente) per Venezia e per salvaguardare questa città.
“Siamo qui per costruire qualcosa tutti insieme, perché è stimolante lavorare per il bene della città, per il piacere e l’orgoglio di appartenere a Venezia. La proposta è costruire tutti insieme una narrazione, una mappatura e uno storytelling delle realtà di sostenibilità presenti a Venezia per accelerare la transizione green” ha dichiarato Laura Scarpa di Venezia da Vivere.
Nel pomeriggio invece, è stata la volta di Ornamenti Atelier: nella cornice di Palazzo Sagredo, gli artigiani della moda hanno presentato collezioni sostenibili e condiviso la loro maestria ed esperienza di vita e lavoro: dal brand Ca’ Beltà all’upcycling creativo di Demis Marin per Ramosalso, dai gioielli in vetro di Murano contemporaneo di Simona Iacovazzi di PerlamadreDesign e all’uomo tailor made del Maestro Franco Puppato. È stata anche un’occasione per scoprire i processi, le tecniche, i materiali, la sostenibilità e la poetica del lavoro di sette donne artigiane: Stefania Giannici di Paperoowl, Nadia Syrkova di Syrk Design, Valeria Boncompagni, Shanti Ganesha di Meracu, Marisa Convento, Patrizia Donà di Laboratorio Donà e Sabrina Pigozzo di Magoga Team Venezia. A seguire, la premiazione della modista veneziana Giuliana Longo.
L’1 Aprile, è stata La Giornata della Moda Sostenibile, durante la quale i maggiori esperti italiani di moda sostenibile hanno discusso del valore etico del lavoro nella moda, di greenwashing, fast fashion e consumo consapevole. Una chiacchierata su queste tematiche così fruttosi e attuali tra Marina Spadafora – Fashion Revolution, Sara Sozzani Maino – Direttore creativo della Fondazione Sozzani, Giovanni Bonotto – Industriale, Direttore creativo della Bonotto e fondatore della “Fabbrica Lenta”, Rodolfo Bevilacqua, presidente dell’antica tessitura Luigi Bevilacqua, Elena Donazzan, Assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari opportunità della Regione del Veneto, Francesca Santoro – Specialista del Programma di Educazione all’Oceano della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco.
Nel pomeriggio, il convegno The True Colours of Fashion ha arricchito il dibattito sulla moda sostenibile, che Venice Fashion Week promuove dal 2013. Marina Spadafora ha parlato di “Good Clothes, Fair Pay”, la campagna sulla sostenibilità sociale per ottenere dall’Unione Europea una legislazione sui salari dignitosi nei settori dell’abbigliamento, del tessile e delle calzature. Con lei c’erano Matteo Ward – attivista ed esperto di sostenibilità del fashion, e Sara Sozzani Maino che ha parlato della sua missione di talent scout per creare future generazioni di stilisti indipendenti di moda sostenibile e consapevole. Si sono aggiunti poi Stefano Micelli – docente, economista ed esperto di artigianato e innovazione – e Arianna Safayi – giovane designer italo-persiana, per condividere con studenti, accademici, creativi e imprenditori le loro esperienze.
“La moda in Italia è un’industria bellissima e fiorente, con rappresentanti egregi della tradizione del tessile che producono ancora in modo responsabile, artistico e di alta qualità. A livello mondiale, invece, questo feeling è sparito, sostituito da capi facili, veloci e spendibili. È il problema che ha portato la moda ad essere tra le industrie più inquinanti al mondo e quella che sfrutta maggiormente la forza lavoro. Da soli si è deboli, ma se ci si unisce si riescono a fare grandi cambiamenti, per introdurre una paga dignitosa nella filiera tessile che vede 70 milioni di persone vivere sotto il livello di povertà” Ha dichiarato Marina Spadafora.
“È importante creare coscienza e conoscenza per il nostro lavoro. Le nuove generazioni sono il nostro futuro e occorre investire per essere propositivi: è una catena che deve essere sempre tenuta collegata. Vogliamo dare voce a chi vuole creare dei progetto che abbiano valore” Ha aggiunto Sara Maino.
Il 2 Aprile, la manifestazione si è conclusa in una giornata dedicata ancora una volta alla scoperta di realtà locali, come BVL Venezia di Giulia Bevilacqua, Gaiofatto di Michela Gaiofatto e Antonia Sautter, tra upcycling, stampa su tessuto, sartoria, workshop e condivisioni del sapere artigiano dei creativi veneziani, tra passato e futuro.
Venezia si fa dunque promotrice della sostenibilità e fila, come fosse la trama di un telaio tradizionale, gli orizzonti di una nuova città, tutta da scoprire e, soprattutto, da vivere.
Thanks to Venice Fashion Week and Venezia Da Vivere
Photos by Marta Formentello