Nato e cresciuto a Montreal, in Quebec (Canada), sa dirigere, montare, e scrivere film; ha questa bizzarra, smisurata ossessione per Leonardo DiCaprio; di recente, ha deciso di eliminare il suo account Twitter in seguito ad alcune “discussioni piene d’odio”, ma di continuare ad usare Instagram per “concentrarsi su ciò che conta davvero: gli outfit di Harry Styles in tour”; ha solo 29 anni e già alle spalle la produzione di sei pellicole acclamate dalla critica e vincitrici di premi internazionali; il suo settimo (e ultimissimo) film, “La mia vita con John F. Donovan”, è da poco uscito nelle sale (francesi). Di chi sto parlando? Del solo e unico XD, Xavier Dolan.
Lo chiamano “l’enfant prodige” e, probabilmente, non esiste nessun altro, tra i nostri contemporanei, che vestirebbe quel titolo meglio di lui, che meriterebbe quella reputazione più di lui. Xavier aveva 16 anni quando ha scritto il suo primo film, ne aveva 20 quando ha vinto i suoi primi (tre) premi al Festival di Cannes, 23 quando si è aggiudicato il premio FIPRESCI (Fédération Internationale de la Presse Cinématographique) alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, 25 e 27 quando due suoi film sono stati nominati agli Oscar come Miglior Film Straniero.
La fama di Xavier e il suo precoce riconoscimento a livello internazionale derivano da una verità inconfutabile: non ci troviamo semplicemente di fronte ad un regista di talento, o ad un brillante sceneggiatore, ma ad un artista a tutto tondo. I suoi film sono il risultato finale di un incontro-scontro tra dipinti, musiche, fotografie, con uno spruzzo di memorie personali, schizzi di pittura multicolore sgocciolata su una tela bianca, che rendono il suo stile cinematografico un pezzo unico.
“A essere sincero, la musica mi è spesso fonte di ispirazione, e viene prima della sceneggiatura o della storia. Ascolto canzoni, e poi mi vengono in mente delle immagini e comincio a visualizzare scene o momenti di una potenziale storia. Ed è così che spesso comincio a scrivere. […] Una volta che ho scritto la sceneggiatura, mi preparo con la ricerca di immagini in libri di fotografia o di pittura, o anche in riviste. […] Metto insieme tutte le immagini che mi ispirano e vado in questa copisteria in cui mi conoscono bene; a volte ho la sensazione di essere il loro peggior incubo. Entro, con le mie valigette cariche di libri che ho riempito di appunti e post-it. Li tiro fuori tutti e loro me li scannerizzano e mi mandano i PDF prima di stamparli. Poi divido le immagini in categorie, a seconda che si tratti di personaggi, location, o costumi. […] Faccio una copia per tutti quelli che partecipano al film, quindi una ventina di copie, forse. Così tutti si fanno un’idea di ciò che ho in mente per il film”.
L’estratto riportato qui sopra – tratto da un’intervista che Xavier ha concesso all’American Cinematographer nel 2015 – è una rivelazione che giustifica la natura della sua tecnica e di quella sua mente singolare che gli ha permesso di sfornare sei film eccezionali nell’arco di sette anni (senza contare il settimo film, che si spera sia in dirittura d’arrivo nelle sale internazionali, e un ottavo attualmente in fase di post-produzione). I film di Xavier sono vere e proprie opere d’arte, visivamente godevoli e ammalianti, con un’alternanza perfettamente calibrata di colori caldi e freddi, di luci psichedeliche e naturali, di primissimi piani e riprese panoramiche, e tutto è sempre, immancabilmente accompagnato dalla colonna sonora perfetta, che spazia dalle sinfonie classiche al pop degli anni novanta.
L’amore oltre le barriere sociali, l’amore al di là degli stereotipi, l’idealizzazione dell’esperienza umana, la maternità, la paura e il desiderio della morte, condensati nella forma di dialoghi intensi, spesso carichi di rabbia, che sfumano in un’atmosfera ipnotica, rallentata. Ecco il marchio di fabbrica. Ecco colui che chiamano “l’enfant terrible”. Ecco Xavier Dolan.
In attesa che “La mia vita con John F. Donovan” esca nelle nostre sale, ecco alcune proposte di percorsi da seguire utili a chi non conosce Xavier, a chi non ha mai fatto l’esperienza di un Dolan, a chi vorrebbe guardare i suoi film ma non saprebbe da dove cominciare e in che ordine procedere per assicurarsi un pieno godimento della sua arte.
OPZIONE 1: La scelta dello storico
Guarda i film di Xavier in ordine cronologico, dal primissimo realizzato all’ultimo uscito nelle sale:
“J’ai tué ma mère” (2009)
“Gli amori immaginari” (2010)
“Laurence Anyways e il desiderio di una donna” (2012)
“Tom à la ferme” (2013)
“Mommy” (2014)
“È solo la fine del mondo” (2016)
Seguendo quest’ordine, è come se crescessi con lui e vivessi il suo sviluppo e i suoi miglioramenti come attore, come sceneggiatore e come regista. Noteresti come cambiano i suoi gusti col passare del tempo, come di anno in anno affronta temi sempre più importanti, pur rimanendo immutati la sua ironia e il suo sarcasmo, e ti accorgeresti dell’impatto che l’internazionalizzazione della sua fama ha avuto nella scelta dei cast.
OPZIONE 2: La scelta dello stratega
Guarda i film di Xavier per categorie tematiche:
Amore romantico:
“Gli amori immaginari”
Amore complicato:
“Lawrence Anyways e il desiderio di una donna”
Esaltazione della figura materna:
“Mommy”
Condanna della figura materna:
“J’ai tué ma mère”
Stile Hitchcock:
“Tom à la ferme”
Morte :
“È solo la fine del mondo”
Lascia che sia il tuo umore a decidere da quale argomento cominciare e con quale argomento proseguire.
OPZIONE 3: La scelta dell’apprendista
Comincia dai film di Xavier più leggeri, più ironici, così ci fai amicizia e ti fai un’idea di cosa gli passa per la testa (i suoi film sono quasi sempre semi-autobiografici). Probabilmente, ti innamorerai di lui, del suo modo di raccontare, dei suoi personaggi, della sua cultura, del suo stile, e ne vorrai ancora. Il prossimo passo sarà inoltrarti nei suoi film più impegnati e lasciarti rapire, incantare, equipaggiare della fiducia e delle forze necessarie per passare ai suoi esperimenti più intellettuali, ovvero le ultime produzioni. Il mio suggerimento è di seguire quest’ordine:
“Gli amori immaginari”
“J’ai tué ma mère”
“Mommy”
“Laurence Anyways e il desiderio di una donna”
“Tom à la ferme”
“È solo la fine del mondo”
#MINITRAME
Qui dei brevi riassunti del contenuto dei film di XD.
“J’ai tué ma mère”
Hubert (Xavier Dolan) ama sua madre, Chantale (Anne Dorval), perché è sua madre, la donna che gli ha donato la vita; Hubert odia sua madre, Chantale, perché la vede come un ostacolo alla possibilità di essere chi vuole essere: uno studente con ottimi voti in letteratura e pessimi voti in matematica, un adolescente con le cuffiette e un ciuffo di capelli scuri che gli copre l’occhio sinistro, il fidanzato di Antonin (François Arnaud), lo scrittore. Questa autobiografia romanzata affronta temi quali il dolore come conseguenza dei comportamenti umani, il percorso complicato verso la meta dell’indipendenza, il rifiuto di qualunque tipo di etichetta.
Citazione
HUBERT: Cosa faresti se oggi morissi?
CHANTALE: Morirei domani.
Canzone
“Noir désir” dei Vive la fête.
“Gli amori immaginari”
(“Les amours imaginaires”)
Francis (Xavier Dolan) e Marie (Monia Chokri) sono amici da tempo. Una sera, ad una cena, incontrano Nicolas (Niels Schneider), un affascinante giovane appena arrivato a Montreal. Nico ha l’aspetto di una creatura caduta dal Paradiso, con i boccoli dorati, il sorriso angelico e con le sue parole difficili: in un attimo diventa oggetto del desiderio tanto di Francis quanto di Marie, mettendo in serio pericolo la loro amicizia.
Citazione
NICOLAS: Hai il letto grande, vero?
FRANCIS: Sì, ho un letto grande. Puoi dormire qui, se vuoi. Dovremo solo… dovremo solo stringerci un po’.
NICOLAS: Grazie, amico.
MARIE: Il lato è mio.
FRANCIS: Anch’io odio stare in mezzo.
NICOLAS: Nessun problema. A me piace stare in mezzo.
Canzone
“Pass This On” dei The Knife.
“Laurence Anyways e il desiderio di una donna”
(“Laurence Anyways”)
Laurence Alia (Melvil Poupaud) è una scrittrice di fama. Il film si apre con un’intervista: una giornalista sta ascoltando con aria scettica la storia della vita di Laurence e della sua ascesa al successo, ma non riesce a guardarla negli occhi; non riesce a vedere al di là di una “lei” inspiegabilmente affermata che fino a qualche anno prima era un “lui”, un fenomeno da barraccone che le sta lì seduto di fronte. Sta di fatto che la storia di Laurence, e di come lei e la sua compagna Fred (Suzanne Clément) siano riusciti a sbarazzarsi di una vita di menzogne, valga oggettivamente la pena conoscerla.
Citazione
GIORNALISTA: Che cosa cerca, Laurence Alia?
LAURENCE: Cerco qualcuno che capisca la mia lingua e che la parli. Qualcuno che, pur non essendo un emarginato, metta in discussione non solo i diritti e i valori degli emarginati, ma anche quelli delle persone che sostengono di essere normali.
Canzone
“The Chauffeur” dei Duran Duran.
“Tom à la ferme”
Tom (Xavier Dolan), un giovane e brillante copywriter di Montreal, deve raggiungere il paese del suo fidanzato Guillaume, da poco morto in un misterioso incidente. Quando raggiunge la fattoria della famiglia, il giorno del funerale, si ritrova a fare i conti con una spiacevole sorpresa: Tom conosce l’enigmatica Agathe (Lise Roy), la madre di Guillaume, e ben presto si rende conto che è all’oscuro dell’omosessualità del figlio; quanto a lui, è costretto a non farne parola né con Agathe né con nessun altro del paese, o Francis (Pierre-Yves Cardinal), il fratello di Guillaume, gliene farà pagare le conseguenze.
Citazione
AGATHE: Perché mio figlio ha smesso di farmi visita? Perché ha smesso di chiamare o di scrivermi? Che incidente ha avuto? Con chi era? Com’è successo? Dove? Quando? Nessuno muore a venticinque anni! Nessuno!
Canzone
“Diferente” dei Gotan Project
“Mommy”
Diane (Anne Dorval) è una madre single con un look provocante, aggressivo. Fumatrice accanita, sboccata, disorganizzata, è una donna con difficoltà di autocontrollo che non riesce a gestire la sua stessa vita. Steve (Antoine Olivier Pilon), suo figlio, è esattamente come lei, ma a livello patologico: ha una disfunzione mentale che lo rende ingestibile quando è stressato e violento quando è arrabbiato. Uscito dall’istituto psichiatrico, Steve torna a casa con sua madre, alternando periodi in cui è tutto simpatico e amorevole a periodi in cui è instabile e pericoloso. Le cose cambiano in maniera inaspettata con l’arrivo della balbuziente Kyle (Suzanne Clément), una nuova vicina dall’aria apparentemente docile e sottomessa.
Citazione
STEVE: Noi ci amiamo ancora?
DIANE: Certo, è la cosa che ci riesce meglio.
Canzone
“Wonderwall” degli Oasis.
“È solo la fine del mondo”
(“Juste la fin du monde”)
Louis (Gaspard Ulliel) è uno scrittore ricco e famoso che ha deciso di tornare a casa e ricongiungersi con la sua famiglia dopo 12 anni di assenza. Sua madre (Nathalie Baye) lo venera; Suzanne, sua sorella minore (Léa Seydoux), lo idealizza; Antoine, suo fratello maggiore (Vincent Cassel), lo detesta, nonostante i tentativi disperati della moglie (Marion Cotillard) di fargli cambiare idea: ma Antoine non ha intenzione di perdonare suo fratello per averli abbandonati. Louis, tuttavia, è tornato per un motivo preciso: è malato, gli restano pochi mesi di vita, e vuole comunicarlo ai suoi cari. Conflitti repressi salgono a galla tutti in una volta, trasformando quello che avrebbe potuto essere un weekend tranquillo e piacevole nel palcoscenico di un grosso dramma familiare.
Citazione
SUZANNE: Fa schifo che te ne sei andato… Fa schifo a me, a lei, ad Antoine. Anche a te, vero? Non devi rispondermi. Ma forse te ne sei pentito anche tu? Forse avevi bisogno di noi? Io…Mi dispiace.
LOUIS: Per questo sono qui. In parte.
Canzone
“Dragostea Din Tei” degli O-Zone.